mercoledì 27 ottobre 2010

Alda e Ambrogio

Ho conosciuto Ambrogio Borsani grazie alla comune appartenenza alla Giuria dei Grandi Lettori del Premio Chiara. Eccolo in casa Bambi a Milano (al centro con gli occhiali rossi, in mezzo fra Diego Novelli a destra e Vittorio Colombo a sinistra), durante una riunione della Giuria, la scorsa primavera. Leggo su Io Donna che è uscito, per Mondadori, 'Il suono dell'ombra', opera omnia della poetessa Alda Merini, volume curato da Ambrogio. E allora non posso non ritornare a quella notte a Milano. Tornavamo in metrò dopo la riunione di Giuria e lui parlava di questo lavoro certosino, il doversi districare fra migliaia di pagine. Un lavoro immane che Ambrogio ha affrontato perché amava la poesia di Alda. Così dice Ambrogio su Io Donna: "Quella di Alda Merini è stata una vita unica, inimitabile. Capace di cantare la sua discesa agli inferi e il ritorno. E anche la sua morte: poche ore prima di andarsene, con un filo di voce sussurrò alle figlie, schiacciate contro la parete, una strofa di Porta Romana bella."

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