mercoledì 29 febbraio 2012

Il vecchietto è in forma


Dopo molti mesi di attesa e di sofferenza, finalmente il mio 'vecchietto' papàmario è stato operato stamani: protesi all'anca. Tutto bene. Devo dire che l'Istituto Humanitas di Rozzano mio ha fatto un'ottima impressione: mi è parso davvero all'avanguardia. E sono rimasto meravigliato nel vedere appese in una saletta d'attesa molte lettere di ex pazienti che ringraziavano per aver trovato un ambiente all'altezza della fama. Lettere giunte da ogni parte d'Italia. Naturalmente quelle di reclamo non le hanno esposte, ovvio, però che qualcuno scriva per ringraziare dell'assistenza ospedaliera ricevuta non credo capiti spesso.

Incontro confortante


Stamattina l'incontro con il Monte Rosa ha reso più agevole la mia trasferta milanese. Prima di essere affiancato e stretto all'angolo da auto e Tir, sempre in esubero, la vista del 'gigante buono' mi ha confortato.

Qualcuno, a Milano


Qualcuno, a Milano, ancora ci crede. Ma anche a Varese: forza Inter!

Il racconto del mercoledì


PREGHIERA BRUCIATA

Ho riposto l’auto in garage. La porta metallica si è chiusa, sbrodolando sull’asfalto del mio cortile un rumore di ferro e un cigolio di ruggine. E’ inverno ma la notte è mite. E’ buio ma non ho voglia di risalire in casa. Mi fermo davanti alla porta che apre la via agli appartamenti. Alzo gli occhi alla volta stellata. E’ sereno, nessuna nuvola a coprire le stelle, che traforano la notte con la loro punta colore dell’oro. I rami spogli dei platani s’allungano verso il niente che è il buio e si perdono nella notte. Poche auto parcheggiate sulla via, tre lampioni mandano una tenue luce color arancio, nessuno per strada, un aereo nel cielo, piccole luci intermittenti giallorosse che scivolano verso le stelle. Rumori di vetture in lontananza, un cane abbaia, altri gli fanno eco. La notte nella mia via periferica brulica di rumori lontani e di pensieri vicini: i miei.
Guardo le stelle da qualche minuto, il collo in tensione fa male, è tempo di tornare con gli occhi alla terra; resisto perché ho bisogno del cielo stellato di questa notte tiepida. Ho bisogno che il cielo mi parli. Non mi basta la voce intossicata del mondo qui in basso. Una fettina di luna galleggia con la gobba non a ponente non a levante: guarda verso di me, guarda verso le nostre tristezze che si comunicano. La chiamano luna che ride.
La nera vastità mi parla di Dio. Un Dio necessario. Lo immagino lassù, grande come il cielo, lo sento, lo vedo nel manto che mi protegge senza soffocarmi.
Ma stanotte la protezione non basta. Vorrei parole chiare, vorrei che sollevasse quel suo mantello colore petrolio e apparisse nel cielo la luce, un sole coi raggi capaci di scrivere parole convincenti. Perché la mancanza che provo deve essere spiegata. Perché il soffrire che sento non è adatto a chi si considera pronto per la felicità. Perché il dolore lavato dal pianto non può reggere a lungo, non sono adatto all’incomprensione di un mistero di privazione. Ma la notte incombe e Dio non risponde. Eppure lo sento, lo immagino e il desiderio di Lui alimenta la speranza che la notte darà un senso al mattino che già si prepara, verso oriente.
‘Dio del cielo stellato e delle mie paure, spalanca il tuo manto e parla al mio cuore’ urlo in silenzio alla luna. E piango, poche lacrime che sostano al limitare degli occhi, per pudore non scivolano verso la bocca, sostano in attesa di una risposta.
Ma la risposta tarda a venire. Arrivano invece lungo la via fari abbaglianti e il fastidio di un rumore che frigge e tossicchia. Luce violenta che incendia e brucia la mia preghiera della sera. Rumore che impedisce di ascoltare.
E Dio, forse, proprio in quel momento ha parlato.

martedì 28 febbraio 2012

Dottoressa Maddalena


Oggi, 28 febbraio 2012, verso le 10.45, mia figlia Maddalena è diventata dottoressa in Matematica, avendo conseguito la Laurea magistrale in tale, ardua (per me) materia dello scibile umano. E'stata brava. Ha faticato molto, si è impegnata alla grande, ha studiato un casino ma alla fine è stata premiata. Ha seminato e ha raccolto. Non sempre succede. Naturalmente mi sono commosso, soprattutto al momento della proclamazione. Ma questo è normale. Abbraccio Maddalena e le auguro di trovare un lavoro, che la ripaghi per l'impegno profuso in cinque anni di studio universitario. Bravissima!

La famiglia


Nelle grandi gioie e nei grandi dolori la famiglia si ritrova, si riunisce, si conta. Oggi per noi è stata una grande gioia. Maddalena poco fa, con un sms, ci ha ringraziati. Io non ho alcun merito in questa laurea, se non quello di aver stemperato i toni, cercato di smussare le punte, di ridimensionare, di tranquillizzare. Credo che questo debba fare un genitore, più esperto di vita rispetto ad un figlio.

Pillo e soci


Il ragazzo di Maddalena, Stefano detto Pillo, è stato l'organizzatore di una serie di sorprese davvero sorprendenti, compresa questa votazione gigante, la pagina del Corriere ed altro ancora. Eccoli nell'atrio del Dipartimento di Matematica dell'Università Statale di Milano, subito dopo la proclamazione.

Tanti amici


Maddalena non è stata certo abbandonata dagli amici, in un'occasione così importante.

Con le amiche del cuore


Con le amiche del cuore, che hanno regalato a Maddalena una maglietta personalizzata davvero carina.

Sul Corriere


Si è scomodato persino il Corriere della Sera, per la laurea di mia figlia Madda.

lunedì 27 febbraio 2012

Terrazza


Diciamo che qui più che una terrazza è un imbarcadero, non è sera ma siamo a Luino, c'è una torpediniera e molto parla di Vittorio. Dedico questa nota poesia del poeta luinese ad una mia amica, che di Vittorio è follemente innamorata.

Terrazza

Improvvisa ci coglie la sera.
Più non sai
dove il lago finisca;
un murmure soltanto
sfiora la nostra vita
sotto una pensile terrazza.

Siamo tutti sospesi
a un tacito evento questa sera
entro quel raggio di torpediniera
che ci scruta poi gira se ne va.

Vittorio Sereni

Pensile, sconveniente terrazza


Sono stato di recente a Luino, e ancora non mi capacito di come abbiano potuto rovinare il lungolago con questa (per dirla con Vittorio Sereni) 'pensile terrazza' davvero sconveniente, ingombrante, inguardabile.

domenica 26 febbraio 2012

Accadde...un anno fa



Domenica 27 febbraio 2011 - variabile
Le corse del ‘Piede d’oro’ sono una classica del podismo varesino, che radunano centinaio di appassionati tutte le domeniche. Purtroppo la tappa di oggi, che si correva a Cadrezzate, è stata funestata da un grave incidente. Un runner di 58 anni si è sentito male. Pronto l’intervento del 118, ma le sue condizioni sono apparse critiche ed è stato necessario l’arrivo dell’elisoccorso. Lo sportivo è in pericolo di vita.

Lunedì 28 febbraio 2011 – pioggia, coperto
Tre ruspe hanno iniziato stamani la demolizione del vecchio Pronto Soccorso del ‘Circolo’, una struttura che da oltre quarant’anni ospitava i malati gravi e gravissimi, un reparto che la maggior parte dei varesini ha visitato, purtroppo, almeno una volta. Entro tre settimana resterà solo un buco, e al suo posto sorgerà il ‘Day Center’, destinato a chi deve essere curato ma non ricoverato.

MARZO 2011

Martedì 1 marzo 2011 – coperto, freddo
Polemiche a Comerio, dove il sindaco Carlo Ponzellini continua a caldeggiare il progetto della nuova palestra. Le opposizioni hanno raccolto 500 firme (su un bacino elettorale di 1500 persone), non poco, ma il primo cittadino va avanti per la sua strada, insistendo su di un edificio che non convince, realizzato nel centro del paese.

Mercoledì 2 marzo 2011 – coperto, freddo
Gesto sconsiderato al cimitero di Giubiano: ben 45 tombe sono state ‘profanate’, divelti crocifissi, lettere, foto. Manomesse anche alcune coperture in rame delle cappelle funebri. Unanime lo sdegno, compreso quello del prevosto di Varese, Mons. Gilberto Donnini. “Qui riposano fra l’altro quasi tutti i miei parenti” ha detto l’alto prelato.
Giovedì 3 marzo 2011 – coperto, pioggia, neve
Inaugurazione a Gavirate del Centro sportivo della federazione australiana: 5.000 metriquadri, 50 posti, costruito dalla Provincia di Varese, sarà affittato per 10 anni ai ‘canguri’, che lo utilizzeranno come base europea per gare ed allenamenti. Costo: 7 milioni di euro. Primi ospiti: la nazionale australiana di tennis tavolo.

Venerdì 4 marzo 2011 – variabile, sereno
Brutta avventura per il primo cittadino di Varese, Attilio Fontana, che risiede a Velate. Era buio, il sindaco stava raggiungendo la sua abitazione vicina al centro del paese quando ha notato una strana ombra a bordo strada. Si trattava di un enorme cinghiale che, per nulla spaventato dai fari dell’auto, è rimasto fermo prima di andarsene. “Sarà stato un animale da almeno 100 kg” ha detto il sindaco “vicinissimo al centro di Velate. Il pericolo mi pare evidente.”

Sabato 5 marzo 2011 – sereno, mite
Inaugurazione allo Spazio Lavit della mostra fotografica di Gigi Soldano, dedicata a Valentino Rossi. Stupende foto in bianco e nero di uno fra i più quotati fotografi varesini, specializzato in foto sportive. Aperto da qualche mese, lo Spazio Lavit del fotografo Alberto Lavit si sta rivelando un luogo di indubbio interesse culturale.

La bosinata di Antonio


Ieri ho incontrato per le vie di S.Ambrogio il mio amico (nonché Re Bosino) Natale Gorini, che poco prima aveva letto il suo famoso Discorso alla città, davanti alla gran folla mascherata del sabato grasso. Abbiamo parlato di dialetto e così è saltato fuori che fra i premiati al Poeta Bosino c'era quest'anno anche il mio amico Antonio Borgato. I suoi sono di origini venete ma lui è nato a Varese, ha abitato nel mio stesso quartiere a Biumo Inferiore, gran suonatore di basso, gran voce da basso, da qualche tempo si è appassionato al teatro dialettale e, scopro, anche alla poesia. In foto lo vediamo nel 2007, in abiti tradizionali bosini, cantare con la moglie Lidia il mio 'Valzer par Varès'. Allego ora, in ritardo, la sua simpatica minibosinata, davvero divertente. Bravo, Antonio.


L’OR DU LA MATINA


Te sa girat vèrz da mi senza fiadà,
me vardan i tò ugiùni grand inscì,
invéci i me riessan mìa a restà vèrt;
‘l só ben ‘sa te vöret da mi, pròpi adèss…

Te végnat tacaa a mi cun fà da murgnùn
prövi a respùnd dumà cunt una càara
sènza dì nagóta, speri ‘l sia assee:
‘péna dissedàa, sunt un pò rebambìi.

Te ma vardat e pö te sbassat ul cò:
un pù de dispiasé gh’è in del tò specià.
Mi ‘l so ‘sa te vöret da mi, ciar ‘me ‘l sù.
Prövi a slungà ‘na man, inscì ciàpi … temp

Un pù par volta sunt in sentùur, dabùn,
ta darò quel ca te cercat, ca ta piàs:
‘na scatuléta da carna Micio Mio.
Dèss te tripìlat … t’ho pròpi cuntentàa!

Cenere fra i capelli


CENERE FRA I CAPELLI

Con oggi siamo in quaresima: cenere sui capelli a chi andrà in chiesa. Quando ero giovane quella polvere mi dava un po’ fastidio, sporcava e si vedeva sui capelli castani; oggi ho capelli dello stesso colore della cenere, quindi non ci faccio caso. Pensavo se era possibile individuare una specificità quaresimale varesina, oltre al fatto che –essendo noi di rito ambrosiano- abbiamo la ‘fortuna’ di fare quaresima qualche giorno meno rispetto al rito romano. Quaresima a Varese: che dire? E ci pensavo correndo in salita verso il santuario della Madonna del Monte. La soluzione l’avevo sotto la suola delle scarpe da running: il Sacro Monte. Abbiamo una montagna sacra che va bene per ogni momento liturgico dell’anno, ma che ha molta attinenza con la quaresima. Non tanto per via del digiuno, che per solito si abbina al tempo della quaresima; magro e digiuno il primo e l’ultimo venerdì, e uno stile di vita morigerato sempre: così raccomanda la Chiesa. Io da tempo sono per l’abbondanza e non per la rinuncia: meglio un panino mangiato e un gesto di generosità in più, che lo stomaco vuoto e l’amore che langue. L’ascesa verso il Santuario, il lento e faticoso cammino lungo la rizzàda puntellata di Cappelle lo vedo piuttosto come un esercizio di preghiera, un distaccarsi dalla città non per dimenticare, ma per approfondire la riflessione, per pregare affinché chi può ci dia la forza per amare i fratelli, e arrivi dove la nostra povertà non riesce nemmeno ad immaginare. Quella grande chiesa senza pareti, nella natura, quell’altare all’aria aperta che è il nostro Sacro Monte mi sembra luogo prettamente quaresimale, dove le suggestioni primaverili risaltano e invogliano a vedere al di là delle cose.

La Provincia di Varese domenica 26 febbraio 2012

sabato 25 febbraio 2012

Uomo da carnevale


Una cosa è certa: non sono un uomo da carnevale. Non lo ero da bambino, figuriamoci oggi. Non ho mai amato mascherarmi e far baldoria. Non sono come il soggetto della foto, che un'oretta fa rotolava sul pavè di corso Matteotti, facendo indigestione di coriandoli. E' un mio limite. In questo sono grigio e noioso. Però ho sempre portato le mie figlie al carnevale varesino, le ho mascherate, soprattutto Caterina. E da qualche anno amo fotografare i colori del carnevale, mi piace far cronaca della 'pazzia' altrui, amo fissare l'allegria (a volte un po' forzata) che caratterizza il sabato grasso. Non disdegno i coriandoli fra i capelli. Li rendono meno grigi. Però poco fa li ho spazzolati via, pronti ad accogliere, domani, il pizzico di cenere quaresimale.

Le trombe del Carroccio


Il carro più rumoroso: un Carroccio dalle molte trombe.

Famiglia colorata


Una delle tante famiglie colorate di corso Matteotti.

La coppia più simpatica


La coppia più simpatica del Carnevale varesino 2012: un amore elevato al cubo.

Vampiri


Il nostro premier Mario Monti è stato accusato di succhiare il nostro sangue, ecco allora i vampiri.

Quel che rimane


Ecco quel che rimane della stupenda pista da fondo del Brinzio (vista dalla cima del Campo dei Fiori stamani, 25 febbraio). Resta soprattutto il ricordo di ore di sci. Per il resto poca neve ormai inutilizzabile. Ora faccio un mix fra il piacevole ricordo di ciò che è stato e il bello che verrà, portato dalla primavera. Mischio tutto e ricavo la felicità sperata.

La prima al cannoncino


Come d'abitudine, foto ricordo sulla cima del Campo dei Fiori (cima del cannoncino) in occasione della mia prima salita dell'anno in bicicletta (sarebbe la seconda, ma il Coppi Day del 2 gennaio è a parte, e poi si arriva all'Osservatorio). Giornata fantastica. Con una giornata così chi -potendo- non fa una passeggiata perde una grande occasione.

Per tempo


Quando siamo forti, in quell'occasione dobbiamo cercare i rimedi contro la nostra debolezza. La fragilità ('dono' di tutti) si snida e si combatte quando ci sentiamo i padroni dell'universo. Per tempo. Poi sarà sempre troppo tardi.

Donne e gatti


"Le donne e i gatti fanno quello che vogliono. Gli uomini e i cani dovrebbero rilassarsi e abituarsi all'idea." (R.A. Heinlein)

venerdì 24 febbraio 2012

L'ultima volta


Dovremmo essere capaci di vivere ogni abbraccio, ogni carezza, ogni bacio, ogni confidenza, ogni gesto come fosse l'ultima volta. Direte: porti sfiga. Non credo. Porto solo valide motivazioni per vivere nel migliore dei modi questa vita che scappa.

Sogno


Stamani al Sacro Monte pareva di sognare. Una giornata perfetta. Si viaggiava come in una bolla di sapone. In certe giornate privilegiate, quando il cammino è lieve, la fiaba possibile e la preghiera spontanea, nessuno deve azzardarsi, con uno spillo, a far scoppiare la bolla.

Maroni secondo Alessandro


Oggi è venuto a trovarmi il giornalista Alessandro Madron, e ci siamo scambiati libri e dediche. E' lui l'autore della seconda biografia di Roberto Ernesto Maroni detto Bobo, ex ministro, il politico varesino che, nella storia, ha ricoperto i più alti incarichi istituzionali (unico a batterlo, Mario Monti, ma Monti è varesino sino ad un certo punto). Alessandro mi ha regalato il suo 'Maroni, una vita da mediano' (Editori Internazionali Riuniti - 2012), io gli ho regalato il mio 'Maroni l'arciere', scritto nel 1994. Gli ho augurato di essere lui a continuare la saga maroniana, anche perché io non seguo più la politica, lui invece lo fa per professione. Bobo non è uno che si pone limiti, quindi nei prossimi anni probabilmente ci sarà materiale per il Maroni 3. Bravo, Alessandro. Lui mi ha dedicato il suo libro con le seguenti parole: 'A Carlo, fonte preziosa e ineguagliata di informazioni e storie, con stima e gratitudine.' Come dico sempre: se posso essere utile a qualcuno, tanto meglio.

Roberto Maroni: arciere e mediano


Dato che Alessandro ed io siamo gli unici (in Italia e nel mondo!) ad aver scritto e pubblicato un libro su Bobo Maroni, questa foto ci sta. Maroni arciere e mediano: non so cosa preferisca l'ex ministro, che una volta era uno sportivo, oggi un po' meno, visti gli impegni ad alto livello.

giovedì 23 febbraio 2012

Affondano nel vento


Ricevo, molto gradita, una poesia del mio amico poeta Arnaldo Bianchi. Mi fa sapere che è contento perché dopo alcuni mesi di 'sterilità' ha ripreso la vena. Mi comunica anche che molto probabilmente, entro la fine di questo 2012, uscirà una sua nuova raccolta. Non posso che rallegrarmi.


Affondano nel vento
voli di rondini
mentre passano,
scivolando leggere nelle vie,
voci e ombre della sera;
fontane di luci cadenti
incendiamo gli orizzonti.

Militooooooooooooooooooo!


L'Internazionale FC, squadra calcistica che seguo più o meno dal 1963-1964, sta dando in questi ultimi tempi grossi dispiaceri ai suoi tifosi. L'immeritata sconfitta di ieri sera a Marsiglia è solo l'ultimo, sfortunato capitolo di un libro che nel mese di febbraio ha scritto pagine cupe. Ma, come amo dire: umili nella vittoria, forti nella sconfitta. Il vero tifoso non mette la testa sotto la sabbia: forza nerazzurri!

I ragazzini di una volta


Ma allora esistono ancora i ragazzini di una volta! Ne ho avuto conferma stamani, durante una lezione con una mia prima media. Un mio alunno mi segnala che il tal ragazzino non sta bene, chiamo l'infortunato e gli chiedo: "Che c'è?" E lui, mogio: "Ho mal di testa." Chiedo: "Ma l'avevi anche stamattina?" Risposta: "Mi è venuto stanotte. Avevo la febbre." Appunto mio: "Ma allora dovevi stare a casa. Non si viene a scuola con la febbre." Risposta del ragazzino: "Ma non volevo perdere le lezioni." Fossi stato Edmondo De Amicis, avrei saputo cosa scrivere.

in foto> il gruppone delle prime alla partenza della campestre, ottobre 2011. Nel gruppone senza dubbio abbiamo il ragazzino eroico

Con un mese d'anticipo


Quando, nel giardinetto sotto il mio balcone, spuntano le prime primule e queste campanelle, per me la pratica 'inverno' può considerarsi archiviata. Con un mese d'anticipo.

Volley Vidoletti in rosa


Buon esordio per la squadra di pallavolo femminile della Vidoletti nei GSS, impegnata stamani contro i Salesiani e l'Anna Frank. Vittorie e passaggio del turno. Ora le nostre ragazze dovranno vedersela con la temibile formazione di Castronno, allenata dal mio amico Beppe Balsamo. Ecco i nomi delle nostre pallavoliste: Ginevra Mutti, Veronica Rovera, Cristina Redaelli, Federica De Lellis, Simona Romaniello, Alba Persenico, Nicoletta Bartalesi, Manuela Melita, Alessia Riva e Marta La Bruna. Allenatore: Enrico Piazza.

mercoledì 22 febbraio 2012

Sindaco di Lozza!!!!!


A Roberto Ernesto Maroni detto Bobo piace scherzare. Io un po' lo conosco. Oggi leggo sul Corriere che ad un comizio a Parma ha dichiarato: "Mi piacerebbe concludere la mia carriere come sindaco di Lozza, il mio paese di 800 abitanti." Bobo ha sempre saltellato fra plateali dichiarazioni di umiltà e comportamenti volti a scelte di grande autostima e coraggio. Ecco la dedica che ha fatto sulla mia copia di 'Maroni l'arciere', libro che gli ho dedicato nel 1994, quando divenne per la prima volta Ministro degli Interni. Probabilmente sindaco di Lozza diventerà a 90 anni, dopo aver fatto, chissà, magari proprio il nostro Presidente della Repubblica. Dal mio coetaneo Maroni ho imparato una cosa: non porsi limiti.

Neve al tramonto


Mi piace concludere la stagione invernale con questa immagine di una settimana fa, scattata con il mio cellulare Samsung a Sant'Eusebio di Morosolo. Per solito siamo abituati a vedere la piccola chiesa in abito estivo, ad agosto, per la ben nota sagra con i fuochi pirotecnici. Fa una certa impressione vederla con la neve. Magari qualche fiocco lo farà ancora ma sarà neve di poca durata, la primavera ormai s'impone, l'inverno è alle ultime pretese. E' tempo che se ne vada. Ha detto tutto quello che doveva dire.

La mia via


Sono molto affezionato a questa vecchia foto, che ritrae la mia via (via Vico a Sant'Ambrogio) alla fine degli anni Venti, con le rotaie del tram in via Virgilio, i platani appena piantumati e la collina dei Barù, dove hanno edificato fra l'altro il quartiere dove risiedo. E sono affezionato anche perché mi ricorda chi me l'ha regalata, Mario Lodi, storico direttore de La Prealpina, santambrogino doc (come mio padre), amante di Varese, delle sue tradizioni, dotato di un archivio eccezionale e di una memoria formidabile. Così saluto Mario e penso a mio padre, che è nato nel 1926, a pochi metri da questa via, dentro lo stesso panorama che ora posso ritrovare grazie alla 'magia' della foto.

Prepensionamento


Tutte le mattine (a parte il lunedì, il giovedì e il sabato), alle 8.10 passo da via Vico (la mia via) per andare a suonare l'organo in chiesa, i miei soliti 5 brani e mezzo (con una media di una decina di stecche), 10 minuti non di più e poi torno a casa. All'andata o al ritorno (lo faccio ormai da molti mesi) incontro tre-quattro pensionati che regolarmente fanno quattro passi a quell'ora, vanno a prendere il pane e magari anche una visitina in chiesa. All'inizio non mi salutavano, poi hanno cominciato a salutarmi timidamente e ora mi salutano con abbondanza. Visti i miei capelli brizzolati e le rughe sul viso, avranno pensato: "Ecco un neopensionato che si unisce al nostro gruppo." Sono certo che prima o poi uno mi fermerà e dirà: "Si sta bene in pensione, vero?" Al che risponderò: "Benissimo!"

martedì 21 febbraio 2012

Il racconto del mercoledì



DETTAGLI

Non ho sonno, sono le zerodieci di mercoledì 23 febbraio, l’anno non conta. Anzi, le zeroundici, ora è scattato il minuto, lo leggo al televideo. Sono solo nella mia piccola casa, scivola una goccia dal bicchiere con la tisana serale al finocchio e zenzero, cade la goccia sulla mia mano destra, lecco la goccia e appoggio la tazza sopra il tavolino davanti a me. Prendo il telecomando, uccido le immagini e ripenso alla mia giornata; non sono felice, temo la notte, ho paura di non riuscire a vivere tanto a lungo da cavarne fuori qualcosa di buono da questo mio esistere.
Torno alla notte scorsa, insonne già alle tre e dieci, quando i pensieri viscidi del buio mi hanno condotto dentro una frase del mio amico Gianni: “Contano i dettagli, caro mio”. Così mi sono messo a indagare sui dettagli della notte, sui rumori del nero tutt’intorno. Ma non ho guadagnato nulla. Ho riscoperto il ticchettio della sveglia, ci avevo lavorato mesi per dimenticarmene, per annullarlo riflettendo che la vita non è una somma di particolari ma la lotta strenua per azzerare il più possibile. La vita è dimenticarsi di vivere. Credevo di averla imparata bene questa lezione, il mio amico Gianni è stato capace di farmi ripiombare sul particolare. Ma non scappo. Resto al dettaglio. Sento il fruscio disturbante dei secondi che ritmano il tempo, avverto il sibilo lieve del mio respiro, pizzicori qua e là, un muscolo che sta scomodo e si lamenta della posizione, le dita dei piedi (sono supino) che non reggono il peso di lenzuolo e coperta. Cerco almeno di fuggire dai dettagli dei pensieri ma ne resto prigioniero come in una rete che si stringe. Non pensieri indistinti, macchie di pensiero, agglomerato di immagini e riflessioni che mutano argomento nella distrazione continua, no, ora cerco (e sono sempre più sveglio) di soffermarmi, di indagare per cogliere dalla sfumatura un piacere che dovrebbe tranquillizzarmi. Darmi speranza. Appagarmi. Ad esempio l’ultima volta che ho fatto sesso con Anna. Il dettaglio, i dettagli….il godimento dei piccoli baci sul lobo dell’orecchio destro, il solo senza orecchino, dio mio che bello, eccoli, sono qui, il lobo e l’estasi, il tiepido della pelle liscissima e quei piccoli morsi e lei che sorride e finalmente si volta. Ne è passato di tempo. E dal pensiero che ha prodotto l’immagine nasce l’attesa di una probabilità futura. Un’attesa spasmodica, un’eccitazione che mi sono portato dentro tutto il giorno; in tutta franchezza speravo si risolvesse stasera. Ma Anna, alla mia richiesta di sesso, al mio farle notare che l’amore è anche quello, anzi, che quello è importante, può dare fondamenta a una coppia o farla crollare, Anna, con uno sbadiglio e una grattata a quel lobo destro stupendo delle sue piccole orecchie che amo, ha risposto: “Il sesso? Amore mio, è solo un dettaglio.”

Foto d'asilo


Mi ha fatto piacere vedere questa foto del mio amico Vittorio Zamberletti (a sinistra), che oggi festeggia il suo compleanno (auguri) perché mi ha riportato ad un'analoga foto che ho io, insieme a mio fratello (e qui lui è insieme, suppongo, a suo fratello). Tempi d'asilo. In verità Vittorio ha qualche anno più di me ma la generazione è quella, dopoguerra e boom economico, e foto all'asilo in coppia col fratellino. Rigorosamente in bianco e nero, ritoccata, come si usava allora, quando il maestro Alberto Manzi diceva che non era mai troppo tardi per imparare, quando al sabato pomeriggio Febo Conti ci regalava il famoso 'Chissà chi lo sa', quando avevamo banchi con il calamaio, penne con pennino, carte assorbenti, puliscipennino eccetera eccetera eccetera.

lunedì 20 febbraio 2012

E' finita


Con la sciata di oggi credo proprio di aver concluso la stagione sciistica di fondo, al Brinzio. Dall'1 al 20 febbraio, breve e intensa, circa 230 km sciati, una sola caduta (oggi), tempo al giro (di 4,2 km) da un massimo di 26 minuti ad un minimo di 18, a seconda della neve e della voglia di far fatica. Ai miei amici che di solito si arrabbiano quando scrivo queste cose (perché hanno un po' di invidia e dicono che non ho un ..... da fare) rispondo che scrivo ciò non certo per farli arrabbiare (sarei proprio meschino) né per vantarmi di prestazioni sportive che sono sempre molto modeste, ma scrivo per stimolarli al movimento, alla passione (sportiva o di altro genere), per rimuovere in loro quella patina di pigrizia che offusca la vivacità esistenziale. E non trovino la scusa che non hanno tempo: è vero, io ho più tempo di loro, ma la passione sa trovare gli spazi, sgomita, si fa largo, preme, s'impunta e vuole sempre aver ragione.

Ma quando cominceremo ad invecchiare?


Sabato 18 febbraio Dario Fo e Franca Rame hanno portato al Teatro Apollonio di Varese il loro 'Mistero buffo'. Ma non è dello spettacolo teatrale che vorrei parlare, quanto di una frase del Nobel per la Letteratura: "Abbiamo più di 160 anni in due: ma quando cominceremo ad invecchiare?" Fo è del '26, come mio padre. Così si fa, si lavora con passione sino ad ottant'anni e passa. Devo dire che provo un certo imbarazzo quando sento miei coetanei a metà fra i 50 e i 60 anni invocare l'età della pensione, oppure lamentarsi con frequenza del tempo che passa, della vecchiaia che mostra segni immodificabili. Devo purtroppo constatare che anch'io non faccio eccezione, e ogni tanto incespico in questa 'sconveniente' malinconia. Prendiamo esempio dai due attori varesini.

domenica 19 febbraio 2012

La Piedmont a Folkest


SUONARE A FOLKEST

Nei giorni scorsi il teatro ‘Giuditta Pasta’ di Saronno ha ospitato un evento di grande rilevanza, sul versante della musica folk: Suonare@Folkest-Premio Alberto Cesa, selezione nord. Folkest è da 35 anni il più importante evento di musica folk dell’Europa mediterranea, un mese di musica con gruppi emergenti e mostri sacri (tanto per citare, sono passati Bob Dylan e John Baez). Durante l’anno in Italia si svolgono selezioni, per scegliere i gruppi invitati all’evento; fra le località deputate a sfoltire il gruppo, una è stata Saronno. Centinaia le richieste di partecipazione, ma solo tre gruppi si sono giocati la partecipazione alla finale, in programma a luglio a Spilimbergo: I Trenincorsa (folk rock band), la Piedmont Brothers Band (country-folk-bluegrass band) e i Polverfolk (Irish Folk band). Tre gruppi varesini di indiscussa abilità tecnica, di alto livello, che si sono presentati sul palco saronnese con brani originali e cover. I primi due staccavano il biglietto per la finale, il terzo finiva lì la sua avventura. Ce l’hanno fatto I Trenincorsa e la Piedmont Brothers Band. Qualche considerazione: era la prima volta che entravo al Teatro ‘Giuditta Pasta’ di Saronno, una struttura molto bella, che meritava un concorso di pubblico maggiore, data l’importanza dell’evento ma soprattutto la bravura dei gruppi che si sono esibiti. Infatti sono rimasto stupefatto dalla qualità della musica proposta, dalla preparazione strumentale e vocale degli artisti in gara, dalla ricchezza di suoni e di proposte, che mi ha permesso di spaziare in territori musicali ‘di nicchia’, meritevoli di maggiori frequentazioni. Segnalo infine la rivista online www.folkbullettin.it, molto ricca di informazioni per chi ama la musica folk.

La Provincia di Varese 19 febbraio 2012

sabato 18 febbraio 2012

Benedetta e Andrea


Oggi Andrea e Benedetta si sono sposati. Sono andato a trovarli al momento della torta. Ho visto nascere Benedetta, oggi la vedo sposa, ma l'ho anche vista correre gli 800 metri con la maglietta della Nuova Atletica Varese. Un talento sportivo non sfruttato a dovere. Il matrimonio ha più le caratteristiche della maratona che quelle del mezzofondo veloce. Ogni anno 500 metri, sicché auguro ai novelli sposi almeno 84 anni di vita amorevolmente condivisa.

Madre e figlia


La sposa Benedetta con la sposa Fabrizia: la figlia ha raggiunto la madre.

Baraonda


Gli sposi sommersi dalla simpatica baraonda dell'allegria giovanile.

Giardinetta


Non sono un esperto d'auto d'epoca ma questa vettura, che ha condotto gli sposi, dovrebbe essere una Fiat Topolino familiare detta 'giardinetta', è più o meno dei miei anni, deve essere del 1954.

Amore perduto


Per varie ragioni, da qualche tempio ascolto parecchia musica leggera italiana. E ho notato questo. Una cosa è una banalità: la stragrande maggioranza delle canzoni parlano d'amore. Sono sempre banalità anche a quelle che dirò in seguito, ma forse meno banali. Ho notato che nelle canzoni riservate ai giovanissimi l'amore è cantato nella sua fase iniziale, e quindi positiva e sorprendente: che bello che ci siamo incontrati eccetera. Ho invece notato che la maggior parte delle canzoni d'amore presentano l'amore come ricordo, come occasione perduta, come nostalgia, come pentimento per non aver saputo conservare l'amore, come rabbia....insomma, come a voler dire che l'amore (a parte il colpo di fulmine iniziale, quando fortunatamente c'è) l'amore duraturo, fedele, che supera gli ostacoli, che si rinnova, che sopporta il quotidiano non merita una canzone, non solletica la creatività, non emoziona, non è materia che interessa l'ascoltatore. C'è da riflettere.

venerdì 17 febbraio 2012

Credo di farcela


L'esperienza dice che la felicità più è intensa, più è di breve durata, quasi che gli uomini non fossero in grado di reggere lo stress di una superfelicità duratura. E allora chi ci vuol bene (e chi sarà mai? Forse Dio?) si preoccupa di non farci ammalare di felicità. A questo riguardo mi offro volontario: credo di reggere benissimo una superfelicità eterna!

in foto: il felice incontro fra la neve e il camino sopra un tetto di baita.

Anime


Sopra acque quiete, blu carta da zucchero, anime scivolano, pattinano, s'immergono tristi e felici e riemergono sopra altre sponde, salendo allo Zeda, acqua di neve, e sciano annegando nel cielo.

giovedì 16 febbraio 2012

Si scioglie la stagione


Si scioglie ormai la mia breve stagione di sci nordico. Il caldo di ieri e di oggi hanno compromesso il manto nevoso, se dura sino a domenica sarà già buona. Una stagione breve: iniziata per me il primo febbraio, durerà forse sino al 19. Breve e intensa, come sono certe gioie desiderabili. Il caldo tanto atteso, che scioglierà l'inverno e farà spuntare la primavera, per uno sciatore di fondo come me potrebbe anche attendere, ma non voglio essere egoista e capisco l'interesse comune, che va in altra direzione. Ma oggi ero lì e ho ripreso il tramonto(foto). E domani alle 8, a Dio piacendo, sarò ancora lì, 'mangiatore' di neve, a scivolare fra pensieri e preghiere.