domenica 11 settembre 2011

Contraddizione

Leggendo queste mie note, qualcuno avrà notato che cado a volte in contraddizione. Affermo una cosa e più avanti il suo contrario. Esprimo un parere che smentisco dopo qualche giorno. Può capitare. Sì, lo ammetto. Quando si cerca di essere sinceri con se stessi, di trasferire in parole i propri vissuti, ci si rende conto che siamo soggetti a contraddirci. Perché la vita è complessa e le definizioni mutevoli. Del resto, anche proclamarsi Dio e finire come il più miserabile degli uomini può apparire poco coerente. Non scandalizziamoci.Cerchiamo la sintesi degli opposti.

in foto: crocifisso al Passo del Pordoi

Non mi basta

E pensare che organizzo la giornata proprio per non aver spazi di noia, quando i pensieri volgono al tramonto e si tingono di nostalgia. Tanti impegni, diversi, in apparenza opposti per variare, per non specializzarsi, per non essere ripetitivi, un correre anche un po' nevrotico da un libro ad uno sport, da un minestrone ad un racconto breve, da un film ad una camicia da stirare, da una classe ad una conferenza. Eppure non mi basta. NON MI BASTA. In fondo è una prova dell'esistenza di Dio, che chiede sempre qualcosa in più.

in foto: controluce sulle Dolomiti: Cinque Dita e Sasso di Ponente.

Torna il suono della campanella

TORNA IL SUONO DELLA CAMPANELLA

Si riattacca. Domani tornerà il suono più o meno gradito delle campanelle scolastiche. Per me sarà il trentacinquesimo anno di insegnamento. Se a ciò aggiungiamo gli anni da studente, diciamo che è dal primo ottobre del 1962 (lasciamo stare la scuola materna) che sento campanelle suonare, a parte il 1978-79, perché ero a militare. Una vita nella scuola. Credo di aver accumulato una certa esperienza. Per noi prof l’inizio di un nuovo anno scolastico non è come per gli altri lavoratori, di ritorno dalle ferie. Non dico che sia come ricominciare da capo ogni volta, ma l’incognita dei nuovi alunni rende il prologo più avvincente. Mi limiterò a fare gli auguri: ai miei colleghi e agli studenti. Ai professori auguro di vivere la mia stessa fortuna, che consiste in questo: dopo trentacinque anni di servizio non solo ho ancora voglia di insegnare, ma ne ho ancor più che agli esordi negli anni Settanta, imberbe prof che veniva confuso con un alunno. Ciò non dipende certo dalla mia buona volontà, non so cosa sia, so che è così. Sono stato in ciò favorito da una carriera agevole, senza lunghe trafile per entrare in ruolo, senza dover cambiare molte sedi. Da 28 anni insegno alla scuola media Vidoletti, ad un chilometro da casa. Fortune che contano, che rendono tutto più semplice, fatto sta che inizio con gusto la nuova avventura e l’ipotesi della pensione mi allarma. Auguro invece agli studenti ciò che si augura a tutti: equilibrio. Né troppo secchioni né troppo lazzaroni. Auguro loro di imparare a gustare tutti i vantaggi dell’età e di saper vivere la fatica dello studio come una fatica intelligente, saggia, necessaria, utile. Auguro loro di trovare il tempo per praticare sport, senza che lo sport annulli lo studio o lo svilisca. So bene che conciliare equilibrio con giovinezza è come rendere dolce il sale, ma altro non mi sento di augurare loro. Buon inizio.

La Provincia di Varese domenica 11 settembre 2011

in foto: la campanella in cima al Monte Massone