martedì 8 febbraio 2011

Sulla felicità (due)

Usiamo una certa porzione del nostro tempo, per allontanarci dalla felicità. A volte ne siamo consapevoli, altre volte no. Credo che un modo per avvicinarsi ad una felicità più duratura e meno volatile, sia quello di dimenticarsi progressivamente del nostro corpo. Il corpo può darci felicità, ma soprattutto con il procedere degli anni tale felicità è quasi sempre un inganno, e il corpo tende piuttosto a tradirci, a deluderci, ad avvilirci. Allora non resta che affidarci alla nostra componente meno evidente, che non si mostra in prima battuta ma che può regalarci la gioia. Conosco persone felici, nella sofferenza del corpo. Conosco molte persone infelici, senza alcun dolore. Ma soprattutto conosco me stesso.

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