lunedì 28 febbraio 2011

Mimmo baby pensionato

Il mio amico, nonché compagno di liceo, Mimmo (qui sorpreso in centro, in dolce compagnia) sta trascorrendo le ultime ore di lavoro. Da domani sarà in pensione, una parola che fa ribollire il sangue nelle vene. Un passaggio epocale. Una svolta. La faccio breve: caro Mimmo, ti auguro una pensione attiva, cioè lavorosportrelaxvolontariatoviaggi..fa che non ti sorprenda con le ciabatte, sdraiato sul divano, sigaretta in bocca, con gli occhi a rigirare nel vuoto. Un abbraccio.

Vidoletti volley team

Coach Enrico and Vidoletti volley team

domenica 27 febbraio 2011

I colori del volley

Grazie a questa bella foto della collega Monica Conforti, abbiamo i molti colori del volley femminile, che si sono 'mischiati' qualche mattina fa nella nostra palestra, alla Vidoletti. La squadra di casa è quella in maglia verde, con la caratteristica V di Vidoletti. Come è noto, le ragazze amano molto la pallavolo e noi prof le facciamo giocare, con reciproca soddisfazione.

Per fortuna, poi, si invecchia

La Provincia di Varese domenica 27 febbraio 2011

Il discorso del re balbuziente

Ieri sera ho visto, al cinema Nuovo, un bel film: 'Il discorso del re'. E' stata anche l'occasione per incontrare, dopo tanto tempo, la mia amica Chiara. Ma a parte ciò, il film narra la vicenda di Giorgio VI, re d'Inghilterra durante la Seconda Guerra Mondiale. Afflitto da balbuzie, il sovrano ha dovuto giocoforza guarire, e lo ha fatto grazie all'aiuto di un esperto senza titolo accademico. Fra le altre cose, ho pensato che nella vita non sempre capita di dover seguire, in fila indiana, come sullo skilift, la comodità del tran tran quotidiano. A volte -per forza ma quasi sempre per scelta- si apre la possibilità di un cambiamento, che vuole rischio, di fronte al quale siamo balbuzienti. E spesso scantoniamo, facendoci trainare dal piattello dello skilift, dove si sta comodi, ma la direzione è solo quella.

Nell'erba alta

Non riesco a dimenticare l'orrore, per la morte della giovane Yara Gambirasio, trovata nell'erba alta, vicino al fiume Brembo. Chi mi conosce sa che non farei male ad una mosca. In verità le mosche, d'estate, se mi danno fastidio, le ammazzo. Ebbene no, non riesco a perdonare chi fa del male ad una giovane vita. Il mondo non può sopportare una tale devianza.

sabato 26 febbraio 2011

Elena e Pippo

Strepitosa medaglia d'argento per una italiana (mai successo prima) ai mondiali di salto dal trampolino. L'impresa è stata compiuta ieri ad Oslo da Elena Runggaldier, 20 anni, di Santa Cristina, perla della Val Gardena, la Varese delle Dolomiti, paese che conosco molto bene. Elena ha dedicato il suo salto d'argento a Simona Senoner, compagna di squadra, morta tragicamente a 17 anni per un'infezione virale fulminante. Ma un pezzetto di dedica Elena lo riserva anche ad un varesino, Pippo Gazzotti (a destra nella foto, insieme all'amico Nini Bossi). E' stato lui, anni fa, quando era tecnico federale in Fisi, a proporre ad Elena e ad altre ragazze l'avventura del salto dal trampolino. E la verità della mia asserzione è contenuta in un messaggio, giunto oggi sul cellulare di Pippo, scritto proprio da Elena. "...Pippo, dimenticavo una cosa importantissima: ricordi ai tempi quando eravamo in squadra insieme? ...sullo Stelvio? ...in raduno? Ricordo perfino la stanza in cui eravamo quando tu mi dicesti del salto femminile...sei tu che hai fatto partire questa bellissima avventura nostra...Te ne sono grata!" Bravo, Pippo, hai avuto un'intuizione d'argento!

venerdì 25 febbraio 2011

Prova dell'esistenza di Dio

Se mi chiedessero: "Tu che dici di credere, dammi un' eloquente prova dell'esistenza di Dio" non avrei dubbi. Risponderei: "Una qualsiasi cima delle dolomiti."

in foto: Dolomiti di Brenta dal passo Vezzena. Da sinistra: cima D'Ambienz, cima Tosa, Torre di Brenta, Campanile Alto.

giovedì 24 febbraio 2011

La conferma

Il solo modo, a mio avviso, per superare almeno in parte i miei dubbi di fede, è la conferma -nell'esperienza quotidiana- di ciò che spero e chiedo nella preghiera. Altra via non c'è, per me, per credere con più convinzione. Assolutamente non la strada della ragione, dell'approfondimento, della studio. Per quella via mi sono perso, confuso. Attendo segni, piccoli 'miracoli' , la coincidenza letta come provvidenza, e in questa attesa vigilerò con più attenzione. Certo, non saprò mai se il Dio che mi risponde è il Dio di Gesù Cristo, ma il sapere che un Padre buono veglia sulla mia pochezza è già moltissimo.

signore delle cime

C'è il Signore delle cime (con la Esse maiuscola), che è il Dio del cielo, e c'è il signore delle cime (esse minuscola) che è il mio amico Enrico Piazza. Dopo aver visto le mie foto montane sul blog, si è premurato di aggiornarmi sul nome delle cime, che si vedono in fondo al panorama. Si tratta delle Dolomiti di Brenta, e per la precisione, da sinistra (con la forma tipica piatta) la Cima Tosa, poi il dente centrale è il Campanile alto, poi abbiamo la Catena degli Sfulmini e infine, imponente, la Cima Brenta. Grazie, Enrico, noto consulente di chi va in montagna e chiede lumi (fra gli altri, il noto fotografo Carlo Meazza). Dare il nome alle cose è importante. Perdono indeterminatezza e diventano più familiari. Lo spettacolo è più preciso. Più gratificante.

mercoledì 23 febbraio 2011

Sapori d'infanzia

Di solito non mangio mai la pasta condita col burro. Direte: chi se ne frega! Giusto: continui solo chi è interessato. Di solito la pasta la condisco con olio o sugo. Oggi invece, dopo anni, l'ho condita col burro. E subito mi sono rivisto bambino. Con mia mamma che diceva a noi 4 fratelli: "Mi raccomando, fate sciogliere bene il burro, girate la pasta!" e invece io facevo finta di niente, non giravo la pasta e mi gustavo il pezzetto di burro, un po' tiepido ma freddo ancora al centro, un dolce sapore, di pochi attimi, che ritenevo più desiderabile rispetto al dover mangiare poi la pasta scondita. Oggi, vinto dalla saggezza dell'età, ho fatto sciogliere bene il burro, ma quel saporino l'ho risentito, l'ho rigustato.

in foto: paioli in rame da 1000 litri, per la produzione di burro e formaggio. Caseificio di Asiago.

Garibaldi e Urban

Per chi ama la storia locale e vuole prepararsi alla Festa del 17 marzo, potrà essere interessante partecipare alla presentazione del libro di Giuseppe Della Valle 'Varese, Garibaldi ed Urban nel 1859', in programma venerdì 25 febbraio 2011, ore 18, Biblioteca Civica.
Si parlerà dell'epica battaglia di Varese, ma anche del ritorno di Urban, che si vendicò mettendo a ferro e a fuoco il borgo, approfittando dell'assenza (non so quanto giustificata) dell'Eroe dei due mondi.

Su, ragazzi

Su, ragazzi, rendiamo epica la nostra mediocrità, accontentiamoci senza accontentarci, gustiamo ogni respiro d'aria quotidiana.
Coraggio, ragazzi: invidiamoci.
Immaginiamo che, d fronte a noi, ci sia sempre un panorama così.

martedì 22 febbraio 2011

Con le braccia al cielo

Il preside Antonio alza le braccia al cielo, al termine della settimana bianca: non si capisce se in segno di resa, di vittoria, di saluto...o se per aggrapparsi lassù, alla ricerca di un aiuto soprannaturale!

foto Rinaldi

Fotografo dilettante

Il collega Michele mi ha colto mentre metto il copriobiettivo della mia Nikon in bocca (non trovo posto migliore per non perderlo) e mi accingo a scattare foto. Lo faccio da quando ho più o meno dieci anni, allora scattai le mie prime foto con la Ferrania di mio padre. Da allora non ho più smesso.

Tutto il meteo possibile

Durante i 5 giorni bianchi abbiamo avuto due giorni coperto, due di neve e uno di sole: quasi tutto il meteo possibile. Compresa la nebbia.

nella foto Rinaldi: il dirigente e alcuni alunni Vidoletti

Metti, togli, metti, togli..

La settimana bianca è stata davvero una scuola di vita, in quanto a capacità di sapersi gestire come funamboli: su e giù dal pullman, metti e togli scarponi pesantissimi, e poi tieni in mano sci, bastoncini, caschetto, occhiali, guanti, zainetto il tutto su terreno scivoloso...prendi, lascia, appoggia, incastra...e l'attacco non funziona, e lo scarpone è stretto, e il gancio si è rotto....e ci sono i tempi da rispettare...e nevica e fa freddo... una prova di autonomia di tutto rispetto, per chi è abituato più che altro ad essere servito.

Godersi la vita

Di fronte all'ennesima riprova di quanto sia precario il nostro esistere (è morta senza alcun preavviso una mia vicina di casa, Paola, 55 anni), oltre alla preghiera per chi ci ha lasciato, mi viene spontaneo un pensiero: "Godiamoci la vita, intanto che ci sta attaccata come fiocchi di neve. Basterà un po' di sole per scioglierli."

lunedì 21 febbraio 2011

Amicizie

Le amicizie aiutano a superare l'inverno, proteggono dal vento freddo, soffiato contro di noi dalla corsa degli anni che fuggono.

in foto: inverno trentino

La mia caserma non c'è più

Leggo oggi che hanno abbattuto la caserma degli alpini 'Sigfrido Wakernell' di Malles Venosta. La mia caserma. Sono arrivato lì alla fine di ottobre del 1978, dopo il CAR a Merano. Chi andava alla 'Wakernell', storica sede del battaglione Tirano, sapeva di entrare in una caserma punitiva, vecchio stampo, con i muli, i gavettoni, i 'nonni' rompiballe, il gelido vento della Val Venosta, tanta aria buona ma soprattutto tante scomodità. Ad attendermi, il capitano Angelogiulio Di Pietro: secco, basso, cattivo. Ci sono rimasto sino al settembre del 1979. Non so se sono uscito più uomo, più maturo o solo con un anno in più. Oggi, sentendo dell'abbattimento di quelle pietre, capisco che hanno buttato giù anche un pezzetto della mia storia. Non c'è più nulla. Guardo i miei ricordi e dico loro: "Su dritti, resistete almeno voi!"

Gli infortuni

Una percentuale del 3-4% di infortunati è normale. Tenendo conto che la maggior parte degli alunni erano principianti, e che con la neve e il ghiaccio i pericoli si moltiplicano, 5 alunni al Pronto Soccorso (nulla di grave) su oltre 100 partecipanti non sono un'eccezione. Anche se ai prof fa davvero dispiacere vedere un alunno costretto a starsene a bordo pista, con un braccio ingessato. Lieve infortunuo anche per il prof. Piazza (foto), sorretto subito dalla collega Gazzotti. Naturalmente è uno scherzo: Piazza non ha mai varcato la porta di un ospedale, per lui i nosocomi sono un'invenzione superflua, inutile cemento a rovinare il paesaggio!

Occhi da medaglia

Gli occhi dei ragazzi, in attesa di classifica e medaglie, sono lucidi, spalancati, vigili e trepidanti. Coppe e medaglie per tutti i partecipanti alla garetta finale, durante la settimana bianca di Lavarone. Certe alzate di coppa rimarranno stampate nella memoria per sempre.

Dottoressa Silvia

Fra un paio d'ore mia nipote Silvia (in fondo, a capotavola, coi capelli biondi, durante un incontro delle cugine dal nonno Mario) si laureerà in Scienze della Comunicazione (laurea laurea, non laurea breve) all'Università dell'Insubria. Dopo Marta, ora anche Silvia. Molto bene. Un percorso si chiude, un altro inizia, di vita davanti ce n'è ancora moltissima. I miei complimenti!|

domenica 20 febbraio 2011

Antonio e Daniela

Antonio e Daniela, preside e vicepreside. Anche loro hanno voluto vivere l'esperienza della settimana bianca Vidoletti. Con loro la nostra scuola sa più di famiglia allargata.

Quel primo colpo di cannone

Fra i nostri maestri di sci, vi era il maestro Ugo (foto), classe 1948. E' stato lui ad accompagnarmi al pronto soccorso, insieme ai tre ragazzi infortunati. Così mi ha raccontato di essere stato compagno di classe di Giovanni, figlio di Mario Rigoni Stern. Ad un certo punto mi ha indicato, alla mia sinistra, in alto ad un monte, poco visibile causa nubi, un forte: "Guarda" mi ha detto con accento dell'altopiano, "quello è il forte Verena. Da lì è partito, alle 3 e 55 del 24 maggio 1915, il primo colpo di cannone della Prima Guerra Mondiale." Più tardi, giunti ad Asiago, mi ha indicato un grande monumento in marmo: "Ecco, quello è il monumento ai caduti, sono stati raccolti i resti di 50.000 soldati della Grande Guerra, 35.000 italiani, 15.000 austro-ungarici."
Altro che Roberto Benigni, novello 'eroe' dell'unità d'Italia! A quei 35.000 va il nostro applauso.

La buona notizia

La Provincia di Varese domenica 20 febbraio 2011

Silenzioso e sacro

La neve rende il mondo più silenzioso e sacro.

in foto: luogo di culto al Passo Vèzzena

Il dono del presente

"Il passato è storia, il futuro è mistero, il presente è dono, per questo si chiama presente."
Dal film a cartoni animati Kun Fu Panda.

Buona vacanza

Alle 6 del mattino, prima di salire sul bus per la settimana bianca, un genitore mi ha detto: "Buona vacanza!" E' chiaro che intendeva: 'Che vada tutto bene, perché siete anche coraggiosi' e non buona vacanza nel senso: 'Divertitevi, cari prof, visto che fra l'altro non pagate niente!' Credo non esista genitore al mondo che la pensi nel secondo modo. E se esistesse, fatemelo conoscere. Portare 130 ragazzini (per lo più senza nessuna conoscenza di sci, scarponi...) sulla neve è impresa educativa e didattica che merita rispetto.

in foto: alcuni miei compagni di viaggio, lassù al Passo Vèzzena.

sabato 19 febbraio 2011

I boschi di Mario

Non nascondo il piacere per aver visto i luoghi di Mario Rigoni Stern. Il suo altopiano di Asiago. I suoi boschi. Il nostro albergo era a pochi chilometri dalla sua abitazione, in località Bosco, che non ho avuto il tempo di visitare. Gli abeti e i larici di quelle terre d'altitudine fanno giustizia ai nostri dispiaceri.

Neve

A Varese pioveva ma su da noi, a Lavarone, il buon Dio ci ha regalato la versione della pioggia in abito da sposa. E la settimana è diventata davvero bianca.

Pochi ma buoni

Ecco il mio gruppo dello snow board (mancano alcuni elementi) sotto la fitta nevicata, al Passo Vezzena di Lavarone. Alla mia destra, il vincitore della gara finale. Io non vi ho preso parte, per manifesta superiorità!

Lo sciatore sopraffino

Se non era per Enrico (in foto) e per Daniela, la settimana bianca Vidoletti non si sarebbe certo organizzata. Il mio amico Enrico, sciatore oltre ogni immaginazione, si è dovuto dividere in varie porzioni, per tenere a bada il grande movimento dei ragazzi sulle piste. Durante l'ultima discesa dell'ultimo giorno, pare abbia caricato sulle spalle uno snobordista in difficoltà; tenendo la tavola in mano, è sceso -novello San Cristoforo delle nevi- verso il luogo del ritrovo. Non vi sono testimoni, ma non dubito che ciò possa essere successo davvero. Giunto al luogo del ritrovo, Enrico ha lasciato intendere che, con un po' di fatica, forse avrebbe potuto trasportarne anche due.

Il mio primo snowboard

Su suggerimento del mio amico Enrico, ho voluto imparare lo snowboard. Ecco la mia prima (e forse unica) tavola da snow, che mi ha accompagnato, scivolando sui pendii, in questi giorni nevosi. Ci ho messo impegno e coraggio, alla fine credo di essermi meritato un sei e mezzo. Ho imparato tante cose: che sono un 'regular' perché tengo avanti il piede sinistro (ma che fossi un tipo normale e non eccezionale lo sapevo già). Sono diventato specialista della cosiddetta 'banana', la tecnica che ti permette di affrontare pendii anche ripidi utilizzando delle mezze curve. Sono discreto nel 'back' (curva verso sinistra) ma affronto il 'front' ancora con molto timore. Però so frenare bene. Lo snow è altamente traumatico. Mi considero un miracolato!

I giorni bianchi

La maschera di Irene riflette me e alcuni miei alunni, sulla neve per la settimana bianca della Vidoletti, a Lavarone. Si riapre il blog, si riprende con la bella e rassicurante quotidianità. Tanto avrei da scrivere e qualcosa scriverò qui. Ma soprattutto immagini di giorni particolari, che i ragazzi non dimenticheranno tanto facilmente. E nemmeno il sottoscritto.

domenica 13 febbraio 2011

Come se fossimo eterni

Qualche volta mi capita, mente cammino o corro, di captare una frase di un dialogo, una frase per certi versi 'illuminante' o interessante. Così ieri, dalle parti di Fogliaro, ho incontrato quattro persone, sulla settantina. Ovviamente, data l'età, ho capito subito che parlavano di malanni, disgrazie, morte. Tre donne e un uomo. E l'uomo ha detto, a voce alta, come per rimarcare un concetto chiave: "Dobbiamo vivere come se fossimo eterni. Quello che capita capita." L'ha detto un paio di volte. Come dire: inutile pensare alla morte, quando arriva arriva. In fondo è la soluzione che la gran parte delle persone normali e sane fa: si vive, tanto quando ci siamo noi lei non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Ma già questo l'aveva detto un saggio antico. Se vogliamo rovinarci l'esistenza, continuiamo a riflettere sulla morte, sulla sua imminenza, sulla sua villania, sulla sua imprevedibilità. Se vogliamo vivere, senza regalarle vittorie anticipate, viviamo e basta: come se fossimo eterni.

Si stacca

Si stacca la spina. Dal 14 al 18 febbraio vedrò solo neve. Basta con la routine (da me molto amata, fra l'altro) e si va a Lavarone (foto). Il mio amico Enrico mi ha consigliato di provare con lo snowboard. Vedremo.

Umberto e Roberto

La Provincia di Varese domenica 13 febbraio 2011

Il poeta

La Provincia di Varese domenica 6 febbraio 2011

sabato 12 febbraio 2011

Il cuore di Valentina

Poiché il 14 febbraio sarò in settimana bianca (e quindi in silenzio stampa) faccio in anticipo qui sul blog gli auguri a Valentina, per il suo onomastico. A dispetto del nome, la mia primogenita non è mai andata lenta. Ancora detiene il record Vidoletti degli 80 metri di velocità. E non ha mai smesso di andare veloce. Appena può, corre o cammina a passo sveglio. Anche i suoi pensieri corrono. Ma va veloce soprattutto il suo cuore.

Sull'altopiano di Asiago

Per la prima volta vedrò, durante la settimana bianca, l'altopiano di Asiago, poiché il nostro albergo (Hotel Rendola) è ad Asiago (vedi foto). Asiago, la patria del mio 'amico' scrittore Mario Rigoni Stern. Abbiamo l'albergo in Veneto, e la pista da sci in Trentino, a Lavarone. Purtroppo il meteo per la prossima settimana è avverso. Dopo un lungo periodo di bel tempo, ci siamo beccati proprio la perturbazione. E uno dice: "Che sfiga!" E così dico anch'io. Ma subito appresso vengono in mio soccorso le parole della mia cara amica Margherita: "Prenderla come viene, cambiarla non mi conviene." In verità cambiare a volte conviene, è che in alcuni casi si può solo dire: "Prenderla come viene." E sperare.

venerdì 11 febbraio 2011

Lavarone ski

Dal 14 al 18 febbraio sarò in settimana bianca con la mia scuola, a Lavarone (la foto è tratta da un sito di quella località). Diciamo che è la mia sesta settimana bianca. La prima l'ho fatta nel 1976, quando studiavo all'Isef: andammo a Gaver. Lì ho imparato a sciare. Poi ho fatto quattro settimane bianche di fila, nel dicembre del 1978, al Passo del Tonale, quando ero negli alpini. Sciavamo sul ghiacciaio del Presena (un freddo micidiale) dal lunedì al venerdì, e il fine settimana tornavo a casa. Così per un mese. E lì ho perfezionato un po' la tecnica. Poi più nulla, salvo sporadiche sciate. Questo per ciò che riguarda lo sci alpino. Perché lo sci nordico l'ho ripreso con costanza in questi ultimi dieci anni, grazie al paradiso di Brinzio (che però quest'anno mi ha tradito!).

giovedì 10 febbraio 2011

4 anni x 1809 post

Il 16 febbraio del 2007 davo inizio all'avventura di questo blog, 'Pensieri&Parole'. Poiché il 16 febbraio sarò in settimana bianca, festeggio l'anniversario con qualche giorno di anticipo, concedendomi un po' di dolce (si sa che sono goloso). Iniziavo così, per prova e per gioco, mai più immaginando che quattro anni dopo sarei stato ancora qui a raccontarmi, via internet. E da un anno, con il supporto anche di facebook. Dunque: 111 post nel 2007, 375 nel 2008, 466 nel 2009, 768 nel 2010, 89 in questo 2011, per un totale di 1809 post, cioè poche parole e una foto, per sintetizzare un pensiero, un saluto, un ricordo, per dire un grazie e anche per chiedere scusa. So che non sono solo in questo cammino, so di avere dei lettori. E questo mi fa sentire meno solo.

mercoledì 9 febbraio 2011

Sant'Arnaldo, poeta

Domani avrò poco tempo per scrivere, e allora anticipo ad oggi, anche se l'onomastico del mio amico Arnaldo Bianchi, poeta, sarà domani, 10 febbraio. E voglio fargli gli auguri utilizzando, come regalo, in realtà un suo regalo, cioè una sua poesia. Conosco Arnaldo dalla metà degli anni Novanta. Il mio primo articolo su La Prealpina (28 marzo 1996) e propria un'intervista a lui, in occasione dell'uscita della sua terza raccolta di poesie, 'Paesaggi inattesi' (L.V.G.). E proprio da questa raccolta traggo una poesia, come al solito senza titolo, datata gennaio '93.

Ha innumerevoli gobbe il vento
sulla sua strada:
un vicolo, un dosso, un fitto intrico di rami.
La pianura è un miraggio prima
e poi un premio
in cui liberamente scivolare
e pigramente perdersi
come in un lago, come nella noia
o dentro il sonno.

Paolo-Emanuela x 20

Sono felice per l'anniversario di matrimonio di mio fratello Paolo e di sua moglie Emanuela. Vent'anni insieme: non male. Poiché mi pare d'aver capito che Paolo (il più piccolo dei quattro fratelli Zanzi) non ami apparire (almeno per ciò che riguarda foto in rete) allora evito gaffes, pubblicando questa immagine neutra. Si tratta dell'organista, impegnato nel matrimonio della mia cara amica Marialgi; foto che ha un senso, visto che Paolo suona l'organo, perpetuando la tradizione di mamma Ines. Vent'anni, due decenni: una bella cifra tonda. Già un discreto tratto di strada insieme. Auguri.

L'adulazione buona

Vedo però anche un'adulazione in un certo senso 'buona', un'adulazione reciproca a fin di bene. E il bene sarebbe la nostra felicità. Magari stiamo simpatici a qualcuno, ci fa un complimento che giudichiamo sincero. Ebbene, tale apprezzamento mette colui che ce lo ha regalato dentro una luce brillante, sicché siamo naturalmente portati a ricambiare. E di rimando in rimando, di sorriso in sorriso, ci si aiuta nel cammino della giornata, senz'altro fine che quello di essere felici insieme. E se anche San Bernardo diceva: 'L'amicizia sa prendere talvolta il tono del rimprovero, dell'adulazione mai' chi se ne frega di San Bernardo. Quest'adulazione buona, nell'amicizia, ci sta.

L'adulazione cattiva

Non neghiamolo. Sarebbe ridicolo. Ad ogni età, ci fa sempre un gran piacere se qualcuno ci fa i complimenti. Abbiamo un bisogno vorace di qualcuno che confermi la nostra autostima. Purtroppo c'è chi approfitta di questa umana debolezza, adulandoci (cioè valorizzando falsamente aspetti che in realtà non considera positivi) per ottenere ciò che vuole. Questa è l'adulazione cattiva, da biasimare perché poggia sulla falsità e su doppi fini. Eppure, pur di ottenete ciò che vogliamo (cioè un giudizio positivo su di noi) mentiamo anche a noi stessi, non vediamo ciò che è palese, neghiamo la realtà. E ciò la dice lunga sulla potenza di tale bisogno.

martedì 8 febbraio 2011

Mal comune

Il proverbio 'Mal comune, mezzo gaudio' e fra quelli che apprezzo di meno. Eppure descrive una verità. Il pensiero che, di fronte ad un mio malanno, qualcuno potrebbe trarne motivo di una seppur trattenuta felicità non mi rallegra. Ma ancor meno mi rallegra il fatto che io farei altrettanto, purtroppo, a dimostrazione che l'animo umano sa essere impresentabile. Freddo come un lago ghiacciato. Di fronte alla sofferenza altrui, dovremmo vergognarci se incappiamo nel 'mezzo gaudio'.

in foto: il lago di Ghirla ghiacciato

Sulla felicità (due)

Usiamo una certa porzione del nostro tempo, per allontanarci dalla felicità. A volte ne siamo consapevoli, altre volte no. Credo che un modo per avvicinarsi ad una felicità più duratura e meno volatile, sia quello di dimenticarsi progressivamente del nostro corpo. Il corpo può darci felicità, ma soprattutto con il procedere degli anni tale felicità è quasi sempre un inganno, e il corpo tende piuttosto a tradirci, a deluderci, ad avvilirci. Allora non resta che affidarci alla nostra componente meno evidente, che non si mostra in prima battuta ma che può regalarci la gioia. Conosco persone felici, nella sofferenza del corpo. Conosco molte persone infelici, senza alcun dolore. Ma soprattutto conosco me stesso.

lunedì 7 febbraio 2011

Sulla felicità

Quando siamo felici non stiamo lì a fare tanti ragionamenti, come è giusto che sia: ci godiamo la felicità, sperando che duri. Ma poi passa, e allora è opportuno domandarsi il perché, e cercare di scoprire le ragioni, i segreti di quell'alchimia che, misteriosamente, ci fa passare dalla tristezza alla gioia ma -ohimè- anche e facilmente dalla gioia alla tristezza. Domandarsi come mai certe convinzioni (sto bene, non ho problemi economici, ho un buon lavoro, le persone a me care stanno bene) a volte reggono la felicità, altre volte non bastano. Credo che le due colonne d'Ercole, sopra le quali poggia l'architrave della nostra felicità, siano l'autostima e una giusta causa per cui lottare.