mercoledì 6 giugno 2012

I Premi Vidoletti

Domani mattina, giovedì 7 giugno, alle ore 11.30, nella palestra della scuola media Vidoletti, verranno assegnati i Premi Vidoletti. Verrà letto anche questo breve brano, per ricordare Angelo Vidoletti, giovane idealista, morto per la Patria.


ANGELO VIDOLETTI, EROE DI GUERRA

La nostra scuola è intitolata ad Angelo Vidoletti, e così i premi che verranno assegnati stamani. Ma chi è questo giovane varesino, morto in guerra nel 1941?
Nato a Varese l’11 marzo 1920, Angelo Vidoletti, ottimo studente, ottenne la maturità classica e si iscrisse alla facoltà di Legge, ma interruppe gli studi per poter diventare ufficiale nei Bersaglieri. Con il grado di sottotenente di complemento, venne assegnato al 3° Reggimento Bersaglieri. Al comando della 4^ Compagnia mitraglieri, partecipò a numerose azioni durante la seconda guerra mondiale, sul fronte jugoslavo e in Russia, dove venne ucciso la notte di Natale del 1941. Aveva solo 21 anni. Per il suo eroismo ottenne la medaglia d’oro al valor militare, riconoscimento oggi conservato in presidenza.
Angelo Vidoletti abitava in centro città, vicino all’attuale cinema Politeama, in una bella villa che la famiglia donò al Comune di Varese, ad una condizione: che il Comune ricordasse il sacrificio del figlio, attraverso un’iniziativa per i giovani studenti. Ecco allora i ‘Premi Vidoletti’, riservati a ragazzi che ‘onorano’ la Patria preparandosi con profitto al domani. Come? Attraverso lo studio e un comportamento corretto, solidale, attento agli altri.
Vi sono alcuni segni esterni che ricordano Angelo Vidoletti. Anzitutto il busto in bronzo, all’ingresso della scuola. E’ opera di Angelo Frattini, scultore di Sant’Ambrogio molto noto a Varese nel dopoguerra. E’ l’autore, fra l’altro, del monumento al Milite Ignoto, che si trova nell’omonima piazza di Sant’Ambrogio.
Nell’atrio della scuola è conservata la mantella di sottotenente dei Bersaglieri, e un disegno di Angelo Vidoletti, realizzato dall’artista Giovanni La Rosa, già insegnante di educazione artistica in questa scuola.
Inoltre la nostra palestra è intitolata a Mario Croci, amico fraterno di Vidoletti.

Il racconto del mercoledì

in foto: fiori di sambuco


giugno

E venne giugno...e dentro l’auto la musica volteggiava come farfalle, ronzava come api, saltellava come cerbiatti in amore...ed io nel mezzo, avvolto, accarezzato, sorpreso nel cuore della festa e della speranza, giugno, il sole e la luce che non va a dormire, le rondini come api sul miele o moscerini accecati dai fari, rondini che a malincuore –almeno oggi- tornano ai nidi...ed io in auto, la musica e la gioia di chi non ha conosciuto dolore, felicità innocente a mollo nell’estate, felicità bambina che ride di gusto ignorando la notte...e venne giugno a Varese, come la salute che fa ritorno dopo la lunga malattia dell’inverno tanto che non ci si sperava più...e venne il ricordo di giugno a Comerio, camminando nel parco, grosse pietre levigate e formiche che annegavano nella mia ombra ed io potente, semidio, dio con potere di scansarle o di annientarle, con lo stesso potere di dio e nel sole io, felice, le salvavo, e non pensavo a me-formica perché era giugno, sabato d’estate (tutto il sabato, la notte, tutta la domenica...che bello!) e allora camminavo e pregavo, svolazzavo fra grossi petali di fiori di piante sconosciute eppure varesine, orientali ma prealpina...e venne ancora giugno, perché quando la bella musica, la tua musica fa l’amore con una buona notizia interiore, allora sai cos’è la pienezza, che vorresti durevole ma non ci pensi se dura o non dura, va bene così, stai annegando e sei felice, ti distrai, potresti schiantarti contro un albero, un palo, un carretto (e sarebbe la catastrofe sempre al tuo fianco) ma non ci pensi alla sfiga e alle lacrime, così simili al riso, della stessa natura, a volte nate da lui...e venne giugno (prendete fiato con me) e se tuo figlio è triste non importa (certo passerà) e se arriverà la notte chi se ne frega (si veglierà insieme) perché questo attimo di giugno, intinto nelle note, va amato così, nella dimenticanza...e venne quella voglia di perfezione all’ombra delle verdi Prealpi, sulle rive di un lago d’alghe e di gobbini, lago di pochi poeti e di molti detriti, lago che oggi è la nostra Portofino...e il profumo di fiori di sambuco, che presto diventeranno pan meino (intinto nel latte e nella panna, che buono)... e la musica ti convince, la musica in testa ti rapisce, carta regalo ad impacchettare la vita che ti va bene, in questo giugno, in questo frammento di giugno, in questo minuto secondo di giugno che ti prende per mano e ti invita a seguirlo, verso il secondo successivo che sarà ugualmente benevolo con te, con le tue paure che l’età, misteriosamente, rianima (dopo le immense paure infantili)...e venne di nuovo giugno e mi trovò pronto, non dico in evangelica attesa ma almeno non refrattario o indeciso, svelto d’occhio a riconoscerlo e “ben torni ormai” (come direbbe il poeta), “Ti trovo bene” fa lui (giugno, appunto), “Faccio quello che posso” rispondo, “Fai, fai pure” ancora il mese, “sai che non ti presenterò il conto”, “Grazie, almeno tu”, “Vorrei dirti il seguito, ma lascio perdere”, “Ti ringrazio, caro giugno”...e venne giugno, venne da me, proprio da me, come un’amante, come quei sogni ad occhi aperti (che so, viene una ragazza, una gran bella ragazza e ti dice senza troppe menate ‘Potresti anche salire da me, non c’è nessuno’... Avete presente? Sì? Ci avrei scommesso), venne giugno come un’amante e m’accontentò.




questo racconto breve è tratto dal libro 'Una città in cornice' (Macchione editore - novembre 2004)