giovedì 8 gennaio 2009

La morte in FDA


Cominciamo col dire che la foto che vedete nulla ha a che spartire con quanto scriverò, se non perché abbiamo una data di nascita e di morte. Nel bel libro 'Il Vangelo secondo De André' (vedi sotto) l'autore, dopo aver letto tutti i testi, segnala le tre parole più ricorrenti nelle 128 canzoni di Fabrizio: amore (165), morte (96), Dio (88). Come faccio a non provare empatia e simpatia per questo poeta, cantautore che ha fatto delle tematiche essenziali, ultime, esistenziali per eccellenza il piatto forte della sua arte?

Ciao, Fabrizio

Dieci anni fa moriva Fabrizio De Andrè. E' stato voce, canto, parole della mia adolescenza. E ancora oggi la sua musica mi accompagna. Da giorni risento le sue canzoni. Poco fa ho messo Nancy, forse ancor più bella di Via del Campo, e mi sono commosso. La commozione non si spiega, si prova. Credo si debba ringraziare chi sa farci commuovere. E ringrazio mia figlia Valentina, che ha portato in casa 'Il Vangelo secondo De Andre, libro scritto da Paolo Ghezzi, edito da Ancora. Ve lo consiglio.

Correva l'anno 1985

Se penso a una nevicata storica, torno al gennaio del 1985, per me storico anche perché è nata la mia prima bambina, Valentina, proprio nel cuore della nevicata epocale. Tutto iniziò domenica 13 gennaio, nel primo pomeriggio: poca roba. Si veniva da giornate di gran gelo. Lunedì 14 ne scesero 25 centimetri. Martedì 15 gennaio il top: 60 centimetri. Mercoledì 16, giorno della nascita di Valentina, 32 centimetri. Infine giovedì 17, altri 5 centimetri. Le scuole rimasero chiuse tre giorni, da giovedì a sabato. Venne il sereno e la neve ghiacciò. In quel gennaio del 1985, scesero 154,5 centimetri di neve: un record.
Oggi, qui in città, stiamo vivendo il tempo meno nobile della recente nevicata: piove, la neve si sta sciogliendo ma soprattutto si sta sporcando. L'incanto s'è perso.
Come per una bella donna, la neve, quando è bella, vuole pazienza. Bisogna ammirarla stando fermi. La bellezza è pretenziosa, capricciosa. Certi spettacoli costano.