giovedì 30 agosto 2007

Italiano e varesino


Riflettevo circa il mio amore per Varese, non disgiunto dal mio vanto d'essere italiano. Non sono certo fra coloro che esaltano la vicina Svizzera, né i lontani States. Localista e insieme nazionalista, forse ancora poco europeista, sebbene un cristiano dovrebbe avere visioni ampie e non ristrette. Poi m'è capitata sotto gli occhi questa foto del tricolore, che ho scattato durante la Coppa dei Giovani, gara internazionale di canottaggio che si è disputata alla Schiranna qualche settimana fa. E nel tricolore ho colto una spiccata varesinità: il bianco e il rosso, colori del borgo, e il verde, il tanto verde del luogo che mi ostino a chiamare Città Giardino, nonostante l'incuria di molti. Sarò anche banale e fuori dal tempo, ma la cosa mi ha fatto piacere.

martedì 28 agosto 2007

L'estate sta finendo


L'estate sta finendo. Ohimè. Anni fa i Righeira, coppia della canzone italiana, cantavano: "L'estate sta finendo, e un anno se ne va. Sto diventando grande, lo sai che non mi va...." Eppure ogni stagione, dell'anno e della vita, ha le sue gioie. Anzi, mi sembra che diventare grandi non regali solo maggiori responsabilità, acciacchi, grane da risolvere eccetera; mi pare che diventar grandi significhi anche imparare ad apprezzare, a gustare, a centellinare, a vivere felicità forse meno intense ma più durature. E allora non può non venirmi in mente, no, non grandi poeti o scrittori, ma il nostro poeta bosino Natale Gorini, che nella sua bella poesia 'Vècc e giùvin', vecchi e giovani, ripete fra le strofe che la giovinezza è una qualità dello spirito, più che una caratteristica anagrafica. E Natale conclude (traduco direttamente): "Chi l'ha detto, che il meglio della vita non può ancora arrivare?" Bravo, Natale! Attendersi il meglio è lecito, ad ogni età.

venerdì 24 agosto 2007

Marco Giovannelli, dieci e lode


Dal 6 al 9 settembre, in località Schiranna (ex pista di go-kart), si svolgerà la 4^ Festa di Varesenews, ancor più solenne perché il primo quotidiano informatico di Varese festeggia i dieci anni di vita. Marco Giovannelli (siamo insieme nella foto di Silvia D'Ambrosio, alla presentazione di AgendaVarese2007) e la sua equipe si stanno facendo in 4, in 8, in 16, come sempre, per organizzare, pensare, creare qualcosa di nuovo. Io clicco su http://www.varesenews.it/ almeno 3-4 volte al giorno. E' utile, gratuito, bene informato, notizie in tempo reale, è una compagnìa, una necessità professionale, un bisogno dettato dalla curiosità e dalla voglia di partecipare alla vita cittadina. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo un simile giornale...e Marco, in effetti, ci ha già pensato.

mercoledì 22 agosto 2007

Requiem per Claudio Chieffo


Vado a periodi. Ogni dieci anni circa mi torna la voglia di suonare la chitarra. Ora è uno di quei periodi. Anche per questo forse mi sono lasciato coinvolgere maggiormente dalla morte di Claudio Chieffo, qualche anno più di me, senz'altro l'autore di canti religiosi più noto d'Italia. Andai a sentirlo tanti anni fa, al teatro di Azzate. Per anni io, come tantissimi altri giovani, ho cantato le sue canzoni, soprattutto con gli amici della comunità Shalom ma anche da solo, voce e chitarra. L'ho visto, Claudio, alla tele, gà malato, dire frasi di gioia e di speranza, come di gioia e speranza è ricca una delle sue prime canzoni, composta a 18 anni, che ho cantato centinaia di volte: "Non so proprio come far, per ringraziare il mio Signor..." Così oggi ho preso la chitarra è l'ho cantata, a lungo, salutando Claudio che me l'ha regalata.

sabato 18 agosto 2007

ecco la foto della scuola


ritento, cercando di inserire la foto della scuola elementare 'Cairoli', che prima è scappata via

scuole elementari

Ecco in foto la scuola elementare 'Cairoli' di Biumo Inferiore, a Varese, scuola che ho frequentato dal 1962 al 1967. In cinque anni ho cambiato 5 maestri: Buizza, Spotorno, Pappafava, poi la più carina (ma non ricordo il nome) e infine il mitico maestro Visconti, che andava di bacchetta ma era un ottimo insegnante. Pur abitando a trecento metri dalla scuola, alle 7.30 ero già lì, davanti al negozietto 'Carla', una cartoleria. Qualche volta compravo le figurine e giocavo con gli amici, ma più spesso me ne stavo solo, in silenzio, a godermi lo spettacolo della vita che rinasce, dopo la notte. Tenevo tutto dentro, poi ho imparato, soprattutto dalla fine del 1976, a scrivere, regalando ad un foglio di carta le mie confidenze. Altri 31 anni se ne sono andati da allora, e scrivo ancora, come Forrest Gump che correva senza posa. Arriverà anche per me il giorno che mi fermerò, dicendo: "Sono un po' stanchino!"

mercoledì 15 agosto 2007

Cappello d'alpino


Dal 1996, il giorno di ferragosto, prendo la bici e il mio cappello d'alpino e salgo al Campo dei Fiori, per partecipare alla Santa Messa che gli alpini varesini preparano lassù, alle Tre Croci. E' uno dei tanti riti della mia vita. Salvo rarissime eccezioni, è anche la sola volta che tolgo dall'armadio il mio cappello d'alpino. Mi vanto di essere un 'vecjo', anche se non sono iscritto all'ANA e non partecipo alle iniziative, salvo a questa dell'Assunta. Il mio anno di naja (settembre 1978-settembre1979) si è consumato fra Merato e Malles Venosta, e qui in foto il cappello mostra la penna con nappina rossa del btg Tirano, lo stemma con zampa d'aquila sempre del Tirano, le mostrine, l'aquila del 5° alpini. Il mio incarico: mortaista. Ringrazio gli alpini soprattutto per uno stupendo corso sci, un mese al passo del Tonale. Molto meno per i campi (soprattutto quello invernale), il nonnismo e tant'altro. A quei tempi là c'erano ancora i muli. Ho fatto molto sport, in quell'anno, ho consumato tanta pazienza e ho preso un gran freddo, tant'acqua e una Messa in tedesco, Santo Natale 1978. Non so bene il perché, ma ci tengo al mio cappello d'alpino.

mercoledì 1 agosto 2007

Sarti, Burnich, Facchetti...


Dal 1961 al 1981 ho abitato in viale Belforte 10/M a Biumo Inferiore, quartiere ex Costanzo Ciano, oggi Garibaldi. Edificato negli anni del fascismo, residenza soprattutto di dipendenti statali ligi al fascio, l'appartamento era di mio zio Mario, maestro e poi imprenditore. Linee essenziali, spartane, con una facciata, quella che vedete in foto, che ancor'oggi, come allora, porta la detestabile scritta W Milan. E' ancora uguale, resiste al tempo, pugno allo stomaco per chi, come me, proprio in quegli anni Sessanta ha amato (e ama ancora) la grande Inter. Ecco la formazione che vinceva tutto, che mi ha fatto sognare, che non ho mai tradito: Sarti, Burnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso.