venerdì 14 novembre 2008

La battaglia

Credo che l'ideale sarebbe avere una battaglia da combattere, una giusta causa verso la quale indirizzare tutte le nostre energie, un obiettivo che ci convince e per il quale ci sentiamo pronti, crediamo di averne le doti necessarie. Una battaglia (come la battaglia delle gare ciclistiche) che possiamo combattere ad ogni età, e soprattutto quando crediamo di non averne più le forze e rischiamo di appassire (come ebbe a dire Giulio Andreotti, riferendosi agli uomini che vanno in pensione e scivolano nell'ozio e quindi nella depressone), mentre rimboccarsi le maniche e drizzare lo sguardo verso una meta sarebbe l'ideale. Purtroppo mi pare che la realtà sia ben diversa. Spesso disperdiamo le nostre forze in mille rivoli, che oltretutto viaggiano verso il mare seguendo direzioni diverse.

Quale merito ne avrete?

Mi giunge, gradita, questa foto di una mia alunna, Valentina, la biondina (terza da sinistra, accosciata), grande sportiva. Gioca a pallanuoto, la nonna è stata mia collega, insegnante di educazione fisica. Utilizzo questa foto anche per esprimere il seguente concetto: tante volte mi inorgoglisco sul blog per i risultati sportivi dei miei alunni, quasi fosse merito mio. In realtà (come nel caso di Valentina) sono ragazzi che praticano molto sport e io raccolgo, diciamo così, i risultati, avendo però seminato poco o nulla. Però devo dire che provo grande soddisfazione anche per i ragazzi che invece non praticano sport, che utilizzano per il movimento solo le due ore di Scienze Motorie e Sportive e che riescono, dopo svariate prove e grande impegno, a raggiungere (faccio un esempio) i 70 centimetri nel santo in alto, realizzando il loro record personale.