lunedì 31 dicembre 2007

Viva il 2007


Per me il 2007 è stato un buon anno. La foto (credo di oltre un anno fa) starebbe a significare questa mia gioia appagante, ma capisco che potrebbe apparire un po' sfacciata. Perché anche ammesso che a noi le cose sono andate bene, la nostra felicità è sempre frutto di una dimenticanza, di un volontario (e per certi versi necessario) allontanamento dall'infelicità altrui. Dato che siamo capitati in un mondo ferito, di per sé non potremmo mai gioire con troppa evidenza, per non offendere chi non sta vivendo i nostri stessi sentimenti. Ma lascio la foto, convinto che i miei amici, i pochi lettori di questo blog sapranno ben interpretare le mie buone intenzioni. Spero che il 2008, per me, sia come il 2007, e non oso chiedere di più. Auguro a tutti i miei amici il meglio possibile per loro. E la capacità di rialzarsi. Perché il problema non è quello di non cadere (tutti, prima o poi, si inciampa), il problema è di rialzarsi: una spolverata ai vestiti e via.

domenica 30 dicembre 2007

I due Bossi


I due personaggi sorridenti in foto sono i Bossi, padre (Luciano) e figlio (Claudio). Li ho incontrati stamani, quando per la prima volta nella stagione 2007-2008 ho infilato gli sci da fondo e sono andato a Cunardo, sulla loro pista, a scivolare sulla 'loro' neve. Si deve alla loro grande passione se al Riano di Cunardo è possibile sciare anche se non nevica dal cielo. Basta il freddo e i loro cannoni, che da anni sparano la bianca manna degli sciatori sui prati del Riano. "Se continua questo freddo" mi ha detto Claudio, mio collega prof di ginnastica "la neve tiene almeno sino a febbraio." Per ora è aperto un anello di 1,5 km, ma fra qualche giorno sarà almeno il doppio. Grazie ai Bossi, stamani ho potuto trascorre un paio d'orette in paradiso. Paradiso terrestre, certo, ma quanto mai desiderabile. Andate a Cunardo. La pista è aperta tutti i giorni, dalle 8.30 alle 17, il martedì e il giovedì sino alle 22. Giornaliero 5 euro, davvero poco per ciò che i Bossi regalano agli amanti dello sci nordico.

Eligio, il libraio


A partire dal 1 gennaio 2008, il signor Eligio Pontiggia, storico titolare dell'omonima libreria di corso Moro, va in pensione 'forzata'. La libreria non chiude ma cambia padrone, passando ad una grande catena di distribuzione, destino di quasi tutte le librerie a conduzione familiare. Il caro signor Eligio avrebbe voluto tirare ancora avanti, ma non è stato possibile. Cambierà qualcosa per i lettori? Senz'altro si avrà una ripercussione sui libri di autori e storia locale, quindi mi sento particolarmente coinvolto. Basta vedere cosa capita alla libreria Mondadori. Noi avremo meno spazio. Ma non è di me che vorrei parlare, bensì del signor Eligio, che lascia dopo decenni di lavoro appassionato. Perché al di là dell'apparenza mite, da topo di biblioteca, Eligio (questa la testimonianza di Giulio Clerici) è stato anche un grande sportivo, sugli sci e in barca a vela. Non so se l'età e il fisico gli consentiranno di spassarsela sui campi innevati o sulla buccia del mare, so che lascia a malincuore. E noi con lui.

sabato 29 dicembre 2007

Bilancio


Tramonto, ore 16.45, dalla panchina del tramonto al Sacro Monte. "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la Tua Parola..." Ricordi, Gigi, le nostre Compiete a Livo? Un tramonto invernale simile mi fa tornare alla mente proprio i ritorni da Livo, uno in particolare: A112 rossa della Fausta, lago di Como rosso del sangue del giorno che muore, musica degli Eagles. Tramonto, tempo di bilanci: allora gli anni erano pochi, venti o giù di lì. Oggi si può mettere una riga sotto e fare una prima somma. Che dire? Avrei potuto fare di più e meglio, ma anche di meno e peggio. Non mi lamento, ringrazio e vado avanti. Senza fare troppi buoni propositi. E con un desiderio sugli altri: costruire ancora un po' di futuro. Fermare il tempo? Lo fermerei proprio a questi miei 51 anni. C'è ancora la salute, e l'esperienza permette di essere felici con poco, meno lesti alla rabbia, meno pretenziosi, più comprensivi. Ma il tempo, come è noto, non si ferma. Purtroppo.

venerdì 28 dicembre 2007

Pater familias


Come da tradizione, soprattutto da quando è morta mia mamma Ines, il 19 agosto 1984 (quindi da tanti anni), noi quattro fratelli Zanzi ci troviamo con nostro padre Mario. I primi anni ci si trovava regolarmente tutti i mesi, nella vecchia casa di viale Belforte, ora quattro, cinque volte l'anno, e sempre a Santo Stefano. Da qualche tempo facciamo anche una foto insieme, sempre lì, con dietro il poster che ritrae la nostra famiglia al completo, in val Gardena. Gesti che si ripetono, e poi tanti ricordi, la nostalgia che monta come panna. Io capisco di essere un cultore della memoria, forse perché ho il terrore di essere dimenticato. Però insieme mi sento di avere davanti ancora tanto futuro da costruire. Piacevole la carezza di ciò che è stato, ma non di meno desiderabile il sogno futuro che potrebbe anche realizzarsi. Chi lo sa!


giovedì 27 dicembre 2007

Santo Stefano


Immagini dal Campo dei Fiori, per la mia 108^ volta nel 2007, probabilmente l'ultima, il giorno di Santo Stefano protomartire. Io, a differenza di Stefano, non sarei per nulla in grado di dare la vita per la fede. Ne sono certo. Notare il cappello dell'Inter, la grande Inter, la mia squadra da quarant'anni, che ultimamente mi regala soddisfazioni. Salendo pensavo che è comunque una scommessa, che ci vuole comunque un atto di fede: sia a credere in Dio, che a non crederci. Spesso si dice: la religione è una invenzione del pensiero umano. Ma chi può dire che, parimenti, potrebbe essere Dio che ci regala questo bisogno d'eternità. La pascaliana scommessa si ripete. Inutile star lì troppo a pensarci. O di qua o di là. Pedalando pensavo: 'Lo sport fa bene' perché lo sperimento su di me. Così è per la fede: forse Dio esiste perché ci sono promesse mantenute, il centuplo quaggiù, perché circolano 'endorfine trascendenti' che fanno bene.

Ma fa ridere la mia fede non provata. Il problema è quando arriva la prova. Vedere i genitori di Fabio Aletti che ancora credono, a due anni dalla morte del figlio, è per me motivo di speranza. Dio aiuta, quindi Dio c'è.

martedì 25 dicembre 2007

Natale bambino


Buon Natale ai miei pochi (ma buoni) lettori. Pubblico una foto del Presepe Vivente di venerdì 21 dicembre in piazza San Vittore, perché ci sono dei ragazzini, e la magia del Natale è solo per loro. Poi noi, adulti, un po' ci specchiamo e beviamo dalla loro gioia, ma non è più quell'età. Mi torna alla mente una poesia: "...la vita ci spoglierà a poco a poco della nostra giovinezza, della fede nella bontà....Fanciullo del cielo, chiudi gli occhi degli uomini sulla loro angoscia; fa che tornino fanciulli, insieme ai loro bimbi, per questa notte sola..." L'augurio è che non sia -questa beata fanciullezza- per una notte sola.

giovedì 20 dicembre 2007

Semaforo verde


La foto non c'entra con ciò che vorrei scrivere dopo. Uso la foto perché mi piace questa idea del grande fotografo Giorgio Lotti (ripreso l'altra sera al Teatrino di via Sacco) che scatta la foto a se stesso. Invece il pensiero si riferisce non all'occhio fotografico ma a quello del semaforo. Consideravo l'altra mattina che oggi abbiamo un motivo in più per sperare di passare col verde e di non beccare l'arancione che ci obbliga alla sosta: evitare il confronto con chi allunga a mano per chieder soldi o offrire una rosa. Il mio primo Pensieri & Parole, dieci anni fa, aveva per titolo: 'Mille lire per un briciolo di pace'. Oggi il prezzo è raddoppiato: 1 euro. Dite la verità, vi ho beccato: anche voi sperate nel verde soprattutto per evitare il confronto con la povertà da semaforo. Infine un avviso: la presentazione del mio libro 'Lam Pak Tung' (venerdì 21 dicembre, ore 18) non è più in Salone Estense, ma nel Teatrino di via Sacco, che si trova di fronte al Palazzo del Comune. Vi aspetto.

per il dialogo: carlo.zanzi@tele2.it

martedì 18 dicembre 2007

Frammenti di un preside


Il professor Livio Ghiringhelli, che è stato fra l'altro preside al Classico e allo Scientifico di Varese, ha pubblicato, dopo alcuni saggi, il suo primo libro di poesie. Titolo: 'Frammenti'. La raccolta è edita da Macchione. Vorrei dire questo: anzitutto mi spiace per la sua cara moglie, morta qualche anno fa, perché lei insisteva affinché il marito pubblicasse le sue liriche, lui si è sempre rifiutato e infine l'ha fatto troppo tardi. Secondo: penso che la scrittura stia dando una mano al caro professor Livio, che ben conosco e che stimo, per superare il dramma della solitudine. Il novello poeta non ha figli, e ora è morto anche il suo gatto, tanto che le ultime poesie della raccolta sono dedicate proprio al felino. La scrittura non è certo la panacea di tutti i mali, è una tiepida e a volte fredda compagnia, ma è meglio di niente. Non mi allineo certo al parere di alcuni scrittori che sostengono: un libro è un po' come un figlio. O questi di figli non ne hanno avuti, oppure se li sono dimenticati per strada. Però un po' di rumore, di musica la fa, nel silenzio di un appartamento rimasto vuoto di respiri.

Spreco


A volte la natura ci offre una bellezza (vedi questa foto del monte Rosa, scattata dalla tribuna del campo di atletica di Sacconago) che noi sprechiamo, nel senso che non sappiamo appropriarcene sino in fondo. Sovente mi capita di pensare che con la morte di un uomo si perpetua uno spreco. Spreco perché quell'uomo forse, in vita, non ha saputo esperimere al meglio le sue potenzialità, ma più spesso perché quell'uomo (ogni uomo) se ne va tenendosi dentro il tanto che non è stato in grado di comunicare. E' come se noi riuscissimo a conoscere solo una minima parte di ogni nostro fratello. Perché non c'è il tempo di comunicare tutto, ma più spesso perché non se ne hanno le capacità, gli strumenti, la voglia. Salvo poi pentirsene amaramente, quando ci si sente soli. Tutto ciò che non è stato detto è una mancanza per l'umanità. Ci sono tesori e ricchezze di esperienze e di vissuti e di pensieri che se ne vanno, muti, con noi, che restano gemme senza fioritura. La scrittura, per me, è strumento privilegiato per questa comunicazione. Sono grato a chi (ma chi è?) me l'ha regalata.

domenica 16 dicembre 2007

Al termine del giorno


"Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre...", prego spesso con queste parole non mie, soprattutto quando si fa sera. Mi piace questa foto di Varese, che annega nel buio. E' questo il periodo meno luminoso dell'anno, un esubero di nero e di luci artificiali, la notte fa paura, la luce rinfranca. Ma fra pochi giorni, a partire dal 21 dicembre, le giornate cammineranno verso il sole. Sempre più luce, una goccia in più ogni giorno. Si entra nell'inverno, ma in verità c'è già il sapore della primavera.

Lo specchietto retrovisore


Tutti gli automobilisti avranno fatto caso (quando siamo in coda ad un semaforo) che guardando nello specchietto si vede molto bene chi siede al volante dietro di noi, mentre se guardiamo davanti a noi, non distinguiamo il guidatore. Mi è venuta questa immagine: se non conosciamo ciò che è stato prima di noi, alle nostre spalle, non possiamo guidare spediti e sicuri. Un esempio (forse banale) per dire che è importante conoscere la storia. Magari a partire dalla nostra storia personale, quella della nostra famiglia e della nostra città. Senza andare troppo lontano.

Lam Pak Tung, missionario ad Hong Kong


Venerdì 21 dicembre, ore 18, Salone Estense, presento il libro che ho scritto con l'amico Gianni Spartà. E' la storia di Padre Adelio Lambertoni da Velate (Lam Pak Tung per gli amici cinesi), per oltre trent'anni missionario del Pime ad Hong Kong. Padre Adelio è morto il 7 luglio del 2006, e il 7 luglio di questo 2007 ha ricevuto la Martinella del Broletto, massima onorificenza civica di Varese. Come ho già detto e scritto, per me (uomo che sente la nostalgia di una mancanza di totalità e di radicalità nelle scelte di vita) scrivere la storia di Padre Lam è stato come dire: "Bhè, almeno contribuisco a rendere pubblica la storia di un uomo che si è speso totalmente per l'annuncio umanizzante del Vangelo." Non sarà molto, ma è già qualcosa.

domenica 9 dicembre 2007

Grande Bof


Il mio amico Roberto Bof, giornalista a Rete 55, ha un cuore lucido come la sua testa con rari capelli. Giovedì 6 dicembre ha radunato 700 persone al cinema Vela, per l'annuale ritrovo delle società che, nella nostra Provincia, permettono di far praticare sport agli atleti disabili. Una grande serata, vivacizzata dal brillante animatore che è Roberto, mago dell'ironia. Anche se non sembra, è però una persona molto seria, e soprattutto generosa. Come ho già scritto altrove, prendere la vita con ironia può rivelarsi uan scelta serissima.


per il dialogo: carlo.zanzi@tele2.it

sabato 8 dicembre 2007

Mani Padamadan


Poteva scegliere anche un titolo più facile l'amico Dino Azzalin per la sua ultima raccolta di racconti, perché Mani Padamadan è -come ha detto Claudio Del Frate- uno scioglilingua. In realtà il signor Mani è uno dei personaggi, incontrati durante i molti viaggi di Dino -medicopoetanarratoreetant'altro- descritti nel volume, presentato ieri sera in Salone Estense. Tanta gente, tanti applausi, tanta buona musica e un buon numero di belle ragazze, fra le quali (vedi foto) la nipote di Dino, Ilaria, deputata non a vendere i libri (erano gratis) ma a distribuirli. Offerta libera, per l'A.P.A. (Amici per l'Africa), all'interno della quale Dino fa Soccorso odonto-stomatologico. Ho preferito mettere la foto di Ilaria e non di Dino per ovvi motivi. Non ho ancora letto il libro, ma chi lo compra va sul sicuro, non nel senso che si troverà di fronte ad un capolavoro, ma a buona narrativa questo sì: ci posso mettere la mano sul fuoco. Conosco Dino e il suo stile letterario. Io e Dino siamo gente del viale Belforte, che ha conosciuto la terra del campo dell'oratorio di Biumo Inferiore. La scrittura ci ha riuniti. Siamo tornati sulla stessa pagina.

Giulio e Giampietro


Giulio Clerici, medico sportivo, è un mio amico. A sua volta lui era molto amico di Giampietro Martignoni (in foto), medico come lui, grande sportivo (come lui), uomo generoso (come Giulio). Giampietro è morto tragicamente nel 1989, quando aveva trentatre anni. Stamani Giulio ha voluto dedicare all'amico la nuova sala ecocardiografica, aperta nel suo Centro di Medicina dello Sport a Cassinetta di Biandronno. I genitori di Giampietro hanno in parte contribuito all'acquisto della sofisticata strumentazione dell'eco-cuore, e sono stati ben felici di poter ricordare il figlio (il loro unico figlio) in questo modo. Il cuore di Giampietro batte ancora, all'unisono con quello di Giulio Clerici e di quanti gli hanno voluto bene.

mercoledì 5 dicembre 2007

Ai piedi del gonfalone


C'è un momento, nel corso dell'anno, in cui sono particolarmente emozionato di essere varesino, ed è quando riesco a scattare la foto ai piedi del gonfalone della mia città, in occasione della presentazione dell'Agenda Varese. E' già capitato credo sei volte, con l'Agenda e con Varese-il bianco e il nero. Ci tengo a questa foto, scattata (da Dalila Biscaldi) in una delle sale più nobili della città, davanti al simbolo di Varese. Questa è l'edizione 2007 di tale foto, con gli amici Angelo e Domenico e con l'assessore Patrizia Tomassini. In più mi sono vestito apposta di rosso, per essere in tinta con il borgo prealpino.

Quella visita in villa a Casciago


E' morto Dante Isella. Aveva 85 anni. La sua vita l'ha vissuta. Ho scattato la foto che vedete lo scorso mese di febbraio, quando Dante vinse il Premio Chiara alla carriera. Qualche anno fa, quando evidentemente avevo troppa fiducia nelle mie capacità letterarie e poca consapevolezza della sua grandezza di insigne filologo, chiesi un colloquio. Incredibilmente mi accolse nella sua bella villa di Casciago, foderata di libri. La villa era come una immensa copertina, e dentro pagine e pagine. Gli regalai, credo, il mio 'L'ultimo nemico'. Scambiammo qualche parere. Fu cortese. Non ebbi risposte, in merito alle mie qualità letterarie. Un segno che avrei dovuto leggere con più umiltà. E invece continuo a scrivere. A mia discolpa vi è da dire che Dante Isella era un filologo severissimo. Ad esempio, non è che avesse un gran giudizio di Piero Chiara, e così di molti altri scrittori. Figurarsi di un Carlo Zanzi qualsiasi.

per il confronto: carlo.zanzi@tele2.it

La firma


Ho voluto mettere anche la mia firma, di fianco alla foto, sul lenzuolo appeso dai suoi alunni allo Scientifico, per ricordare il mitico prof. Franco. Quest'oggi, ai funerali, una folla imponente. Non sono neppure riuscito a salire la scalinata della chiesa di Avigno. Stavo in basso, col sole negli occhi, pensando e pregando. Poi ho pedalato sino al camposanto di Velate, dove Franco è stato sepolto. Quando la cassa è scesa nella terra ferita dallo scavo, non ho avuto il coraggio di guardare in faccia la moglie Manuela e i figli, che stavano di fronte a me. Sulla cassa fiori e una maglia sportiva, con scritto Franco e tante firme. Molti fra i presenti tenevano in mano un foglio con foto a colori e la scritta: Ciao, prof. Perché -mi domando- è necessario che la morte ci sfiori così da vicino per scoprire (meglio, per valorizzare) l'essenziale, la necessità di rapporti teneri e calorosi, la priorità della pace interiore rispetto alla fretta e allo stress? Ci perdiamo nel bicchier d'acqua delle cose secondarie. Anneghiamo nella banalità di litigi ridicoli. So che Franco era esperto di calcio. Non so come se la cavasse col nuoto. So che ora ci sta insegnando a nuotare, per non annegare nella nostra stupidità.

martedì 4 dicembre 2007

Nel cuore di tutti


Stamani, lunedì 3 dicembre 2007, ho trovato davanti al suo Liceo Scientifico questo lenzuolo, che parla da sè. Franco Formato resta nel cuore dei suoi ragazzi. Ho scattato la foto che potete vedere. Credo che un prof. desideri anzitutto vivere, e secondariamente essere amato dai suoi alunni. Franco ha vissuto poco, e non per colpa sua; ha centrato però il secondo obiettivo.

Per un dialogo: carlo.zanzi@tele2.it

domenica 2 dicembre 2007

Una bella serata (e tre)


Si dice che lo spettacolo deve continuare, e così non ho potuto annullare l'evento Musica per L'Occasione, benché avessi nel cuore la tristezza per la morte di Francesco. La serata è stata credo piacevole, musica di buon, direi alto livello con la Steamboat Band (nella foto) e il Distretto 51. Alto anche come volume, soprattutto il Distretto, ma la struttura della sala parrocchiale ha retto egregiamente, e alla fine credo che anche don Giuseppe Cattaneo, parroco timoroso per gli effetti nefasti di certa musica, sia stato contento. Con la musica di ieri sera, termina il mio impegno per l'organizzazione della festa, per i 25 anni de L'Occasione. Sono contento: ci ho messo buona volontà, qualche obiettivo è stato raggiunto. Ora un po' mi riposo.

per il dialogo: carlo.zanzi@tele2.it

A Francesco


Francesco Formato, 48 anni (il primo a destra nella foto) mio collega di educazione fisica allo Scientifico 'Ferraris' di Varese, è morto. Nella foto è in gita scolastica con mia figlia Maddalena e altri suoi alunni. Non si è neppure accorto di morire, e questa per me è una grazia. Non ho parole, se non quelle, mute, contenute in un abbraccio, che faccio alla moglie Manuela (cara amica) e ai due figli, soprattutto a Mattia, mio ex alunno alla 'Vidoletti', grande sportivo, una grinta feroce, un agonismo quasi irrefrenabile. Devo a Mattia più di una gioia professionale, soprattutto quando in prima media ha battuto, alle finali provinciali di corsa campestre a Somma Lombardo, Migliori della 'Dante', con uno sprint negli ultimi cento metri che resterà negli annali della mia scuola. E nella mia mente, per sempre. Come suo padre.

lunedì 26 novembre 2007

Dimenticanza


Stamani alle 9.42, giunto a tre quarti della salita al Campo dei Fiori (bivio delle Ville) mi sono ricordato che alle 10 c'era la Messa a Biumo Inferiore, in memoria del giovane Fabio Aletti. Era troppo tardi, non potevo tornare indietro. Ci sono rimasto male. Credo che se uno si dimentica qualcosa, è perché non ci tiene abbastanza. Certo, con l'età la memoria...ma non ho scusanti. Ammettere i propri limiti è già un passo avanti. Nella nostra vita c'è sole e nebbia (nella foto, quella di stamani, in alto il sole, sotto le nuvole), godiamoci il sole ma non lasciamoci soffocare dalla nebbia della nostra 'infedeltà'. Ammettiamo che c'è. Negarla ci renderebbe ridicoli. A noi stessi e agli altri.

Profili...da vendere


Roberto Gervaso dice: "Il 50 per cento degli italiani scrive, e l'altro 50 per cento non legge." Mio fratello Paolo dice che gli italiani sono individualisti, quindi prediligono il gusto anche narcisistico del libro scritto da sè, piuttosto che la disponibilità ad aprirsi agli altri, insita nella lettura. Concordo con entrambi. Anche per questo temo per il futuro del mio libro 'Profili', da ieri nelle librerie. Pessimista? No, realista. Però il prezzo è contenuto e il formato accattivante: chissà!

sabato 24 novembre 2007

Una bella serata (bis)


Sì, anche quella di ieri sera, per il libro Profili, al Miv, mi pare sia stata una bella serata. Nella foto una delle immagini proiettate, è mio padre Mario. Gli ho dedicato una poesia, credo sia stato contento. Forse qualcuno si sarà addormentato, complice il caldino e le comode poltrone della sala Nettuno, approfittando del buio, ma credo anche che molti non si siano annoiati. Sono ottimista, non è un difetto. Ho dato un piccolo contributo a portare a termine una giornata di pioggia, tristemente novembrina. Forse ho portato un po' di sole e di calore nel freddo del buio di Varese. Se così fosse, sarebbe già molto.

Per dialogare: carlo.zanzi@tele2.it

domenica 18 novembre 2007

Una bella serata


In fondo a me interessa anzitutto non stressarmi, poi offrire agli amici una serata diversa, divertente, rilassante, una serata che si può ricordare, possibilmente anche con un regalo finale. Tutto qui. E poi sono contento se riesco ad organizzare una serata che funziona, senza imprevisti e inceppi tecnici, professionalmente accettabile, non improvvisata, alla 'carlona'. E infine sono contento se, alla mia fatica organizzativa, corrisponde poi una presenza di pubblico. Tutto questo c'è stato (almeno a me così pare) ieri sera in Salone Estense, per la presentazione di Agenda Varese 2008. Che si è conclusa (vedi foto) anche con la pubblica esecuzione da parte di Antonio e Lidia (miei amici) della mia prima camzone in dialetto, parole e musica: Valzer par Varès. Insomma: sono andato a letto soddisfatto. Ogni tanto ci vuole.

sabato 17 novembre 2007

Ma si continua

'Chi si ferma è perduto!' ammonisce un vecchio detto, e allora io non mi fermo (in fatto di libri) e presento il mio prossimo: 'Profili', che ha per sottotitolo 'Varese in pensieri, parole, immagini e omissioni'. Ci sono 15 foto di Carlo Meazza e un centinaio di miei pezzi, scritti su La Prealpina, su Luce e inediti negli ultimi tre anni. Lo presento venerdì 23 novembre, ore 18, sala Nettuno del Multisala Impero Varese. E' un libro graficamente originale, perché è un libro doppio, con doppia copertina: come fossero due libri in uno. Chi verrà vedrà. Non lo posso regalare come l'Agenda, ma avrà un buon prezzo. E poi chi viene non è obbligato a comprarlo. L'importante è esserci. In foto la copertina della parte fotografica del libro, formato 15x21 ma ad album, cioè con il 21 come base. Vi aspetto. (Niente, non mi carica il pdf della copertina, e allora metto un'altra immagine. Anzi, non metto nulla.)

venerdì 16 novembre 2007

Ecco la nuova AgendaVarese2008


Ieri verso le 17.15 sono andato a ritirare le copie della nuova Agenda, che vedete in foto. Ogni volta che vedo un mio nuovo libro sono felice e mi emoziono, ma certo non è come la prima volta. Era il 1988 (quasi vent'anni fa!) e aspettavo con ansia 'Papà a tempo pieno', ma non usciva mai. Poi un giovedì mattina (iniziavo a lavorare alle 9) sono in centro e vedo in Libreria San Vittore, corso Matteotti (ora non c'è più) il mio libro in vetrina. Potete immaginare...ma non potevo acquistarlo, perché la libreria apriva alle 9. Così ho chiamato mio padre, me l'ha comprato lui e me l'ha portato a scuola, in pacchetto regalo. Oggi è molto diverso. A parte che di libri ne ho pubblicati più di trenta e ci si fa l'abitudine. Poi in pratica quasi tutti i miei libri li curo io, anche nell'editing, quindi seguo passo dopo passo l'edizione e quando esce già lo conosco. Rimpianto per le forti emozioni della giovinezza? Direi di no, oggi le emozioni ci sono ancora, meno violente ma più consapevoli, se così si può dire. Credo di essere più felice ora di allora. Una cosa sola mi disturba assai: ho vent'anni di più!

domenica 11 novembre 2007

Non solo bici


Torno un istante a parlare di bici (nella foto, 103^ salita al campo dei Fiori, è prima foto fatta con l'autoscatto, non avevo ancora imparato ad usarlo). Vorrei solo dire che ci sono più ragioni, che mi invogliano ad andare in bici. E, credetemi, non sono ragioni addotte per giustificare la mia passione. Sì, è vero, ho del tempo libero e posso permettermi un'oretta di sport al giorno. Non tutti possono farlo, sono un privilegiato, anche se ho fatto delle scelte professionali che mi permettessero tale utilizzo del tempo: meno soldi, più sport. Ma lo sport non lo faccio solo 'per sport'. Anzitutto in bici riesco a pensare meglio che seduto a tavolino: parrà strano ma è così. Quindi molte idee, poi tradotte in libri e altro, sono nate pedalando. Quindi in fondo è un po' un lavoro: mi sento un professionista. Poi prego, e anche qui riesco a farlo meglio all'aria aperta che in chiesa. Poi in fondo fare sport fa parte del mio lavoro di docente: credo che un prof di ginnastica debba essere presentabile, fin che riesce deve poter dimostrare gli esercizi...e poi ci mettiamo il divertimento, il bisogno fisico, una sorta di dipendenza (certo più positiva del fumo o di altro)...tutto questo per dire (e lo dico anzitutto a me stesso) che dietro certi comportamenti può esserci un rovello interiore che non appare in superficie, quindi non è mai saggio avanzare giudizi affrettati. Ripeto: faccio anzitutto la morale a me stesso.

sabato 10 novembre 2007

Perdersi per trovarsi, dimenticarsi per star bene


Cominciamo col dire che la foto non c'entra con ciò che andrò a scrivere. La foto fa riferimento sempre alla serata toppata di Carta straccia? Fra i presenti, mia figlia Caterina che studiava nella sala (sempre a Villa Recalcati) dedicata alla Pallacanestro Varese. Il concetto invece è questo: meno si pensa a sé, più si sta bene. Più si è presi da qualcosa fuori di noi, più ci si sente felici. Quindi il problema è farsi prendere da qualcosa che sia così coinvolgente, da mettere in secondo piano noi stessi: impresa non facile, dato che noi -ovviamente- siamo abbastanza interessati alla nostra persona e a ciò che ci riguarda. Ma noi, se stiamo troppo su di noi, diventiamo nemici a noi stessi. E stiamo male. E ci inventiamo il male. Quindi bisogna uscire. Gli altri possono essere la realtà che ci coinvolge, tanto da farci uscire dai nostri panni. Mettersi nei panni degli altri. Per questo la proposta evangelica, l'amore evangelico rende felici, quindi è una buona proposta, un buon annuncio. Un Vangelo, appunto.

Carta straccia? No, buco clamoroso


Ho toccato il fondo. Ora non posso che risalire. Al dibattito Carta straccia? di stasera, a Villa Recalcati, c'erano due persone, quindi l'incontro è saltato. Nessun relatore (vedi foto) ha animato una serata che è stata, poer me organizzatore, certo piuttosto deludente. Eppure sono felice lo stesso. Una volta ci sarei rimasto molto male. Credo che stanotte, invece, dormirò tranquillo. Sono altri i problemi che tolgono il sonno. Altre le priorità. Certo, come inizio dei festeggiamenti per i 25 anni del settimanale L'Occasione non è un granché, ma anche l'editore Cavenaghi non se l'è presa. Chi bene inizia è a metà dell'opera, si usa dire. Vorrà dire che noi, dell'opera, siamo ancora all'inizio.

venerdì 9 novembre 2007

Il miracolo del fumo


Un pensiero serale: fra i motivi che, se penso al passato, mi fanno inorgoglire, trovo il fatto che ho smesso di fumare. Moriva il mese di dicembre del 1979, ero da poco tornato da militare e dopo molti anni di sigarette (però mai oltre le 10-15 al giorno) sono riuscito a smettere definitivamente. Mai più nemmeno un tiro. E sono passati quasi trent'anni. Un mezzo miracolo. E così m'è venuto di pensare ai miracoli. Penso di averli sperimentati nella mia vita. Lo riassumerei così: "Prima non ci vedevo e adesso ci vedo." La sostanza del miracolo è lì, ma tu non la vedi. Poi gli occhi ti si aprono. Non è il miracolo che viene da te, sei tu che vai da lui. Cominciamo col dire che miracolo è mistero. Che so, probabilmente ci sono anche dei miracoli per cui uno, miracolosamente, guarisce. Ma io credo di più ai miracoli quotidiani, a esperienze miracolose aperte a tutti, non a eccezioni per pochi. Tutti siamo chiamati alla santità, e tutti -per giustizia- dobbiamo poter disporre di esperienze di miracolo, che verso questa santità possano condurci. Il miracolo è lì ma lo chiudiamo fuori dalla porta. Poi un bel giorno (o più spesso un 'brutto' giorno, perché segnato dal dolore) la porta si apre. Il miracolo Dio lo aveva già pensato. La nostra libertà faceva altre scelte. Poi gli occhi si aprono. Da ciechi a vedenti. Poi la cecità torna, o quanto meno la miopia (non è sempre festa, come si dice) ma l'esperienza fatta ti segna e ti rimane. Hai visto, almeno una volta. E potrebbe ricapitare.

venerdì 2 novembre 2007

Al San Martino


Sebbene in ritardo rispetto alle mie tradizioni (di solito ci vado in primavera, ma quest'anno avevo i 100 Campo dei Fiori), sono salito al San Martino. A novembre, come in novembre (15 novembre 1943) si compì il sacrificio dei partigiani varesini. Salendo verso Duno, la prima parte della salita, la più agevole, sentivo le campane di Cuveglio, di Cuvio, di Duno, forse di Cantevria. Campane in festa. Poi, dopo Duno, nel tratto più ostico, ho sentito colpi di fucile, cacciatori, e il ricordo dei colpi della guerra si è fatto più presente. Sono arrivato stanco, come ogni anno. Oltre un'ora di salita: 67' e 17", per la precisione. Quest'anno ci sono salito in city-bike perché la mountain-bike è da aggiustare, e con la bici da corsa (che ha come rapporto più agile un 39-21) non ci sarei mai arrivato. Questa è la sola salita che percorro in bici, nel corso dell'anno, durante la quale mi viene voglia di tornare indietro. Arrivo in cima verso le 11, foto, discesa (che è pericolosa, strada stretta e sassi) e poi il rientro da Cuvio-Brinzio. E' stato un mezzo calvario, perché sono stato colto da una crisi di fame e le gambe erano due pezzi di granito. Ho quindi offerto la mia ridicola fatica (e le mie preghiere) a chi ha fatto la fatica estrema, 64 anni fa, negli stessi luoghi. Anche nel 2007 ho mantenuto la promessa di salire al San Martino. Sono un po' più felice.

mercoledì 31 ottobre 2007

Sintesi






Forse è capitato anche a voi. Di fronte a dibattiti televisivi, dove il relatore sa tante cose, pare avere colto con più avvedutezza il senso della vita, mi sento inadeguato. Ma poi penso: "Sarebbe un'ingiustizia se il senso della vita -e quindi la felicità- potesse esser colto meglio solo da chi ha doni intellettuali e sa molto." E sarebbe anche antievangelico, visto che il Vangelo pare dire esattamente il contrario: i misteri del regno saranno rivelati ai piccoli, non ai sapienti. Il segreto deve aver a che fare con la semplicità, la sintesi. Mi viene questa immagine: se la vita è un mare da attraversare, bisogna saper nuotare. Mi si potrebbe dire: ma chi ha consapevolezza, ha studiato, sa molte cose è come se si procurasse una barca, quindi va meglio, più spedito e arriva prima. Non credo sia questione di arrivare prima o di fare meno fatica, credo che c'entri soprattutto la direzione che si sceglie. Lo strumento deve essere uguale per tutti, se no il progetto parte male, discrimina. E concludo; mi pare che certi dibattiti o certi sproloqui sulla stampa siano come il suono di un trombone: un gran baccano, che confonde e stordisce più che illuminare.

Arriva l'AgendaVarese2008


Ecco in foto gli autori di AgendaVarese2008, e cioè il sottoscritto e i fotografi Domenico Ghiotto e Angelo Puricelli. Per l'Agenda del 2008 abbiamo scelto la maglia della Cimberio basket, che ha iniziato il campionato in modo disastroso. Verrà presentata (l'Agenda) venerdì 16 novembre, ore 21, Salone Estense. Chi viene ha l'Agenda gratis, poi dovrà pagarla. Ma l'editore Cavenaghi, per festeggiare i 25 anni de L'Occasione, ha pensato ad altri eventi.

venerdì 9 novembre, ore 21, Villa Recalcati, dibattito sul futuro dell'informazione su carta (Carta straccia?)

venerdì 23 novembre, ore 18, Multisala Impero, presentazione del libro Profili, con testi miei e foto di Carlo Meazza

sabato 1 dicembre, ore 21, salone oratorio di S.Ambrogio: Spettacolo musicale con la Steamboat Band e il Distretto 51.

Si entra sempre gratis.

Un modo per passare serate diverse.

domenica 28 ottobre 2007

E cento...ma si continua


Poco dopo mezzogiorno ho raggiunto per la centesima volta nel 2007 il piazzale del cannoncino, su al Campo dei Fiori. Raggiunto in bici. Con alcuni amici, e questa forse è stata la cosa più interessante. Riguardo all'impresa sportiva (che non è poi questa grande impresa) si può dire che la 1^ volta è stata il 2 gennaio, la 100^ oggi, 28 ottobre. Sono 9 chilometri di salita (da casa mia), quindi ho pedalato per 900 km in salita. Il dislivello in ascesa è di circa 650 metri, quindi ho fatto 65.000 metri di dislivello. Come rapporto più agile, avevo un 39-21. La salita più veloce, con l'amico Elio, in 39'33", il 17 settembre; la più lenta (a parte oggi) il 21 febbraio, con il mio alunno, Kevin Rocca, in 61'44". Sono sempre salito da solo, a parte una volta con Kevin, con Elio Cappelli e con Marchino Riganti. Ho forato una sola volta, in discesa. Sono salito quasi sempre con la mia Decathlon gialla, bici da corsa che ha quasi 10 anni, a parte poche volte in mtb e una volta, l'11 marzo, in City-bike (nel tempo discreto di 53'15"). Che dire? Che andrò avanti, il 2007 non è ancora finito. Forse arriverò a 110, 120, ma la cosa non mi interessa molto. Il numero 100 ha il suo fascino, è cifra tonda. Ringrazio di cuore tutti gli amici che mi hanno accompagnato, in particolare Riccardo (che mi ha regalato un pezzo su La Prealpina) e Marchino, che mi ha preparato un poster, poi firmato dagli scalatori. E poi ringrazio Adriano, che ha sofferto sino alla fine. In fondo mi ha regalato la sua sofferenza, e non è poco. Abbiamo stappato una bottiglia di Fragolino, che è andato giù come le nostre bici, poi, in discesa. Una domenica diversa. Bella. Che non dimenticherò tanto alla svelta.

lunedì 22 ottobre 2007

Con Marco, il Re


Questa è stata una domenica diversa, perché per la prima volta ho pedalato in bici dietro ad un mio amico che non andava in bici, ma in hand-bike. Era Marco Re Calegari. Siamo partiti da Capolago e siamo arrivati a Laveno, poi dietro front: totale circa 50 km. Incredibile, facevo fatica a stargli dietro, soprattutto all'andata: lui pedalava con le braccia, io con le gambe. Marco ha spalle imponenti, bicipiti di titanio, pettorali e dorsali d'acciaio, e del resto non potrebbe andare così veloce senza un fisico da superman. E' stato alle Paralimpiadi e ai Mondiali, ha vinto medaglie e titoli. Lo sport gli ha permesso di dare un senso alla vita, dopo l'amputazione degli arti causa incidente in auto. Ma anche lo sport deve molto a Marco, un vero re. Nella foto, siamo sul lungolago di Laveno.

giovedì 18 ottobre 2007

Come dentro un film

Ascolto poca musica, e quella poca quasi sempre in auto. Sarà capitato anche a voi. Viaggiando con la musica e vedendo il mondo fuori, sembra di essere in un film e tutto diventa più bello. Quando vedo un film penso spesso (e a volte lo dico anche a Carla): "Troppo facile. Il regista ha a disposizione musica, immagini e parole. Io ho di fronte solo lo schermo del notebook bianco." Una volta si diceva la pagina bianca. E quel bianco a volte ti pare uno spazio incolmabile. Soprattutto è dura, con la sola parola scritta, rendere ciò che sa fare il mix di suoni, immagini colorate e parole. Scrittore: un mestiere duro. (Non allego foto perché uno scrittore, appunto, dovrebbe avvalersi solo delle parole scritte.)

Su Dio


Dio è al centro dei miei pensieri. Vi offro un'immagine per sorridere (vedi foto, con la vignetta del mio amico Gaspare Morgione) e una frase che mi è piaciuta, di René Guénon (che non so chi sia): "La migliore preghiera è quella che si fa senza parole: cercando di confondere noi stessi nel silenzio di Dio."

lunedì 15 ottobre 2007

E' tutto fattibile


Con l'età (attenzione alla perla di saggezza che ora vi regalo) le distanze si avvicinano, si diventa amici dei prof del liceo che ti facevano paura, si ha confidenza coi campioni dello sport che ammiravi (nel mio caso, ad esempio, il grande Paolone Vittori della magica Ignis, o Dino Meneghin), scopri che un tuo compagno di liceo diventa Presidente del Consiglio eccetera. Con l'età tutto diventa meno clamoroso e, in definitiva, più fattibile. E allora coraggio, non è il caso di porsi limiti, in fondo è tutto più semplice di quanto si possa pensare. Nella foto, il prof. Silvio Raffo, che già insegnava quando ero alunno al Cairoli, anche se non mi faceva affatto paura.

Festa del centenario


Benché non sia una grande impresa, domenica 28 ottobre (partenza ore 10.45 da casa mia, via Vico 29) salirò per la centesima volta in bici al Campo dei Fiori. 100 volte nel 2007, da gennaio ad ottobre, in dieci mesi. Invito tutti gli amici ciclisti a tenermi compagnia. Si va adagio. C'è posto per tutti.

Campane festive


Preferisco essere criticato per l'eccessiva banalità di ciò che scrivo, piuttosto che per una incomprensibile 'profondità'. E fra le banalità che ho da scrivere, questa: stamani, domenica, suonavano alle 8.30 campane a festa, ero già felice di mio e le campane -per tutta una serie di ragioni- hanno completato il bel quadro. Ma ho pensato (dato il gran clamore dei bronzi): "Se qualcuno ha fatto una notte in bianco e, con pena, è riuscito ad addormentasi all'alba e le campane lo svegliano..." Credo sia importante, in ogni situazione, cercare di leggere con gli occhi di tutti, perché (come ho già scritto) anche l'immagine più poetica (le rondini che sfrecciano in un tramonto di primavera), letta dalla parte dei moscerini, non è poi così idilliaca. Nella foto, le campane di Biandronno.

venerdì 12 ottobre 2007

Arcobaleno


Non si vede molto, ma nella foto c'è l'arcobaleno. E' l'immagine più eloquente della bellezza che dura un istante. Pensavo: la bellezza deve alla sua caducità il suo valore, il suo fascino. Come la luce deve molto al buio, come la gioia molto al dolore. La vita, forse, deve ringraziare la morte se sa offrire slancio vitale e non apatia e noia, sino alla disperazione. Di questo passo, si potrebbe affermare che la vita eterna, data la sua fissità di bellezza, potrebbe anche essere noiosa. Quindi il Padrone di Casa dovrà darsi da fare, per non farci rimpiangere la vita terrena.

giovedì 11 ottobre 2007

Il corpo


Il mio amico Carlo Meazza (nella foto di Mario Chiodetti) ha proposto per il nostro prossimo libro (Profili) una sua foto, uno dei suoi rarissimi nudi di donna. Ho accettato. Osservando la foto in bianco e nero, fra i molti pensieri, anche questo: invecchiando bisognerebbe prendere le distanze dal corpo, che tende a tradirci. Si preferisce non guardarsi allo specchio, o guardarsi da lontano, come faccio io di questi tempi. Eppure bisognerebbe amare il proprio corpo anche se non mantiene le promesse di un tempo. Non è possibile separarci da lui, illudersi che con l'ascesi si possa abbandonarlo prima del tempo. Tanto vale averne compassione e simpatia, anche se ci duole. Accettare senza drammi il ritmo delle stagioni. Invecchiare con serenità, meglio, con dignità.

domenica 30 settembre 2007

Tedoforo notturno


Seppure con una certa reticenza, ho dato la mia adesione alla fiaccolata, che è partita da Torino, casa madre dei Salesiani, alla mezzanotte di sabato 29 settembre. Fiaccolata per festeggiare l'apertura del nuovo oratorio della mia parrocchia, Sant'Ambrogio Olona. Io ho fatto una frazione notturna, dalle 2.23 alle 2.51, per un totale di circa 7 chilometri. Mi sono divertito, anche un po' stancato, ero fra i più vecchi ma non ho fatto figuracce. Soprattutto ho rivissuto, dopo un po' di tempo, il clima sportivo-goliardico che a volte prende i maschi trenta-quarantenni (e anche cinquantenni), quando si lasciano andare ad avventure non proprio ordinarie. Si ride per niente, come ai tempi del Liceo, quando ci si fa beffe degli insegnanti, e anche della vita.

'Luce' si è spento


A 94 anni di età, si è spento il settimanale cattolico Luce. Quella che vedete è l'ultima copertina, datata domenica 30 settembre 2007. Ho iniziato a scrivere, giornalisticamente parlando, sul mitico Bivacco, periodico dell'oratorio e della comunità giovanile di Biumo Inferiore, ma con più proprietà di linguaggio proprio su Luce, a partire dal novembre del 1989. Quindi sono particolarmente legato a questo giornale, e molto dispiaciuto della sua chiusura. Come a volte capita, la qualità non è stata premiata dalla quantità delle vendite, quindi la proprietà ha chiuso la borsa. La gente legge poco, la carta stampata è carta straccia? Ne parleremo in un dibattito, il prossimo venerdì 9 novembre 2007, ore 21, Sala di Villa Recalcati, piazza Libertà, a Varese.

lunedì 17 settembre 2007

Acqua di luce


Mi piaceva questa foto, il sole di settembre al tramonto, che annega in scintille fra gli spruzzi della fontana di piazza XX settembre, da poco rinnovata. E, con un passaggio un po' azzardato (ma sempre d'acqua si tratta) faccio propaganda ad un incontro, nell'ambito del Premio Chiara, che parlerà di giri del mondo in barca a vela. Mercoledì 19 settembre, ore 21, Villa Recalcati, vi sarà fra gli altri Cecco Lenotti, che è stato via tre anni da casa per fare il preparatore atletico dell'equipaggio di +39, che ha recentemente partecipato alla Coppa America. Ne approfitto poi per dire che il programma del Premio Chiara può essere interessante. Visionare il sito http://www.ilfestivaldelracconto.it/

3° Giro ciclistico Shalom


Nella piccola chiesa del Lazzaretto, in fondo a Viale Belforte, ha vissuto tappe importanti la comunità giovanile Shalom, guidata da don Angelo Morelli. E dal sagrato del Lazzaretto parte, da tre anni, il giro ciclistico Shalom, sempre in settembre. Non siamo in molti, non siamo ciclisti professionisti, ma ci divertiamo e così trascorre, pedalando e parlando, un'altra domenica mattina. Ci sono modi peggiori di utilizzare il tempo.

domenica 9 settembre 2007

Renata Spinella, amica poeta


Lo scorso venerdì 7 settembre, all'ora del Vespero, è morta la mia amica Renata Spinella. Aveva 87 anni, nata nel 1920 a Catona di Reggio Calabria, presto approdata a Messina, infine, nel 1943, a Varese, seguendo la madre Ester, insegnante. Ho conosciuto Renata alla fine degli anni Ottanta. Aveva da poco pubblicato la sua raccolta di poesie mistiche 'Fratello silenzio, sorella solitudine' per le Edizioni Del Leone. Poiché anch'io stavo pubblicando per quell'Editore veneziano, mi recai da lei per avere consigli. Da allora ci siamo sempre frequentati. Ho conosciuto i suoi fratelli Mario (grande intellettuale di sinistra) e Tullio. Da lei ho imparato la sincerità, anche quando può essere sgradita. Cercava continuamente il Dio nascosto, pregava incessantemente, per superare i limiti di un corpo sempre dolente, per comprendere una mente lacerata dalla nevrosi. Non amava Varese, aveva negli occhi e nel cuore il suo mare dello stretto. Rimproverava ai varesini troppa freddezza, e probabilmente aveva ragione.Tanto chiedeva e tanto dava, generosa, volitiva. Voleva essere accompagnata alla Messa delle diciotto su alla Longaria, dai frati, anche quando il suo cammino era davvero penoso, il suo respiro in continuo affanno. Voleva l'Eucarestia. Mi voleva bene. Voleva bene a me, a Carla, alle mie figlie. O il Paradiso non c'è, ma se c'è, Renata, ora, è lì.

Varese, Città Pascolo


Varese non è più la Città Giardino? E' diventata allora la Città Pascolo. La foto che vedete non è stata scattata all'Alpe di Siusi, sull'Altipiano di Asiago, sui pascoli della Maiella, ma in via Valle Luna, a quattro chilometri circa da piazza Monte Grappa. Questo consola. Mucche al pascolo nel borgo del Duca d'Este. Lamentiamoci pure di Varese, ma con cautela.

giovedì 30 agosto 2007

Italiano e varesino


Riflettevo circa il mio amore per Varese, non disgiunto dal mio vanto d'essere italiano. Non sono certo fra coloro che esaltano la vicina Svizzera, né i lontani States. Localista e insieme nazionalista, forse ancora poco europeista, sebbene un cristiano dovrebbe avere visioni ampie e non ristrette. Poi m'è capitata sotto gli occhi questa foto del tricolore, che ho scattato durante la Coppa dei Giovani, gara internazionale di canottaggio che si è disputata alla Schiranna qualche settimana fa. E nel tricolore ho colto una spiccata varesinità: il bianco e il rosso, colori del borgo, e il verde, il tanto verde del luogo che mi ostino a chiamare Città Giardino, nonostante l'incuria di molti. Sarò anche banale e fuori dal tempo, ma la cosa mi ha fatto piacere.

martedì 28 agosto 2007

L'estate sta finendo


L'estate sta finendo. Ohimè. Anni fa i Righeira, coppia della canzone italiana, cantavano: "L'estate sta finendo, e un anno se ne va. Sto diventando grande, lo sai che non mi va...." Eppure ogni stagione, dell'anno e della vita, ha le sue gioie. Anzi, mi sembra che diventare grandi non regali solo maggiori responsabilità, acciacchi, grane da risolvere eccetera; mi pare che diventar grandi significhi anche imparare ad apprezzare, a gustare, a centellinare, a vivere felicità forse meno intense ma più durature. E allora non può non venirmi in mente, no, non grandi poeti o scrittori, ma il nostro poeta bosino Natale Gorini, che nella sua bella poesia 'Vècc e giùvin', vecchi e giovani, ripete fra le strofe che la giovinezza è una qualità dello spirito, più che una caratteristica anagrafica. E Natale conclude (traduco direttamente): "Chi l'ha detto, che il meglio della vita non può ancora arrivare?" Bravo, Natale! Attendersi il meglio è lecito, ad ogni età.

venerdì 24 agosto 2007

Marco Giovannelli, dieci e lode


Dal 6 al 9 settembre, in località Schiranna (ex pista di go-kart), si svolgerà la 4^ Festa di Varesenews, ancor più solenne perché il primo quotidiano informatico di Varese festeggia i dieci anni di vita. Marco Giovannelli (siamo insieme nella foto di Silvia D'Ambrosio, alla presentazione di AgendaVarese2007) e la sua equipe si stanno facendo in 4, in 8, in 16, come sempre, per organizzare, pensare, creare qualcosa di nuovo. Io clicco su http://www.varesenews.it/ almeno 3-4 volte al giorno. E' utile, gratuito, bene informato, notizie in tempo reale, è una compagnìa, una necessità professionale, un bisogno dettato dalla curiosità e dalla voglia di partecipare alla vita cittadina. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo un simile giornale...e Marco, in effetti, ci ha già pensato.

mercoledì 22 agosto 2007

Requiem per Claudio Chieffo


Vado a periodi. Ogni dieci anni circa mi torna la voglia di suonare la chitarra. Ora è uno di quei periodi. Anche per questo forse mi sono lasciato coinvolgere maggiormente dalla morte di Claudio Chieffo, qualche anno più di me, senz'altro l'autore di canti religiosi più noto d'Italia. Andai a sentirlo tanti anni fa, al teatro di Azzate. Per anni io, come tantissimi altri giovani, ho cantato le sue canzoni, soprattutto con gli amici della comunità Shalom ma anche da solo, voce e chitarra. L'ho visto, Claudio, alla tele, gà malato, dire frasi di gioia e di speranza, come di gioia e speranza è ricca una delle sue prime canzoni, composta a 18 anni, che ho cantato centinaia di volte: "Non so proprio come far, per ringraziare il mio Signor..." Così oggi ho preso la chitarra è l'ho cantata, a lungo, salutando Claudio che me l'ha regalata.

sabato 18 agosto 2007

ecco la foto della scuola


ritento, cercando di inserire la foto della scuola elementare 'Cairoli', che prima è scappata via