lunedì 13 ottobre 2008

Ma chi se ne frega

Più sotto leggerete un mio giudizio non proprio lusinghiero nei confronti dell'eminente Eugenio Scalfari. Sono stato forse un po' troppo severo, soprattutto perché conosco poco o nulla il grande giornalista, e mi sono basato solo sulle parole ascoltate in una sera. Quindi parziali. E poi non sono abituato a dare giudizi definitivi e severi. Però una cosa davvero mi ha sorpreso del suo dire. Posso capire che uno non creda in Dio, che non ne escluda l'esistenza ma che per lui tale esistenza non sia determinante. Posso capire che uno non senta il bisogno di pregare, non abbia necessità di soccorsi trascendenti. Però la nostalgia di Dio o di un dio qualsiasi; il piacere di pensarlo esistente. La speranza che la vita non finisca mai. La meraviglia di fronte ad uno spettacolo che non può essere umano... Insomma, non si può arrivare a dire (non virgoletto, ma il segmento di senso era questo): Dio? C'è? Non c'è? Ma chi se ne frega!
carlo.zanzi@tele2.it

Enrico e Bobo

Enrico Ruggeri e Roberto Bobo Maroni: bell'incontro ieri nell'ambito del Premio Chiara. Due personaggi di successo che sanno vivere il successo con leggerezza, senza prendersi troppo sul sero. Mi pare una corretta lettura del senso della vita. Mi sembra saggezza. Miei coetanei con passioni ancora giovanili e gusto per l'ironia. Che sanno raccontare con sincerità il loro vissuto. Ruggeri ha detto fra l'altro che ogni storia meriterebbe una sceneggiatura. E concordo. Non ci sono vite noiose. Vedo piuttosto uno spreco, nel senso che la maggior parte delle vite resta anonima, mentre meriterebbe più pubblicità. E poi Ruggeri ha confermato una mia idea: non si crea senza emozione, se non c'è alla base uno stato d'animo da mare mosso e non da calma piatta. Non si crea senza soffrire almeno un po'.