domenica 3 febbraio 2008

Una sola specializzazione


Non amo la specializzazione, anche se ne vedo l'utilità. Per fare progressi, bisogna essere specialisti. Lo scienziato, per arrivare alla grande scoperta, deve sapere moltissimo di un solo argomento. Io mi disperdo, sono un pasticcione, mi piace cambiare. Ho più di una professione, nella scrittura vario e scrivo un po' in tutti i generi, pratico diversi sport, devo continuamente variare perché mi stanco facilmente sempre nel medesimo settore. Un po' leggo un po' scrivo un po' corro...di tutto un po'. Certo, i tipi come me non passano alla storia, ma su questo argomento ormai ho messo il cuore in pace e mi accontento. Quindi godo. In un solo settore mi sono in un certo senso specializzato, e non mi va di cambiare: il matrimonio. Credo debba essere unico. So che in questo campo non basta la buona volontà personale e le ottime intenzioni di partenza. E' anche questione di fortuna. Credo di essere stato fortunato. (nella foto, il grande cuore dolce, alla festa della Giobia, Palace Hotel, 31 gennaio 2008)


per il dialogo carlo.zanzi@tele2.it

Valzer par Varès


Giovedì 31 gennaio, ultimo giovedì del mese, per noi varesini è la Giobia, festa popolare sempre meno 'festeggiata'. Per me è importante, anche perché è la sera della premiazione del Poeta Bosino. Quest'anno mi è andata male, la mia poesia in vernacolo non è entrata nella terna. Però ho avuto la gioia di ascoltare ancora una volta la mia canzone, Valzer par Varès, cantata dai carissimi amici Lidia e Antonio, questa volta spalleggiati dai Canterini Bosini (vedi foto). La mia emozione nasce soprattutto perché questa canzone mi regala l'abbraccio di mia mamma Ines. Lei amava il dialetto e la musica. Con questa canzone me la sono riportata al mio fianco, illusione-sogno-speranza di una sera di fine gennaio. Cantava con gli amici e ballava il valzer della sua amata città. Altro non mi è dato di avere di lei: una colorata emozione, un attimo privilegiato, una goccia che scivola e lascia il segno.