sabato 15 gennaio 2011

Se la palla non fa ciuff

SE LA PALLA NON FA CIUFF

Domani al PalaWhirlpool andrà in scena il grande derby del basket: Varese-Cantù. Veniamo da sei sconfitte consecutive: sarebbe d’obbligo vincere, ma anche il condizionale è d’obbligo. Staremo a vedere. Non sono un tecnico di basket, non azzardo previsioni, non canto il de profundis. Da appassionato con un minimo di competenza, mi permetto di far notare una cosa. Inizio travolgente per Varese, e ci davano già per miracolati. Poi il vento ha cambiato direzione. Ma guardiano al campionato. A parte due o tre eccezioni, l’equilibrio è la legge. Vittorie e sconfitte si decidono nel quarto tempo, che diventa il succo della partita, la nota dolente o esaltante. E cosa determina le braccia levate al cielo con la V o il viso mesto della sconfitta? Fattori tecnici ma a volte, più spesso, fortuna, decisioni arbitrali pro o contro, un’alchimia di elementi che fa pendere, ad un certo punto, l’ago della bilancia a destra piuttosto che a sinistra. Sì, e gli arbitri hanno la loro parte in uno sport troppo condizionato dal sibilo di un fischietto. Tutto ciò per dire una cosa semplice: Varese sta facendo come i gamberi rossi della Louisiana e si comincia a profilare lo spettro della retrocessione, ma ciò non significa un improvviso deperimento di un ‘prodotto’ che all’inizio del campionato era considerato fra i più appetibili. Abbiamo raccolto in principio vittorie che potevano essere sconfitte, e abbiamo subìto sconfitte che avevano già la parvenza di vittorie. Quindi non hanno ragion d’essere i repentini cambi di umore e i rovelli per cercare di capire cosa non va. Certo, le analisi vanno fatte, gli errori grossolani evitati, ma visto il livello della nostra serie A sarà per noi punto a punto sino alla fine. E quando vinceremo (e vinceremo) ricordiamoci sempre che sarà anche merito degli arbitri e della fortuna.