sabato 30 giugno 2007

Campane


Da martedì 18 ottobre 2005, ore 8.30, le campane per me non sono solo bronzo, battacchio che cozza contro il metallo, suono grave, tempo che scorre. Sono anzitutto la voce di Dio. Le ascolto ovunque, soprattutto quelle del mezzogiorno, le campane dell'Angelus, e sono felice quando capito a quell'ora sulla panca in pietra del Campo dei Fiori. Posso incontrare, all'unisono, le campane della Madonna del Monte, di Brinzio, di Castello Cabiaglio, della Rasa, di Sant'Ambrogio, di Velate e fors'anche quelle, lontane, di San Vittore (vedi foto). Dio, se c'è, evidentemente è libero di farsi riconoscere come meglio crede. Nel mio caso, basta il suono delle campane.

venerdì 29 giugno 2007

Specchiarsi


Ho un 50-60% di probabilità, e forse anche più, che la frase riportata sul cartello della mia scuola faccia riferimento a me. La qual cosa, ovviamente, mi lusinga. E' lì da un po' di tempo, si sta scolorendo, vorrei prendere un pennarello e ripassarla, ma mi parrebbe eccessivo. Il problema non è la gioia data da un complimento. Il problema è attardarsi troppo davanti allo specchio. Io da almeno due mesi, allo specchio, non mi guardo più. Cerco di guardarmi dentro. Ed è molto, molto meglio.

giovedì 28 giugno 2007

Uomo di preghiera


Con Marchino abbiamo un appuntamento annuale: in bici al Campo dei Fiori. Lo sport c'entra sino a un certo punto. Si pedala, certo, ma più che altro si parla e alla fine si prega. Marco è un uomo di preghiera. Concordo con lui: dato che non riusciamo a soddisfare tutti i nostri desideri, che Qualcuno ci aiuti.

Grazie, triathlon


Devo ringraziare lo sport del triathlon (nuoto-bici-corsa) per almeno due motivi: perché mi ha invogliato a nuotare, e perché mi ha permesso di scoprire il lago di Monate, balneabile, un angolo di Sardegna a venti chilometri da corso Matteotti o da piazza San Vittore. Provare per credere. Immergersi per gustare. In verità non dovrei fare molta pubblicità, dovrei tenermelo per me, e per pochi intimi, fidati amici.

mercoledì 27 giugno 2007

Cocci di bottiglia


Ieri tornavo da scuola in bici e, a bordo strada, c'erano cocci di bottiglia (vedi foto). Stavo per fermarmi e ho pensato: "C'è gente pagata per tirarli su." Ho proseguito verso casa ma non ero convinto. Stamani, stessa scena e la bottiglia era ancora lì. Mi sono fermato, non c'erano cestini, ho preso il coccio più grosso e l'ho spostato in una zona meno pericolosa. Si dirà: embè? Per me è stato un gesto minimo di un piccola rivoluzione. Ieri non ne ero stato capace, oggi sì.

martedì 26 giugno 2007

Piera, la 'pierina' di Luino


'Pierina', cioè discola, monella, vivace, intemperante. Ecco Piera Corsini, la mia amica di Luino. Ultraottantenne, amica di Piero Chiara, più e più volte mi ha raccontato aneddoti, quando ad esempio lei e il marito andavano con lo scrittore e Mimmina a cena, nei ristoranti della zona. Animatrice culturale e artistica (molto nota la sua galleria d'arte), donna passionale, forte e trasparente come l'acqua del suo Lago Maggiore, mi fa dono della sua amicizia, cosa che mi lusinga. Nel libro che mi ha procurato (tanto per cambiare, un volume su Piero Chiara) mi scrive: "A Carlo, con affetto". Io le regalo il mio ultimo libro, 'Vicolo Canonichetta', e scrivo: "A Piera, amica del nostro Piero, 'pierina' di Luino, con affetto". Non lo sapevamo, ma entrambi abbiamo manifestato, con le dediche, il reciproco affetto. Toccasana dell'anima.


P.S. Riccardo Prando presenta la sua raccolta di racconti 'Giuda' (vedi post precedente) venerdì 29 giugno, ore 18, Salone Estense, Varese. Ingresso libero...e consigliato.

lunedì 25 giugno 2007

Emanuela, Attilio, Anna, Luca e Fabio


Alla vigilia di Natale del 2005 Fabio Aletti, 15 anni, è morto per un tumore al cervello. Siamo morti un po' tutti con lui, e soprattutto i suoi genitori Emanuela e Attilio e i fratelli Anna e Luca. A quasi due anni di distanza, chi è stato coinvolto nel 2° Memorial Fabio Aletti di basket, questa domenica, all'oratorio di Biumo Inferiore, ha visto in faccia una morte più accettabile, perché madre di un' amicizia che sorprende. Tanto che i genitori di Fabio (nella foto) riescono persino a sorridere. Il che significa non solo che sorridono ai loro tanti amici, ma anche a quel loro ragazzo, che non se n'è andato affatto.

domenica 24 giugno 2007

Notte bianca. E l'alba?


Prima Notte Bianca varesina, con grande folla in centro città. Io ci sono stato sino alla 1.30, ho visto ed ho pensato che è bella questa voglia di uscire di casa, niente tele, appiccicati dal calore della fraternità, della comune umanità. Ma dopo ogni notte arriva l'alba. Se vissuta in luoghi tipo l'Alpe di Siusi (vedi foto, che mi ha inviato l'amico Marco Riganti), è meglio ancora. Checché se ne dica, lo Sciliar batte il Campo dei Fiori. Alba come rinascita: tutto ricomincia, e può essere meglio di ciò che la notte ha lavato via. Forse il nostro grado di benessere lo possiamo misurare dal tempo che impieghiamo, suonata la sveglia, a scivolare fuori dal letto: pochi secondi e via, dentro il futuro. Se rimaniamo lì oltre il minuto, forse non siamo così felici come vorremmo.

venerdì 22 giugno 2007

Tramonto


Tramonto sul lago Maggiore, ieri sera. Eremo di Santa Caterina del Sasso. Occasione: Premio Chiara, conferenza stampa per comunicare la terna dei finalisti. Faccio parte delal giuria dei cosiddetti 'grandi lettori', quella che ha scelto la terna. Dovrei essere lieto, perché sono usciti i miei tre nomi: Luca Ricci (L'amore e altre forme d'odio), Ilaria Bernardini (La fine dell'amore), Francesco Pecoraro (Dove credi di andare). Sono incantato soprattutto dal tramonto, che mi regala Dio e tutto il positivo che si possa immaginare. In quanto alle raccolte di racconti in questione, e alla narrativa in generale, provo invece tristezza. Se dovessi attingere l'elan vital da lì, probabilmente dall'Eremo mi butteri giù, entro i riflessi del lago. Sia i trentenni che i quarantenni che i cinquantenni e più su non sanno che comunicarci tristezza, angoscia, delusione, fallimento, quando non la ricerca dell'assurdo, dell'astratto, dell'anomalo, oppure la resa alla sola novità stilistica, forma senza alcuna sostanza. Dio mio, possibile che non si sappia più descrivere con arte l'incanto di un tramonto? La bellezza di un amore non necessariamente tradito? Un qualche senso positivo a questa vita che siamo costretti a vivere, e che pure può essere vissuta come dono che fa molto piacere ricevere?

martedì 19 giugno 2007

Mister Gianni, romanziere


Dato che è noto anche, e soprattutto, per il suo 'Mister Ignis', che sia Mister Gianni, cioè Gianni Spartà, che pubblica a tambur battente. L'amico Gianni Spartà mi autografa il suo ultimo libro, scrivendo: 'A Carlo, narratore insigne, con affettuosi, ciclistici pensieri' Troppo buono Gianni, e senz'altro buono è il suo volume. Dico senz'altro perché vado in fiducia, non avendolo ancora letto, ma la fiducia è ben riposta. Il suo 'Romanzo industriale' edito da Macchione, curato graficamente da Claudio Benzoni, narra la vicenda di 37 industrie varesine. Poche pagine per ogni realtà imprenditoriale, una bella foto in bianco e nero, in sintesi c'è tutto, con lo stile alla Spartà, dove la bella, originale scrittura si sposa con la certezza della documentazione e la curiosità del giornalista. Del resto Gianni cita, all'inizio del libro (che dedica a sua madre e a suo padre), Ugo Ojetti: "Il giornalista è il solo scrittore che, quando prende in mano la penna, non spera nell'immortalità. Basta questo per amarlo." Gianni (ritratto in foto da Silvia D'Ambrosio) certo, con questo libro, non diventerà immortale, ma ai mortali ha fatto un buon servizio.

lunedì 18 giugno 2007

Don Angelo quarantenne


Don Angelo Morelli (qui con il mio caro amico Marco Riganti) fa 40 anni di Messa, essendo stato ordinato sacerdote il 28 giugno del 1967. Da qualche anno ci si ritrova a giugno, lui (ora parroco ad Arluno) e noi, suoi amici della Comunità Shalom. Così è stato domenica scorsa, al Lazzaretto. Credo che -tenuto naturalmente conto dell'azione imperscrutabile dello Spirito- tutti noi della Shalom si debba molto a don Angelo, perché quel Gruppo Giovanile Parrocchiale, nato a Biumo Inferiore nel 1970, ebbe vita grazie al suo desiderio d'essere prete fra i giovani, educatore sino all'impopolarità, rischiando, e non solo durante le passeggiate nei paradisi montani della Val Gardena e di San Martino di Castrozza. Il tempo smussa le vette e addolcisce il paesaggio, rendendolo collina. E oggi è bello camminare, ripercorrendo ciò che è stato e che ancora permane, nella gioia di una vita che, comunque, al di là di ogni difficoltà, pare abbia un senso, un destino, un progetto e una meta. E chi ne gioiesce di più pare proprio essere lui, don Angelo da San Giorgio su Legnano, uomo della 'bassa' che ha trascorso nel nord della nostra provincia i suoi anni migliori.

domenica 17 giugno 2007

Pierluigi dal barbiere


In foto vedete il dottor Pierluigi Tamborini. E' un mio caro cugino, giornalista a Treviso. I suoi genitori, Maria e Carletto, sono stati fra i miei zii migliori. E ricordarli è gioia e nostalgia. Dopo anni ho rivisto Pierluigi. Ai tempi del Liceo, lui mi dava lezioni di latino e greco, e mi mi ostinavo, affinché imparasse a suonare la chitarra e a cantare le canzoni di De Andrè. Ma cantare e suonare non erano il suo mestiere...mentre ha dimostrato di essere un ottimo giornalista e ora anche scrittore. Eccolo col suo primo libro, 'Il barbiere di Treviso', sottotitolo 'La vita quotidiana in una città della Serenissima tra Sei e Settecento', libro scritto insieme a Sante Rossetto. Edito da Cierre Edizioni-Canova, la storia parte da un diario precisissimo, redatto da un barbiere, appunto il barbiere di Treviso. A chi ama la storia, e vuol fare una capatina nel Veneto fra Sei e Settecento, il mio cugino Pierluigi ha fatto un bel regalo.

sabato 16 giugno 2007

Quel 'Giuda' di un Prando


Mi perdonerà l'amico Riccardo Prando (nell'immagine della fotoreporter Silvia D'Ambrosio) se ho titolato così il post. Ma non è colpa mia se ha scelto come titolo della sua raccolta di racconti, edita da Macchione, 'Giuda'. Il libro forse non è ancora nelle librerie ma io l'ho già letto quasi tutto. Riccardo s'è voluto fare un regalo per i suoi primi 50 anni, che compirà il prossimo 12 luglio. Dedica il libro alla moglie Luisa. Sono 25 racconti brevi, 'fra cuore e ragione', come si legge nel sottotitolo. Avremo modo, Riccardo ed io, si scambiare pareri più approfonditi sulla sua narrativa. Per il momento dirò che i racconti sono divisi in due: genere 'nostalgia del vecchio mondo contadino' (alla Guareschi) o, più in generale, nostalgia dei valori passati, e racconti di taglio teologico-esistenziale, diciamo più complessi. A differenza della stragrande maggioranza della narrativa contemporanea, sono racconti più di contenuto che di forma. Non a caso Riccardo cita Emilio De Marchi, che dice: "Chi a libro chiuso si accorge di non aver acquistata nessuna nuova e bella persuasione era meglio per lui che l'autore fosse annegato nell'inchiostro." E Prando, aggiunge, con ironia: "Se non altro, spero per me che l'inchiostro sia finito." Ma dai, Riccardo, hai imparato a nuotare da tempo!

venerdì 15 giugno 2007

51 e sentirli poco poco


Oggi compio 51 anni. Lo scorso anno, compivo 50 anni ma ne sentivo addosso 70, oggi me ne dò 30 o giù di lì. Ed è pure nuvoloso. Questione di periodi. Oggi corro in discesa, ma so bene (proprio perché ho 51 anni) che domani potrebbe tornare la salita. Non mi fascio la testa prima di averle prese, godo l'attimo, ringrazio, vivo alla giornata, sperando che la prossima non sia migliore di questa, ma uguale. Ho scelto una foto che mi ritrae in mezzo ai giovani, al lavoro. Loro sono felici per una vittoria, io gioisco della loro gioia. Vecchio-giovane fra giovani-giovani. Lo sport aiuta, l'ho sempre detto. 'Amicus magis quam ignis et aqua' sentenziana Cicerone. L'amico è più che il fuoco e l'acqua. Se c'è qualche amico che vuol farmi gli auguri, mi regala altre razioni di gioia. carlo.zanzi@tele2.it

mercoledì 13 giugno 2007

Una botta di vita


Nella foto vedete Carla Porta Musa, ieri a Varese, ospite di Silvio Raffo. Ha 105 anni. Sta aspettando l'uscita del suo nuovo romanzo. A parte l'udito un po' in difetto, è lucidissima, con tanta voglia di vivere. Pare abbia dichiarato al Corriere della Sera: "Il buon Dio s'è dimenticato di me. Già che c'è, aspetti ancora un po', mi lasci finire il nuovo romanzo." Incredibile! Storie come questa ti regalano una botta di vita sorprendente. A chi, cinquantenne o giù di lì, si sente finito, in pensione, depresso, l'avventura umana, incredibilmente longeva, della scrittrice comasca Carla Porta Musa, regala tonnellate di speranza e voglia di fare.

lunedì 11 giugno 2007

Imperfezione


Abbiamo preso l'auto nuova (vedi post precedente). Già non va l'aria condizionata. Abbiamo preso un motorino usato (vedi foto). Dopo due giorni, già non parte. Da qualche mese ho problemi 'estetici' al mio naso, già non piccolissimo. Non mi guardo più allo specchio, e sono felice. L'imperfezione è la dolente nota dominante del nostro esistere. Mi si dirà: bella scoperta, lo sperimentano tutti. Chi più chi meno. Certo, ma ci si arrabbia (e molto) e invece bisogna prenderne atto, quietarsi, darsene una ragione e cercare di essere felici ugualmente. Lieti nell'imperfezione, quasi ci servisse a desiderare il meglio. Il Meglio.

domenica 10 giugno 2007

Il mio collega Carlo


Il mio collega Carlo Pirani (ultimo a destra) va in pensione. E' alla scuola media Vidoletti dal 1978: quasi un record. Venerdì scorso, durante la Festa dello Sport (nella foto, la consegna della Coppa Comando Carabinieri) gli alunni hanno regalato al prof. una mattina indimenticabile: cori da stadio, abbracci, una Coppa, una fiammante City-bike superaccessoriata. Carlo ha detto, commosso: "In tutti questi anni ho fatto il contadino, ho seminato. Sta a voi, ora, diventare una bella pianta." Certo, lui ha seminato, a piene mani, ma venerdì mattina ha anche raccolto qualcosa...che certo non dimenticherà mai.

sabato 2 giugno 2007

Esito e attesa


Questa mattina, salendo in bici al Campo dei Fiori, ero particolarmente felice. E pensavo che l'esito (della vita) è un'attesa (del meglio) e se questa è la prospettiva, perché aspettare? Spiego meglio: era come se sperimentassi che meglio di così non poteva andare, che in fondo ciò che dovevo vedere l'avevo visto, ciò che potevo sperare in questo passaggio l'avevo ottenuto, quindi il sèguito sarebbe stato sì altra felicità, ma anche altro dolore e prova e allora, se l'esito era un'attesa di novità, non era il caso di perder tempo. Pensieri sparsi, mossi dal piacere della pedalata e di un sole tiepido, dopo tanta pioggia. Quando si sta bene e la vita ci pare così attaccata addosso, si fanno pensieri come questi: che attendere ancora? Quando si sta male e la vita ci sfugge, allora la si afferra, e il perderla (perdita che si sente realmente possibile nell'infermità) ci pare una sciagura.


la mia email non è cambiata: carlo.zanzi@tele2.it

venerdì 1 giugno 2007

L'auto nuova


Infine è arrivata l'auto nuova. Una Kia Rio 1.4. Io tifo Fiat, ma la Fiat è troppo cara, e noi non possiamo scialare. Come mia abitudine, ho scattato subito una foto, quella che vedete. Io sono per il nuovo e non per l'usato. Per tanti motivi, e anche perché guidare un'auto nuova di zecca è 'inebriante'. L'odore, il motore che saltella felice, gli ingranaggi che scivolano, tutte le lucine che si accendono al momento giusto, niente rumorini sospetti, nessuna ammaccatura, vetri lindi eccetera eccetera. La perfezione, insomma. Ed è proprio questo che ricerchiamo: la perfezione. Che, ohimé, non è una qualità che ci può riguardare. A ben pensarci, un'auto nuova è uno stress: si guida con più patema, si teme di lasciarla incustodita, ci si preoccupa quando la si posteggia (ce la ammaccheranno?), e che seccede se ce la rubano? Eppure...la perfezione...la sensazione che tutto fili liscio, nemmeno un graffio di precarietà...Pia illusione!