venerdì 27 luglio 2007

Appesi a un filo


Qualcuno potrebbe dire che sono triste, perché parlo spesso di morte nei miei post. E invece non sono mai stato così allegro. La morte è vita (per chi crede nella Vita Eterna), e la morte è vita anche per chi non ci crede. Chi pensa alla morte, chi va alla ricerca di un suo senso, vive meglio. Non sono indifferente ai mazzi di fiori, che si trovano lungo la via. Questo, in particolare, ricorda la morte di Alessandro Gibin, 23 anni, avvenuta il 13 novembre 2004 in via Manin. Era un sabato. Tornavo in bici. Lui era in moto. Sono passato di lì pochi attimi dopo lo scontro. Era sdraiato a terra. Pareva addormentato, ma i molti presenti non lo soccorrevano già più. Ho capito. Delle mie tre figlie, due hanno la patente e guidano l'auto, la più piccola guida il motorino. Anche se l'aereo fa molta più paura, in realtà auto e moto sono di gran lunga mezzi più pericolosi. Da quando guidano, la vita delle mie figlie è ancor più appesa a un filo. La loro...ma anche la mia.

lunedì 23 luglio 2007

Pellegrini


Domenica 22 luglio, in Francia, sono morti oltre venti turisti, in pellegrinaggio ad un santuario. Resto sempre turbato, quando muore gente che compie gesti meritevoli di ben altro. Uno va a pregare, e cosa ottiene in cambio? Non dovrei turbarmi, dato che ho 51 anni e ne ho viste...Giobbe insegna che il fedele è provato da Dio. Io preferisco pensare ad un Dio 'impotente' nei confronti di una presenza di male sovrabbondante e, soprattutto, ingiusta. Persino beffarda, ingrata. Preferisco pensare al Dio 'potente' della resurrezione. So che molti diranno: illuso. A me sta bene così.

martedì 17 luglio 2007

Eden


Ancora Monate e il suo lago. Nuotando a lungo, per far passare il tempo si adottano varie strategie. Ultimamente ho imparato a chiudere gli occhi e a gustarmi le sensazioni che si provano. Crescendo si preferisce la musicalità alla rapidità, l'armonia alla prestazione. Descrivendo ciò che provo a uno psicologo, probabilmente direbbe che il mio è un ritorno nel ventre materno, in realtà sto nuotando nel liquido amniotico. Preferisco andare ancora più indietro, all'eden, paradiso terrestre di delizie. Tutti cerchiamo un pezzo di paradiso in terra. C'è chi punta su paradisi cosidetti artificiali. Il mio, a Monate, è quanto mai naturale, terracqueo.

sabato 14 luglio 2007

Sorpresi da Varese


Varese ancora riesce a sorprendermi. Come ieri sera, ora del tramonto: un inatteso balcone fiorito in corso Moro. Sono felice e orgoglioso di essere nato, cresciuto e di poter continuare a vivere a Varese. Nel mio piccolo, cerco di testimoniare il mio affetto per questo borgo, per le sue tradizioni, per il suo dialetto. Sia gli Zanzi che i Ravasi (cognome di mia mamma Ines) sono varesini di lunga data. Potrei quindi, a ragione, essere definito varesino doc, se tale appellativo non mi facesse venire in mente una bottiglia di vino, sebbene di qualità. Come ho già scritto altrove, a Varese ho trovato l'America.

venerdì 13 luglio 2007

Da quel balcone


Questo balcone si trova al 12 di via Ugo Foscolo, in pieno centro, a Varese. Lì ho abitato dal 1956 al 1961, i primi 5 anni della mia vita. E da quel balcone mi affacciavo: suppongo soprattutto per lanciare oggetti, come tutti i bimbi. Una ragazza che abitava di fronte ci chiamava 'i fratellini', perché eravamo in tre ad affacciarci: Guido, Marco e Carlo, cioè io. Paolo sarebbe nato nel 1963, in un' altra casa. Oggi sono passato da quella via e m'è venuto spontaneo scattare la foto. Si torna alle origini della propria storia per un solo motivo: perché fa piacere.

giovedì 12 luglio 2007

Profumo d'inchiostro


Questa è una vecchia macchina da stampa, che si trova da Nicolini Editore a Gavirate. Rino Nicolini, voce da basso, simile a quella di Alberto Lupo, da 40 anni ha a che fare con il profumo dell'inchiostro, che si unisce alla carta. E' un editore di classe, che ama la sua terra e ci ha regalato libri fotografici di pregio. Inoltre s'è imbarcato nel periglioso viaggio della enciclopedica Storia di Varese in svariati volumi. Profumo della carta inchiostrata: internet sarà il futuro, ma quel profumo è passato, presente e -mi spiace per il web- un futuro certo.

sabato 7 luglio 2007

La Martinella di Padre Adelio


Un anno fa, il 7 luglio 2006, moriva ad Hong Kong, sua terra di missione per 40 anni, padre Adelio Lambertoni. Ad un anno di distanza, il nostro Comune gli conferisce, alla memoria, la Martinella del Broletto, massima onorificenza cittadina. Un grande uomo padre Adelio, che ha dato la vita per i fratelli cinesi, amando Dio e loro, come si legge nel Vangelo. Gianni Spartà ed io stiamo scrivendo un libro sul missionario del PIME. Dovrebbe uscire per Natale. Sono lieto di questo incarico che mi è stato affidato. Io che, pur desiderandolo, non riesco ad operare scelte radicali, e resto un testimone assai mediocre della potenza del Vangelo, metto almeno a disposizione la mia penna, per parlare di chi ha saputo dare il meglio, con passione, cioè cuore e regione. Nella foto, padre Adelio mentre impara il cinese, a metà degli anni Sessanta.

giovedì 5 luglio 2007

La panchina del tramonto


Ecco la mia panchina del tramonto. Si trova fra le settima e l'ottava cappella del Sacro Monte. Perché del tramonto? Perché da circa vent'anni, il giorno di Natale, dopo il pranzo, m'incammino da solo su per la rizzàda è arrivo a questa panca in pietra. Sono circa le 16.30 e il sole, a quell'ora d'inverno, è già al tramonto, rosso fuoco dal Monviso al Monte Rosa. Ho bisogno di lasciare nel corso dell'anno questi momenti rituali: la panchina del tramonto, il primo fiore, il ritorno delle rondini, la salita al San Martino.... Credo di averne almeno una decina. Perché? Per dire che ci sono ancora, e che ancora vivo lo spirito, il pensiero originario che quei momenti ha voluto, pensiero che giudicavo positivo allora e che considero ancora valido per me. Un po' come le briciole di pane, che sono servite ai protagonisti di una nota fiaba per ritrovare la via di casa.

mercoledì 4 luglio 2007

Il ritorno di Carlo Meazza


In verità RITORNO è il titolo di un nuovo libro, scritto da Adriano Bianchi, con foto in bianco e nero di Carlo Meazza (nella foto di Angelo Puricelli, Carlo è alla mia sinistra), da poco nelle librerie. Il Bianchi, classe 1922, è un grand'uomo. Avvocato, è stato Comandante di Compagnia della Brigata partigiana Generale Perotti. E' stato gravemente ferito a Bagni di Craveggia, in Val d'Ossola, il 18 ottobre 1944. Il libro rievoca quei momenti di una guerra così vicina eppure già dimenticata. Carlo Meazza ha ritratto i luoghi, a cominciare dal Ponte di Falmenta. Le foto di Carlo parlano, perché anzitutto lui s'è lasciato commuovere dalle parole di Adriano Bianchi, s'è convinto che quei ricordi andavano documentati con professionalità e piena partecipazione. Il libro (edito da Tararà Edizioni di Verbania) è allora un' altra scaglia di storia passata che ritorna, a dirci: "Guardate pure avanti, ma se vi girate, di tanto in tanto, non perdete affatto il vostro tempo."