domenica 31 ottobre 2010

SuperCimberio

Una partita che vale il prezzo dell'abbonamento quella di ieri sera al PalaIgnis. Battuta la capolista Siena 87 a 86. Ora racconto: partenza razzo della Cimberio, e sempre in testa sino a metà gara. All'intervallo, come d'abitudine, vado a salutare il saggio ed espertissimo Augusto Ossola, che dice: "Non è più Siena dell'anno scorso. Sì, vince ma di 5, 6, 7 punti, non di 20." Mi fa intendere che l'impresa non è assurda. Ma Siena recupera e si porta a + 8 a 7 minuti dalla fine. Varese dà la solita impressione: un po' claudicante, un po' sprecona, un po' geniale, un po' incerottata, sempre pronta a risorgere dalle sue ceneri. Così alterne vicende (ed errori arbitrali di qua e di là) ci conducono all'insperato pareggio, 86 a 86, a 14" dalla fine. Ma la palla è nostra, e finisce a Ronald Slay, classe 1981, 203 cm per 105 kg di muscoli e di ciccia. Sculetta sotto canestro, cerca di risalire dagli abissi ma la muraglia senese è impenetrabile, si sbilancia all'indietro, sta per cadere (non si sa se spinto o per finta) lancia la palla che -naturalmente- non entra. Ma gli arbitri hanno deciso: sarà fallo per noi. A 1 centesimo dalla fine del match. Tocca a Slay risolvere la questione. Il primo libero va sul ferro. Parte il secondo. La sfera galleggia in aria, la parabola è un lento roteare della palla verso la retina, che la accoglie come una sposa. Siena, con un centesimo di secondo, può solo costruirsi una lacrima.

in foto: Slay è il numero 35, ma la citazione d'obbligo è anche per Jobey Thomas, numero 11, 21 punti alla fine, triple micidiali. Bravi tutti. Quando si vince, gli errori non s ricordano più.

Abbracci

Abbiamo bisogno, sempre, di abbracciare e di essere abbracciati. Le storie d'amore finiscono per carenza d'abbracci.

sabato 30 ottobre 2010

Brava, Marta

Sono molto contento che la mia amica scrittrice Marta Morazzoni (foto) abbia vinto un importante premio letterario, e cioè il Premio Internazionale 'Alessandro Manzoni-Città di Lecco' 6^ edizione (sarà premiata a Lecco stasera) con il suo ultimo romanzo, 'La nota segreta' edito come sempre per lei da Longanesi. Conosco Marta da molti anni, ho preso il suo posto nella Giuria del Premio Chiara quando Marta decise di lasciare, probabilmente per aver più tempo da dedicare ai suoi romanzi. Milanese di nascita, vive e insegna a Gallarate. E scrive...molto bene. Fra i suoi libri da me letti, 'Il caso Courrier' resta il migliore, anche se mi è ancora segreto 'La nota segreta'.

venerdì 29 ottobre 2010

La piovra

Giovanni Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano, e come tale ha avuto un inizio, ha un decorso e avrà una fine. Stasera a Villa Recalcati qualcuno ha ipotizzato l'imminente fine della mafia, grazie all'impegno -fra gli altri- di Roberto Maroni. Me lo auguro e prego per questo. La mentalità mafiosa è un fenomeno odioso. Paolo Borsellino diceva che chi è indifferente è complice, e allora si fa fatica a non sentirsi un po' mafiosi. Proprio oggi leggo su Sette del Corriere della Sera una frase di Roberto Saviano: "Ho lodato alcune scelte di contrasto alla criminalità prese dal ministro degli interni Maroni: però non sono sufficienti. Hanno bloccato segmenti dei clan in difficoltà, non hanno sconfitto la camorra."
Maroni è un esperto, ma anche l'autore di Gomorra non scherza. Non so che dire. Ho l'impressione -da ignorante- che la piovra abbia tentacoli ancora lunghi. Perché la mafia ha a che fare con il nostro orgoglio, la nostra paura (di perdere la vita e la poltrona).

Mai un Chiara così filmato

Mai un incontro del Premio Chiara ha avuto tanta abbondanza di media. Per forza, la premiazione del Ministro Roberto Maroni ha attirato a Villa Recalcati giornalisti da ogni dove. Come ho già scritto, condivido a pieno la scelta di destinare al nostro Ministro degli Interni (qui sommerso dalle telecamere e dai microfoni) il Premio 'Falcone-Borsellino', per il suo impegno nella lotta contro la criminalità organizzata. Certi toni trionfalistici che ho sentito (non dal Ministro Bobo Maroni) vanno però, a mio avviso, moderati, e spiegherò in un altro post.

Protezione

Mi domando perché mai ci sia bisogno di questa acuminata protezione, a difesa delle castagne. Sì, sono buone, ma mi pare eccessiva.

Ma al mattino, ecco la gioia

"Alla sera sopraggiunge il pianto ma al mattino, ecco la gioia."
Non so se il salmista vivesse le mie stesse sensazioni, quando scrisse il Salmo che qui sopra ho citato. Nel mio caso è vero, alla sera scende spesso un leggero velo di tristezza, e un buon 50% di quello che ho fatto durante la giornata mi pare inutile, malfatto, non prioritario, frutto di mediocrità. Ma per un inspiegabile e benevolo miracolo notturno al mattino, insieme alla rugiada, tornano ottimismo e speranza. E così scendo dal letto e riprendo a correre.

giovedì 28 ottobre 2010

Una gran bella notizia

Vado quasi tutti i giorni al Sacro Monte. Spesso prego: per me, per i miei amici, per chi ha bisogno. Oggi devo dire che non ho pensato a Cecco detto Aggiuga, un mio amico gravemente malato. Ebbene, oggi dall'amico Betto ho avuto una grande notizia: Cecco si è svegliato dal coma, il quadro clinico è decisamente incoraggiante. Una gran bella notizia davvero.

I tre tenori

Il mio amico Andrea Giacometti, critico letterario e direttore di Varesereport, li ha chiamati 'i tre tenori'. Si tratta dei poeti varesini Silvio Raffo (in foto), Dino Azzalin e Fabio Scotto. Potrete ascoltare il canto dei tre tenori venerdì 29 ottobre, ore 21, al Teatrino 'Santuccio' di via Sacco. A pochi metri di distanza, a Villa Recalcati, il Ministro degli Interni Roberto Maroni riceverà il premio 'Falcone-Borsellino' per il suo impegno nella lotta contro la mafia. Peccato. Credo che andrò dal politico, una volta tanto darò la precedenza alla politica rispetto alle lettere. Auguro comunque ai miei amici poeti (che parleranno della poesia contemporanea e-forse- anche un po' di se stessi) un buon concorso di pubblico. La loro competenza e bravura sono fuori discussione.

Enrico e Rossella

Mi piace giocare d'anticipo, quindi faccio oggi gli auguri per il loro anniversario di nozze agli amici Enrico e Rossella. La data sarebbe il 29 ottobre, ma è meglio non sprecare tempo. Sono stati nostri compagni di scorribande estive sui monti della zona. Nel 2011 si riprenderanno le buone abitudini. Auguri.

Ciao, Alma

Ho saputo che i funerali dell'amica Alma Pizzi si svolgeranno sabato mattina nella basilica di San Vittore. Non ci potrò essere e la cosa mi dispiace molto. Sono convinto che i suoi amici, ed in particolare i redattori di Rmfonline, sapranno trovare il modo giusto per ricordarla (perché non pensare, ad esempio, ad un'adozione a distanza, da rinnovare ogni anno?). Io ci sto e ci sono comunque.

mercoledì 27 ottobre 2010

Alda e Ambrogio

Ho conosciuto Ambrogio Borsani grazie alla comune appartenenza alla Giuria dei Grandi Lettori del Premio Chiara. Eccolo in casa Bambi a Milano (al centro con gli occhiali rossi, in mezzo fra Diego Novelli a destra e Vittorio Colombo a sinistra), durante una riunione della Giuria, la scorsa primavera. Leggo su Io Donna che è uscito, per Mondadori, 'Il suono dell'ombra', opera omnia della poetessa Alda Merini, volume curato da Ambrogio. E allora non posso non ritornare a quella notte a Milano. Tornavamo in metrò dopo la riunione di Giuria e lui parlava di questo lavoro certosino, il doversi districare fra migliaia di pagine. Un lavoro immane che Ambrogio ha affrontato perché amava la poesia di Alda. Così dice Ambrogio su Io Donna: "Quella di Alda Merini è stata una vita unica, inimitabile. Capace di cantare la sua discesa agli inferi e il ritorno. E anche la sua morte: poche ore prima di andarsene, con un filo di voce sussurrò alle figlie, schiacciate contro la parete, una strofa di Porta Romana bella."

Mi pare giusto

Roberto Ernesto Maroni detto Bobo, Ministro degli Interni (qui in uno scatto di due anni fa, con la moglie Emi ed Enrico Ruggeri) riceverà venerdì 29 ottobre (ore 21, Villa Recalcati) il Premio 'Falcone-Borsellino' (istituito dall'Università Liuc di Castellanza) per il suo impegno nella lotta contro la mafia. Mi pare giusto. Per quel poco che conosco il nostro Ministro, posso garantire che ha preso molto seriamente il suo incarico; al di là della facciata 'simpatica e musicale', Roberto Maroni è un politico che ha sempre distinto molto bene il momento dello svago da quello del lavoro e il primo, in questi anni, è andato progressivamente diminuendo, a tutto vantaggio della nostra sicurezza.

Rughe

Sarebbe davvero tutto più semplice se anche lo spirito cominciasse ad intagliarsi di rughe.

Ciò che importa, per me

Ieri sera, durante il Rosario per la mia amica Alma, padre Gianni ha fatto questa distinzione, che io non colgo, la distinzione fra dramma e tragedia: "La morte di Alma è un dramma, non una tragedia. E' un dramma perché c'è il lieto fine della resurrezione." Per me dramma e tragedia non hanno lieto fine. A parte ciò, pensando alla vita e alla morte, a me viene spesso l'immagine di una battaglia, i colpi ti sfiorano, qualcuno ti passa proprio a un pelo (come nel caso di Alma), ti scalfisce la pelle, ti procura un po' di sangue. Qualcuno ci spara addosso e prima o poi ci colpirà. Ciò che veramente importa, per me, è che ad imbracciare il fucile contro di noi non sia Dio.

Dureranno poco

Godetevi questi colori. Non dite domani. Domani molte altre foglie saranno cadute.

martedì 26 ottobre 2010

Precisazioni

Sono un drogato di sport, e questo è noto. Però vorrei fare qualche precisazione, perché so bene che chi vede gli sportdipendenti come me pensa: "Fanno una gran fatica, non si godono la vita sperando di vivere più a lungo, e poi magari...un infartino..." Dunque: anzitutto chi si allena costantemente e fa sport per la salute non fa affatto fatica, anzi, si rilassa. Inoltre noi stiamo bene adesso. Se poi potremo vivere anche di più e meglio, ciò non guasta, ma è al presente che guardiamo. Vorrei poi dire al mio 'amico' Piero Chiara (so che mi sente), del quale invidio l'abilità narrativa, che si sbagliava di grosso quando dava giudizi poco lusinghieri agli sportivi. Credeva che quelli sprecassero tempo, faticassero anziché darsi alla buona tavola e al gentil sesso, sudassero all'aria aperta, quando sarebbe stato più piacevole sudare in altro loco. Ebbene, caro Piero, sappi che lo sport permette (non nega) di vivere piacevolmente, e con profitto, anche i due summenzionati, godibili aspetti della vita.

Povera Italia

Chi mi conosce sa che non sono un esteròfilo. Amo il mio Paese. Non guardo certo con ammirazione, che so, la vicina Confederazione Elvetica o gli Usa, in genere sono portato a considerare taluni mali universali, più che imputabili all'humus di una certa nazione. Ma questa storia del VITALIZIO mi fa proprio dire: 'Povera Italia!' Ebbene, forse non tutti sanno che basta una legislatura (5 anni) in Parlamento per avere un vitalizio di oltre 3000 euro al mese. I comuni mortali ci mettono 40 anni, se va bene. Ma non è finita. Per ottenerlo può bastare anche un solo giorno col culo seduto su quelle seggiole (è capitato per tre parlamentari). L'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione di tale privilegio. Ebbene, hanno detto sì in 22, no in 498. Lunga vita ai nostri Parlamentari!

Niente preferenze

E per non fare preferenze, ecco la foto dei ragazzini di Quinta elementare, impegnati stamani nella loro corsa campestre alla Vidoletti.

Campestre elementari

Da qualche anno completiamo in quadro delle corse campestri alla Vidoletti, facendo correre anche le quinte elementari delle quattro scuole che fanno capo al nostro Istituto Comprensivo, e cioè le elementari di Velate, Avigno, Masnago e Sant'Ambrogio. Ecco, stamani, la partenza delle ragazzine di Quinta.

Nuova mail

Ricordo che ho cambiato indirizzo mail. Se qualcuno è interessato prenda nota: carlo.zanzi@teletu.it

Preghiere per Alma

Questa sera, martedì 26 ottobre, alle 20.45 presso la chiesa dei Cappuccini di viale Borri (località Longaria) verrà pregato il rosario per la mia amica Alma Pizzi. Ci eravamo visti l'ultima volta pochi giorni fa, in occasione di una Messa e della visita alla mostra sul testamento di San Francesco (in foto, uno dei pannelli). Ci aveva comunicato che sarebbe stata via qualche giorno per una breve vacanza. Non sapevo dove. Ieri purtroppo l'ho scoperto. Inutile dire che Alma era come sempre un concentrato di vitalità e di proposte, di sorridente eleganza. Invitava al fare senza obbligare, col suo esempio.

lunedì 25 ottobre 2010

Ciao, Alma

Apprendo ora da VareseNews che Alma Pizzi (seconda in piedi da destra, dietro Max Lodi) è morta mentre era in vacanza con il marito Claudio a Sharm el Sheik. Sapevo che era via in questi giorni, anche perché i miei pezzi per rmfonline li mandavo a lei, il mio 'capo' al settimanale on line che amava, sosteneva, dirigeva, pubblicizzava. Ci aveva contagiati un po' tutti, noi collaboratori. Alma era una donna vitale, entusiasta, ottimista. Carica di speranza. Un esempio.

www.carlomeazza.it

Sono davvero contento che il mio amico fotografo Carlo Meazza si sia deciso a realizzare un sito che lo riguarda, operativo da questo mezzogiorno. www.carlomeazza.it Andate a visitarlo. Inutile dire che è un sito molto curato, completo, che ci regala l'arte fotografica di Carlo, ciò che ha realizzato in tanti anni di carriera. Carlo Meazza ha voluto tirare una piccola somma di quanto fatto sino ad ora, riprendere fiato, anche gioire un po' e via, verso nuovi progetti.

in foto: Carlo in cima alla Laurasca, luglio 2010

Un fratello brevettato

Qualche giorno fa mio fratello Guido ha preso il brevetto di sub, suppongo di primo livello. Complimenti. Ora ho un fratello brevettato. A onor del vero, Guido non è mai stato un gran nuotatore, e riguardo ai tuffi aveva un certo timore, quindi ciò dà maggior lustro al brevetto, guadagnato fra l'altro non in 'tenerissima' età. Bravo. Devo ammettere che non sono mai stato attratto dalle profondità marine. Preferisco di gran lunga sport aerobici, all'aria aperta, dove ci si muove molto. Tutto l'opposto del sub, che si muove poco, che ha scarsa, limitata aria compressa in una bombola...ognuno ha i suoi gusti. Ora ne ho scoperto un altro di Guido.

domenica 24 ottobre 2010

Gran finale

Ed eccoli i quattro finalisti del Chiara 2010. Da sinistra: Stefano Domenichini, Jole Zanetti, Giorgio Falco e Gianrico Carofiglio, insieme a Bambi Lazzati e a Romano Oldrini. Ne approfitto per ringraziare Bambi e Romano: per il loro lavoro e la loro dedizione al Premio. Io ho dato il mio piccolo contributo, leggendo i molti libri in concorso. Come al solito ho i miei riti e fra questi, da dieci anni, faccio autografare i volumi dagli scrittori finalisti e scatto loro una foto. Fra le dediche di quest'anno, la più originale è quella di Domenichini, che scrive: Ho messo le (parole) al davanzale. Questo libro è per Carlo

La sorpresa

La vera sorpresa del Chiara 2010 è il secondo posto, con 54 voti, di Stefano Domenichini (qui a sinistra, insieme a Romano Oldrini). Ed è stato proprio il mio amico Romano, presidente degli Amici del Premio Chiara nonché della Giuria del Grandi Lettori, ad insistere perché venisse inserito nella terna (poi quaterna) la raccolta 'Acquaragia' (edita da Perdisa). Oldrini si è subito innamorato della scrittura di Domenichini ("E' forte 'sto ragazzo!"), al suo primo libro. Uno scrittore che canta 'il controcanto' della vita, cioè quella parte nascosta e vitale che alberga (a suo dire) in ciascuno di noi. E che è quella foriera di novità. Di sorprese. La parte meno prevedibile.

Come previsto

Con 61 voti, Gianrico Carofiglio ha vinto il Premio Chiara 2010 con la raccolta di racconti 'Non esiste saggezza', edito da Rizzoli. Era fra i miei favoriti, soprattutto perché immaginavo l'effetto 'ridondante' dato dalla notorietà del personaggio, dei quattro finalisti del Chiara senz'altro il più noto: magistrato, senatore e scrittore di fama. E' un uomo anche simpatico. Sincero. Ha ammesso ad esempio (cosa che condivido) che la scrittura è anche e sopratutto fatica, qualche volta persino pena.

Tenero con i suicidi

Non ho mai guardato con distacco, sufficienza, superficialità chi ha scelto di suicidarsi. I suicidi sono diventati a volte protagonisti delle mie storie d'invenzione. Leggo oggi un bell'articolo di Adriano Frinchi. Chi vuole leggerlo per intero scriva: http://www.livesicilia.it/2010/10/17/dio-sara-tenero-con-chi-si-perde/. Lo condivido in pieno. Fra l'altro si legge: "...Di queste esistenze disperate e solitarie ci resta una bara che non chiede solo pietà cristiana ma chiede ancora una risposta a quella domanda sul dolore e la sofferenza a cui i fortunati di questa vita non sanno rispondere, a cui i filosofi rispondono con un'altra domanda e a cui alcuni teologi hanno risposto con l'inferno o alcuni secoli di paradiso..." E poi la citazione finale: "La tenerezza di Dio sarà la risposta eterna al dolore e al fallimento perché come cantava Fabrizio De Andrè, in uno di quei suoi acuti dell'anima, il Dio misericordia il suo bel paradiso lo ha fatto soprattutto per chi non ha sorriso."

Cinque anni

Il 24 ottobre 2005, alle dieci di sera, entrava in casa nostra il nostro primo gattino familiare. Aveva circa un mese di vita, regalo degli amici Fabrizia e Paolo. Le ragazze, in principio, con grande creatività la chiamarono 'gatto', ma ben presto venne chiamata Amelie, e poi con altri soprannomi. Convenzionalmente festeggiamo il suo compleanno il 24 ottobre, quindi oggi Amelie compie 5 anni. Eccola mentre si scalda la zampa nel calorifero. E' bello avere un animale in casa. Credo abbia fatto del bene a tutti, soprattutto alle ragazze. Ci si affeziona. E' un po' scontrosa, non ama farsi accarezzare, è molto pulita ed abitudinaria. E' una tipica gatta casalinga, non l'abbiamo mai fatta uscire di casa, il suo è un piccolo mondo ma si accontenta, non protesta e se la gode.

Pareggio

Torno un attimo all'argomento Correre è bello, perché non vorrei regalare al prof. Arcelli una vitoria, quando in realtà mi pare più giusto parlare di pareggio. Come già ho scritto, il medico sportivo di fama mi batte nella maratona, essendo lui sceso sotto le tre ore mentre il mio personale è di 3 ore e 29'. Corricchiando con lui in Villa Toeplitz all'inizio del nuovo millennio, gli confidavo le mie perplessità sulla maratona. Ne avevo corse due e una mezza maratona, e la mia impressione era che fosse una pratica troppo usurante, non certo positiva per piedi, ginocchia, schiena eccetera. Gli dicevo che avevo intenzione di passare al triathlon, pratica più varia e a mio avviso più salutare. Ebbene, lui mi confidò che ci aveva pensato ma che non era mai riuscito a realizzare l'intento, perché nel nuoto non riusciva ad andare oltre i 300-400 metri di fila. Quindi indirettamente ammetteva che 'Correre è bello' ma 'Triathlon è ancora meglio'. Passai senza indugio a questa triplice specialità (nuoto+bici+corsa), nella quale ho quindi battuto il prof. Enrico Arcelli: uno pari.

sabato 23 ottobre 2010

La grande vista

Chi di Varese non è non sempre crede alla grande vista che è possibile allungare dal nostro Sacro Monte. E quando gli si dice che si vede sino a Milano, non ci crede. Per costoro pubblico questa mia immagine, scattata un paio d'anni fa dal Sacro Monte. Per stare ai campanili, partendo dal basso si vede quello del Bernascone in centro, poi il San Giorgio di Biumo Superiore, quindi il Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore. In fondo quell'ammasso di case e opifici, di lamiere ambulanti dette autovetture, di smog e di stress che si chiama metropoli meneghina.

Sorella morte

Grazie di esistere, sorella morte. E' la paura di te che mi fa correre, che mi fa vivere nella fretta operosa, che mi fa pregare perché un Dio, a questo punto, è necessario.
Grazie, sorella morte, perché è grazie a te che evitiamo esuberi: di corpi e di arroganza.

in foto: controluce invernale alle baite di Torgnon

Correre e fermarsi

Incontriamo giorni, periodi nei quali tutto scorre liscio, si arriva a sera e si dice: "Bè, tutto sommato è facile vivere. E anche piacevole." E' il tempo dei progetti. Ci sentiamo invincibili. E' il momento di correre. Poi (magari solo un'ora dopo o un giorno o una settimana) la vita rivolta la frittata e diventa faticoso portare a termine un'ora, una giornata. Il compito di vivere ci pare impossibile. Non ci reputiamo capaci di alcun progetto. E' il momento di resistere. Di limitarci a condurre in porto la giornata. E' il tempo della pazienza e dell'affidamento. Della speranza. Dell'umiltà.

in foto: è liscio il lago di Varese, come lo scorrere di alcuni nostri giorni

venerdì 22 ottobre 2010

Di padre in figlio

Oggi ho visto una scena che mi ha fatto piacere. Vicino a casa mia abita il mitico dottor Enrico Arcelli, medicio sportivo di fama nazionale ed oltre, autore del celebre 'Correre e bello', seguito poi da 'Il nuovo Correre è bello' (foto). Arcelli è un grande appassionato della corsa di resistenza, ha partecipato a numerose maratone in anni passati, è riuscito a scendere anche sotto le tre ore (io mai, il mio record è 3 ore e 29 minuti), non ha mai smesso di correre ma naturalmente il ritmo è molto calato. Corricchia, tanto che sono solito definire 'ritmo Arcelli' un ritmo di corsa molto soft. Ebbene, oggi ho visto correre insieme (a ritmo Arcelli) il dottor Arcelli e suo figlio, che è stato -tanto per cambiare- mio alunno alla Vidoletti. Di padre in figlio. La scena mi è piaciuta.

Grande basket

Bella serata ieri sera a Villa Recalcati, propiziata dal Premio Chiara e dal Panathlon Club Varese. Tre campioni di basket del passato a confronto: Dino Meneghin, Pierluigi Marzorati e Charley Recalcati, intervistati da Pier Bergonzi e da Antonio Franzi (in foto da sin. Pier Bergonzi, Dino Meneghin un po' assopito o pensieroso e Marzorati). Aneddoti gustosi per chi, come me, ricorda come fosse ieri le sfide Ignis-Cantù degli anni Settanta, con Dino da una parte, Pierluigi e Charley dall'altra. E devo fare i complimenti all'amico Antonio Franzi per la sua memoria prodigiosa: nomi, eventi, cronache, luoghi. Un vero professionista.

giovedì 21 ottobre 2010

Starci dentro

Una delle ragioni principali (se non la principale) -secondo Gustavo Pietropolli Charmet- del dolore degli adolescenti è il sentirsi inadeguati al compito che li attende. I modelli proposti dai media sono irraggiungibili, i ragazzi si guardano allo specchio e si domandano: "Dov'è la bellezza richiesta? E l'intelligenza? E la simpatia?" Il confronto spesso induce al vittimismo, alla chiusura, alla depressione. Accettarsi per ciò che si è è stata la fatica di ogni giovane, e lo è ancor più oggi, dove splendono le luci della ribalta. Starci dentro in quello che siamo, trasformare la nostra pochezza in risorsa è in verità obiettivo anche degli adulti e degli anziani: è la nostra quotidiana fatica.

L'adolescenza di Charmet

Interessante incontro ieri sera, nell'ambito del Premio Chiara, con Gustavo Pietropolli Charmet (foto). Dunque: il dottor Charmet è psichiatra, psicanalista, psicoterapeuta e psicologo, ma soprattutto è un uomo che ama i 'figli dell'uomo' (sua espressione) e che ha speso tutta la vita per capire e curare le sofferenze dei giovani, in particolare degli adolescenti. Basti citare l'esperienza del Minotauro (Istituto di analisi dei codici affettivi). E' una persona saggia, innamorata della vita, speranzoso sul futuro. Chi pensa di avere figli, chi li ha piccoli o un po' più grandi, chi è docente o ha incarichi educativi faccia in modo di leggere ciò che ha scritto, di incontrarlo, di conoscere il suo pensiero. Non ci sono formule magiche per rapportarsi correttamente con i 'figli del'uomo', ma ci sono maestri che possono aiutarci.

mercoledì 20 ottobre 2010

La vera pubblicità

Stamani è apparso su La Prealpina un articolo sulla campestre alla Vidoletti, firmato dalla mia amica Francesca Bonoldi. Per solito, da almeno dieci anni, questo pezzetto lo scrivevo io, e un po' mi dispiace di non poter più collaborare con la storica testata di via Tamagno. Però un lato positivo c'è: prima non potevo citarmi, mentre ora almeno c'è il mio nome fra i prof, richiamato ben due volte! Scherzi a parte, non è certo la mia citazione che mi interessa (fra l'altro non ci sono neppure in foto, mentre compaiono i miei colleghi Enrico e Marco, il dirigente scolastico Antonio, i primini vincitori e i due medici-genitori), anche perché sono convintissimo di una cosa: la sola vera pubblicità ai prof e alla scuola la fanno gli alunni. Rispetto ai quali noi docenti lavoriamo per tempi lunghi. Seminiamo. Forse altri raccoglieranno. E quando gli ex alunni vengono a trovarci e ci fanno capire che hanno un buon ricordo della Vidoletti, bè, allora raccogliamo anche un po' noi.

martedì 19 ottobre 2010

La preside Anna Maria


Nella foto in alto, la premiazione del Memorial Anna Maria Calarco, coppa assegnata ai vincitori della campestre per le classi prime, ragazzi e ragazze. Mi piace ricordare ogni anno con questo Memorial la mia preside Anna Maria: aveva il suo carattere, non sempre era in buona ma ha sempre favorito la pratica sportiva alla Vidoletti, fino alla sua morte prematura.
Foto sotto: la partenza delle Seconde

Campestre record

Corsa campestre record stamani alla Vidoletti: fra prime, seconde e terze hanno corso 370 ragazzi. Ma ciò che mi ha maggiormente rallegrato è stato constatare che ciò che era stato seminato da me e dai miei colleghi aveva dato frutto. Ci sono state diverse campestri nella stessa gara: quella dei migliori, pochi, che hanno tenuto un ritmo alto e se lo potevano permettere; quella della fascia mediana, che non ha cercato di strafare; quella della coda del gruppo, dei ragazzi che sapevano in partenza di giocarsi l'ultima posizione eppure hanno accettato la sfida, facendo del loro meglio. La dimostrazione è che nessuno si è sentito male. E' stata una corsa campestre 'consapevole' delle potenzialità personali.

in foto: alcuni primini alla partenza

lunedì 18 ottobre 2010

Piccoli cambiamenti

Una delle dimostrazioni della nostra resistenza al cambiamento è legata alla panca che scegliamo quando andiamo a Messa: più o meno sempre la stessa. Ieri m'è capitato (evento raro) di andare a Messa alla Kolbe da solo, senza il resto della famiglia e allora ho compiuto un atto 'rivoluzionario', mi sono seduto dalla parte opposta rispetto alla mia collocazione abituale. Un piccolo cambiamento, diciamo pure ridicolo, eppure così si cambia prospettiva, si vede altro. Non dico di non andare più in chiesa (grande rivoluzione) ma di operare, ogni tanto, lievi modifiche alla nostra fissità: per saggiare la nostra carica innovativa!

Buona la prima

Buona la prima. Ieri sera la Cimberio basket ha iniziato bene il campionato, battendo per 87 a 78 la Scavolini Pesaro. Partita divertente, come sempre decisa negli ultimi due minuti. Per me andare al PalaIgnis è anche l'occasione di incontrare amici che vedo solo lì. E fra questi il mitico Augusto Ossola. Credo che nessuno lo batta. Ha iniziato a seguire il basket nel campionato 1946-47. Reduce dalla guerra in Albania, era un po' acciaccato e così sino al 1949 ha perso qualche incontro. Poi ne avrà persi una decina dal 1949 al 2010, che se non erro fa 61 anni!

in foto: immagini del campionato 2008-2009

domenica 17 ottobre 2010

Natura benigna

Non di rado, leopardianamente parlando, accusiamo la natura di essere matrigna. E ne avremmo tutte le ragioni. Ma dobbiamo essere onesti con madre natura, dobbiamo riconoscerne anche i meriti. Oltre a regalarci spettacoli degni di gioia (vedi foto) consideravo anche che con l'età aumentano i nei e le macchie sul nostro corpo. Non è una gran scoperta, è vero, ma noto con piacere che -per una inspiegabile benevolenza e lungimiranza della natura- il viso è l'ultimo ad essere colpito da questo processo infausto e svilente, che comincia con la schiena e il petto. Molto bene.

Forza Cimberio

Oggi inizia il Campionato di basket di serie A. Forza Cimberio! Ho sempre amato la pallacanestro, da vedere e da giocare, anche se non ho mai militato in una squadra. Partitelle all'oratorio e l'onore di giocare nella squadra del Liceo Classico 'Cairoli'. Ho seguito la grande Ignis alla fine degli anni Sessanta-inizio Settanta: vincevamo tutto. Poi ho smesso sino a metà degli anni Novanta, quando sono rientrato al Palazzetto come giornalista. E da allora è per me una bella consuetudine andare al PalaIgnis. Ho avuto anche l'onore di indossare la canotta Cimberio (vedi foto di Dalila Biscaldi, con gli amici fotoreporter Angelo e Domenico) per l'AgendaVarese2008. Al Palazzetto ritroverò senz'altro, fra gli altri, il mio caro amico Augusto Ossola (papà della mia collega Carmela), uno fra i massimi esperti del basket varesino, autore di due volumi fondamentali.

sabato 16 ottobre 2010

Vivi...e Dio?

Fabio Cavallari, autore del libro 'Vivi' si professa non credente, privo della grazia della fede. E ci tiene a rimarcare che sul tema della vita e della sua difesa non ci possono e non ci devono essere steccati, barriere fra laici e credenti. Io, che oso professarmi credente, che rinnovo ogni giorno questo salto nel buio, trovo consolazione all'idea che vi sia un Dio capace: 1) di promettermi una vita migliore, eterna; 2) che mi possa dare strumenti spirituali per vivere degnamente simili prove, senza soccombere. Però chi crede in Dio ha una fatica in più da compiere, rispetto ad un laico: è inevitabile che se la prenda con il Padre Eterno, quando va alla ricerca del perché. E alla fine deve riuscire ad assolverLo. Compito tutto sommato non difficilissimo quando si sta bene e si può far filosofia su tutto. Ma quando toccherà a noi?

Vivi

Interessante presentazione ieri sera del libro 'Vivi', storie di uomini e donne più forti della malattia, scritto dal giornalista Fabio Cavallari (Lindau Edizioni). Otto storie di persone che, incredibilmente colpite da malattie gravissime, incredibilmente mostrano di aver voglia di vivere. La tesi dell'autore è questa: di fronte al dibattito sulla vita e sulla morte è meglio non andare per teorie filosofiche o religiose (che inesorabilmente dividono), ma ascoltare le storie di chi vive il dramma della malattia. E ci si rende conto (come le 8 storie dimostrano) che è inutile ipotizzare i nostri comportamenti, nel caso toccasse a noi, perché chi è nel dolore dimostra di avere risorse impensabili, uno spirito di sopravvivenza potentissimo eccetera. Il libro non l'ho ancora letto ma ciò in ogni caso mi consola, perché confido anch'io in tale spirito. Fosse per quello che mi sento adesso....Anche perché, siamo sinceri, la vita è assai complessa e le reazioni sono le più varie: molti, in tali circostanze, invocano la morte.

venerdì 15 ottobre 2010

Ignoranza

Oggi mi sono trovato di fronte ad un termine che avevo già sentito, ma che non conoscevo nel suo significato. Non dirò qual è, per non darvi la soddisfazione di sentenziare: "Oh, ma che ignorante! Io questo lo sapevo.." Ma dell'ignorante me lo dò da solo, nel senso che più passano gli anni, più mi rendo conto di essere ignorante. Per utilizzare l'abusata immagine della salita in montagna, più si sale più l'orizzonte si allarga, non nel senso che si conoscono più cose; ci si rende conto che le cose da sapere sono tante, troppe, che si perdono a vista d'occhio e anche oltre. Per questo resto stupefatto, ammirato e un po' sospettoso quando incontro gente che sostiene di sapere tutto, o quasi. Però una cosa mi consola. Ho sempre pensato che sarebbe una profonda ingiustizia se il senso profondo della vita fosse condizionato dalla conoscenza. Il nocciolo della questione, ciò che veramente importa (oltre ovviamente al mangiare, bere e avere un tetto) è (come è giusto che sia) alla portata di tutti.

giovedì 14 ottobre 2010

Per necessità

Si dice: quello è ottimista per natura e avrà una vita serena, quell'altro è pessimista per natura, e sarà sempre in ansia. Sì, ci sarà anche una componente caratteriale, ma credo che non vi siano scelte: non possiamo non essere ottimisti, per natura o per necessità. Mi dite voi come è possibile campare senza questa sorgente di vitalità? Privi di questa tensione al sereno? Come si può vivere nell'ansia che qualcosa di irreparabile, di tragico capiti a noi e a chi amiamo? Voi capite bene che le possibilità (in percentuale) che ci possa andar male sono abbastanza alte, ma dobbiamo fregarcene di tali ipotesi e continuare dritti per la nostra strada...altre vie non ne conosco. La nostra felicità è appesa a un filo: sappiamo che è assai sottile, ma dobbiamo immaginarlo d'acciaio.

In anticipo

Prendendo esempio da te, caro Paolo, che sei molto previdente, che anticipi il futuro, anticipo anch'io di un giorno gli auguri di compleanno, anche perché domani avrò meno tempo per stare al pc. Ripensavo al nostro mitico giro insieme in bici. 15 luglio 1978: Varese-Albino (con ascesa a San Primo); 16 luglio: Albino-Ponte di Legno (con i passi della Presolana e del Vivione); 17 luglio: Ponte di Legno-Gera Lario (con l'Aprica ma soprattutto con il passo del Bernina, la nostra Cima Coppi); 18 luglio: Gera Lario-Varese, con i Vesperi recitati insieme al Lazzaretto, alle 21.05 (così dice il mio diario). Bè, allora, diciamo la verità, in salita facevi un po' fatica a starmi a ruota, ora ad essere sincero io faccio un po' fatica a star dietro alla tua generosità, al tuo 'pedalare' per gli altri. Auguri.

in foto: al rifugio Al Legn