lunedì 30 aprile 2012

Angelus



La panca in pietra della cima del Campo dei Fiori (cima del cannoncino) è luogo privilegiato delle mie preghiere. Lì è nato anche un racconto breve e questa poesia, scritta nel settembre del 2006 e già pubblicata nel libro ‘Profili-Varese in pensieri, parole immagini e omissioni’ (con foto di Carlo Meazza).


Angelus

I campànn dra Madòna dul Munt bàsan mezzdì;
Angelus dul Signùur, campànn in festa:
Castèll Cabiaij, Brinsc, Velà, Fujee, la Rasa,
surèll che ciciàren un cant dal pian al ciel.

Setèmbar, vùus giuiùus sü al Camp di Fiùur
rampègan dent i fò, i castàn, i pìin
e vann innanz, sa mes’cian cunt i nìul,
par cantà la so gloria al Pà dul mund.

Sdraià sùra la prea, i öcc sarà,
a cüntà i culp dul cöör, i bòff dul fiàa,
maseràa sura 'l grupùn dul Camp di Fiùur,
trövi in festa i campàan dul me paés.

S’ciòpa la lüüs du la vöia da pregà
parché ul Signùur al gh’è e ‘l vèed e ‘l sa.
Fann citu, dàsi dàsi, i mè campànn
e ‘l vent ligéer, adèss, gh’ha la Sò vùus.

 settembre 2006



Angelus

Le campane della Madonna del Monte baciano mezzogiorno ;
Angelus del Signore, campane in festa:
Castello Cabiaglio, Brinzio, Velate, Fogliaro, la Rasa,
sorelle che chiacchierano un canto dal piano al cielo.

Settembre, voci gioiose sul al Campo dei Fiori
S’arrampicano dentro i faggi, i castani, i pini
e vanno avanti, si mischiano con le nuvole
per cantare la gloria al Padre del mondo.

Sdraiato sopra la pietra, gli occhi chiusi,
a contare i colpi del cuore, i soffi del fiato,
bagnato sopra la groppa del Campo dei Fiori,
trovo in festa le campane del mio paese.

Scoppia la luce della voglia di pregare
perché il Signore c’è e vede e sa.
Fanno silenzio, adagio adagio, le mie campane
e un vento leggero, adesso, ha la Sua voce.

                                                              

Verso Londra 2012 (27 luglio-12 agosto)

Le primi Olimpiadi che ricordo sono quelle di Tokyo 1964. Avevamo da poco acquistato la piccola televisione, ho in mente rare immagini in bianco e  nero, Avevo 8 anni e già una grande passione sportiva. Amavo e praticavo soprattutto il calcio, l'anno dopo avrei iniziato la mia attività agonistica nella ginnastica artistica. E forse fu proprio ammirando Gianfranco Menichelli (oro al corpo libero) che mi innamorai di quello sport. In foto: Abdom Pamich, vincitore della 50 km di marcia a Tokyo 1964. Ricordo poi il grande Abebe Bikila, vincitore della maratona. Guardando il leggendario atleta etiope mai avrei pensato che, quasi quarant'anni dopo, anch'io avrei corso una maratona.

Manutenzione

Agli inizi del 2010 abbiamo acquistato quest'auto, che dopo pochi giorni (credo di aver stabilito un record) è stata investita da un camion (vedi foto), non per colpa mia. Naturalmente l'abbiamo rimessa subito a nuovo, per nascondere la ferita. Poco dopo un posteggio maldestro di mia figlia ha gravemente acciaccato una portiera, ma non l'abbiamo fatta sistemare e da due anni andiamo in giro con l'auto 'ferita.' Per vari motivi, anche economici, ma almeno per me vi è un'altra ragione 'filosofica': abituarsi ad un mondo acciaccato. C'è stato un tempo della mia vita durante il quale aspiravo alla perfezione, in tutto, quindi ero stressato perché -come è noto- la perfezione non esiste e il rincorrerla può essere molto dannoso per la salute. Oggi non dico che ignoro del tutto una seppur minima e necessaria manutenzione delle cose, ma lascio correre su molto, accetto che il rubinetto perda un po', che l'auto sia ammaccata, che le pareti non perfettamente imbiancate, che il collo della camicia un po' sciupato. Lo sappiamo in partenza: è una scelta perdente quella di tentare una manutenzione continua, puntuale, sicché nulla sia in disordine. Provoca nevrosi e continuo senso di insoddisfazione. E' una corsa che non ha traguardo.  

domenica 29 aprile 2012

Cimberio Varese-Vanoli Cremona: 78-66

Show delle triple, stasera, al PalaWhirlpool: con simili percentuali da 3, e una buona difesa, non ci sarà tanto da dannarsi sotto canestro. Comunque la Cimberio parte male e al termine del primo quarto è sotto di 7. Poi il riscatto, le 'bombe' e una difesa più accorta: + 6 a metà partita. Ecco poi Rok Stipcevic che si esalta: 6 su 8 da tre, un devasto. Ma gli altri lo imitano, sicché si arriva a + 11 alla fine del terzo quarto. Cremona non si arrende e si fa sotto, ma per poco, non si avvicina mai oltre i dieci punti, lo show continua e si finisce 78 a 66. I play-off sono conquistati: il PalaWhirlpool applaude e ringrazia.

Carola sul green

Già ho accennato qui alla mia alunna Carola, di prima media, abile nel golf. Oggi trovo su un inserto speciale del quotidiano La Provincia un'intera pagina dedicata a lei: si vede che gioca davvero bene. Complimenti!

Fede e dubbio

A rendere il reverendo Merril infinitamente più attraente era il fatto che era pieno di dubbi. Esprimeva i nostri dubbi in maniera comprensiva ed eloquente....Sebbene conoscesse tutte le migliori -o almeno le meno noiose- storie della Bibbia, il reverendo Merril era simpatico soprattutto perché ci assicurava che il dubbio è l'essenza della fede, non già l'opposto di essa....


John Irving  -  Preghiera per un amico

Accadde...un anno fa

in foto: maggio 2011, provinciali dei GSS di atletica leggera cadetti a Busto Arsizio, prima la Vidoletti nella staffetta 4x100 femmine


MAGGIO 2011  

Domenica 1 maggio 2011 – sereno
Festa del primo maggio baciata da una stupenda giornata di sole, a Varese ma anche a Roma, dove oggi è stato beatificato Papa Carol Wojtyla. Per assistere alla beatificazione di Giovanni Paolo II, a soli sei anni dalla morte, sono scesi nella Capitale circa 2000 varesini, dei quali 800 del movimento di Comunione e Liberazione.

Lunedì 2 maggio 2011 – variabile, coperto, pioggia serale
Aveva solo 9 anni Martina, una ragazzina di Lavena Ponte Tresa che è morta domenica nella notte, nel suo letto, per cause naturali. Stava dormendo. I medici non sanno darsi altra spiegazione. Ad un certo punto ha smesso di respirare. I suoi genitori hanno deciso di ricordare la loro bambina con una iniziativa benefica: ‘Con il sorriso di Martina, coloriamo la pediatria di Cittiglio’. Un gesto di grande sensibilità.

Martedì 3 maggio 2011 – variabile, mite
Stefano Tagliacarne, Cristiana Vannini e Linda Bigatti, giovani architetti under 40, hanno vinto il premio ‘Ca Pozzi’ per le idee innovative. Hanno progetto una villetta superecologica, che verrà realizzata nella zona di Luino. Sarà edificata in soli 4 mesi, e costerà 1500 euro al metroquadro. Si tratterà di un complesso residenziale di 20 unità monofamiliare.

Mercoledì 4 maggio 2011 – variabile
112: il numero di emergenza unitario, voluto dal Ministro degli Interni Roberto Maroni in via sperimentale a Varese, entro il 2011 sarà esteso a tutta la Regione Lombardia. Lo ha annunciato il Ministro Maroni, durante una visita alla centrale operativa della questura varesina. Sono stati trovati i fondi per questo progetto.

Giovedì 5 maggio 2011 – variabile, sereno
Poiché la comunicazione del loro arrivo è arrivata in ritardo, non vengono ospitati in un Centro di accoglienza gallaratese 48 profughi, inviati a Gallarate dal Ministro Bobo Maroni. Sono quindi costretti a passare la notte seduti nei pulmini. E monta la polemica, soprattutto fra Pdl e Lega che, come si sa, a Gallarate sono rivali. Rimpallo delle responsabilità, con il mondo cattolico che guarda con disappunto ciò che è successo.

Venerdì 6 maggio 2011 – sereno, variabile
Maratona di nuoto stamani nella piscina della Robur et Fides. Per festeggiare i 50 anni di vita, infatti, la Scuola Europea ha organizzato diversi eventi, fra i quali questa maratona di 50 km, nuotati da alunni, ex alunni e professori nelle sei corsie della piscina di via Marzorati. Presente anche il mitico prof. Cattaneo, ex docente di educazione fisica, classe 1936.

Sabato 7 maggio 2011 – sereno
Domani avrà inizio il Palio Bosino, con la Messa solenne in basilica e il corteo storico per le vie del centro. La Famiglia Bosina annuncia che la Girometta d’Oro 2011 verrà assegnata alla giornalista Anna Maria Gandini, che ha di recente ricevuto la medaglia per i suoi 50 anni appartenenza all’ordine dei giornalisti. La Gandini è autrice da tanti anni della rubrica ‘Cara Varese’ sul quotidiano La Prealpina.







A ruota libera


A RUOTA LIBERA

Noemi Cantele, di Arcisate, è senza dubbio la miglior ciclista che la provincia di Varese abbia mai regalato all’italico mondo delle due ruote sottili. Basti citare le due medaglie ai Mondiali di ciclismo di Mendrisio 2009, ma molto altro si potrebbe aggiungere, altre vittorie si potrebbero elencare. Noemi è un personaggio anche quando scende dalla bici e si siede a ragionare, diremmo a studiare. Sì, la Cantele è la dimostrazione di come si possano conciliare sport e studio, passione agonistica anche professionistica a visione lungimirante sul futuro, quindi studi universitari, affinché quando si appenderà la bici al chiodo non ci si troverà con coppe, medaglie, ricordi e poco altro. Noemi sa far girare le ruote della bici da corsa ma sa anche parlare a ruota libera, ed è proprio questo il titolo (a ruota  libera) dell’incontro che gli organizzatori del Memorial Fabio Aletti hanno programmato per sabato 5 maggio 2012, alle ore 21, nel salone parrocchiale di piazza XXVI Maggio a Biumo Inferiore. E’ questo il primo dei due incontri (il secondo è per il 25 maggio, con il giornalista Nando Sanvito) che serviranno da introduzione al Memorial Fabio Aletti, torneo di basket 3 contro 3 (giunto alla settima edizione), pensato per ricordare Fabio Aletti, “un ragazzo come tanti altri (si legge sul depliant di presentazione) con la capacità di mettere la passione per affrontare le sfide della vita, nello studio e nello sport, nelle attività educative e in quelle caritative.” Ma sul Memorial (in calendario dal 21 al 24 giugno) torneremo più avanti, qui restiamo su Noemi e sulla chiacchierata di sabato sera, senz’altro una sorpresa in positivo per coloro che conosco la Cantele solo nella versione in maglietta e caschetto.

L'età preziosa

La mia diventa un'età preziosa, quando sa farti cogliere l'immenso valore di ogni singolo respiro.

Caterina

Tanti auguri di buon onomastico, cara Caterina...a te e a tutte le Caterine (da Siena) che conosco, non molte, in verità.

sabato 28 aprile 2012

Romanzi e racconti

Il mio amico poeta Arnaldo Bianchi mi segnala una citazione da Niccolò Ammaniti (foto da Google immagini) che sento molto mia, che mi appartiene, vivendo io l'esperienza di scrivere romanzi e racconti: "I romanzi sono come montagne da scalare" dice il noto scrittore "c'è bisogno di luce che ti aiuti il più possibile a rendere chiaro il percorso....Scrivere è come andare in  bicicletta, all'inizio è una fatica tremenda, poi è come quando pedali: più ci dai dentro, più corri..." Ma mi ritrovo soprattutto quando Ammaniti parla di racconti: "Il racconto è chiuso in uno scatto, una scossa, un lampo. Non necessita di grandi intrecci, non devi star lì a sviluppare la psicologia di un personaggio. Basta una trovata geniale, una porta che si apre su una scena imprevista...."
Il racconto è più simile alla poesia.
Il romanzo richiede la pazienza del tessitore.  

Certo.....

Certo, avremmo tutto il diritto di protestare, visto che siamo venuto al mondo con scelta del tutto arbitraria e priva del nostro libero assenso. Protestare dal primo pianto all'ultima campana. Ma ne vale la pena? Visto che siamo in ballo, dobbiamo ballare. E ballare significa, per me, non avanzare nessuna pretesa sulla vita, non aspettarsi nulla come nostro diritto acquisito, ma ringraziare per ogni goccia di gioia. E' una gioia rubata al peggio che ci potrebbe capitare? Certamente sì, ma trovatemi voi un  modo migliore per stare al mondo.

in foto: la campanella sulla cima del monte Massone

venerdì 27 aprile 2012

Dal barbèe


Ricordo molto bene quando è nata in me questa bosinata, cioè poesia dialettale allegra, ironica. Era il mese di dicembre del 2007, avevo voglia di ridere, e allora ho pensato a Speri della Chiesa Jemoli, a Natale Gorini (maestri delle bosinate), mi sono detto: “Perché non scrivi una bosinata? Così magari, se ci riesci, ridi un po’.” Così è nata ‘Dal barbèe’. Bè, magari non mi ha fatto proprio morire dalle risate, ma sorridere sì. Ed è già qualcosa.

Dal barbée


Butéga da barbée, saran stai i des
d’un dì d’inverno, gerà me’n tòcch da giazz.
Gh’è ‘n vecc setà giò lì, dò volt al mées
al và dall’Umbertùn, mèzz malcapàzz.

“Pö dìsan che nün vecc sèmm la sagèza!”
“Parché? Sètt mia dacòrd?” diss l’Umbertùn.
“Ma sa fa a vèss dacòrd, l’è ‘na stranèza
pensà ca i ann ta dann sudisfaziùn.

Damm a tràa e tàas: ga vedi ‘me‘n trapùn
da quij bèi sguerc, ul pegg da la sò raza;
süti a cambià i ugiàa, visìn, luntàn,
pö ma scunfùndi ul Pèpp cunt ‘la Tognàza.”

Prepàra l’Umbertùn ul sò mestée,
un fiö cal sa ‘l dialètt al rid surniùn.
Ciàpa fiàa quèll vegétt, lì dal barbée
e pö tàca a cantà la sò canzùn:

“Ma döör un brasc, ‘na gamba e la dentèra.”
“O la Martina, te sètt propri rott!”
“Tàas ca l’è mia finìda. Quand vegn sira
 mi gh’ho la tremarèla, e ‘n rebelòtt

da scalmànn, penséer, paür e cöör cal bòfa.
Ma disèdi da nott tri o quàtar volt.
Da giùin i me sögn evan dònn biòtt,
mo, sa va ben, a sögni pü nagòtt.”

“Madona benedèta, te finì?”
dumanda l’Umbertùn, cunt ul penèll.
“Finì cusè. Anmò da incumincià
a cüntà sü ul bel güst du l’invegiàa.”

E giò ‘na sumenàva da magàgn,
i dulùur sèmpar svelt da lünedì
e pö i màa di altar dì, e l’ venerdì
Calvàri preferì da tücc i dagn.

“Fa adàsi, barbèè, cunt la tò lama”
a fa ul vegètt, cal cüra i sò cavèj,
quàtar da nümar, sùra ‘n cò pelà.
“Vöri tegnji da cünt, ti fa ‘l tò mèi.”

Pö ‘l vegètt fa la mòsa da partì
cunt n’altra sarasìna da dulùur.
“Pütòst” a dis l’Umberto, “fàmm capì”
e ciàpa in man i ròbb dul so laùr.

“Te menziunà magàgn da chi e da là.
Ta döör stòmigh, fìdigh, urègia e barbarèll;
mò sunt curiùus: e adèss, che l’atrèzz là
fà cìtu perché mòrt o l’è anmò bèll?”

“Tàas, Umbertùn, te gh’hétt un fiö in butéga”
e vàrda da la pàrt dul giuinòtt.
“Pènsa par ti, a lü sa gha ne frèga,
sa ta vörett che sapia: ul nost dialètt?”

E alùra quel vegètt sa inurguglìss:
“Me car barbée, a cünt da quéla part
pödi dì ca la fadìga ad ingrigìss;
vìscura ‘mè’n pessìn: presèntat, arm!”

L’Umbertùn fa la mòsa da chi al pènsa:
‘Càscia no bàll, ca a la tò età fann rìid.’
“Amìis barbée, cünti no bàll, la scienza
ta regàla ‘l bumbùn cal fa surìd.”

Ma la fàcia al vegètt la sa scürìss:
“Anca chi, Umbertùn, l’è mia Natal.
Ta dànn ‘na pilulèta e lü ‘l guarìss,
…ma tröva la manèra da dupr


Dal barbiere

Negozio di barbiere, saranno state le dieci
di un giorno d’inverno, gelato come un pezzo di ghiaccio.
C’è un vecchio seduto lì, due volte al mese
va dall’Umbertone, una testa un po’ balzana.

“Poi dicono che noi vecchi siamo la saggezza!”
“Perché? Non sei d’accordo?” dice l’Umbertone.
“Come si fa ad essere d’accordo, è una stranezza
pensare che gli anni ti diano soddisfazione.

Ascoltami e taci: ci vedo come una talpa
di quelle belle orbe, il peggio della sua razza;
continuo a cambiare occhiali, da vicino, da lontano,
poi mi confondo il Peppo con la Tognazza.”

L’Umbertone prepara il suo lavoro,
un ragazzo che sa il dialetto ride sornione.
Prende fiato quel vecchietto, lì dal barbiere
e poi riprende a cantare la sua canzone:

“Mi fa male un braccio, una gamba e la dentiera.”
“O la Martina, sei proprio rotto!”
“Taci che non è ancora finita. Quando viene la sera
ho la tremarella, e una confusione

di scalmanne, pensieri, paure e cuore che soffia a fatica.
Mi sveglio di notte tre o quattro volte.
Da giovane i miei sogni erano donne nude,
adesso, se va bene, non sogno più niente.”

“Madonna benedetta, hai finito?”
domanda l’Umbertone, con il pennello.
“Finito che cosa. Devo ancora cominciare
a raccontare il bel gusto dell’invecchiare.”

E giù una seminata di acciacchi,
i dolori sempre svelti del lunedì
e poi i mali degli altri giorni, e il venerdì
Calvario preferito di tutti i danni.

“Fai adagio, barbiere, con la tua lama”
dice il vecchietto, che cura i suoi capelli,
quattro di numero, sopra una testa pelata.
“Voglio tenerli bene, tu fai il tuo meglio.”

Poi il vecchietto fa la mossa di partire
con un altro fuoco d’artificio di dolori.
“Piuttosto” dice l’Umberto, “fammi capire”
e prende in mano gli attrezzi del suo lavoro.

“Hai menzionato acciacchi di qui e di là.
Ti fa male lo stomaco, il fegato, un orecchio e il mento;
adesso sono curioso: e ora, quell’attrezzo là
sta zitto perché è morto o è ancora bello?”

“Taci, Umberto, hai un ragazzo in negozio”
e guarda dalla parte del giovanotto.
“Pensa per te, a lui cosa interessa,
cosa vuoi che sappia: il nostro dialetto?”

E allora quel vecchietto si inorgoglisce:;
“Mio caro barbiere, in riferimento a quella parte
posso dire che fatica a ingrigirsi;
vitale come un pesce: presèntat, arm!”

L’umbertone fa la mossa di chi pensa:
‘Non raccontare frottole, che alla tua età fanno ridere.’
“Amico barbiere, non racconto bugie, la scienza
ti regala la caramella che fa sorridere.”

Ma la faccia al vecchietto si scurisce:
“Anche in questo caso, Umbertone, non è Natale.
Ti danno la pilloletta e lui guarisce…
ma trova poi il modo di usarlo!”

9 dicembre 2007


Brinzio e l'orienteering

Sono contento per il mio amico Pippo Gazzotti e per gli uomini del Centro Fondo Brinzio, perché il meteo è stato favorevole e stamani potranno vivere le Regionali dei Giochi Sportivi Studenteschi di Orienteering come si deve, in quel di Brinzio, immagino negli spazi dove si è disputata la corsa campestre (vedi foto), cioè nel bellissimo prato della pista da fondo e nei boschi circostanti. Location ideale, posto da favola che senz'altro sarà apprezzato dalle molte scuole lombarde, presenti oggi al paesello.  Se qualcuno vuole andare a vedere, l'ingresso (si fa per dire) è libero.

Felice chi

"Felice chi, semplice, si libra sulla vita e intende il linguaggio dei fiori e delle cose mute." (Baudelaire)

giovedì 26 aprile 2012

Un po' di relax

E dopo la tensione della gara, un po' di meritato relax 

Christian sul podio

Christian Russo, terzo nella velocità 80 metri con il tempo di 10"21

David di bronzo

David Magonara, terzo nei 1000 metri con l'ottimo tempo di 3'12"09

Bene negli ostacoli

Molto bene negli 80 ostacoli: 1^ Camilla Barozzi (14"20), 2^ Sara Bianchi (14"97)

Francesca d'argento

Francesca Marussi, seconda nel vortex con m 39.85

Letizia d'argento

Letizia Molinari, seconda nel salto in lungo con la misura di 4.23

Il bello dell'atletica leggera


Stamani, 26 aprile, la Vidoletti ha vissuto un'altra bella mattina di atletica leggera. Tante gare, molti partecipanti, ottimi risultati. Primi nella fase interdistrettuale sia con i cadetti che con le cadette, che andranno così alle provinciali dei GSS, in programma giovedì 3 maggio a Cairate. Ecco i piccoli atleti con i prof. Piazza e Falzone.

Staffetta cadetti

Staffetta 4x100 cadetti: prima Vidoletti in 51"26. Sul podio Russo, Gatti, Impedovo e Poma.

Staffetta 4x100 cadette

Ecco la staffetta 4x100 cadette della Vidoletti, prima in 55"66: Marussi, Gennari, Barozzi, De Lellis

mercoledì 25 aprile 2012

Benetton Treviso-Cimberio Varese: 55-71

Ho sbagliato le previsioni (vedi sotto), ho previsto un punto a punto sino alla fine e invece la Cimberio ha staccato già al terzo-quarto (45-36) ed ha navigato con una certa tranquillità sino alla fine (71-55). Due punti conquistati al PalaVerde che fanno molto molto comodo, garantiscono l'ottavo posto (con alte percentuali) e fanno sperare in  una posizione anche migliore. Buona difesa, discreto attacco, la Benetton ci è parsa delusa e sfiduciata e non ha stretto i denti sino alla fine. Meglio per noi. Bravi, ragazzi!

Benetton Treviso-Cimberio Varese: 28-29 (metà partita)

Avanti anche di 11, finiamo a metà partita con un 29 a 28 per noi: tutto da rifare. Molti errori, soprattutto di Treviso, e il primo quarto che finisce 16 a 9 per Varese. Poi, come si scriveva, anche un massimo vantaggio di 11 punti per noi, quindi Treviso si sveglia soprattutto con l'ex Thomas (due bombe di fila) e si finisce in quasi parità. Non mi sbilancio. Finirà, probabilmente, punto a punto. E a quel punto conterà anche la fortuna. Vedremo.

Cartello edificante

Ho notato questo cartello 'edificante' appeso sul vetro di un'auto di grossa cilindrata. Poi è arrivato il proprietario, ha appeso il cartello ad una cancellata e se n'è andato. Immagino che, tornando, lo ricollocherà sul vetro della sua vettura maltrattata. Il testo parla da sé: la rabbia è lecita, le parolacce un po' meno, l'ignoranza grammaticale ancor più imperdonabile. 

Chi l'ha visto?


Ho trovato questo cartello appeso davanti a casa mia.
Aiutiamo Caterina a ritrovare il suo Budy, disperso nella zona di S.Ambrogio, durante il temporale di qualche sera fa. .

All colours

Credo sia giusto mostrare (in pubblico e in privato) tutti i colori della vita. Siamo sempre tristi? Non credo. Ma non credo nemmeno che riusciamo ad essere sempre beatamente felici. Quindi certe serenità costanti nascono da una bugia. In genere risultano più simpatici coloro che ridono e piangono, che esultano e s'abbattono, che non camuffano le emozioni.

Noemi, a ruota libera

In vista del Memorial Fabio Aletti, è stato programmato un incontro molto interessante. La campionessa di ciclismo, la varesina Noemi Cantele (eccola da me fotografata, all'arrivo dei Mondiali di ciclismo, Varese 2008) porterà la sua testimonianza di atleta-studentessa. L'incontro è previsto per il 5 maggio 2012, alle ore 21, presso il Salone Parrocchiale, piazza XXVI Maggio, a Biumo Inferiore. Conosco personalmente Noemi, mi ha anche regalato una maglietta con la scritta 'al prof' alla quale sono legato, è una donna davvero in gamba, che conserva parole interessanti per tutti, non solo per gli amanti del ciclismo.

Premio Riccardo Prina: partecipiamo

Siete fotografi anche dilettanti? Avete un'età compresa fra i 20 e i 100 e passa anni? Siete residenti in Italia o nella Svizzera italiana? Volete guadagnare 1000 euro (se vincete) o 500 (se arrivate secondi)? Allora vi consiglio di partecipare al Premio Riccardo Prina, fotografia e parola, seconda edizione, nato nell'ambito del Premio Chiara per ricordare Riccardo (foto), uomo di cultura, morto prematuramente. Si tratta di inviare una foto, ispirata ad un racconto edito in Italia. C'è tempo sino al 30 giugno. Per il Bando di Concorso, vedere sui siti www.premiochiara.it e www.ilfestivaldelracconto.it

Moch e gli altri: auguri

Tanti auguri di buon onomastico ai tanti Marco che conosco, sono davvero molti, a riprova che il nome Marco andava ed è ancora di moda. Auguri particolari a mio fratello Marco (Moch the banjoman).

25 aprile 2012:alzando la tapparella

Alzando la tapparella stamani, incontrando finalmente il sole e ripensando al 25 aprile del 1945, ho pensato alla felicità, alla voglia di rinascita, alla carica di vitalità della gente, in quell'alba di 67 anni fa. E ho pensato (so che è impossibile) che quella stessa vitalità dovremmo averla tutti i giorni noi, tutte le mattine, anche in quelle così grige e fredde e poco invitanti dei giorni scorsi. Sarebbe un modo bello per onorare chi ha sofferto, chi è morto, chi di albe non ne ha viste più.

martedì 24 aprile 2012

Il racconto del mercoledì

IL TUFFO M’arrampico sopra la colonnina di cemento, alta più di me. E’ un pomeriggio di maggio, il giorno non lo so, so che frequento la terza elementare. Fa caldo, sono sudato, eccitato. Impaurito. Salgo sul muretto e da lì m’arrampico sulla colonna quadrata, che in alto s’allarga in una piattaforma. Il mio amico Luciano ha lanciato la sfida. E’ salito e ce l’ha fatta. Ora tocca a me. Nel tentare la scalata al blocco di cemento mi scivolano i piedi (calzo dei sandali con due buchi davanti, quattro occhi che mi guardano), striscio e torno in basso, mi sbuccio le ginocchia. Potrei mollare. Ma non mollo. Mi sputo sulle mani, mi passo le ginocchia ferite, strisciate rosse di poco sangue. Non è nulla. Si riparte. Luciano si è rimesso in ordine la maglietta, Marco e Roberto forse fanno il tifo per me. Ora sono in cima, mi metto in piedi, mi gira la testa ma per pochi attimi. Dietro a me il vuoto, sul fianco destro la strada, sul fianco sinistro il cortile, davanti il mare verde della siepe, piccole foglie verdescuro al culmine di rametti rigidi, appuntiti. Più che un mare è un fiume, una stretta piscina. Sono in piedi sul rigido trampolino che dovrà provare il mio coraggio. Un coraggio da terza elementare. Un coraggio irresponsabile e timoroso. So che mia madre non approverebbe, mio padre mi sgriderebbe ma con maggior comprensione. Mio padre capirebbe, almeno penso. Ma loro non ci sono, uno è al lavoro, l’altra è in casa e si fida di me. Non so, forse si fida o deve fidarsi per forza, non ha tempo né voglia di verificare il mio comportamento, sta annegando dentro una famiglia di tanti figli. Sta sudando dentro una vita che immaginava diversa. Non so, non sono affari miei. A me spetta la prova, ora che mi sono arrampicato sin lassù e sei occhi mi guardano. Otto, perché anche i miei mi osservano. Luciano dice: “Allora?” Roberto si sta grattando il pisello, Marco si mette la mano a visiera per ripararsi dal sole di maggio, convinto e brillante. Marco è il più piccolo del gruppo, credo che il suo cuore stia battendo forte almeno quanto il mio. O di più. Ma il mio si vede oltre la camicetta sporca, con due buchi e tanti piccoli elefanti marroni che camminano su un prato giallo. Ho paura di trafiggermi gli occhi (però basta che li chiuda), di graffiarmi la faccia (al che la mamma prima, il papà poi mi ‘graffierebbero’ ancora), ho paura di cadere oltre il materasso della siepe, di finire in strada o sui sassi tondi e lisci del cortile. Ho paura che mi scherzino. Sono il più vecchio dei quattro. Di pochi giorni, ma Luciano è più giovane di me e ora mi guarda con due occhi vigliacchi. Lui può solo vincere. Al massimo pareggiare. Io sono ancora all’inizio dell’avventura. Durerà un secondo, due, ma i piedi li devo staccare. Devo affrontare il vuoto. Devo volare. Non l’ho mai fatto da quella torre alta due metri. Luciano ce l’ha fatta. Non credevo fosse così in gamba. Il suo coraggio mi ha messo nei guai. Il suo gesto mi obbliga a seguirlo. Ci vuole un eroe per diventare eroi. Il quartiere lo saprà, nel bene e nel male. Il quartiere non può farsi beffe di me. E allora capisco che il pensiero mi sta tradendo. Più ci penso più il coraggio si nasconde, come una femminuccia che si ripara gli occhi da uno spettacolo sconcio. Il volo richiede dimenticanza. Non penso più. Mi sbilancio verso la siepe. Mi pento ma non lo posso più fare. O spingo in avanti o cado come un goffo pollo spennacchiato. E allora spingo, allungo le braccia, chiudo gli occhi e mi preparo all’abbraccio pungente. Lancio un mezzo urlo stonato. Sento un crac di legno e di foglie, un lieve bruciore sul viso, alle braccia, alle gambe nude. Sprofondo e riemergo. Marco batte le mani, Roberto dice “Ora lo faccio anch’io!”, Luciano mi guarda, sorpreso e ferito: “Sono stato più bravo io, perché sono stato il primo” dice “e ti ho smollato la siepe.” “Non è vero” rispondo felice, “era più morbida quando ti sei tuffato tu. Mi hai fatto il buco.” Luciano non sa cosa dire, dovrebbe darmi ragione, passa all’attacco: “Prendimi se ci riesci” e scappa fulmineo come il missile Tor. Roberto reclama: “Non guardate anche me?” Ma la sfida è lanciata. Il coraggio l’ho già dimostrato. Nessuno mi ferma. Si parte.

Dissimula

Dissimula gli accesi furori per l'ingiustizia del mondo,/raccogli nel grembo, nascondi le pene più chiare;/chi guarda non ama soffrire,/chi soffre preferisce sperare./E' un nocciolo duro il dolore/verde cupo profondo. (Arnaldo Bianchi PAESAGGI INATTESI marzo 1985)

Come una foglia rossa

Come una foglia rossa che trema/al sommo del ramo,/così l'innocente tuo sguardo di cerbiatto/oscilla nei miei occhi. (Arnaldo Bianchi - PAESAGGI INATTESI maggio 1982)

lunedì 23 aprile 2012

Chicca, la migliore

Ho appena visto alla tele il finale della partita di basket femminile, finali scudetto, fra la Famila Schio e la Pool Comense. E così ho potuto rivedere Chicca Macchi (foto da Google immagini), gioiello della Famila. E' di Varese, ed è stata fra i miei alunni (maschi e femmine) colei che ha raggiunto i più elervati risultati sportivi: serie A, nazionale, Olimpiadi, scudetti. Era mia alunna alla Vidoletti e, se ben ricordo, aveva appena iniziato a giocare a basket. Che carriera!!!!

Non val la pena

Uno degli aspetti positivi (pochi in verità) della cosiddetta età adulta (tendete alla terza età) è questo: si evita di arrabbiarsi, per eventi che non meritano la noatra rabbia. E' la terza volta che rinviamo una gara di atletica per i ragazzi di 2 e 3 media, domani danno pioggia quindi l'abbiamo spostata al 26 aprile. Solo qualche anno fa mi sarei innervosito assai: e con chi? Con il meteo? No, non val la pena prendersela per queste cose. Si rinvia e basta. Purtroppo la vita ci regala ben altre rabbie, che davvero non possiamo scansare. Lo scorso anno abbiamo avuto più fortuna, e la stessa gara interdistrettuale l'abbiamo disputata al primo colpo. In foto: le cadette della Vidoletti.

Paola e Gigetto

Buon anniversario di nozze, cari Paola e Gigetto. (I festeggiati sono i due in piedi in questa foto, che li ritrae al rifugio Vajolet, Dolomiti, agosto 2011.)

Un abbraccio, cara Matilde

Tanti auguri, carissima Matilde. Avresti compiuto 56 anni, proprio oggi. Eccoti seduta alla sinistra del mitico prof. Anastasi, siamo nel 1973, prima liceo, un anno per me sfortunato, esame di greco a settembre. Per te, no probel, eccellevi in tutto. Qui c'è anche la simpatica professoressa Clara Guidi e tutti noi della prima C, davanti all'entrata del vecchio 'Cairoli'. No, non mi dimentico di te. La sfortuna di una morte precoce richiede come minimo (e mi pare davvero il minimo) questa foto e queste poche righe. Mi fa piacere pensare che forse (chissà! magari! ci spero) le stai leggendo anche tu.

domenica 22 aprile 2012

Bennet Cantù-Cimberio Varese: 76-66

Niente da fare. I canturini si sono dimostrati più forti in tutto, tiri liberi a parte. Ma sino a metà partita abbiamo resistito, grazie soprattutto a ottime percentuali da 3 e ad un Fajardo bravissimo. Comunque 20 a 17 per noi dopo il 1° quarto, 36 a 34 per loro dopo il 2°. Ma la Bennet mette in turbo nel 3° quarto e per noi è durissima, con un Mazzarino inarrestabile. 60 a 46 per Cantù dopo il terzo quarto. Ma -e questo è da sottolineare- la Cimberio non molla e si porta anche a meno 9, quando Mazzarino è in panchina. Cantù replica da ogni lato possibile, tagliando le gambe e spezzando le residue velleità di Varese. 76 a 66 il risultato finale. Niente da dire: vittoria meritata.

Accadde...un anno fa

foto: nell'aprile del 2011 il maggiociondolo fiorì in anticipo Domenica 24 aprile 2011 – variabile, sereno Dramma della follia a Gavirate. Per ragioni inspiegabili, Mario Camboni, 69 anni, pensionato residente a Gavirate, separato, ha aggredito questa sera, intorno alle 19, la figlia Alessandra (32 anni) e il figlio Federico (34) con un coltello da cucina. La ragazza è morta, il ragazzo è in gravi condizioni ma non in pericolo di vita. Camboni si è allontanato, per tornare quasi subito nel luogo dell’omicidio. Lì è stato trovato dalle forze dell’ordine, con l’arma in mano./ Lunedì 25 aprile 2011 – variabile, scroscio pomeridiano Mario Camboni è stato arrestato. Sostiene di non ricordarsi di aver colpito la figlia. La donna pare difendesse la madre, e accusasse il padre per la sua violenza, motivo della separazione fra marito e moglie. Sul luogo del delitto sono state trovate anche due lettere, scritte a mano dallo stesso Camboni./ Martedì 26 aprile 2011 – variabile, temporale nel pomeriggio Sia i ristoratori che i pescatori si lamentano, perché i nostri laghi sono sempre meno ricchi di pesce. Un ricercatore ha reso pubblici i risultati dei suoi studi sulle nostre acque: fra i motivi della penuria di lucci, persici, scardole e alborelle, pare vi sia il fatto che oggi vengono sversate nei laghi acque maggiormente depurate rispetto ad un tempo, con la conseguenza che è diminuito il cibo per i pesci. A ciò si aggiunge la presenza di pesci di importazione, quali il pesce siluro, molto competitivi./ Mercoledì 27 aprile 2011 – variabile, coperto, temporale In arrivo una nuova tassa per i ‘cinquantini’, da pagare entro la fine dell’anno. I 42.000 varesotti proprietari di un motorino, immatricolato prima del 14 luglio 2006, se vorranno tenerlo dovranno cambiare targa. Lo impone il nuovo codice della strada, e ciò comporterà una spesa dai 60 ai 100 euro./ Giovedì 28 aprile 2011 – coperto, scroscio L’Avt, l’Azienda Varesina Trasporti, chiude il bilancio con un utile di 63 mila euro e l’amministrazione rinnova il Cda. Maurizio Marino resterà dunque il presidente della partecipata del Comune di Varese sino all’aprile del 2012, segno che nel Pdl non è stato trovato un accordo su un nuovo nome./ Venerdì 29 aprile 2011 – variabile, coperto, scroscio Qualche giorno fa Varese ha perso uno storico locale della movida, con musica anni Ottanta, la Fenice in centro città. Poco male, domani sera ne aprirà un altro, stesso stile, per gli amanti delle luci stroboscopiche e della musica degli anni ’80: si tratta del Kines61, che si trova a Galliate Lombardo./ Sabato 30 aprile 2011 – variabile, poca pioggia Posticipata di 5 giorni la tradizionale consegna dei Premi XXV Aprile, che si è tenuta stamani all’ex Cinema Politeama. Sono stati premiati gli alunni di terza, quarta e quinta elementare delle scuole varesine, che si sono distinti per ‘costante volontà di studio e per disciplinata partecipazione alla vita della società scolastica’.

Rusari d'un vecc

Mi è molto cara questa poesia, che ho scritto nel 1994, una delle mie prime poesie in dialetto. Devo a lei la grande emozione della vittoria al Poeta Bosino, il 26 gennaio 1995. Quella sera della Giobia, al Raggio d’Oro, sapevo che ero fra i tre finalisti, ma non ancora la posizione. A metà cena, dopo il sorbetto, la proclamazione. Iniziarono dal terzo, e non ero io, ma il mio caro amico Franco Passera, con ‘Ul batel dul Signur’. Quando Sandro Branduardi, segretario del premio, annunciò che il secondo era Edoardo Speroni con ‘Cusè vurevan dì’, scoprii di aver vinto. Al momento della premiazioni era presente anche l’allora sindaco Raimondo Fassa, che mi conosceva bene, perché seguivo per il settimanale ‘Luce’ il Consiglio comunale. Qualcuno fece notare che non avevo ancora 40 anni, che ero forse il più giovane Poeta Bosino nella storia del premio, e che avevo scritto una poesia che avrebbe potuto scrivere una persona anziana. Al che Fassa, sorridendo, usò una frase come per dire che in effetti avevo la saggezza di un vecchio. O forse lui intendeva che ero anche un po’ vecchio dentro. In effetti, per certi versi, mi sento più giovane oggi, quasi vent’anni dopo. Ciò non toglie che questa poesia resta una delle migliori che abbia mai scritto (a mio giudizio, naturalmente). RUSARI D’UN VECC Cala la sira, la ven giò me’n sipari, grisa me’n rat. Curi a sgranà ‘l rusàri. Fo’n cenn ai gent e pö prepari l’ambient, ca gh’ho bisögn da lüüs. Ogni dì l’è ‘n tuchell püssee lungh, sa toca ‘l lett cunt un dulur divers. Gh’è pü pasiun, restan dumà sti vers d’un vècc ca l’è stüff d’andà in lung. Epür la curòna incöö la dis ch’inn prezius anca i pel di barbis, che i vècc gh’han mia temp d’ingrigìss, che lamentàss l’è la riceta di mort. E mi gh’ho dent la vita ca la büi, inn fort i me radis sota la tera. Sun tütt segnàa da föra, ma da dent sunt anmò ‘n pivelin cunt la pel liscia. Ave Maria, Gratia plena…mama, sta chi, ul fögh di cepp l’è mia assèe da scaldàss. Santa Maria, Mater Dei…prega par mi, che andarò in lett e vöri disedàss. Pater Noster…Te sett in ciel, ga credi, ma làssum un quai dì par ripasà. L’è düra la leziùn dula speranza, semm gulus da sto mund, pien da magàgn. Salve Regina…sunt stai re anca mi, in cità sevi ‘l primm fra gli ufelèe, ho mes’ciaa la farina par i sciuri, ho ricamà i me dulz cumpagn d’un sart. Mater Misericordiae…vardè i man, fò fadìga a sgranà la tò curona. Treman al pass cun la fiama nel camin, cerchi da tegnij giunt, e ma fann pena. Gloria Patris et Filii…e gloria a mi Se Ti, Signur, te sarètt bun davera. Mi vivi e preghi anmò, senza vargogna. Regali a Ti i me debit…Così Sia. ROSARIO DI UN VECCHIO Cala la sera, viene giù come un sipario, grigia come un topo. Corro a sgranare la corona del rosario. Faccio un cenno alla gente di casa, e poi preparo l’ambiente, perché ho bisogno di luce. Ogni giorno è un po’ più lungo, si tocca il letto con un dolore diverso. Non c’è più passione, restano solo questi versi di un vecchio Che è stanco di andare per le lunghe. Eppure la corona oggi dice che sono preziosi anche i peli dei baffi, che i vecchi non hanno tempo di ingrigirsi, che lamentarsi è la ricetta dei morti. E io ho dentro la vita che bolle, sono forti le mie radici sotto la terra. Sono tutto segnato di fuori, ma dentro sono ancora un ragazzino con la pelle liscia. Ave Maria, Gratia plena…mamma, sta qui, il fuoco dei ceppi non è sufficiente per scaldarsi. Santa Maria, Mater Dei…prega per me, che andrò a letto e voglio risvegliarmi. Pater Noster…sei in cielo, ci credo, ma lasciami qualche giorno per ripassare. E’ dura la lezione della speranza, siamo golosi di questo mondo, pieno di difetti. Salve Regina…anch’io sono stato re, in città ero il primo fra i pasticcieri, ho mischiato la farina per i ricchi, ho ricamato i miei dolci come un sarto. Mater Misericordiae…guarda le mani, faccio fatica a sgranare la tua corona. Tremano a ritmo con la fiamma del camino, cerco di tenerle giunte, e mi fanno pena. Gloria Patris et Filii…e gloria a me se Tu, Signore, sarai buono davvero. Io vivo e prego ancora, senza vergogna. Regalo a Te i miei debiti…Così Sia.

A che servirebbe?

Come un tatuaggio indelebile, ci portiamo addosso il marchio di una mancanza. L'insoddisfazione ci spinge al meglio e ci intristisce. Chi si professa pienamente soddisfatto, totalmente in pace con Dio e con gli uomini, a mio parere mente sapendo (o non sapendo) di mentire. Se così fosse, a che servirebbe il paradiso, luogo dove i fiori non appassiscono mai e i tatuaggi non restano incisi sulla nostra pelle redenta?

Sorpresa di primavera

FRASI STUPEFACENTI Ogni anno è sempre la medesima sorpresa primaverile. No, non faccio riferimento alle bizzarrie d’aprile, alle nuvole base che scivolano nella fenditura che separa i due seni irregolari del Sacro Monte e del Campo dei Fiori. No, non sono sorpreso perché in marzo arriva l’estate e in aprile torna l’inverno; non mi preoccupa il grigiotopo e l’umido e il freddo e quella pioggia che martella gli ombrelli e ti picchia in testa come una mitragliata sputata da un cielo vigliacco. No, ciò che mi sorprende, tutti gli anni, è la sorpresa dei varesini, soprattutto di quelli della mia età e anche più anziani. Come se l’esperienza dei monsoni prealpini non avesse insegnato nulla, ecco le stupefacenti frasi: “Ma che tempo! Ma avevo già fatto il cambio di stagione! Ma che acqua!| Ma che gelo!” Frasi che mi raccontano della monotonia della vita (la primavera, da noi, è così) e della nostra incapacità di rinnovare il linguaggio, le attenzioni, di cambiare discorsi, di pensare ad altro. Di questi tempi inzuppati di pioggia alle fermate del bus, dal panettiere, nei grandi magazzini, al mercato e dal parrucchiere non si parla d’altro: del meteo incredibilmente irregolare, calato dall’alto in questa inusitata primavera varesina. Che lo affermi un giovane lo posso accettare, ma che lo ripeta un cinquantenne e passa no. La verità –e lo dico anche per me- è che non sappiamo cosa dire, e allora le frasi fatte e le osservazioni meteo sono la nostra salvezza. E così ci sfoghiamo anche un po’, perché vorremmo avere sempre il sole (salvo poi gridare alla siccità). Ma la natura, proprio in primavera, sa sorprenderci: molti giorni di pioggia e poi il vento, il cielo terso, il caldo rassicurante e tutto si dimentica. Sorprendiamo la natura, noi, una volta tanto.

sabato 21 aprile 2012

Auguri Rosalba

Sono pochi i docenti e gli alunni che, alla Vidoletti, sono a scuola il sabato mattina: solo 5 classi. E allora il nostro dirigente scolastico ha introdotto un'ottima abitudine: fa trovare ai 'poveri' prof del sabato, in sala professori, dei pasticcini. Stamani pensavamo che avesse esagerato, dato che vi era anche una veneziana che si presentava benissimo. L'aveva portata la nostra collega Rosalba Gazzotti, in festa per il suo compleanno. Auguri, cara Rosalba (la vediamo in foto mentre accompagna i ragazzi al flauto), la veneziana era ottima.

La Vidoletti al Senato

La Vidoletti, fra i vari progetti, ha messo in cantiere anche quello dal titolo ABITARE LA SCUOLA. Fra le iniziative, la raccolta differenziata e tante altre, il tutto nell'intento di far capire ai ragazi che devono avere a cuore il loro istituto scolastico. Al termine del progetto (sponsorizzato fra gli altri da Legambiente) quattro alunni e un docente sono stati inviatati a Roma. La professoressa Silvana Sciortino e gli alunni Kevin Stefanoni, Sara Sartorelli, Teresa Stallone e Marco Uggeri sono scesi nella Capitale, ricevuti fra l'altro anche del presidente del Senato Schifani. Immagino l'emozione dei ragazzi nell'entrate nelle dorate e rosse stanze della politica italiana, nell'anfiteatro dei dibattiti istituzionali.

Fra meglio e peggio

Aung San Suu Kyi, unica figlia del generale Aung San (eroe dell'indipendenza birmana, assassinato nel 1947) ha ereditato dal padre questo motto: "Spera nel meglio e preparati al peggio".

Certe sere

Solitamente non amo la sera, preferisco l'alba. A meno che la sera non si presenti come ieri sera, le nuvole che cambiano zona del cielo e lasciano spazio al sole in discesa. Allora, in tal caso, esco veloce con la macchina fotografica e entro in Villa Toeplitz. Chi mi vede immagina abbia fretta di nascondere chissà qualche tesoro, perché nessuno me lo rubi. In realtà vado a raccogliere nel piccolo scrigno della mia Nikon il tesoro che la natura mi regala. Tesoro che condivido.

Dalla cupola

Chissà quante volte il ricco banchiere Toeplitz sarà salito quassù, magari con la bella moglie, ad ammirare le stelle, la natura, i suoi possedimenti, a ringraziare Dio. Spero l'abbia fatto, e non sia rimasto qualche locale sotto a contare banconote.