mercoledì 15 settembre 2010

Un Premio Chiara da premiare

Conferenza stampa, stamani, per presentare il ricco programma del Premio Chiara 2010 (in foto, una serata dell'edizione 2009). Un programma all'altezza, curato come sempre da Bambi Lazzati, da Romano Oldrini e dai loro collaboratori (fra gli altri, Mauro Gervasini e Matteo Inzaghi). Sono onorato di far parte (da dieci anni ormai) della grande famiglia del Chiara, invitato da Gottardo Ortelli, che qui voglio ricordare; a me non spetta organizzare gli eventi, ma leggere (come giurato) le raccolte di racconti in gara, lavoro che ho svolto in primavera. Rispetto agli eventi del 2010, vi rimando al programma (si veda sul sito www.festivaldelracconto.it). Dirò solo che si spazierà dalla narrativa alla poesia, dalla filosofia (Carlo Sini) alla psicologia (Gustavo Pietropolli Charmet). E poi Francesco Guccini (3 ottobre), Sergio Bonelli, 'papà' di Tex Willer (24 settembre) e tanto altro. Fra fine settembre e ottobre, nessun varesino potrà dire: non so cosa fare stasera.

Ma che Alberto

Pensando ai varesini morti sul Monte San Martino, nella lotta contro i nazifascisti, osservando il monumento che per loro è stato edificato sulla cima del monte (foto) mi chiedevo perché mai si debba andare a scomodare Alberto da Giussano, quando gli eroi li abbiamo fuori dall'uscio di casa. E perché mai si debba andare sino alla sorgente del Po, immischiandosi in riti pagani fatti di acque 'sacre', ampolle e laiche benedizioni. Per noi, 'padani' di Varese, credo sarebbe meglio salire una volta all'anno al sacrario del San Martino.

Gli eroi del San Martino

Probabilmente non salirei tutti gli anni al San Martino, se non fosse per onorare gli eroi, che su quella montagna, alta 1087 metri sul livello del mare, che domina la Val Cuvia, persero la vita, trucidati dai nazifascisti nell'epica battaglia del 13-15 novembre 1943. Fra le prime battaglie della resistenza, ebbe un esito sfortunato per i varesini coinvolti, ma fu uno fra i primi segnali che la ribellione poteva dare frutto. Quanto meno testimoniò che c'era gente disposta a morire, per la libertà. Ricordarli è davvero il minimo che possa fare.

in foto: la chiesetta sul San Martino in culmine

Salita al San Martino

Una volta all'anno salgo in bici al San Martino. Per due ragioni: perché è una bella salita, e per onorare la memoria degli eroi del San Martino, partigiani morti nella battaglia del novembre 1943. Per quanto riguarda l'aspetto sportivo, si tratta di una salita impegnativa, tanto che viene disertata dai cicloamatori locali. Si sale da Cuveglio, e sino a Duno è una passeggiata, con pendenze morbide. Ma da Duno e per 3-4 km la strada si impenna e bisogna salire sui pedali. Arrivati ad un bivio con curva secca a sinistra, la strada si addolcisce, c'è anche un tratto in discesa. Ma la via è ancora lunga, sebbene la pendenza sia più lieve. Tenetevi però un po' di forza, perché gli ultimi 100 metri prima della chiesetta sono un muro, e non si vorrà mettere giù i piedi proprio a quel punto!