domenica 22 gennaio 2012

Le ultime gocce di luce


Ultime gocce di luce di questa domenica 22 gennaio 2012. Il lago di Varese visto da Mustonate. Fra poco si accenderà il grande falò, e nessuno avrà più freddo.

Sciame d'api


Quando si è felici le poche domande che ci poniamo (se ce le poniamo) hanno già una risposta; quando si è tristi domande irrisolte ci piombano addosso come uno sciame d'api. Quando si è nella gioia si programma a lungo termine; quando si è nel dolore dobbiamo accontentarci di seguire il ritmo delle ore, una alla volta, con pazienza e speranza. E se un'ora pare una meta troppo ambiziosa, accontentiamoci di sgranare i minuti, come una lunga corona del rosario.

L'intervista di Ambretta


Ecco la bella intervista, apparsa stamani sul quotidiano La Prealpina, realizzata dalla collega Ambretta Sampietro e dedicata a Sergio Cova e al suo romanzo giallo 'Tutti colpevoli'.

Assolviamo almeno Sergio


ASSOLVIAMO ALMENO SERGIO

Sergio Cova: chi è costui? Un giovane varesino che ha avuto la testardaggine, l’abilità, la pazienza, il coraggio di scrivere un romanzo giallo, e –non pago i ciò- ha avuto anche l’ardire di pubblicarlo. Non è poco. Inoltre è un mio ex alunno Vidoletti, grande sportivo e aspirante scrittore. Titolo del suo romanzo: ‘Tutti colpevoli’ (Pietro Macchione editore). Un titolo che toglie suspance: nessuno si salva. Un titolo con risvolti di profonda verità esistenziale: chi può scagliare la prima pietra? Chi può giudicarsi totalmente innocente? Riuscirà il commissario Scalabrin a scovare i tanti colpevoli? Premessa: il romanzo non l’ho letto ma andrò giovedì 26 gennaio (ore 18, libreria Feltrinelli) alla presentazione. Sono curioso, benché non ami il genere. Di Sergio ho però letto i suoi primi racconti, brevi e brevissimi, e allora mi sento di dire questo. A mio avviso gli aspiranti scrittori si dividono in tre categorie: i geni (lo si capisce subito, ma sono una rarità assoluta), i velleitari (e non sapranno mai scrivere bene) e gli scrittori che hanno un po’ di talento, ambizione, bisogno di scrivere per il pubblico ma anche per se stessi. Sergio Cova appartiene al terzo gruppo, la stoffa c’è ma la scrittura è anche mestiere, fatica, arte innata ma insieme da apprendere. Sergio è all’inizio, gli auguro di trovare dentro di sé sempre le motivazioni per non mollare e l’umiltà di non montarsi la testa, la capacità di perseverare senza farsi demotivare dagli insuccessi e la saggezza di non giudicarsi mai un arrivato. Anche avesse successo di pubblico e di critica. Esito che ovviamente gli auguro, ma che non è affatto scontato. Registro che non è il primo caso di un mio ex alunno che pubblica un romanzo: già lo hanno fatto Michele Gazo e Maxim Garavaglia.