domenica 30 novembre 2008

Guido, l'infelice

Apertura, a Villa Recalcati, del Convegno su Guido Morselli, scrittore non vincente (almeno da vivo), uomo tutto sommato, da quello che ho potuto sapere, non molto felice. Quindi genio, perché sovente la genialità non collima con la felicità. Ecco la sua famosa Lancia, auto che spesso compare in compagnia del suo padrone, in fotografie ormai storiche. Per quel poco che so, sono certamente più le differenze che le consonanze fra noi due. Eppure mi sento suo fratello, nel desiderio costante e a volte pressante di mettere nero su bianco la propria vita, nelle forme letterarie più diverse. Guido era colto, leggeva come un matto, di tutto, curioso e inappagato. Ciò traspare con evidenza nei suoi libri, che sono libri che nascono da altri libri, ovviamente non nel senso di copiare, ma di succhiare la linfa creativa, la sostanza, dalla vita di carta. Per me è esattamente il contrario: scrivo della vita in carne ed ossa.

sabato 29 novembre 2008

E brava Elisabetta

Elisabetta Mannucci ha vinto la terza edizione del Premio 'Varese Città Giardino', istituito dal Consiglio comunale proprio per ricordare la prima riunione dell'assise bosina, datata 28 novembre 1816. Ne avrei parlato comunque, perché Elisabetta, allieva del Liceo Artistico 'Frattini' di Varese, è una ex alunna Vidoletti che si sta facendo onore nel mondo dell'arte. Ma ne parlo ancor più 'enfaticamente' perché è la figlia dei cari amici Carla e Paolo.
E brava Elisabetta: avanti così!

Un Duca a Palazzo

Il 28 novembre del 1816, probabilmente nello stesso Salone Estense, dove ammicca da sopra il caminetto il Duca Francesco d'Este, si tenne il primo Consiglio Comunale della neonata Varese, elevata al rango di Città. Sono affezionato a questo salone, dove per oltre dieci anni ho seguito, da giornalista, il Consiglio comunale, e dove ho presentato un certo numero di miei libri. Apprezzo Varese, mia città natale, e nutro profondo rispetto per le istituzioni, al di là della fallibilità degli uomini (della quale sono esempio significativo).

venerdì 28 novembre 2008

Ridicolo

Questa foto ritrae, per uno scherzo del destino, Silvio Raffo (a sinistra) e Romano Oldrini insieme. Dico scherzo del destino perché Romano Oldrini è il presidente dell'Associazione Amici di Piero Chiara e anima dell'omonimo Premio letterario, mentre Silvio Raffo ha inventato il Premio Morselli, che vedrà domenica un convegno ad hoc. E s'è aperta una ridicola polemica, che si crede interessi alla città ma che in verità coinvolge una decina di persone, non di più. Ma questo è il vezzo della cosiddetta cultura: credere di 'elevare' la sensibilità della massa, quando resta pane (e non si sa quanto raffermo) per pochi. Anziché applaudire alla nascita di una nuova iniziativa culturale, alla possibilità data a giovani e meno giovani scrittore di veder pubblicato un libro e di parlare di un personaggio come Guido Morselli, si inventano polemiche fra i due fratelli Mauro e Silvio Della Porta Raffo, si sta lì a dire che Chiara non amava Morselli e -probabilmente-viceversa. Amor di polemica niente affatto costruttivo. Ma si leggano piuttosto un bel romanzo di Chiara e un pregevole romanzo di Morselli, impiegando assai più produttivamente il poco tempo che abbiamo a disposizione.

Inverno

E' arrivato l'inverno. Prima un gran freddo e poi la neve. Oggi ho guardato gli sci da fondo con un cenno d'intesa: "Ragazzi, è arrivato il vostro momento!"

lunedì 24 novembre 2008

Non guardate 'Funny Games'

Per solito i film si vedono la sera e uno, infine, vorrebbe andarsene a letto contento e soddisfatto. Così si addormenta meglio e prima. Contento perché un flm deve avere il lieto fine. E' troppo facile rappresentare con troppa verosimiglianza la realtà. Lo sappiamo tutti che non sempre (quasi mai) c'è il lieto fine, nella vita reale (a parte il lieto fine, sperato, della resurerzione). A che serve il cinema (o un romanzo) se non ci regala ciò che noi speriamo? Parliamo pure dei cattivi, della crudeltà estrema, del male, ma che almeno alla fine trionfi la nostra giustizia interiore. Persino il Manzoni alla fine ha scritto: "La c'è la Provvidenza." Ebbene, se siete del mio parere, non guardate assolutamente 'Funny Games' di Michael Haneke, che è quanto di peggio abbia mai visto, peggio anche di 'Non è un paese per vecchi'. Qui abbiamo non solo la non soddisfazione della nostra voglia di lieto fine, ma addirittura la derisione dello spettatore che si aspetta (visto l'assurdità di ciò che appare) un finale decoroso. Guardatelo da solo, anzi, solo tu, mio caro Michael, il tuo bel film!

domenica 23 novembre 2008

La predica in sintesi

Don Walter, parroco alla Kolbe, è noto per la sua predica breve, fulminea, un solo punto e non i classici tre. A volte, a mio avviso, è sin troppo 'semplice', con cadenze un po' fanciullesche, ma nel complesso lo seguo volentieri. Ricordo ciò che ha detto, e questo è un buonissimo segno. Perché di solito (almeno parlo per me) non ricordo nulla. E poi ogni tanto la battutina, che a volte fa ridere a volte no. Però ci tenta quasi sempre. Come stamani. Parlava della nostra tendenza a santificarci, a dire: "Cosa mi manca? Vado a Messa, non ho ammazzato nessuno..." E don Walter ha concluso: "Se non accendiamo l'aureola è solo per risparmio energetico!" Insomma, questa non è certo una delle sue migliori, ma un accenno di sorriso me l'ha rubato.

Freddo

Eppure non eravamo in pochi, stamani, a sfidare il freddo, in bici verso il Campo dei Fiori. E in cima un'aria impossibile, che piegava l'erba e muoveva le acque del lago di Varese. E poi la discesa, temibile. Perché di questa stagione, e con questo freddo, il problema non è mai la salita.

sabato 22 novembre 2008

E anche questa è andata

Ecco, con questa immagine un po' inusuale (sono le 23, Monica Toso, in Salone Estense, sta scrivendo il pezzo per La Prealpina e il fotografo Angelo Puricelli tiene compagnia alla giovane giornalista) faccio cronaca della presentazione di AgendaVarese2009. Sono contento: c'era gente venerdì 21 novembre a Palazzo, c'era un clima familiare, c'era la mia sensazione di aver offerto una serata non pallosa. E la piccola soddisfazione di aver contribuito a creare una tradizione, un momento atteso e, con l'Agenda, una puntuale cronaca della mia città, un piccolo tassello per la costruzione di una storia locale. Che non sarà la Storia con la esse maiuscola, ma è pur sempre un modo per eternarci un po', non bastandoci, come è noto, questo veloce transito terreno.

giovedì 20 novembre 2008

AgendaVarese2009, cronaca 2008


Venerdì 21 novembre 2008, ore 21, Salone Estense di Palazzo Comunale: presentazione di AgendaVarese2009, con la cronaca del 2008....e chi non viene, sarà segnato sul libro nero!

Come una valanga

Alcune mattine, anziché impiegare 5 secondi per saltare fuori dal letto, mi attardo e penso. Ah, il pensiero! Questo vizio della mente, questa supponenza di voler interpretare il Mistero! Penso e allora l'operazione della discesa dal letto si blocca. E per riprendere il verso giusto della vita devo buttarmi fuori come se rotolassi dentro la vita, come se scendessi a valanga verso la giornata. Mi lascio andare. Senza pensare. Poi (per me, spesso, sono le campane delle 8.30) succede qualcosa che mi ricorda che, forse, tutto ha un senso.
nella foto: la cella campanaria della piccola chiesa di Torba

mercoledì 19 novembre 2008

Marco e Alberto

Premi Fair Play del Panathlon Club Varese, e tanti miei amici, colleghi di Scienze Motorie e Sportive. Dovrei citarli tutti ma mi limito a due. Il 'mitico' Alberto Cadonà (ultimo a destra), docente alla Righi, vincitore del Premio 'Mimmo Zagonia', grande insegnante, educatore appassionato. E poi il vulcanico Marco Caccianiga (penultimo a destra), promozione vivente dello sport correttamente inteso. Viva lo sport, se condotto da simili personaggi.

Obama e la vita

Prendendo spunto dal mio post su Obama, un caro amico mi invia un articolo, che parla di un Barack Obama abortista, niente affatto amante della vita. In effetti già sapevo di questa tendenza poco positiva (a mio giudizio) del neo presidente Usa, il che non lo condanna alla mia totale 'antipatia', diciamo così. Non sono in grado di stabilire quale sia il grado di 'disponibilità' all'aborto di Oboma, credo però che non vada condannato in toto. Chi sbaglia su un aspetto (sebbene importante) della vita, può aver ragione in altri cento.
La foto della Grigna (sempre scattata dal Campo dei Fiori) ha senso con il post perché significa una sconfitta. Anche sulla Grigna, infatti, come sul Legnone (vedi sotto) portai mia mamma Ines, già malata. E in cima non ci arrivò, fermata a poco dalla vetta da quel suo respiro che non arrivava, che non bastava alla soddisfazione della croce.

Da post nasce post

Facendo riferimento al mio post sul Monte Legnone, l'amico Paolino (a sinistra) mi manda questa bella foto. E' in vetta al Legnone, pochi giorni fa, insieme a Bruno (a destra) e a Fausta (immagino l'autrice della foto). Giornata stupenda, montagna stupenda, e allora anche la vita è stupenda, di tanto in tanto.

lunedì 17 novembre 2008

Stessi tempi


Leggo sul Corriere della Sera che Barack Obama, neopresidente Usa, rinuncia a 45' di sonno e ogni mattina pratica sport, per 45', appunto: nuoto, basket, corsa, palestra. In questo io e Barack ci somigliamo. Uno spazio allo sport, tutti i giorni. Ma ciò che mi ha colpito è il tempo: 45 minuti. E' il tempo 'perfetto', stando alla mia lunga esperienza. Tempo giusto, per chi ovviamente non ha intenti agonistici ma solo finalità di benessere. 45', perché un'ora è già troppo. E in effetti il mio chilometro e mezzo di nuoto settimanale dura intorno ai 40 minuti; mediamente la mia salita al Campo dei Fiori in bici si aggira sui 45'; quando corro trovo ideale un tempo fra i 40 e i 50 minuti. Questa sintonia con l' 'abbronzato' (ma si può!) Obama mi rallegra.
(foto) Dopo una salita al Campo dei Fiori, si può gustare anche un simile, appuntito spettacolo

domenica 16 novembre 2008

Monte Legnone

Questo è il Monte Legnone, ripreso stamani con grande zoom dal Campo dei Fiori. Questo monte mi sta particolarmente caro, per almeno due motivi. Mi ricorda Livo. Ma che Cortina! Ma che St. Moritz! Livo, piccolo paese sopra Gravedona, in faccia al Monte Legnone. Lì, in quella bella villa di amici, ho trascorso indimenticabili attimi giovanili, indimenticabili per l'età ma anche per la zona e la compagnia. E anche per quella bella montagna, piramide lariana che scalai (ecco la seconda ragione della mia predilezione) agli inizi degli anni Ottanta. C'era anche mia mamma Ines, è stata forse la sua ultima ascesa, una delle sue ultime giornate di gioia. Ci arrivò con grande fatica, ma ci arrivò. Sono contento di averla convinta a salire fin lassù. Le ho dato la mano e lei mi ha seguito. Non era una giornata nitida, forse c'era anche un po' di nebbia. Non buono il panorama. Bello il suo sorriso.

Mi sono davvero divertito

Da anni non assistevo a un partita di basket emozionante come quella di ieri sera: Cimberio Varese-Fileni Jesi. Dunque: noi sempre sotto, anche di 15, sino a pochi minuti dalla fine, poi sorpasso nostro, poi decisioni arbitrali contro e sorpasso loro, noi sotto di 3 a 4" dalla fine, bomba clamorosa di Cotani (dirà: "Ho avuto un gran culo!"), supplementari, tira e molla e alla fine vittoria nostra 92 a 88. Che gara! A parte le esagerazioni e le bestemmie di qualche esagitato ignorante fra il pubblico, tutto davvero divertente. Uno si gasa e vince anche un po' lui, insieme a Passera e soci. Mi aggancio alla partita per una piccola confessione. Non so per quale inconscio motivo, sin da piccolo non sempre mi è venuto naturale tifare Italia. Dipende dagli sport e a volte dagli atleti. Ho invece sempre tifato, senza alcun dubbio, l'Inter, e ho sempre tifato con piena emozione le squadre di Varese: calcio e soprattutto basket. Basket che seguivo con tanto di abbonamento nei tempi d'oro dell'Ignis, anni Settanta, e che ho ripreso a seguire, da giornalista, nel 1996 o 1997, non ricordo. Ciò scritto, si direbbe che sia un localista, un leghista ante litteram, uno che sente più la città che la nazione. Bò, non so che dire.

sabato 15 novembre 2008

Opportunismo?

Ho sempre avuto un'indole portata ad appianare i contrasti, ad evitare le discussioni, a trovare punti d'incontro, a non eccedere nel litigio, ad unire piuttosto che a dividere. Indole che con l'età va accentuandosi, e con essa il desiderio di aumentare il numero degli amici. Un carattere quieto, come è quieta Brinzio che (vedi foto) sonnecchia nel freddo sole di novembre. Forse qualcuno mi giudica opportunista. Cerco il compromesso, sorvolo sui particolari per aumentare il benvolere della gente? Forse. Una cosa so: l'agire umano è complesso, non c'è solo il bianco e il nero, ci sono sfumature infinite e ogni azione, scelta, pensiero non sono facilmente catalogabili, soprattutto nella loro origine. Siamo una complessità che aspira alla semplicità. Certo non sono uno che vuole crearsi grane (soprattutto nei rapporti personali), né sono nato con un cuor di leone (come direbbe il Manzoni), ma sul fondo c'è anche una gran voglia di valorizzare al massimo il positivo, forse di illudersi che si possa vivere senza avere nemici, senza per forza doversi guardare alle spalle, nel trepidante sospetto di una pugnalata. Quando eravamo giovani, il nostro direttore spirituale ci invogliava alla correzione fraterna. Per me è sempre stato un peso. Preferisco un bell'abbraccio fraterno, dove ci sta dentro soprattutto il perdono che vorrei chiedere io, e che spesso non mi esce con le parole.

venerdì 14 novembre 2008

La battaglia

Credo che l'ideale sarebbe avere una battaglia da combattere, una giusta causa verso la quale indirizzare tutte le nostre energie, un obiettivo che ci convince e per il quale ci sentiamo pronti, crediamo di averne le doti necessarie. Una battaglia (come la battaglia delle gare ciclistiche) che possiamo combattere ad ogni età, e soprattutto quando crediamo di non averne più le forze e rischiamo di appassire (come ebbe a dire Giulio Andreotti, riferendosi agli uomini che vanno in pensione e scivolano nell'ozio e quindi nella depressone), mentre rimboccarsi le maniche e drizzare lo sguardo verso una meta sarebbe l'ideale. Purtroppo mi pare che la realtà sia ben diversa. Spesso disperdiamo le nostre forze in mille rivoli, che oltretutto viaggiano verso il mare seguendo direzioni diverse.

Quale merito ne avrete?

Mi giunge, gradita, questa foto di una mia alunna, Valentina, la biondina (terza da sinistra, accosciata), grande sportiva. Gioca a pallanuoto, la nonna è stata mia collega, insegnante di educazione fisica. Utilizzo questa foto anche per esprimere il seguente concetto: tante volte mi inorgoglisco sul blog per i risultati sportivi dei miei alunni, quasi fosse merito mio. In realtà (come nel caso di Valentina) sono ragazzi che praticano molto sport e io raccolgo, diciamo così, i risultati, avendo però seminato poco o nulla. Però devo dire che provo grande soddisfazione anche per i ragazzi che invece non praticano sport, che utilizzano per il movimento solo le due ore di Scienze Motorie e Sportive e che riescono, dopo svariate prove e grande impegno, a raggiungere (faccio un esempio) i 70 centimetri nel santo in alto, realizzando il loro record personale.

mercoledì 12 novembre 2008

Adulti

Dialogo via mail fra amici. E ci si domanda, riflettendo su taluni vezzi 'infantili' di cinquantenni: "Ma quando diventeremo adulti?" Mi è giunta questa risposta: quando accetteremo senza angoscia che "a volte la primavera arriva solo per portarsi via tua madre."
Diventare adulti è quietare un po' l'angoscia.
Bello.

Figli bagnati

Non vi è mai capitato di pensare - quando fuori piove e fa freddo e i vostri figli si alzano prima di voi e affrontano il buio e prendono il treno, acciaccati da ore e ore di studio e poi si imbattono in esami d'università, verso un lavoro che forse non avranno mai (anche per colpa di noi adulti che non siamo stati in grado di preparare loro un futuro decente) e tornano bagnati, col raffreddore eccetera eccetera - non vi è mai capitato di pensare, dicevo, che forse avremmo anche potuto non metterli al mondo? A me sì. Ma loro, i nostri figli, penso che abbiano il loro modo di protestare verso questa chiamata 'inopportuna' alla vita: non rifacendo il letto, ad esempio; non mettendo il tappo sul dentrificio, ad esempio; rifugiandosi, ad esempio, in silenzi inespugnabili. Ebbene, credo che, in fondo, abbiano anche un po' ragione.
carlo.zanzi@tele2.it

martedì 11 novembre 2008

Un tempo pesante

Si dice che con l'età il tempo duri di meno. Un giorno a dieci anni non è come un giorno a sessanta. Più che di velocità parlerei di pesantezza. Non nel senso che il tempo pesa perché si soffre. Sì, anche quello, è chiaro che con l'età aumenta lo spazio del soffrire, ma qui alludo ad un'altra cosa. Pesa perché ora, che il futuro si assottiglia, che lo spazio di programmazione si riduce, ci si ripete molto più spesso: "Sto utilizzando al meglio le mie ore? Non starò per caso sprecando le ultime occasioni?" Non sono discorsi da ottantenne. Se li fa un cinquantenne per me non sbaglia, dimostra saggezza. Anche perché simili rovelli non conducono al pessimismo, ma più spesso ad un attivismo, spazzolato da un minimo di discernimento sulle priorità di una vita che, come è noto, resta inaffidabile.
in foto: il lago Maggiore di Luino, grigio in una grigia mattina di novembre

E bravo Francesco

Francesco Alberoni, noto sociologo, tiene una rubrica da anni sul Corriere del lunedì. C'è chi lo giudica il sociologo dell'ovvio, il maestro delle banalità. A parte alcune volte, non concordo con tali pareri denigratori. Certo, dargli la prima pagina del Corrierone..comunque devo stringere la mano a Francesco, per il pezzo di lunedì 10 novembre. In sintesi dice che il romanzo insegna a vivere, e soggiunge che questo le donne lo sanno (visto che sono loro a leggere romanzi), mentre gli uomini leggono meno, e comunque leggono preferibilmente saggi. Non so se i romanzi insegnino a vivere, so per esperienza che i romanzi contengono la vita tutta intera, ragione e sentimento; i romanzi scavano, tirano fuori le paure e le gioie, cercano di dire l'indicibile...che poi c'è romanzo e romanzo, si capisce, ma in genere il romanziere mette in quelle pagine non solo la sua razionalità e le sue conoscenze...regala di più, molto di più... a saper leggere. A saper vedere oltre la nebbia.

lunedì 10 novembre 2008

Commento a Bergman

Pubblico un commento al post sottostante. Chi vuole lasciare un commento ai post è meglio che mi invii una mail (carlo.zanzi@tele2.it), specificando se preferisce che il commento venga pubblicato o no
"Diciamo la verità, quei Cineforum erano una palla mortale, buoni solo perché erano una occasione per stare un po' insieme. Sono andato anch'io delle volte a Milano a scegliere i titoli ma, naturalmente, non è che avessi molta voce in capitolo. Forse il migliore del mazzo è stato Per un pugno di dollari, imvho (cioè in my very humble opinion)" Marco Zanzi

sabato 8 novembre 2008

Sussurri e grida...e una bella dormita

Ieri ho rivisto 'Sussurri e grida', capolavoro di Ingmar Bergman, registra svedese di grande impegno. Diciamo meglio che l'ho visto per la prima volta, perché il precedente risale agli anni Settanta, non avevo ancora vent'anni e il nostro sacerdote ci proponeva cineforum impegnati. Le proiezioni dei flm di Bergman erano fra le preferite. Sebbene fossi un ragazzo diciamo così piuttosto impegnato, non proprio uno che se ne fregava di certi messaggi, bhè, più che altro in quella sala, con le scomodissime poltrone in legno, dormivo. E al risveglio l'obbligo della discussione non mi trovava né pronto né bendisposto. Forse sto calcando un po' la mano, non me ne voglia don Angelo, ma credo che 'Sussurri e grida' sia un film che si gusta dopo i 50 anni, cioè alla mia attuale età. Non lo consiglio ad un ventenne. Che vada a farsi una bella passeggiata in mezzo ai prati, possibilmente in dolce compagnia.

Bugia


La nostra felicità necessita di una poderosa dimenticanza, di una colossale bugia. Una sola, ma essenziale. Non sto a dire qual è, tutti avranno capito, in ogni caso potete sempre chiedermelo (carlo.zanzi@tele2.it). E' l'unico caso, questo, nel quale la sincerità provoca sofferenza, e più si è sinceri più si soffre. Quindi -probabilmente solo in questo caso- la falsità giova.
Non dimentichiamoci poi di metterla in musica, come l'ex assessore Marco Caccianiga (a destra, durante una recente esibizione con il gruppo 'The Peadmont Brothers Band), pratica che contribuisce a tener desta la bugia.

venerdì 7 novembre 2008

Umile felicità


Ho letto in una frase di un cosiddetto intellettuale, fra le righe, la simile sentenza: ci sarebbero due tipi di felicità, quella comoda, facile, di chi si accontenta, e l'altra, non si sa bene di che tipo, che dovrebbe sorridere a chi scava, si scervella, in una parola: non si accontenta. Gli intellettuali non amano il 'chi s'accontenta gode'. Per parte mia, credo vi sia un solo tipo di felicità, e chi la incontra se la gusta e se la tiene stretta. La felicità -mix di senso della finitezza e di desiderio di infinito, di buona salute e di qualche buona azione, di silenzio e di musica, di quiete e di voglia di fare - richiede umiltà, l'umità di chi piega il capo, di chi ammette una dipendenza e una congenita imperfezione. Forse per questo i cosiddetti intellettuali non sono quasi mai felici. O almeno questo a me pare. La felicità chiede anche il senso dell'ironia: così ho inserito una vignetta di Gaspare Morgione (fa parte delle due, contenute in AgendaVarese2009), al quale il senso dell'umorismo certo non difetta.

mercoledì 5 novembre 2008

Obama for president

Barack Obama è il 44° presidente degli USA. Sono contento: così, a pelle. Non sono esperto degli USA, non so quanto Obama potrà lavorare in pace o sarà condizionato dai cosiddetti poteri forti. Non so quanto dovrà render conto ai molti che hanno sborsato fior di dollari per la sua elezione. Ma così, d'istinto, mi sta più simpatico dell'attempato rivale repubblicano. E cercherò di seguire la sua politica, per capire se ci sarà del nuovo o se le vecchie abitudini di un mondo (e di un uomo) restii al cambiamento ammosceranno anche il giovane e aitante Barack. Intanto qualcuno si sarà chiesto: come mai in foto abbiamo non Obama ma Mauro Cento, giornalista di Tele7Laghi? E allora spiego. Stamani ero contento per Obama, ma un altro raggio di sole mi è giunto da una signora, che mi ha detto: "L'ho vista su Rai Tre (ho dovuto precisare che era Rete 55!). Ma lo sa che lei è molto telegenico?" Questo per dire che, anche ad essere un po' idealisti, poi però gioiamo per motivi più terra terra. E allora, visto che si parla di tele, domani sera, giovedì 6 novembre, ore 21, su Tele7Laghi, manderanno un'intervista al sottoscritto, di ben 50'. Si dirà: ci parli di Obama e poi di te. L'accostamento è irriguardoso, strampalto e fuori luogo. Infatti.

martedì 4 novembre 2008

Letterati


"La stupidità della gente deriva dall'avere una risposta per ogni cosa. La saggezza del romanzo deriva dall'avere una domanda per ogni cosa." (Milan Kundera)
Come spesso capita, le frasi dei letterati (categoria alla quale mi sento, seppur indegnamente, di appartenere) sono suggestive. Uno le legge e dice: "Bella!" Pensa poi che lui non avrebbe mai saputo scrivere una perla del genere.
Se poi ci si sofferma a riflettere sulle singole affermazioni, più che sul senso generale, può nascere il desiderio di precisare. Ad esempio: cercare una risposta ad ogni cosa non è da stupidi. Illudersi di trovarla sempre e a poco prezzo, bhè, allora più che di stupidità parlerei di superficialità. Parimenti non si può vivere di sole domande, anche se è necessario porsele e anche se queste ce le regalano i romanzi di Kundera. Il guaio è che in fatto di risposte, soprattutto su temi determinanti, bisogna avere una gran pazienza. Esempio: quale sarà il futuro dei nostri figli? Chi può dirlo. Pazienza e speranza. Quale sarà il decorso della nostra salute? Pazienza e speranza. C'è o non c'è Dio? Pazienza e speranza.
Le risposte alle mie molte domande spesso hanno a disposizione un solo verbo: speriamo.
la foto, immagine della speranza cristiana, mi è giunta dall'amico Marco Riganti

Antonio, scultore


Antonio Quattrini, scultore, è mio amico, mio coscritto, ed è un artista. Fotografo da giovane (devo a lui una delle migliori foto di mia moglie Carla in età giovanile), scultore come il padre Oreste da adulto, e di professione. Lo Studio d'Arte Liberty di Angera (piazza Garibaldi 12) ospita una sua mostra di ceramiche e piccole sculture. L'inaugurazione è sabato 8 novembre, ore 18. Poi resterà aperta dall'8 al 23 novembre. Orari: sabato (16-18), domenica (10.30/12.30 - 15/18). Nei feriali solo su appuntamento: tel/fax 0331.930500 cell. 333.1058401.
La mostra è curata da Ettore Ceriani.

domenica 2 novembre 2008

Davanti al Milite Ignoto



Come da molti anni avviene, anche stamani mi sono recato in piazza Milite Ignoto, nella mia Sant'Ambrogio, per la preghiera ai defunti, caduti delle disgraziate guerre mondiali. Morti in ogni caso eroiche. E come da tradizione, Natale Gorini (al centro, che ha preso da anni il posto che fu del prof. Piero Ferranti) ha letto una poesia intonata alla circostanza. Alla sinistra del vate, il parroco don Giuseppe Cattaneo. Alla destra, il 'mitico' Giovanni Cerutti.
A questo pensavo recentemente: la dimostrazione più probante di maturità umana, di saggezza, di nobiltà, di comprensione del senso della vita ci è chiesta proprio davanti alla morte. Saper testimoniare a chi ci vede che si può 'vivere la morte' è l'ultimo dono, il più grande, che possiamo lasciare a chi ci vuole bene.

Rmfonline sguazza nell'etere


Ecco Carlo Chiodi, voce autorevole di Radio Missione Francescana, qui impegnato nella sua trasmissione quotidiana 'Cappuccini e brioches'. Uso lui per dire che, sempre facente parte della grande famiglia di Rmf, è nato www.rmfonline.it, periodico in rete del territorio varesino, presentato alla città ieri, 1 novembre 2008. Parte una nuova avventura giornalistica, che coinvolge giornalisti volontari (cioè senza fini di lucro) dell'area cattolica. Ci sono anch'io. E in un certo senso è un duplice ritorno all'ovile: duplice perché il mio esordio giornalistico è avvenuto con 'Luce', settimanale cattolico del quale rmfonline raccoglie un po' il testimone, nell'attesa che arrivi un nuovo foglio stampato. Duplice perché qui, come al 'Luce', lavoro gratis. Per la verità a 'Luce' andò così: io scrivevo e non sentivo parlare di compenso. Dopo un paio d'anni mi sono permesso di dire a don Gilberto Donnini, oggi prevosto di Varese e allora direttore del settimanale, che forse avrebbero potuto darmi qualche lira. E lui: "Ma come? Io pensavo che già ti pagassimo." Da quel giorno ho imparato che è meglio chiedere due volte che nemmeno una. Del resto, non è il Vangelo che suggerisce: "Chiedete e vi sarà dato..."

sabato 1 novembre 2008

Una gran bella serata

Mio fratello Marco (il più a destra, con la chitarra) fa le cose in grande. E non improvvisa. Mai. Lo sapevo e quindi per me la serata di ieri era attesa, immaginata ma non per questo meno apprezzata. Il lancio del CD 'Bordertown' realizzato dalla 'The Peadmont Brothers Band' (Marco Zanzi, Ron Martin and friends) è andato alla grande. Sala piena (ed era una serata di pioggia), ottima musica country, buona vendita del CD (il che non guasta), clima familiare, biscotti finali. Ad addolcire il già dolce. Ma chi non è venuto può sempre rimediare, comprando il CD. Come fare? Visitando il sito www.piedmontbrothersband.com troverà tutte le indicazioni, e qualche assaggio di ciò che mio fratello e i suoi amici sanno fare.
Mi verrebbe da concludere...ma non, mi sembra eccessivo...ma sì....in fondo Marco è uno Zanzi.

Sciopero

Infine, dopo lungo meditare, giovedì 30 ottobre non ho scioperato. Perché? Perché non ero convinto. Ho cercato di informarmi, di sentire le ragioni delle due parti. Per esperienza so che uno non ce la fa ad approfondire le ragioni dei sì e dei no. Per esperienza so che anche a stare vicino ai luoghi delle decisioni (ho seguito da giornalista per un decennio, capillarmente, la vita politica varesina) uno si può fare al massimo un'idea molto vaga, e alla fine decide 'per partito preso', per fedeltà ad una parte. E io, su questo fronte, faccio molta fatica a fidarmi. Inoltre ho sempre considerato la forma dello sciopero di una giornata, per la scuola, poco produttivo. Molto meglio il blocco degli scrutini, al quale ho sempre aderito in questi trent'anni, le poche volte che c'è stato. Ma i docenti non reggore al blocco degli scrutini del 2° quadrimestre (e degli esami) sono proprio i docenti, perché sarebbero costretti a rinviare le ferie. Ho deciso solo all'ultimo momento; ad un certo punto mi sono reso conto che avrei scioperato solo perché, non scioperando, qualcuno avrebbe lecitamento pensato che tifo per Berlusconi. Non mi è parsa una motivazione valida.
in foto: il sottoscritto con il suo collega di educazione fisica alla Vidoletti, prof. Enrico Piazza (a sinistra): lui, ad esempio, ha scioperato, come molti altri.