martedì 30 settembre 2008

Una bella bevuta

Pochi attimi dopo la vittoria mondiale, Alessandro Ballan è stato acompagnato verso la premiazione ed è transitato di fianco alla tribuna stampa. Ero lì e sono corso di sotto. Il campione era strozzato da una groviglio di addetti, giornalisti, tifosi ma sono riuscito a scattare qualche immagine, fra uno spintone e un invito ad allontanarmi. Questa la intitolerei: 'Una bibita mondiale' e potrei anche proporla alla Coca Cola, chiedendo un modesto rimborso spese. Voi che ne pensate?

Pasticcione

Giovanni Riganti, giovane fotografo di belle speranze, mi ha colto nella domenica Mondiale, in tribuna stampa, mentre mi preparo al mio lavoro. Ma che mestiere svolgo? Ho a tracolla una Canon digitale con ampio zoom, una videocamera amatoriale, nello zaino (che ora non si vede) tengo il blocco notes...ma che sono? Fotografo, cineoperatore, giornalista della carta stampata, scrittore, docente? Alcuni mi domandano: ma come fai a fare tutte queste cose? In realtà sono solo un gran pasticcione, un minestrone di capacità modeste e di spiccate velleità, un tipo curioso che ama esserci in alcuni momenti e che cerca di vivere gli eventi della sua amata Varese. Non mi piace perdere tempo perché ho la dolorosa consapevolezza che il tempo a disposizione è poco, pochissimo, sempre meno...la vita mi si sbriciola fra le mani come un biscotto friabile e allora cerco di gustarne i pezzetti, prima che cadano a terra.

lunedì 29 settembre 2008

Errore

Scusate, ma il sito sotto è riportato in modo incompleto, l'indirizzo è:
www.piedmontbrothersband.com

Per fortuna che Dio...

Per fortuna che Dio ha creato la musica, i musicisti e i cantanti. Perché la musica, la buona musica, può risolvere i malanni del lunedì (vedi sotto), e tant'altro. Ho ascoltato il CD, appena uscito, del gruppo The Piedmont Brothers Band. Titolo: Bordertown. Ron Martin, Marco Zanzi (nella foto, insieme alla figlia Cecilia), Chicco Comolli e altri mi hanno regalato spunti di commozione che, come ho già scritto, è il viatico di ogni resurrezione. Dallo stato di grazia che origina da una persona commossa nascono speranza, ottimismo, slancio vitale. E chi non si commuove mai...bhè, francamente mi spiace per lui.
Sabato 31 ottobre, ore 21, Nuovo Liceo Musicale a Biumo Inferiore, il gruppo presenterà il nuovo CD alla città. Ingresso libero.
Il loro sito è: www.piedmontbrothers.com

Ma è subito lunedì

Parafrasando il poeta (che cantava "Ed è subito sera") io scrivo: "Ma è subito lunedì". Dopo la policroma sbornia dei Mondiali, dopo la sfavillante esaltazione di Ballan, resta il rientro. E per quanto banale possa apparire, la vita è fatta di problemi da affrontare e di cose che non vanno. Se la vita è come una tappa ciclistica, con salite, discese e pianure, il lunedì è quasi sempre in salita. Soprattutto se la domenica è stata una fresca discesa, che so, una picchiata dal Passo Sella verso Canazei, dentro il sole, giri di tornanti e aria fresca sul viso.
carlo.zanzi@tele2.it

domenica 28 settembre 2008

La bionda


Ogni evento ha la sua bionda e io cerco di scovarla, da attento osservatore. Eccola: una giornalista di non so quale nazionalità, certo non italiana. Altro sole in una giornata già di per sé raggiante.

Sette ore prima

Alessandro Ballan è l'atleta al centro. Mancano meno di sette ore al suo trionfo. Il suo traguardo iridato dista oltre 260 chilometri: lo sa bene, e probabilmente è anche un po' preoccupato.

Balla Ballan

Varese va...e spinge in là Ballan. Io scatto e gongolo, lui alza le braccia al cielo e trasecola: Campione del Mondo.

C'è anche il senatur

E' il momento delle firme sulla lavagna, arrivano i corrdiori divisi per squadra. E arriva anche lui, il senatur, Bossi Umberto da Cassano...gli portano una sedia ma lui si ferma un attimo, due tirate di sigaro e se ne torna barcollante verso non so dove, avvolto da una nube di fotografi, guardie del corpo, ammiratori...qualcuno, nel pubblico, non apprezza una presenza politica nel tempio dello sport, ma siamo di fronte pur sempre ad un Ministro della Repubblica italiana. Che, nonostante la botta presa, continua a fumare. Probabilmente si è già tolto tutte le soddisfazioni e quindi sbuffa impavido contro la morte...e no, dimenticavamo il federalismo fiscale....

Io c'ero

"Io c'ero!": sì, potrò dirlo non alle figlie (pare non si interessino molto) ma ai nipoti. Il 28 settembre 2008, ore 10.30, ero in tribuna stampa al Mapei Cycling Stadium, e ho scattato la seguente foto. Si parte. Italiani in prima fila. In questo momento, sono le 12.30, alcuni uomini in testa e il gruppo che segue 'stracco' a ben dodici minuti di distacco. La corsa lenta sembra non essere favorevole agli italiani, così dicono gli esperti. Staremo a vedere. Nel primo pomeriggio tornerò alle Bettole e vedrò di immortalare con foto e video il momento della vittoria: se di Paolo Bettini, ancora meglio.

sabato 27 settembre 2008

Onore alle sconfitte

A pochi metri di distanza sta per avere inizio la cerimonia di premiazione della gara in linea femminile, ma queste due lituane hanno altro a cui pensare, probabilmente stanno metabolizzando il boccone amaro di un'altra sconfitta. Onore alle perdenti, che di fatica probabilmente ne hanno fatta tanta quanta la vincitrice, la britannica Nicole Cooke. E, con tutto il rispetto per l'inglese (vincitrice anche alle Olimpiadi di Pechino), loro due mi paiono più carine.

Scriccioli

A vederle in bici, uno pensa a chissà quali colossi, a chissà quale potenza, e invece le cicliste da mondiali sono scriccioli, minute, cosce forti ma per il resto non le si direbbe così resistenti alla fatica, così prepotenti sui pedali. E molte sono giovani, come questa tedeschina che sorride, forse soddisfatta di aver concluso comunque gli 8 giri del percorso iridato. Forse sono i suoi primi Mondiali, forse sta solo pensando di farsi una bella doccia.

Eppur si cammina

Questo Mondiale un risultato positivo l'ha senz'altro raggiunto, la gente cammina: per amore e spesso per forza, ma cammina, e chissà mai che riscoprendo un gesto antico possa riappropriarsene. Grazie dunque ai cani, fedeli amici dell'uomo che, complici i loro 'bisogni', obbligano i padroni a passeggiate quotidiane, alla riscoperta della Via Sacra della Madonna del Monte eccetera, e grazie ai Mondiali. Ma non riprendiamo subito le vecchie, cattive abitudini: anche perché per i prossimi Mondiali a Varese bisognerà attendere almeno 50 anni.
ps. in foto, una concorrente americana, intervistata subito dopo il traguardo della gara in linea

Le fatiche di Noemi



Noemi Cantele, cioè la sola varesina meritevole di partecipare al Mondiale 2008. No, non è una mia ex alunna, benché io abbia insegnato ad Arcisate e abbia avuto dei Cantele come alunni. Oggi ha fatto una gran fatica, e qualcuno direbbe: per niente. All'ultimo giro, sulle rampe del Montello e poi in via Crispi era lì, a poche decine di metri dalle cinque in testa; pareva assaporare poco alla volta il ricongiungimento, non stancarsi troppo per una eventuale volata e invece niente, la realtà era che non aveva la forza di colmare il divario. Così è giunta un po' sconsolata, e qui sta cercando di spiegare cosa è successo. Ma c'è poco da spiegare: era cotta.

Cicale multicolore

Lungolago della Schiranna, sibila il gruppone degli under 23, già stanno pensando ad una nuova sgroppata sulla salita dei Ronchi. 800.000 euro circa di carbonio sopraffino, cicale multicolore cavalcate da policromi atleti, pronti a soffrire per una boccata di gloria e per uno stipendio più che decoroso. Alla fine vincerà un colombiano sconosciuto: forse il più affamato di tutti.

Distretto nostalgia


Ieri sera, nell'ambito degli spettacoli gratuiti offerti dagli organizzatori dei Mondiali, ecco al Teatrino ex 'fossa dei leoni' il Distretto 51. Una serata magica, con 'Chi fermerà la pioggia' di John Fogerty dei C.C.R., oppure il Bob Dylan di 'Bussando alle porte del paradiso'. Operazione nostalgia. I Credence Clearwater Revival (spero si scriva così), ad esempio: dopo i Beatles, praticamente il primo gruppo straniero a regalare emozioni ai miei quindici anni. Proud Mary, cioè una delle primissime canzoni che ho imparato alla chitarra. Finivano gli anni Sessanta e iniziavano gli anni Settanta. Come una fucilata, il proiettile della vita mi ha già spinto qui, ben oltre il Duemila. Troppo in fretta. Ad una velocità scandalosa.

I due rivali

Questi ciclisti metallici hanno fatto discutere a lungo. Autore: Beppe Leoni, architetto leghista, primo soldato di Bossi, primo consigliere comunale della Lega a Palazzo Estense, che fece il suo discorso in dialetto. Leoni ha regalato la maglio iridata a Bossi, e fin qui si può capire. Ma perché lui si è messo addosso quella a pois (che spetta allo scalatore del Tour de France) e a Maroni ha regalato la maglia gialla di leader del Tour? Bisogna sapere che a suo tempo, anni 1994 o giù di lì, Leoni ce l'aveva un po' su con Maroni, che giudicava il classico figlio di papà, entrato nelle grazie di Bossi, meritevole di una carriera simultanea e brillante all'interno della Lega, mentre lui era il faticatore. Quindi si potrebbe capire il perché della maglia a pois che lui si è regalato, uomo del sudore e della gavetta. All'amico-nemico Bobo, invece, ecco la maglia gialla di primo della classe.

venerdì 26 settembre 2008

Occhioni

Cosa dobbiamo dire a due occhioni così, che guardano ai campioni dello sport con invidia e ammirazione? Ai miei alunni propongo un discorso chiaro: "Ci sono due tipi di sport, che hanno ben poco a che spartire. Lo sport per tutti, senza controindicazioni, rilassante, ecologico, che rispetta e potenzia la salute, che educa a valori positivi, che è un ottimo diversivo, passatempo e che consiglio a tutti. E poi c'è lo sport professionistico, riservato ad una elite, scelta per doti innate e per voglia di rischiare, anche la salute. Sport come mestiere, che ha più contro che pro. A voi la scelta."
Li metto in guardia. Però questi occhi è a questo secondo tipo di sport che guardano, sport spettacolo, che dà ricchezza, fama e spazi televisivi, foto sui giornali...e tu hai voglia di dire che non è quello l'essenziale....in fondo tutti hanno il diritto di sognare... anche perché oltre quegli occhi ci sono sogni, sarebbe meglio evitare di scandalizzarli.

Provocazione



La butto lì, come provocazione. Un mio amico musicista mi ha detto: "Scusa, Carlo, spesso gli artisti, cantanti, scrittori eccetera, per raggiungere alti livelli di creatività, per creare fanno uso di droghe, eppure lì nessuno fa controlli antidoping. Perché nello sport sì? Vedo una discriminazione."
Ha dunque ragione Francesco Moser e chi la pensa come lui, che propone la liberalizzazione del doping?
Se ne può discutere.
in foto: crono under 23, Mondiali di Varese 2008

Divisa



La divisa del ciclista è attillata, come è universalmente noto. E ciò non sempre è un bene. Nel campione, nell'atleta in forma ciò evidenzia le cosce sin troppo prorompenti e il busto, immiserito per necessità: non serve a nessun ciclista avere torace potente e braccia muscolose, è solo peso in più. Ma la divisa attillata è un dramma per chi in forma non lo è (o non lo è più) e allora l'addome prominente è difficile da celare. Meglio sarebbe una bella felpa abbondante. E poi quelle scarpette, che obbligano a camminare sui talloni, come se si attraversassero carboni ardenti.
in foto: partenza di un'atleta, crono donne, Mondiali Varese 2008

Perplessità

Benché sia un appassionato di ciclismo, non so se consiglierei ad una ragazza di intraprendere una carriera sportiva sulla bici. Troppa fatica, troppi rischi, poco rispetto della femminilità. Il fisico di una ragazza, di una donna deve essere accarezzato, modellato, plasmato dallo sport, dal movimento. Qui mi pare ci sia anche un po' di violenza. E' un'opinione, si capisce.
in foto: crono donne ai Mondiali di ciclismo, Varese 2008, viale Aguggiari.

giovedì 25 settembre 2008

Creatività

Sfrecciano le bici per Varese, di qua e di là, di su e di giù (mamma mia, che belle! Peccato che costino 7-8-9 mila euro) e un fotografo, sebbene dilettante, non sa più come riprenderle. Io ci ho provato anche così, dentro lo specchio un po' acciaccato di via Silvestro Sanvito.

Gadget


Oggi al Mapei Cycling Stadium ci sono andato con i miei alunni della Vidoletti, insieme al collega Enrico Piazza e al genitore, nonché amico, Dimitri Simeoni. Una quarantina di ragazzi, bandiere e tante urla: chiunque arrivasse al traguardo, gridavano Italia Italia. Poi sono stati intervistati da Roberto Pacchetti per RaiTre, ma soprattutto si sono dati un gran da fare a procurarsi gadgets di ogni tipo, negli stand. In principio dicevo: "Ecco qua, gioventù consumistica..." Poi ho fatto mente locale. Ricordo, avevo più o meno la loro età, 11-12-13 anni, quando andai per la prima volta alla Fiera Campionaria di Milano. Tornai a casa con una borsa di depliant, allora davano solo carta, non ricordo altri tipi di regali, ora è una pacchia: magliette, portachiavi, braccialetti, bandiere, cappellini....Ero esattamente come loro, desideroso di novità, di gratuità, di oggetti da accumulare. Voglia di novità. Quindi il mio sguardo su di loro si è fatto assai più comprensivo. E divertito.

Don Luigi, scrittore 'rivoluzionario'

Certo che lo conosco don Luigi Del Torchio, il prete delle puntine, dei volantini di protesta contro i Mondiali, dei soldi che rovinano lo sport ("una donna sola al comando, la cocaina" pare abbia detto), della Lega che si è imborghesita...il prete che ha esternato assai, buttando non solo puntine sulel strade di questi Mondiali. Ma non ho sue foto, e allora basti la chiesa di S.Ambrogio. Dunque, mi interessai a don Luigi perché autore di molti libri, scritti e pubblicati da lui, con un torchio come simbolo editoriale. Storie di paesi, di parrocchie e di uomini toccati dalla Grazia di Dio, santi locali che grazie a lui hanno raggiunto un minimo di notorietà. Fra questi, ultimo fra i suoi libri, la vicenda di don Marco Galfrascoli, mio caro amico, grande tifoso del Torino, uomo di fede e di sport. Sapevo che don Luigi era un originale, uno che esprimeva ad alta voce il suo pensiero. Oggi lo sa mezza Varese, e pure una fetta d'Italia.

Gratuità

Questi Mondiali (oltre 1000 giornalisti accreditati, un sacco di atleti e, sino ad ora, non molto pubblico in giro, almeno questa è la prima impressione) sono possibili grazie al lavoro di oltre 700 volontari. Alcuni con maglioncino blu, altri con polo azzurra, tutti con zainetto e buona volontà. C'è chi ha preso ferie, chi è in pensione, spiccano le penne degli alpini, è una festa della gratuità. Per parte mia, che volontario non sono e più che altro mi sto divertendo, esprimo la massima ammirazione per coloro che sanno compiere gesti generosi. Sono loro che, in silenzio, impercettibilmente, cambiano in meglio il mondo, o quanto meno lo salvaguardano dalla rovina.
per il dialogo: carlo.zanzi@tele2.it

Donne


Viva l'Italia...e le belle donne!

mercoledì 24 settembre 2008

Giacca e cravatta


Avete mai visto Marco Caccianiga in giacca e cravatta? Ovviamente no. Io invece sì. Eccolo alla cerimonia di apertura dei Mondiali, in ghingheri, insieme alla gentile e graziosa consorte, impeccabile al Mapei Cycling Stadium, già Ippodromo delle Bettole.

Cavalieri del Duemila

C'è chi ai Mondiali di ciclismo è venuto, ovviamene, per correre (questo è un gareggiante della crono under 23)...

Si legge

E c'è chi ai Mondiali è venuto per leggere, quotidiani ma anche un buon libro, e intanto si lascia accarezzare da un raggio di sole...

Mauro e Paride, pardon, Auro e Davide

Questi sono i ben noti telecronisti Rai Auro Bulbarelli (a sinistra) e Davide Cassani, involontari protagonisti anche del mio racconto Cicale al Carbonio, dato che Mauro e Paride, miei personaggi d'invenzione, hanno più di una somiglianza con loro due ("il dipendente Rai un po' sovrappeso e l'altro, ciclista ex professionista, con la erre alla francese..."). Quindi sono andato subito a trovarli in tribuna stampa, ho omaggiato loro il mio libretto e spiegato la loro presenza fra le pagine. Si sono divertiti. Naturalmente ho scattato anche una foto con loro due, insigni colleghi di un mestiere anche divertente. Ma (la mia foto con loro) ve la risparmio.

martedì 23 settembre 2008

Cicale in vetrina

Non è che si noti molto (a sinistra, sotto il freno destro della bici), ma in vetrina alla Libreria Pontiggia-Feltrinelli hanno allineato anche il mio CICALE AL CARBONIO. Sono molto orgoglioso di far parte del novero degli autori, meritevoli di tanta vetrina. Certo, la concorrenza non manca, qui tutti i libri sgomitano per farsi largo, ne abbiamo di vistosi e modesti, di 'arroganti' e timidi. Mi basta essere quello che sono, lì in un angolino, curioso di vedere le facce della gente, oltre la vetrina, in corso Moro.
per il dialogo: carlo.zanzi@tele2.it

Foto di gruppo


Sono molto orgoglioso di questa foto, io, amante della bici. Da sinistra vediamo Vittorio Adorni, Sandro Stocchetti, Francesco Moser e Gianni Motta. Abbiamo ben due Campioni del mondo, oltre a tant'altro. Ma soprattutto poso di fianco a Sandro Stocchetti, grande atleta e organizzatore di eventi. Era il segretario dei Mondiali a Varese del 1951, fu lui, insieme ad altri, a contare i soldi raccolti dopo la gara iridata, soldi che riempirono una vasca da bagno. E' una foto che risale all'estate del 2006, eravamo ospiti nella villa piemontese di Amedeo Colombo, mister Shimano, presidente dei Mondiali 2008. Adorni-Moser-Motta, cioè i miei sogni di ragazzo...allora ero proprietario di una pesante bici senza cambi e quando arrivava la salita, fingevo di smanettare sopra un immaginario Campagnolo...e poi via, solo con la rabbia delle gambe.

La bici di Coppi

Di questi tempo ogni vetrina di negozio mostra una bici. Questa è speciale, si trova dal fruttivendolo Dell'Ova di via Morosini. E' una bici di Fausto Coppi. Proprietario: il grande Sandro Stocchetti, che nel 1944 era autista di re Vittorio Emanuele III. In quei panni ebbe modo di andare a prendere al porto di Napoli il grande Fausto, di ritorno dall'Africa. Il campionissimo, anni dopo, per sdebitarsi di quel passaggio, regalò una sua Bianchi a Sandro. Eccola, infiocchettata di grappoli d'uva.

Privilegiato



Certo, per me è facile parlare. Posso godermi i Mondiali al meglio. Sono appassionato di ciclismo, sono a casa dal lavoro, ho il pass da giornalista che mi permette di entrare senza problemi, ho tutto il tempo di girare la città scattando foto...ma capisco benissimo chi di questi Mondiali si lamenta per i disagi. La medaglia ha sempre due facce. A me questa volta è capitato di stare dalla parte fortunata, ma non è sempre così, ovviamente. Diciamo poi che oggi hanno motivo di lamentarsi anche gli under 23, impegnati nella cronometro d'esordio. Acqua e gelo, strade viscide e visibilità limitata. Varese non si smentisce: un raggio di sole e una folata di pioggia.

In festa coi Festi

Nomen atque omen, cioè nome e augurio, che è come dire che nel nome è già contenuto un presagio del destino futuro. E in effetti per Valerio Festi ciò è quanto mai veritiero. Un uomo 'festaiolo'. Per Monica Maimone, sua moglie, un po' meno, in ogni caso si deve a loro il fascino della splendida cerimonia di inaugurazione, che ieri sera ha dato il via ai Mondiali di ciclismo. Un Mapei Cycling Stadium stracolmo, e una Varese che ha fatto un figurone. Bravi i Festi e i loro collaboratori....'Varese va, Varese va, Varese va...' come canta Memo Remigi.

Land of Tourism

Mi immagino un forestiero che arriva a Varese, per i Mondiali, e vede questo scorcio. Bhè, mi pare che facciamo un'ottima impressione, che il nostro biglietto da visita sia quanto mai qualificante.

lunedì 22 settembre 2008

Jeannie, l'inossidabile

Jeannie Longo, classe 1958, francese, ciclista professionista. La stampa transalpina l'ha definita la campionessa del secolo. Dopo esordi brillanti nello sci, passa al ciclismo e a 21 anni vince il primo dei suoi 15 titoli nazionali. Sulla bici ha vinto tutto: strada, pista, mountain-bike. Oltre 1000 vittorie, 13 titoli mondiali fra strada e pista, 38 record del mondo, 3 Tour de France consecutivi, epiche battaglie con la nostra Maria Canins, molte medaglie olimpiche e quarto posto a Pechino, non molti giorni fa. E ora eccola a Varese, Land of Tourism and bikes. Non si ossida il suo fisico minuto. Magia dello sport.

Con la Miss

Come promesso, eccomi con Gloria Bertazzoni, una delle sei Miss Mondiali di ciclismo, mia ex alunna alla Vidoletti. Ricordo che era una ragazzina timida, discreta nello sport ma non brillante. Una mia soddisfazione personale e professionale: l'avevo convinta a partecipare alle gare di sci nordico a Cunardo, e un anno aveva messo gli sci sottili, con discreta prestazione. Naturalmente l'ho già invitata alla prossima nostra corsa campestre, ospite d'onore durante la premiazione.

L'alba

E torna l'alba su Sant'Ambrogio Olona e su Varese, alba Mondiale: da stasera si comincia. Grande festa coi Festi e i loro figuranti. Salvo imprevisti, ci sarò. Quando mi sveglio quasi sempre ringrazio Dio, in genere perché non ho motivo di lamentarmi della mia vita. Poi penso alla vita degli altri, a chi sta peggio e i conti non tornano: ma è lo stesso Dio, quello che dà felicità a me e dolori ad altri? Non ci sono molte alternative: o Dio è quel Padre che per educare il figlio alla vita e al sacrifico lo prova (e leggendo la Bibbia si ha questa immagine), o Dio è quel Padre che soccorre il figlio quando, ferito, ha bisogno di una mano (e leggendo la Bibbia, si trova anche questa immagine). Il Padre, il tipo di Padre che prego ogni giorno è il secondo. Decisamente il secondo. Perché non posso credere che Dio abbia voluto saggiare la fede di Marco e dei suoi genitori costringendo il giovane Marco, mio amico della Shalom, ad una vita vegetativa per anni, sino alla morte di oggi. Dio è Padre, lo dice Lui, e noi quando pensiamo ad un padre non possiamo pensare ad un carnefice, ancor più se si tratta di un Padre Dio, Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra......

domenica 21 settembre 2008

Ex alunno

Era l'anno scolastico 1983-84, insegnavo ad Arcisate e in prima media (forse corso D) avevo come alunno Daniele Nardello, poi ciclista professionista. Rivedendo i suoi test atletici di allora, ho dei riscontri di ottima resistenza e discreta velocità. Insegno da trent'anni e la lista dei miei ex alunni è lunga. E lunga anche quella di chi, in un mondo o nell'altro, in un settore o nell'altro, ha fatto carriera, come si suol dire. Che poi è tutto da dimostrare se ha fatto più carriera 'chi ha fatto carriera', o se ne ha fatta di più chi -secondo certi schemi- ne avrebbe fatta meno, ma lasciamo stare e torniamo agli ex...è un mio vezzo farmi fotografare con loro, e fra poco lo farò anche con Gloria Bertazzoni, mia ex alunna alla Vidoletti, una delle sei Miss elette per i Mondiali. Tanti ex alunni di successo: non sarà anche merito del loro prof?

Il Santo Ambrogio


Cala la sera e il Santo Ambrogio vigila sul crepuscolo dei santambrogini, miei compaesani. La statua che vedete, posta all'apice del campanile, è stata riposizionata nuova di zecca, dopo che la vecchia aveva perso un braccio (causa secolare servizio) rischiando di causare danni assai gravi. E pensare che nel 1981, quando Carla ed io ci siamo sposati, avevamo fatto il diavolo a quattro pur di rimanere a Biumo Inferiore, per non abbandonare gli amici della Comunità Shalom. Forza dell'ideale. Poi varie ragioni ci hanno spinto quassù, e dopo 27 anni sono felice della scelta. Gli amici della Shalom ci sono ancora e dal primo maggio 1981 c'è anche lui, il Santo Ambrogio, a vegliare sulla mia mediocrità, che (va detto) non si accontenta.

Ric e Gian

Eccoli Ric (Riccardo Prando) e Gian (Gianni Spartà) e non specifico nemmeno chi è a destra e chi a sinistra, per non offendere la loro popolarità...eccoli stamani alla partenza del tour sul circuito dei Mondiali, organizzato per i 120 del loro quotidiano, la 'bugiarda' (secondo il leghista Beppe Leoni), La Prealpina, per tutti gli altri. Molto ci unisce: la scrittura, la bici, la fede, la curiosità e un po' di vanagloria: che forse nemmeno guasta, se non si eccede, naturalmente.

sabato 20 settembre 2008

Capelli

Come i miei amici sanno, ho una moglie e tre figlie (più Amelie, gatta femmina) e quindi quando faccio la doccia mi ritrovo con una multiforme qualità di shampoo, con scritte: brillantezza seducente, sciolti e fluenti, pieni e corposi (i capelli, si capisce). E posso sbizzarrirmi. Ma il risultato non cambia: i capelli se ne vanno. E io, con malinconia, li saluto. Certo, non mi lamento, ho la massima empatia e solidarietà con coloro che i capelli li hanno persi prima di me, perché si sa che per tutti, donne ma sopratutto uomini, la perdita dei capelli non è un bell'evento. Non oso quindi lamentarmi, forse tutto ciò è solo per dire che, rispetto ad alcuni miei coetanei, ho ancora tanta strada da fare, sul cammino dell'accettazione di un corpo che cambia. Cammino di tutti, inevitabile, disturbante. Ed è segno di saggezza accompagnarlo senza patemi, con rassegnata nobiltà. Mi incammino, dunque: ma non mettetemi fretta.
ps: nella foto, alcune mie ex alunne, impegnate nelle prove per il grande spettacolo, che aprirà i Mondiali lunedì prossimo. Loro non hanno certo problemi di capelli.

venerdì 19 settembre 2008

Una nuova presentazione

Ieri sera, sala dell'ex Liceo Musicale in piazza della Motta, ho presentato il mio racconto lungo. Un'altra presentazione, una delle tante in questi miei vent'anni di libri. Credo che i presenti, una cinquantina, non si siano annoiati. I relatori (da sin. Michele Mancino, Mariangela Algisi e Riccardo Prando) hanno svolto più che egregiamente il loro compito. Un po' meno il sottoscritto che, pur sapendo di non essere un abile parlatore e soprattutto di non essere un improvvisatore, non ha voluto scrivere l'intervento e quindi ha perso il filo. Gaffe che non mi ha fatto piacere ma che nel contempo mi ha regalato una sana lezione di umiltà. Del resto da un po' di tempo a questa parte preferisco rischiare 'figuracce' pur di apparire per quello che sono, piuttosto che 'rischiare' la falsità per non mostrare i miei limiti. In quanto al pubblico, se è difficile vendere libri, è altrettanto difficile convincere la gente ad uscire la sera. Credo di avere nel pubblico alcuni fedelissimi, ai quali va la mia 'eterna' gratitudine, e una bella fetta di amici e conoscenti che a volte vengono e a volte no, per svariati motivi. Ad esempio, molti di coloro che mi hanno fatto visita il 13 giugno non c'erano ieri sera, ma in compenso ce n'era altri. Un pubblico variegato e mutevole, un pubblico che mi onoro di avere.
per il dialogo: carlo.zanzi@tele2.it

Ecco le Cicale

Pesa 118 grammi, è il mio libro più leggero, non si può certo dire che vi è stato spreco di carta e quindi di alberi, tutto è stato fatto al risparmio, causa crisi economica ed editoriale galoppante. Però alla fine è arrivato, e sono contento. Spero di non restare il solo a gioire del mio racconto, lungo 80 pagine. Stasera, nella sala dell'ex Liceo Musicale in piazza della Motta (speriamo non diluvi) mi auguro di incontrare amici solidali ma anche sinceri. Se sono uno scrittore da quattro soldi, ditemelo. Non mi offendo. Ho già trovato un paio di errori, ma sono peccati veniali. Vi aspetto.

Fratello cristiano



Ieri sera Magdi Allam, oggi anche Cristiano, ha tenuto un interessante incontro al Teatrino di via Sacco. Molto ci sarebbe da dire, qui mi limito all'essenziale. Dunque, anzitutto sa esprimere i suoi pensieri con una chiarezza esemplare, dovrebbe essere imitato da molti parlatori attuali. Mi sono poi chiesto che tipo di musulmano potesse mai essere Magdi, se ha frequentato le elementari e le superiori dai Comboniani e dai Salesiani. La sua famiglia non era certo integralista e nemmeno moderata: direi che ha respirato da subito aria cristiana. Mi ha fatto invidia la sua certezza di fede, la sua convinzione nella sola e superiore Verità cristiana, il suo coraggio nella testimonianza. Purtroppo per me non è solo, né soprattutto, una questione di coraggio se non sono un testimone credibile di Cristo e del suo Vangelo, se sono un relativista, un buonista eccetera. E' vero, non sono un tipo coraggioso per natura (e qui l'ho già ammesso) ma nei confronti della Verità cristiana il mio percorso di fede è zoppicante per tanti motivi. Infine: un uomo che riflette con serietà e puntiglio sul senso della vita, sui valori fondamentali, fondanti, un uomo che rischia del suo, che ha coraggio e si espone per delle idee e non per soldi o per prestigio o per carriera, ebbene, un uomo così non può che avere tutta la mia incondizionata stima.

giovedì 18 settembre 2008

Claudio al Corrierone



Ricordo una delle prime volte che incontrai Claudio Del Frate: in Prealpina, il suo giornale. Stava seduto, meglio, stravaccato con la tastiera del computer sulle ginocchia, scrivendo con poca voglia (almeno apparente) un pezzo per la testata di via Tamagno. L'abito de La Prealpina gli andava stretto, così ha rischiato, ha mollato un lavoro sicuro per l'incertezza di una carriera tutta da inventare al Corriere della Sera. Scommessa vinta, mi pare. Ha rischiato e gli è andata bene, grazie ai suoi meriti e forse anche a un po' di fortuna, perché quella ci vuole sempre. Sia quel che sia, Claudio non credo rimpianga i tempi del suo operare al quotidiano varesino. E noi siamo felici per lui.

Cento volte Mauro

Ecco Mauro Cento, il bello di Tele7Laghi, anchorman ben conosciuto a Varese, voce storica dell'emittente di Voltorre. La sua gentilezza lo ha indotto a registrare un paio di puntate del suo programma Sette Più dedicate alla mia scrittura. La prima puntata stasera, giovedì 18 settembre, ore 21, Tele7Laghi. La seconda fra due o tre sttimane. Eccolo nello studio di Carla (e anche un po' mio) pronto a farmi domande, letterarie e non. Mauro Cento, come dice il cognome, pare essere uno di quegli uomini che ha aggiunto il centuplo quaggiù, vitale e soddisfatto, sorridente ed entusiasta.

A zonzo



Fra le cose che amo fare, c'è anche questa: macchina fotografica a tracolla, vado a zonzo per Varese, cammino lento, cerco amici da salutare, scorci da fotografare. Così è stato ieri, a mollo in una mattina di sereno. Del resto il mercoledì è il mio giorno libero, lavorando il sabato. E così ho incontrato amici e scattato foto, come questa, immagine di una città che si sta mettendo il trucco in vista dei Mondiali. Vado a zonzo, sì, non faccio nulla di importante né di decisivo per l'umanità. Però sono felice.

martedì 16 settembre 2008

Moralista

C'è chi mi accusava, e forse ancora mi accusa, di essere un moralista, con ciò intendendo la seguente caratteristica: uno ha un ideale e cerca di adeguarsi, di adattarsi, di perseguire quel modus vivendi, anche se ciò comporta non naturalezza e gioia ma soprattutto sacrificio, fatica e rinuncia. Moralista non è chi predica bene e razzola male, ma chi predica bene e cerca di razzolare bene, ma ciò non gli viene spontaneamente. Se tale è la definizione, mi ci riconosco soprattutto per il passato. Un passato anche carico di sensi di colpa, perché la fatica di far seguito all'ideale porta frustrazione, senso di inadeguatezza e senso di colpa. Oggi credo di aver fatto pace con la mia povertà e 'cattiveria', fardello che, mi pare, sia un po' di tutti, chi più chi meno. Noi cristiani diciamo che ciò si chiama peccato. E dopo ogni vittoria, anche minima, nei confronti dell'egoismo, mi rincuoro, e sono un po' più felice.

lunedì 15 settembre 2008

Narratori

Questa è la squadra della Canottieri Aniene, che ha vinto la gara dell'Otto ieri pomeriggio, alla Schiranna, durante i Campionati Italiani Assoluti. La foto vorrebbe essere un simbolo della fatica, perché i canottieri fanno una gran fatica, come è anche faticoso scrivere un romanzo. E allora qualche considerazione sulla scrittura. Quando ho iniziato, gasato com'ero, pensavo che ciò che stavo scrivendo era così importante, che una sua mancanza sarebbe stata una grave perdita, per tutti. Così avevo il terrore di non riuscire a finire l'opera, causa morte, sempre possibile. Inoltre credevo che quel mio lavoro dovesse essere esaustivo e riassuntivo di tutto, una sorta di summa narrativa. Per fortuna non ho avuto successo, perché tali manie di grandezza avrebbero potuto continuare. Oggi credo che ogni romanzo o racconto siano solo la testimonianza di un piccolo tratto di strada, del credo di quel momento, della visione della vita di quell'istante. Ma soprattutto credo (cosa assai più importante) che tutti possano tranquillamente fare a meno delle mie pagine o, detto in un altro modo, che nessuno ha bisogno delle mie storie. Tanto che se qualcuno le legge, devo considerarmi fortunato. Il che mi pare sia un buon inizio, per lavorare con calma.
per il dialogo: carlo.zanzi@tele2.it