domenica 25 settembre 2011

Umana invenzione

Questa di Dio sarà pure un'invenzione degli uomini, nata dal bisogno d'eternità, dalla paura della morte, dalla necessità di dare spiegazioni ad eventi inspiegabili, a bellezze disumane. Sarà pure una nostra invenzione, ma che invenzione! Capace di costruire cattedrali, di indurre al martirio, di mutare la storia, di propiziare generosissimi gesti d'amore. Si dirà: ma anche gli atei si sono distinti per gesta favolose. Non discuto, ma questo non smentisce la mia tesi. Che grande invenzione (ammesso sia tale) questa di Dio!

in foto: chiesa a Santa Margherita Ligure

Le poderose braccia di Marco

LE PODEROSE BRACCIA DI MARCO

Questa mattina il lago di Varese sarà ‘accerchiato’ da due competizioni amatoriali contemporanee: il giro podistico del lago e la gara per atleti diversamente abili ‘Tre ruote intorno al lago’, entrambe di 25 chilometri. Organizzata dalla mia amica Daniela Colonna Preti (anima della Polha Varese) e dal Gam Whirlpool, la manifestazione mette a confronto gli amanti della corsa e coloro che –volente o nolente- hanno dovuto amare la carrozzina, sino a farne la compagna di una vita, capace di miracoli. Gli atleti disabili possono utilizzare sia la carrozzina da atletica (spinta sulle ruote) che la hand-bike (pedali spinti a mano), e qui voglio dire un paio di cose. La prima: il mio grazie verso tutti coloro che, con la loro disponibilità, permettono lo svolgimento di una gara di questo tipo. La seconda è invece un ricordo. Anni fa venni a sapere che il mio amico Marco Re Calegari, grande atleta paralimpico (in foto, da Google immagini), si stava allenando con la sua hand-bike in vista di competizioni a livello mondiale. Chiesi gentilmente se potevo seguirlo con la bici, e lui ben volentieri accettò la mia compagnia. Ci trovammo una domenica mattina a Capolago, la metà era Laveno. La faccio breve: non avrei mai pensato che due braccia avrebbero potuto spingere quanto due gambe. All’andata, con la strada in leggera discesa, ho davvero faticato per star dietro a Marco, che mulinava le braccia come una turbina, scansava buche, altre bici, auto in sosta e ostacoli vari con un’abilità sorprendente. Arrivai sul lungolago con la lingua fuori. Per fortuna il ritorno, un falsopiano in lieve salita, mi facilitò e in alcuni tratti Marco mi chiese addirittura di andare davanti a tagliare l’aria. Fu una mattina molto istruttiva per me; imparai che la volontà fa miracoli, e che le braccia di Marco valevano dieci volte le mie.

La Provincia di Varese domenica 25 settembre 2011