martedì 30 agosto 2011

L'Idrolitina

Comincio ad avere, mio malgrado, ricordi stagionati, cioè ricordi che bisogna avere almeno cinquant'anni, altrimenti si ignorano certe cose. Le bustine dell'Idrolitina, ad esempio. Quand'ero ragazzo per rendere gasata l'acqua c'erano le due bustine dell'Idrolitina, una azzurra e una rossa. Bisognava mettere prima una e poi l'altra, nell'ordine giusto (non ricordo più quale fosse la prima) e poi bisognava chiudere subito la bottiglia, per evitare che la violenta reazione chimica facesse tracimare l'acqua. Succedeva che nel mettere le polverine magari ne rimaneva un po' sul bordo della bottiglia e allora bisognava essere velocissimi per farla scendere giù, se no l'acqua usciva. Poi è arrivata la bustina unica.

in foto: il torrente che scende dall'Alpe Veglia, in prossimità di San Domenico di Varzo

Lettera ai giovani

Cari giovani, lo so che siete ancora stanchi e che vorreste altre vacanze, ma il tempo delle ferie è finito. All'inizio del'estate vi avevo consigliato di godervi le ferie, non dedicando troppo tempo ai cosiddetti compiti delle vacanze. Le ferie sono ferie, e la formica (così previdente, così solerte) è anche un po' antipatica. In estate viva le cicale. Ma anche le cicale alla fine stancano, il loro canto annoia. Bisogna essere un po' l'una un po' l'altra. E' giunto il tempo della formica.

in foto: riposo all'Alpe Veglia

Colori

Colori nella pietra. Sullo sfondo, il Monte Leone.

Quanta sete

Quanta sete nel mio cuore, solo in Dio si spegnerà....

Dei cinque brani che ho imparato all'organo (sto imparando a fatica il sesto), quello dal titolo QUANTA SETE NEL MIO CUORE è forse il mio preferito. Esprime il bisogno di un Dio, qualunque esso sia. L'umano, comprensibilissimo, vitale bisogno di andare al di là delle cose, nella speranza che non sia già tutto finito.

in foto: cascata nei pressi del rifugio CAI Arona, Alpe Veglia