domenica 18 settembre 2011

Riccardo e l'editore

Alla Conferenza Stampa di presentazione del Premio Chiara non poteva mancare il mio amico Riccardo Prando (a destra, maglietta La Coste), firma storica de La Prealpina, docente, narratore e grande amante dello sci nordico. Alle sue spalle il suo (e mio) editore, un sorridente Pietro Macchione.

Matilde

Ciao, cara Matilde, compagna di liceo, amica. In questa foto del 1972 siamo in Prima Liceo, al 'Cairoli'. Tu sei sulla sinistra del mitico prof. Anastasi, la prima, viso tondo, seduta sul muretto. Prima nello studio, ottima avvocato, prima anche ad 'andare avanti' (come diciamo noi alpini), e non avevi nemmeno cinquant'anni. Era il 18 settembre, l'anno non lo ricordo, comunque sempre troppo presto. Un abbraccio.

La passione di Gottardo

LA PASSIONE DI GOTTARDO ORTELLI

Il 21 settembre del 2003 moriva Gottardo Ortelli (foto da Google immagini), un artista, un uomo di cultura che molto ha dato al Premio Chiara. E’ stato naturale per me ‘incontrarlo’ giovedì scorso, in occasione della Conferenza stampa di presentazione del Chiara 2011. Perché l’amico Gottardo ha preso in mano questo evento letterario varesino agli inizi degli anni Novanta e per un decennio ha contribuito a farlo crescere. Eppure era nata male la vicenda fra me e lui, a causa di un mio articolo sul settimanale ‘Luce’ relativo all’Accademia di Belle Arti, che Ortelli avrebbe voluto a Villa Toeplitz e che non decollò mai. Chiarimmo a parole e per lettera, collaborammo in alcune iniziative e poi fu lui a chiamarmi, nel 2000, nella Giuria dei Grandi lettori del Chiara, in sostituzione di Marta Morazzoni. Un onore per me, tre anni che mi permisero di avvicinarmi all’uomo e all’artista, di conoscere la sua gentilezza, la sua cultura. Fui lieto quando Gottardo apprezzò molto un mio contributo alla rivista ‘Confini’ del 2001 (rivista che lui dirigeva), una ricerca su Piero Chiara e il suo rapporto con la morte. Forse Ortelli in quel 2001 già sentiva le prime avvisaglie di un male che nel giro di pochissimi anni lo avrebbe sconfitto. Forse si trattava di sensibilità e di partecipazione verso tematiche esistenziali che non si possono saltare a piè pari, buttandosi in un attivismo schizofrenico. Il pittore, docente a Brera, rafforzò le fondamenta del Premio invitando personalità culturali milanesi, coinvolgendo la stampa nazionale, ampliandone gli orizzonti con spazi legati all’arte. Un Premio letterario che si è ulteriormente consolidato, dopo la morte di Ortelli, grazie a Romano Oldrini, Mauro Gervasini, Matteo Inzaghi, Vittorio Colombo e tanti altri, oltre che al lavoro fondamentale di Bambi Lazzati. Ma l’amico Gottardo non si dimentica e puntualmente riappare quando torna il Premio Chiara, a dirmi che le cose si fanno con passione.

La Provincia di Varese domenica 18 settembre 2011