martedì 18 dicembre 2007

Frammenti di un preside


Il professor Livio Ghiringhelli, che è stato fra l'altro preside al Classico e allo Scientifico di Varese, ha pubblicato, dopo alcuni saggi, il suo primo libro di poesie. Titolo: 'Frammenti'. La raccolta è edita da Macchione. Vorrei dire questo: anzitutto mi spiace per la sua cara moglie, morta qualche anno fa, perché lei insisteva affinché il marito pubblicasse le sue liriche, lui si è sempre rifiutato e infine l'ha fatto troppo tardi. Secondo: penso che la scrittura stia dando una mano al caro professor Livio, che ben conosco e che stimo, per superare il dramma della solitudine. Il novello poeta non ha figli, e ora è morto anche il suo gatto, tanto che le ultime poesie della raccolta sono dedicate proprio al felino. La scrittura non è certo la panacea di tutti i mali, è una tiepida e a volte fredda compagnia, ma è meglio di niente. Non mi allineo certo al parere di alcuni scrittori che sostengono: un libro è un po' come un figlio. O questi di figli non ne hanno avuti, oppure se li sono dimenticati per strada. Però un po' di rumore, di musica la fa, nel silenzio di un appartamento rimasto vuoto di respiri.

Spreco


A volte la natura ci offre una bellezza (vedi questa foto del monte Rosa, scattata dalla tribuna del campo di atletica di Sacconago) che noi sprechiamo, nel senso che non sappiamo appropriarcene sino in fondo. Sovente mi capita di pensare che con la morte di un uomo si perpetua uno spreco. Spreco perché quell'uomo forse, in vita, non ha saputo esperimere al meglio le sue potenzialità, ma più spesso perché quell'uomo (ogni uomo) se ne va tenendosi dentro il tanto che non è stato in grado di comunicare. E' come se noi riuscissimo a conoscere solo una minima parte di ogni nostro fratello. Perché non c'è il tempo di comunicare tutto, ma più spesso perché non se ne hanno le capacità, gli strumenti, la voglia. Salvo poi pentirsene amaramente, quando ci si sente soli. Tutto ciò che non è stato detto è una mancanza per l'umanità. Ci sono tesori e ricchezze di esperienze e di vissuti e di pensieri che se ne vanno, muti, con noi, che restano gemme senza fioritura. La scrittura, per me, è strumento privilegiato per questa comunicazione. Sono grato a chi (ma chi è?) me l'ha regalata.