domenica 10 luglio 2011

Lights of your party

I used to be at all your parties
when our love was brand new
But you've found a substitute at your parties
and you're doin' the things we used to do

Un tempo venivo a tutte le tue feste
quando il nostro amore era appena sbocciato
ma tu hai trovato un sostituto per le tue feste
e stai facendo ciò che noi facevamo.

E' la canzone che dà il titolo al nuovo album della Piedmont Brothers Band.
Dice Ron Martin (al centro della foto, con fazzoletto rosso): "E' una canzone che ho scritto negli anni Ottanta con quello che è stato il mio partner musicale per più di trent'anni, John Carter. Un giorno stavamo rievocando gli anni della nostra gioventù e come ci sentivamo quando la nostra ragazza ci veniva portata via dal nostro più acerrimo rivale!"

Caro Ron, ora le luci della festa musicale brillano tutte per te!

Tragicomiche sfide

Stamani niente passeggiata in montagna, causa tempo incerto, e allora salita al Campo dei Fiori in bici. Con la solita tragicomica scena delle silenziose sfide fra attempati ciclisti, che affrontano i nove km di salita. Io mi illudo di osservare la scena con superiore distacco, in realtà ci sono dentro in pieno e non appena vedo una bici davanti a me, nuove energie corroborano le mie gambe, ossigenano i polmoni e via, verso l'avversario da raggiungere. E' tutto un rincorrersi, un superare senza salutare, un ringalluzzirsi per il sorpasso realizzato, un deprimersi quando altri ci superano, trafitti a volte dalla constatazione che sono persino più vecchi di noi. Gli automobilisti che ci superano nemmeno lontanamente immaginano quali corride ciclistiche si svolgano su quell'asfalto pendente. Garette patetiche, eppure capaci di dar sapore a tutta una domenica.

in foto: Carlo Zanzi, in partenza per la cronoscalata Brusimpiano-Ardena di qualche anno fa

Nella fossa dei trichechi

NELLA FOSSA DEI TRICHECHI

“Durante la guerra la chiamavamo la fossa dei leoni” racconta il signor Mario, classe 1926. “Tenevano spettacoli tipo dilettanti allo sbaraglio. E lì si andava anche a ballare.” Di che fossa si tratta? Del tanto elogiato teatrino ‘Santuccio’ di via Sacco, rimesso in sesto anni fa e oggi preso in affitto dal Comune di Varese, per una cifra non proprio irrisoria. Fossa perché uno entra in questo cortile interno e non si immagina di trovarsi uno spazio così, infossato, con gradinata, capiente, suggestivo. Un anfiteatro in pieno centro, ottimo per presentazioni di libri, meno per spettacoli musicali, data l’acustica discutibile. Ma non è solo la capacità di accarezzare i suoni che fa scrollare il capo. Ci sono stato di recente, in occasione del concerto della Piedmont Brothers Band, un evento importante per i cultori della musica country-rock. Era presente anche il neo assessore alla cultura Simone Longhini che, forse preavvisato, indossava giacca e cravatta. Io, come molti altri fra il pubblico, avevo un più calorico ricordo del luogo e quindi ero in maglietta: in estate, infatti, data l’ampia vetrata sul soffitto, il ‘Santuccio’ era un sorta di serra dove far maturare alla svelta l’impazienza degli astanti. Giustamente si è posto rimedio, con un impianto di aria condizionata. Regolato non so da chi, probabilmente da un extracee siberiano; Palazzo Estense non c’entra, non essendo il teatrino di sua proprietà. L’altra sera si congelava, tanto da indurmi a definire quel luogo ‘la fossa dei trichechi’. Stando alle parole dell’addetto alla sorveglianza, ben altre lamentele si sono levate al riguardo, e addirittura si sono registrati svenimenti, causa l’escursione termica fra dentro e fuori. Si dirà: i cittadini non sono mai contenti, e i giornalisti ancora meno. ‘Ma quand fa frècc fa frècc!” annotano i varesini d’antan.

La Provincia di Varese domenica 10 luglio 2011

Sulla felicità

La felicità (quella quieta e duratura, non quella esaltata, che arde e si spegne presto) richiede un atto di umiltà.