giovedì 21 luglio 2011

Una vita dura, da duri

Per poter affrontare la vita (anche quella normale, lasciamo stare i drammi) bisogna essere dei duri. Cioè le nostre armi di difesa vanno conquistate, la natura ci regala poco, gratis non si acquista molto, non si va lontano. La celebre battuta di un comico (suppongo Totò) suonava più o meno così: "Nobili si nasce, e io lo nacqui!" Ebbene, duri non si nasce. Ma lo si deve diventare. Poco alla volta, dedicando energie anche a questo scopo. Essenziale.

in foto: fratelli che avevano coraggio

Appallottolarsi

Quando la nostra concentrazione su noi stessi esagera, e i minimi acciacchi diventano troppo disturbanti e la nostra centralità nell'universo ci esaspera che dobbiamo fare? Una pastiglietta? Non credo. Immaginiamo di essere un foglio, appallottoliamoci e gettiamoci nel più vicino cestino della carta. Cestiniamo noi stessi e pensiamo agli altri. Sarà una bella bevuta di vitalità.

La mia salita

Anche Dimitri Nikanov, il suo ultimo gregario, si lasciò inghiottire dalla fatica. D'un colpo cessò di lottare. Non aveva nemmeno il fiato di urlare a Marco che, da quel bivio alla cima, sarebbe rimasto solo.
Davanti a lui s'apriva una via di duemilatrecento metri, tanto distava il traguardo da quel punto, il bivio delle Ville. Svoltando a destra, per un sentiero di sassi, detto delle pizzelle, si raggiungeva la Madonna del Monte, sul colle sacro.
Il caldo era opprimente. Le moto di testa tagliavano i tifosi come navi rompighiaccio, ma i fanatici si riavvicinavano subito ai loro beniamini. Nel cielo, a bassa quota, ronzava l'elicottero Rai.

(Carlo Zanzi CICALE AL CARBONIO p 62)

Per fortuna

Mamma mia, come si rimpicciolisce il 'mondo' quando si cresce! Quella sala che ci pareva enorme da bambini ora è solo un locale spazioso...la tua città è poco più di un borgo...e non rassicura più di tanto il camice bianco del medico, e certe divise, e le cerimonie, le bandiere, gli uomini in giacca e cravatta....Conosciuti i retroscena, la scena s'impoverisce. Per fortuna, con gli anni, sappiamo aprire il soffitto a quella piccola sala che è il mondo, come fosse un osservatorio: s'apre il tetto, spunta il telescopio e si vede, da vicino, il cielo.

in foto: l'osservatorio del Campo dei Fiori