lunedì 14 settembre 2009

Capriolo o stambecco?

Mi giungono dal mio amico-collega Enrico Piazza (probabilmente il solo, in Varese, che sta all'aria aperta come se non più di me) due segnalazioni di errori sul mio blog. Primo: quello da me segnalato tempo fa (vedi foto) non è un capriolo ma uno stambecco femmina. Inoltre, nel post su Mike Bongiorno, sempre il prof mi fa notare che il grande Mike è sì stato in vetta al Cervino, ma lassù condotto da un elicottero e non con le proprie gambe, gambe che invece hanno portato Enrico sulla cima della nota e affascinante vetta alpina. Non indago oltre e mi fido. Correggo e ringrazio l'amico-collega, grande sportivo e -cosa a me sconosciuta- anche grande esperto di ungulati.

Vanità e affanni

Ieri ho visto 'Vanità e affanni', uno degli ultimi film di Ingmar Bergman, del 1997, pensato e girato sulla soglia degli ottant'anni. 'Una parabola sulla vita, la morte, la pazzia e l'arte' recita il sottotitolo.
Un film estremamente ermetico. E l'ho già notato più volte: i registi (gli scrittori...) più invecchiano più si complicano la vita, offrendo lavori complessi oltre ogni comprensione dei più. Perché mai? Paura di ripetersi? Voglia di originalità? Desiderio di strafare, di superarsi, di ricapitolare in un solo lavoro il materiale di una vita? Secondo me la vita, andando in là, dovrebbe regalarti semplicità. Via via si sfronda e resta poco, ma ciò che davvero regge tutta la casa.