sabato 6 settembre 2008

Eddy il cannibale

Apre oggi a Villa Baragiola una interessantissima (per chi ama la bici) mostra sulla bicicletta, dalle origini ai nostri giorni. Pezzo da me preferito: la bici di Eddy Mercks detto il cannibale, per la sua voracità nelle vittorie. Forse quella che vedete in foto è la stessa che usò quel memorabile giorno al Monte Generoso, Giro d'Italia dei primi anni Settanta, l'ultimo giro vinto da Eddy, per pochi secondi su Felice Gimondi. Lo devo riconoscere (con un po' di vergogna): io ero al culmine della salita e tifavo Eddy e non Felice. Al cuor non si comanda. Allora Eddy era già un po' appesantito ma la sua classe immensa gli permise di vincere su di un Gimondi più in forma. E poi un'altra cosa mi onora: in fondo la bici che qui vedete non era poi così diversa, almeno nel colore e nell'apparenza, con la mia prima bici da corsa, che comprai poi nel 1977 (pagandola 178.000 lire), una Olympia giallo-arancio come quella di Eddy Mercks, colui che più di ogni altro mi condusse dalla mia 'amante' metallica.

per il dialogo: carlo.zanzi@tele2.it

L'incredibile Bruno

Siamo talmente esigenti e poco saggi che a volte basta qualche nuvoletta nel cielo per farci rattristare. Vi inviterei a scoprire (andando sul sito www.bcarati.it) la vicenda di Bruno Carati, che parlerà stasera, sabato 6 settembre, ore 21, a Velate, nell'ambito del ricordo di Fiorella Noseda. Ebbene, Bruno Carati, classe 1941, nato a Milano e residente a Carnago, è paralizzato dalla nascita, causa forcipe. Muove solo la testa. Con la bocca fa miracoli: disegna, scrive, si fa la barba, usa la forbice, guida biciclette e auto, taglia le unghie alla moglie. Se credete che racconto balle, andate sul sito o venite stasera a Velate. Non so se sia un uomo di fede o no. Comunque è un eroe.