mercoledì 6 aprile 2011

Se.....

Se fossimo nel 1928, fra poche ore nasceresti, cara mamma Ines. Se fossimo nel 1929, saresti esattamente come quella bimba in foto, anzi, saresti quella bella bambina. Se non fossi morta nel 1984, per me e per chi, come me, ti ha voluto bene sarebbe stato tutto più semplice, da allora sino ad oggi. Se davvero sei ancora viva, pensa che festa quando ci incontreremo.

Tina 12x5

Festa grande alla Vidoletti per il compleanno della prof. Tina, docente di matematica, da 27 anni alla scuola media di via Manin. E' stata la prof. di tutte e tre le mie figlie, che ne conservano un ottimo ricordo. E credo che una parte di merito sia suo, se una delle mie figlie si sta laureando in matematica. Ci ha portato i suoi ottimi cannoli siciliani (si notano proprio davanti a lei). E lei si è anche commossa.

Naufraghi


Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis, requiescant in pace. Amen

marzo 1991, arrivo di profughi albanesi nel porto di Brindisi (foto Giorgio Lotti)

IL RACCONTO DEL MERCOLEDI'

LA FETTA

Sono quella fetta che nasce torta e poi, di fetta in fetta, s’assottiglia, il cerchio si svuota, spicchio dopo spicchio aumenta il vuoto e diminuisce il buono…mezza torta…un quarto di torta…..fette sempre più sottili e allora, solo allora arrivo io: larghezza un paio di centimetri, anche meno, visto che il soggetto che mi cura mi ha da poco privata di una fettarella di mezzo centimetro. Resto sola. In quell’attimo giunge la mia gloria. Sono, a quel punto, per defezione o ‘defunzione’ delle altre, la più preziosa, desiderabile, foriera di golosità.

Il soggetto goloso, incurante di essere alla frutta, mi guarda di striscio e intanto parla, sorseggia dell’altro vino o la residua porzione di caffé. Mi soppesa, mi valuta, fa un sommario conto delle calorie, guarda altrove, mi vorrebbe gettare dalla finestra, vorrebbe che altri mi violentassero (e in effetti sento addosso il peso di sguardi carichi di quella finta fame finale inutile e dannosa, di quel languore appetitoso che arriva ben oltre la sazietà, di quel vizio da cibo), vorrebbe potermi evitare ma nessuno mi vuole, quando tutti mi vorrebbero.

Così lui non può fare a meno di me. Preferirebbe forse consumarmi a fettine millimetriche, nella pia illusione che tante piccole porzioni siano meno caloriche di una sola fetta. Tenta allora di dividermi a metà ma goffamente, così mi sbriciolo, lui che avrebbe voluto dire “Chi si fa l’ultima fetta?” a quel punto, complice il mio disfacimento, mi prende e mi addenta. Già in quell’ultima ingordigia si sta pentendo, perdendo così, e stupidamente, almeno un cenno di piacere finale. Pentito, ma ormai la fetta è fatta.

Sono l’ultima fetta di una torta. Quella, per intenderci, che tutti vogliono e che tutti, infine, dopo il peccato, disprezzano.

Greta

I pesci nuotano nei laghi, nei fiumi, nei mari. In piscina nuotano le sirene. Auguri.