sabato 2 giugno 2012

Diritto di precedenza

E' davvero sconsolante quando accade questo: abbiamo un malanno, un dolore, un fastidio, alla fine denunciamo il nostro disagio e chi ci sta di fronte risponde: "Anch'io in effetti ho un dolorino qui!"
Vi è, in questi casi, una legge non scritta ma sacrosanta: il primo che denuncia il male ha diritto di precedenza nella compassione.

La tregua

Poi dicono che alla Rai non c'è mai niente di interessante. Ieri sera ho visto su RaiStoria il bel film
LA TREGUA, del 1997, tratto dall'omonimo romanzo di Primo Levi, scritto nel 1963. regia di Francesco Rosi, attore principale John Turturro. Un film che merita, una ragione in più per acquistare la tele (per i pochi che ancora non la possiedono). E per pagare il Canone, qualche briciola per la diminuzione del debito pubblico. Ma stiamo al film, che è la storia di Primo Levi, dal gennaio del 1945 (quando i tedeschi lasciarono incustoditi i campi di sterminio) all'ottobre del 1945, quando finalmente Primo arriva  a Torino, dopo un viaggio incredibile. Il film è stata l'occasione per farmi ritrovare questo autore che ho amato, dopo la lettura di 'Se questo è un uomo'. Un uomo che mi ha sempre sorpreso, per aver scelto di suicidarsi nel 1987, quarant'anni dopo il suo ritorno in patria e il successo nella vita. Un uomo che ha sperimentato davvero cosa vuol dire morte imminente, che si è salvato grazie alle sue capacità e alla fortuna, e che infine decide di farla finita.
'Se esiste Auschwitz, non può esistere Dio' ha sempre affermato, ribadendo il suo ateismo. Pare che in una sua ultima lettera all'amico scrittore Ferdinando Camon, dopo prima di morire, Primo Levi abbia lasciato un minimo segno di speranza: 'Lo cerco, ma non trovo una soluzione al dilemma.'
Sant'Agostino scriveva: 'Tu non mi cercheresti, se non mi avessi già incontrato.'

La candelina in ritardo

Sebbene con qualche giorno di ritardo (la data era il 27 maggio), oggi abbiamo messo la candelina sopra lo strudel e papàMario ha potuto soffiare sul dolce della vita, che ancora l'attende.

Verso Londra 2012

Atene 2004 - Finalmente tocca ad Atene, città che avrebbe meritato i Giochi del Centenario, scippata da Atlanta. Mi soffermo sugli italiani. Ottimo il bottino azzurro. Oro per Igor Cassina alla sbarra, un attrezzo fra i miei preferiti quando praticavo la ginnastica artistica (foto in alto). Yuri Chechi meriterà un bronzo agli anelli. Onore al merito per Josefa Idem (al centro), che conquisterà l'argento nei 500 metri canoa, dimostrando che bisogna far largo ai 'vecchi' e non solo ai giovani. Infine, l'ultimo giorno di gara,
Stefano Baldini vince la maratona che ogni maratoneta avrebbe voluto vincere, in Grecia, dove la maratona è nata. Altre immagini le dedico alla nazionale di basket (argento) con un felicissimo Gianmarco Pozzecco (quindi c'è anche un po' di Varese), per Andrea Benelli, che conquista l'oro nel tiro a volo e si mette a correre come un matto, con il fucile in mano. Bronzo per Giuseppe Gibilisco nel salto con l'asta, oro per la pallanuoto femminile e vittoria di Paolo Bettini nel ciclismo su strada.

2 giugno 1946-2 giugno 2012

Auguri, cara Repubblica italiana. Credo sia giusto investire qualche soldo (il meno possibile) soprattutto per onorare chi ha dato la vita (o comunque ha sacrificato in qualche modo l'esistenza) per l'ideale di una nazione, che mi ha accolto e nella quale vivo bene. Non sono certo fra coloro che utilizzano l'espressione 'siamo italiani' per elencare una serie di presunte 'debolezze', tipiche del nostro Paese. Non ho mai amato le generalizzazioni, né chi critica con facilità e si pone come depositario di una elementare soluzione dei problemi. Preferisco chi ha l'abitudine di guardare anzitutto se stesso, i suoi limiti, e si incammina verso la conversione.