martedì 8 dicembre 2009

L'idealista Meazza

Del mio amico Carlo Meazza non posso che parlar bene. E' un bravissimo fotografo ed è un idealista. Pubblicizzo così molto volentieri il suo annuale calendario (vedi foto) e la sua mega foto, una panoramica a 360° dell'arco alpino visto dalle nostre terre, una gigantografia che il ministro Bobo Maroni ha omaggiato ai suoi colleghi europei, dando lustro a Meazza e al panorama di Varese, terra benedetta da Dio. Se andate in Libreria del Corso, trovate e l'uno e l'altra. Però, mi raccomando, tenete da parte qualche euro per la mia AgendaVarese!

Perché mai Bergman?

Ieri ho visto il mio 24° film di Ingmar Bergman. Titolo: IL SEGNO. Girato nel 1985, è considerato il film più pessimistico del regista svedese. Il che la dice lunga. L'ho visto poi nell'originale in svedese, con sottotitoli in italiano. Un dialogo stringente, un faccia a faccia ininterrotto fra un uomo e una donna (una splendida Harriet Andersson), roba da martellarsi le palle per più di un'ora. Ed io mi domando quale misterioso motivo mi induca a vedere simili film. Certo, le tematiche di Bergman sono anche le mie, ma lui le sviluppa (salvo eccezioni) in modo talmente contorto e simbolico e astrattamente realistico che uno resta senza parole. Eppure l'ho visto, e sino alla fine. In compenso, e sempre di Bergman, ho molto apprezzato L'ADULTERA (del 1970), film di una semplicità sconvolgente (stando ai parametri bergmaniani), con una strepitosa Bibi Andersson.