martedì 14 dicembre 2010

Le due G

Le due G sono quelli di Ghizzi-Gazzotti, inseparabili amici, grandi sportivi, sempre pronti a dare una mano nell'organizzazione di eventi sportivi. Pippo Gazzotti, coordinatore dei prof. di educazione fisica, sorride alla clemenza del meteo: una corsa campestre perfetta.

A lezione di campestre

Il prof. Enrico Piazza catechizza gli alunni della Vidoletti, prima della partenza alla campestre. Certi risultati si preparano a tavolino: meglio, a 'seggiolino'.

Per un pugno di punti

Encomiabile prestazione delle 'cadette' della Vidoletti (da sinistra: Redaelli, Ovalle, Barozzi e Cioffi), che al termine di una campestre condotta ad alti livelli, su di un terreno con alcune croste nevose in prossimità del traguardo, hanno visto sfumare per soli tre punti la qualificazione alle finali regionali, in programma il 5 febbraio 2011 a San Vittore Olona. Terze, mentre l'accesso era riservato solo a due squadre. Ma la fortuna gira, e il prossimo anno (ben tre 'cadette' sono di seconda media) la battaglia si riproporrà.

Grande Claudio

Grande prestazione dell'alunno Vidoletti Claudio Bonanni, classe 3E, stamani alle finali provinciali dei Giochi Sportivi Studenteschi di corsa campestre, che si sono disputate all'Ippodromo delle Bettole. Eccolo agli ultimi cento metri, mentre supera (in maglia gialla) il ragazzo della Paolo VI di Tradate, che nulla può contro lo scatto 'imperioso' del nostro alunno. Con questo titolo provinciale, Claudio merita l'accesso alle Regionali, e inoltre si fa perdonare due cose: è tifoso della Roma, e gioca nelle giovanili del Milan!

Inezie

Benché la cosa ci indispettisca, e a volte non ce ne capacitiamo, ciò che ci toglie il sonno, ci dà ansia e tristezza anche profonda non è legata ai grandi ideali, ma ad eventi che avremmo giudicato facilmente digeribili, come un gustoso bastoncino di pane. E invece no, si bloccano sullo stomaco e non vanno giù.

Sposare una causa

C'è una sola strada che conduce alla felicità, almeno a quella felicità parziale, zoppa, monca, limitata e traballante che ci è data in sorte: sposare una causa. Solo questo matrimonio permette di dimenticarci di noi stessi, perché siamo noi i nostri nemici. Francesco Alberoni, ieri, sul Corriere, parlava di capacità di liberare la mente dalle ossessioni, io preferisco fare un riferimento evangelico: "Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua." Dimenticarsi di se stessi, seguire un ideale, e in quanto alla croce, almeno che non sia quotidiana. Una tantum è già fin che mai.