domenica 30 maggio 2010

Ciao Amedeo

Dieci anni fa se ne andava, cioè moriva, il mio amico Amedeo Bianchi. Che non è il personaggio in foto, che è suo figlio Arnaldo, poeta, altro mio amico. Amedeo era un gentiluomo, scrittore, poeta (anche dialettale) che ho avuto il piacere di conoscere per troppo poco tempo. Lo voglio ricordare con una sua poesia, tratta dalla raccolta 'Il labile confine'. Amedeo riconosceva al figlio Arnaldo maggiori doti di poeta, mentre lui si considerava più un narratore. Ma anche come poeta non era affatto male. E lo si capisce leggendo IL CRUCCIO
Questo tuo strano cruccio/ch'io sento palpitare/come il trepido cuore/d'un passero irretito/nel cavo delle mani/vorrei poterlo sfare./E di parole fasciarlo/(tenere gemme d'olmo)/d'armonie inondarlo.

60 anni di Messa

Tanti auguri, caro don Umberto (a destra, qui con l'attuale parroco di Sant'Ambrogio, don Giorgio): sessant'anni di Messa sono un bel traguardo. Classe 1926 come mio padre, la deambulazione è un po' difficoltosa ma la mente è sveglia e vivace. Sono già passati 10 anni da quel libro, scritto da me per ricordare i tuoi 50 anni di Messa. Due lustri passati in un soffio, secondo le leggi di questa vita che se ne va, e non si capisce perché abbia tutta questa fretta.


84 anni!


Tanti auguri, caro papà Mario. Per la miseria, 84 anni portati alla grande! Sto cercando di rubarti il segreto, ma ho l'impressione che sia soprattutto una questione di geni. Speriamo che tu ne abbia lasciati un po' anche per me.