lunedì 16 giugno 2008

Disperati


Ieri sera ho visto il film 'Questo non è un paese da vecchi' dei fratelli Cohen (la foto del dipinto di Guttuso al Sacro Monte ha senso, perché alcuni protagonisti messicani erano simili al Giuseppe, immaginato dall'artista siculo). Bel film, ben fatto, coinvolgente, violento, sangue a secchi e, soprattutto, senza una goccia di speranza. Nemmeno il lieto fine, tipico dei film americani di un tempo, con la consolazione della morte dello psicopatico assassino. Un film disperante. E con una menzogna: far passare l'eccezione per la norma, la brutalità del mondo della droga per il destino di un'intera umanità. In cammino verso il baratro. Senza vie di fuga. Senza alcuna speranza, insomma. Questo è il cinema e questa è la narrativa. Leggendo le raccolte di racconti, in gara per il Premio Chiara, si ha netta l'idea che si scrive della patologia del mondo, e non della sana normalità di quasi tutti. L'arte non riesce a trovare un equilibrio fra il bene e il male, fra il bello e il brutto. E il male vince. Sempre. Mi pare una menzogna, che fa male, soprattutto ai giovani.