domenica 31 gennaio 2010

Il generoso Mariano

Torno un attimo a parlare del mio amico Mariano Lazzati (a destra), anche lui in partenza stamani alla Brinziobianca2010 (e ciò mi ha fatto un immenso piacere) perché proprio stamani ho scoperto che da anni mette in palio una mountain-bike, destinata per estrazione ad uno fra i partecipanti. Purtroppo non è uscito il n° 51, cioè il mio. Bravo Mariano, uomo generoso.

Mi lecco le ferite

Ecco il resoconto della mia Brinziobianca 2010 (in foto, quella dello scorso anno, io sono il n° 68). Dal punto di vista sportivo non mi posso certo lamentare: oltre 5 minuti in meno rispetto al 2009, frutto non di un maggior allenamento (anche l'anno scorso ero ben allenato, anzi, forse meglio) ma dei materiali che mi ha prestato l'amico Pippo Gazzotti: velocissimi sci Fisher (pur non sciolinati) e scarpe Salomon. La bellezza di 27 minuti in meno rispetto alla mia prima Brinziobianca, e tenuto conto che gli anni passano, dovrei rallegrarmi. Ma la medaglia ha due facce e allora giriamola: già partivo con una spalla un po' dolorante e un lieve dolore alla schiena. A duecento metri dalla partenza una rovinosa caduta, con colpo sulla schiena, mi ha fatto dire: 'Ma chi c...o me lo fa fare?' Poi, da ex cavallo di razza, pur psicologicamente provato ho ripreso il cammino, cercando di recuperare. Ora, ovviamente, sono piuttosto dolorante alla spalla e alla schiena. E mi immagino domani mattina. Credo che farò altre Brinziobianche, ma in modo del tutto rilassante, per dovere di firma e per puro divertimento. Ora, per me, non è più quel tempo e quell'età....

sabato 30 gennaio 2010

Buone notizie

Non è certo solo colpa dei giornalisti, se le buone notizie hanno poco spazio sui giornali. Anzi, loro (i giornalisti) colpe non ne hanno. Devono difendere il posto di lavoro. Le buone notizie non interessano ai lettori, non sono appetibili come una brioches. Dopo decenni e decenni di giornalismo, ormai si sa bene cosa interessa e cosa no. E allora la vera domanda da porsi è questa: "Perché alla gente non interessano le buone notizie? Quelle che descrivono azioni encomiabili, esempi di generosità, scatti di altruismo?" Ciascuno si dia la risposta che vuole, ma il dato resta inoppugnabile. Se amassimo il bene e detestassimo il male, i giornali confezionerebbero prime pagine, articoli di fondo e titoli del tutto opposti rispetto agli attuali.

Brinziobianca 2010

E' già tempo di Brinziobianca. Domattina, partenza alle 10 dalla pista Campo dei Fiori di Brinzio, è in programma la classicissima garetta di sci nordico delle nostre terre. A Dio piacendo, sarà la mia quinta partecipazione. La prima è del 2004, neve molle, troppo riscaldamento e risultato deludente: 74°, 15 km coperti in 1 ora, 18 primi e 4 secondi. Niente 2005 (per carenza neve) si passa al 2006, 64° in un'ora, 2 primi, 21 secondi. Già meglio. 2007 si salta per carenza neve. E siamo al 2008: 50° in un'ora, 1 primo, 57 secondi. La svolta nel 2009: per la prima volta Pippo Gazzotti mette la sciolina ai miei Morotto: 61° in 56 primi e 41 secondi, per la prima volta sotto l'ora, 22 minuti in meno rispetto alla prima edizione. Ci sto prendendo gusto, evidentemente. E allora domani l'amico Pippo mi presterà un paio di Fischer (i miei Morotto sono un po' obsoleti), forse avrò anche scarpe più consone ai nuovi attacchi, e staremo a vedere. Non è certo positivo questo aumento del quoziente agonismo, ma sono un po' come Enrico Piazza, che dice: "Se mi mettono il pettorale..." Vi racconterò....
in foto: con Ric, il pirata del Brinzio, e l'assessore allo sport del Comune di Brinzio, al termine della Brinziobianca2009

Rimasugli d'inverno

Ieri hanno potato le ortensie nel mio giardino. Quando ciò accade, alla fine di gennaio, per me siamo alle ultime pretese dell'inverno. E' vero, fa ancora un gran freddo (e di ciò non posso che ringraziare, si conserva la neve a Brinzio) ma la primavera non è più ipotesi remota. Si intuisce nella vittoria della luce sul buio e nel colore dei primi fiori. E ossigena il sangue una rinnovata voglia di vivere.

venerdì 29 gennaio 2010

Aggrappiamoci

E' del tutto inutile, quando non dannoso, continuare a porsi domande esistenziali rispetto alle quali non avremo mai risposte certo, al massimo ipotesi discutibili. E Dio resta il capostipite di questa ricerca, tanto umana quanto destinata al fallimento. Molto meglio aggrapparsi alla roccia delle nostre poche certezze, come uno scalatore sul Cervino o una cozza ad un qualsiasi scoglio. Aggrapparsi e cercare di salire, a volte solo resistere lì, fermi, impauriti, perché meglio non si può fare.

La poetessa Lidia

Che la cara Lidia avesse dimestichezze con il dialetto me ne sono accorto tanti anni fa, quando con la comunità Shalom andavamo in giro e lei primeggiava nei canti popolari, dimostrando l'ottima pronuncia dialettale, frutto della gavetta fatta presso la sua famiglia, la nota squadra Munaretti di Biumo Inferiore. Ieri sera la conferma: terza piazza al Concorso Poeta Bosino 2009, con la lirica in vernacolo Nocc da San Lurenz. Eccola, insieme al marito Antonio (anch'egli poeta, mi ha confidato di aver partecipato anche lui al Concorso), al Palace Hotel, in attesa di conoscere il verdetto della Giuria. Brava Lidia, probabilmente si è realizzato uno dei tuoi desideri, lanciati verso le stelle cadenti della notte di San Lorenzo.

mercoledì 27 gennaio 2010

Ric sulle ciaspole

Dando seguito a quanto già scritto, ecco un altro esempio di alunni che lasciano le aule per appropriarsi del territorio. In questo caso il buon esempio viene dalla scuola media Anna Frank delle Bustecche. Grazie al prof. Riccardo Prando e alla sua collaborazione con il Centro fondo di Brinzio, gli studenti hanno potuto sperimentare lo sci da fondo e il cammino con le ciaspole. Ecco infatti il prof. Prando in partenza con un gruppetto di alunni con le ciaspole ai piedi. E il sole rende ancor più interessante l'uscita.

Interpretazione

Credo che tutti abbiano male interpretato, almeno una volta, le intenzioni di un poeta. Nel mio caso la poesia interessata è 'San Martino' di Giosuè Carducci. Ero alle elementari quando la imparai, e per me La nebbia agli irti colli piovviginando sale...significava che dal cielo cadeva sale, cioè cloruro di sodio, anche perché poi si parla di un mare che biancheggia. Molti anni dopo compresi che era un verbo e non un sostantivo.

in foto: sale la nebbia dalla val d'Aosta verso Torgnon

martedì 26 gennaio 2010

Davide contro Golia

Durante la tradizionale Giornata sulla Neve a Torgnon della mia scuola, la Vidoletti (6 pullman, circa 300 ragazzi), si svolge anche la gara di istituto di slalom gigante. Il mio collega, prof. Enrico Piazza, eccelso sciatore, ha l'abitudine (nonostante i 50 anni superati da un pezzo) di sfidare i migliori fra gli alunni, promettendo un 10 a chi lo batte. Ebbene, stamani Davide ha sconfitto Golia, cioè il piccolo Andrea Lauri (alla destra del prof) ha battuto Enrico Piazza (il suo prof, appunto), meritandosi un 10 ma più ancora la soddisfazione di aver battuto uno dei mostri sacri dello sci varesino. 52"63 per Lauri, 53" e rotti (ma forse anche 55", qui i pareri non sono unanimi) per Piazza. Che (in foto) prende bene la sconfitta, meditando però già la rivincità, visto che Lauri è di seconda media.

Controluce

Effetto controluce alle baite innevate di Torgnon, in Val d'Aosta. Il controluce, oltre a regalare una patina argentata alle cose, a rimarcare i neri, ad accentuare i contrasti, dà l'illusione di poter guardare il sole. Di trasformare in ghiaccio il fuoco.

La cuspide

Una mezz'ora dopo questa foto, stamani, era già nuvolo. Sono stato fortunato, l'annuale appuntamento con il Cervino a Torgnon è avvenuto, regalandomi una delle mie montagne preferite con l'abito della festa. Sono arrivato al momento giusto. In questo caso, come in tanti altri della vita, la fortuna gioca la sua parte. E quando se ne intuisce la presenza, bisogna approfittarne subito.

lunedì 25 gennaio 2010

Aneddoti nerazzurri

Quando posso cerco di essere un gentleman, e allora certo ora non mi metterò a dileggiare i cugini del Milan, né ad affermare con boria che abbiamo già vinto il Campionato eccetera. Mi limiterò ad un piccolo aneddoto. Anni fa stavo lavando l'auto con la maglia che vedete, una vecchia casacca dell'Inter. Mi vide dal balcone al piano rialzato la mia vicina, la già anziana signora Alma Bernazzani, entrò in casa, riuscì e mi lanciò dal balcone una sdrucita bandiera dell'Inter, vessillo che apparteneva al suo caro marito Renzo, morto da tempo, grande tifoso dei nerazzurri. I Bernazzani venivano da Milano. Ricordo ancora il vessillo volteggiare nel sole verso di me, e la gioia della mitica signora Alma e del suo cane Dick (che si mise ad abbaiare), felici di aver consegnato ad un tifoso degno tale preziosa bandiera. Chiudo con una bella battuta del mio amico Carlo Pastori, nata a seguito dell'ultimo derby: "La città di Milano ha due grandi squadre: l'Inter e le riserve dell'Inter!" Non male.
Pronto ad accettare con sportività una eventuale vittoria del Milan in Campionato, tolgo il disturbo.

Testata

Fra le iniziative della Giornata della Memoria, La7 ha dato il film L'ULTIMO TRENO. Bello e commovente, l'orrore dei campi di sterminio visto con gli occhi dei ragazzi. Fra l'altro, uno dei protagonisti aveva un metodo per punire chi gli stava antipatico: dargli una testata sul naso. Ebbene, tale metodo adotterei anch'io (senza esagerare, ma con una certa forza) verso coloro che anche solo di striscio tendono a minimizzare, annacquare, stemperare l'orrore di tale nefandezza.
in foto: i fortunati ragazzi di oggi, che mai e poi mai dovranno dimenticare

domenica 24 gennaio 2010

Maddachef

L'ho già fatto una volta, ma mi permetto di fare ancora pubblicità al blog di mia figlia Maddalena (www.maddachef.it/blog/) perché noto in lei davvero questa grande passione per la cucina e per i dolci in particolare. Lo aggiorna continuamente, ora ha inserito anche una sezione musicale...insomma, la giovinezza dovrebbe essere per definizione l'età delle passioni ma non è così scontato che lo sia. Per questo fa piacere vedere un giovane (e ancor più una figlia) che pur fra alti e bassi, nella tipica instabilità adolescenziale (che in verità si prolunga anche dopo!) ci mette passione, prezioso carburante che ti permette di dare il meglio faticando quasi nulla.

Il paiolo pulito


Rilassante sabato sera dagli amici Luisa e Ric con Carla e Paolo. Lo so che a voi interessa poco di tale avvenimento, ma era solo per dire che chi vuole mettere in tavola una polenta che lasci il paiolo pulito, regalando una croccante crosta a forma di paiolo (vedi foto), ebbene, chieda la ricetta a Luisa e Ric. Che non ve la passeranno, perché ne sono gelosissimi!

venerdì 22 gennaio 2010

Utile

Ieri ho visto Beppe Grillo da Santoro. Come sempre, più che ciò che dice circa il bene dell'umanità, mi interessa ciò che vive. E in un passaggio ha detto: "Ho 62 anni, sono in una nuova giovinezza. E sono felice..." rimarcando l'ultima frase, come a dire che la felicità è un'ardua conquista, non il pane quotidiano. Sono felice per Grillo, mi pare che il nocciolo della sua felicità non sia tanto l'aver trovato vaste platee, ma il sentirsi più utile all'umanità. E ciò è fondamentale, soprattutto quando ci si approssima al tramonto della vita. Spesso i comici (si dice) sono persone tristi. Forse lui si era stufato SOLO di far ridere la gente, si è ritagliato una nuova identità, a suo avviso più utile al prossimo, ha molto seguito ("3500 persone e nella piazza accanto Casini con 300, tutte guardie del corpo, forze dell'ordine...") e lui è felice. Quasi euforico. Buon per lui.

giovedì 21 gennaio 2010

L'ordine


Dagli otto ai vent'anni circa sono stato un tipo piuttosto ordinato. Direi molto. Curato nel vestire, tenevo in ordine i cassetti, meritando elogi dai miei genitori. Preciso, tutto doveva essere bene in fila indiana. Ordinato e possessivo riguardo alle MIE cose. E poi l'aspetto esteriore, i capelli, le scarpe lucidate, il collo della camicia eccetera. Poi, e per fortuna, mi sono liberato da questo ordine eccessivo, guadagnando in libertà. Non sono d'accordo con chi dice che l'ordine esteriore è segno di ordine interiore. Non sempre e non comunque. Anzi, un po' di disordine esteriore regala più libertà, sfruttando la quale si possono anche realizzare buone cose.

Auguri, Chiara

Cara Chiara, viaggiando con un giorno di ritardo (ma ho scoperto solo oggi la data del tuo compleanno) ti regalo i miei auguri, così formulati: possa il tuo 'amante' Pogliaghi, ma soprattutto la vita, regalarti più felicità che inquietudine, più sorrisi che labbra inclinate al pessimismo. E per il resto, veditela tu con questo imprescrutabile avvenire.
in foto: Chiara Palumbo con il mitico Ginetto Piatti

Fuori dalla classe

Lo so che i genitori lo sanno, e magari alcuni si lamentano pure ("Ah, meglio la scuola di una volta, leggere, scrivere e far di conto...") ma al giorno d'oggi spesso gli alunni escono fuori dall'aula, per un contatto più diretto col profumo della vita. Così stamani al Brinzio, sul versante orientale della pista si sono svolte le finali provinciali dei Giochi Sportivi Studenteschi di sci nordico, mentre sul versante occidentale, alunni delle elementari, guidati dai qualificati istruttori del Centro fondo di Brinzio, imparavano i rudimenti dello sci nordico. Credetemi: ad esserci stamani c'è da ricredersi su quel discorso del leggerescrivereefardiconto, che non è certo da scartare, ma da abbinare con una riossigenante mattinata sulle nevi del Brinzio.
in foto: alunne dell'Istituto Comprensivo Varese 3 - Vidoletti

mercoledì 20 gennaio 2010

Il modello

Mi scuso con i lettori se mi lascio andare ad un dolce ricordo, dolce come è dolce la brioches manufatta da Maddalena (foto). Si tratta del prof. Secchia, il mitico prof. di educazione fisica della media Righi dei miei anni. Si divertiva ad accompagnare i cognomi con frasi del tipo: "Giannelli, che bei capelli!" e via dicendo. Io ero 'il modello' perché (praticando ginnastica artistica) ero abile soprattutto negli esercizi inizali. Io facevo da specchio per i compagni e lui diceva alla classe: "Guardate il modello quanto è bello!" In verità, più che inorgoglirmi, mi imbarazzavo. Ebbene, finito di fare il modello nel 1970, ho ripreso a farlo nel settembre del 1979 e da allora non ho più smesso, visto che a 53 anni mi metto ancora di fronte ad un gruppo di alunni e faccio vedere gli esercizi di avviamento motorio. Unica differenza (oltre al fatto che non sono né bello né giovane) ora uso anche l'accompagnamento musicale. Ci sono stati anni nei quali pensavo che potevo essere 'modello' non solo nell'ora di educazione fisica. Un esempio, insomma. Anni ormai lontani. Sono tornato al solo 'modello' scolastico: finché il fisico regge.

La sciarpa verde


'La sciarpa verde', cioè la sciarpa che si girava intorno al collo Mario Lodi, storico direttore de La Prealpina, e che è passata al figlio Massimo, giornalista anch'egli. Massimo ha regalato al padre (e a tutti noi amanti di Varese, del giornalismo ed estimatori del galantuomo Mario) questo libro. Si parla del periodo fine 1959-inizio 1960, mesi che videro l'assunzione di Mario Lodi a direttore della Prealpina, carica che mantenne per ben 23 anni, secondo solo al fondatore del giornale, Giovanni Bagaini. Si parla del direttore ma si parla della Varese di quegli anni, dei giornalisti di allora (Gaspare Morgione, Peppino Meazza, Pierfausto Vedani....), della stima di un figlio verso un padre 'speciale'. Un libro (edito da Lativa) che mi ha fatto davvero piacere incontrare.

lunedì 18 gennaio 2010

A Martina

Martina Novembre era una nostra ex alunna della Vidoletti. Non mia alunna, difatti ricordo questo nome e cognome ma non lei. Nella notte fra domenica e lunedì, è morta a vent'anni in un incidente d'auto: come tanti altri miei alunni, in questi oltre trent'anni di insegnamento. Come per il terremoto di Haiti, e nonostante ne abbia viste tante e ancora tante, non ho parole. Solo preghiere per Martina, per i suoi genitori, per i suoi amici, per il suo fidanzato, per tutti noi. Preghiere e rabbia. Tristezza e -diciamolo- anche meno entusiasmo per questa vita che continua a tradirci.

domenica 17 gennaio 2010

Mariano


Mi fa davvero piacere ritrovare il grande e alto Mariano Lazzati (a destra, con me e, a sinistra, Ric, il 'pirata' del Brinzio) sul bianco anello del Brinzio. Mariano, sportivo di razza, ha attraversato un travagliato periodo di salute ma sta recuperando alla grande. Arranca un po' in salita ma poi "Il recupero è buono..." dice con comprensibile ottimismo, e allora giù, per la discesa. Poi ci si ferma alla casetta, un bicchiere di tè e si riparte, verso nuovi traguardi.

sabato 16 gennaio 2010

Chi non se la prenderebbe?

Credo non esista genitore al mondo che dopo aver visto il salvataggio della piccola di sedici mesi (estratta viva dalle macerie del terremoto di Haiti, dopo 3 giorni di sepoltura a Port au Prince) non abbia pensato: 'Questa la prendo in affido, o magari la adotto anche!' A conferma del mio dire, sono già migliaia le richieste per ottenere l'affido dei piccoli orfani di questa immane tragedia, richieste che ben difficilmente saranno soddisfatte, causa problemi burocratici e altro.
La piccola è scivolata fuori dalla pietra e dalla disperazione, non ha pianto, ha lanciato il suo sguardo verso quel mondo cambiato, simbolo vivente -lei- della rinascita. Non posso sapere quali siano stati i suoi pensieri. So quali sono stati i miei.

Nel novero dei cinquantenni più uno

Cara Carla (seconda da sinistra), si fa presto a passare da 50 a 51 anni: auguri. Ti auguro di mantenere passione per la vita e per l'insegnamento. Ti auguro di continuare a scrivere e, chissà, magari di pubblicare qualcosa. E mi auguro che tu continui, di tanto in tanto, a complimentarti per la mia di scrittura, un giudizio da prof di lettere che mi ha aiutato e mi aiuta. Magari è solo un dovuto benvolere ad un amico, ma a volte gli aspiranti scrittori anche su questo fanno conto. Buoni festeggiamenti.

Valentina


Dato che ho parlato dei 18 anni di mia figlia Caterina, e della laurea dell'altra mia figlia Maddalena, a questo punto devo citare anche il compleanno di Valentina, la primogenita, qui ritratta durante il pranzo natalizio. Oggi compie 25 anni, un quarto di secolo! Auguri, cara Valentina, anche se questi auguri in rete non li leggerai mai. Avremo modo di vederci e di festeggiare domani. Oggi, come spesso capita, sei lontana da Varese. In apparenza siamo molti diversi, io e te; ma a pensarci bene, in verità, molto mi somigli.

Lo zio Mario


Il 16 gennaio di qualche anno fa è morto mio zio Mario, fratello di mia mamma Ines. In foto è il più piccolo, insieme ai miei nonni, al fratello Bruno e alla sorella Ines, morta in giovane età. Mia mamma Ines non era ancora nata. Questa foto, dunque, è ante 1928. Oltre agli sci di legno (vedi altra nota), di mio zio Mario ricordo tanti episodi, la sua voce, il suo sorriso, la sua generosità. Per ragioni di spazio qui dirò della sua fisarmonica e del suo organo. Amava la musica, era un entusiasta dilettante delle sette note, in gioventù aveva fatto parte dei Canterini Bosini della Famiglia Bosina. Andavamo a trovarlo a Mendrisio o alla Prella e lui ci regalava una serata diversa. Mia mamma, diplomata in pianoforte, non si permetteva certo di giudicare la qualità di quel suono. Cantavano insieme, soprattutto i bei canti in dialetto della loro gioventù.

Parco Molina

La prima volta che ho messo gli sci 'da fondo' risale ai miei otto, nove anni. Andavamo al Parco Molina, prato a pochi metri da casa nostra. Gli sci? Pesantissimi sci di legno di mio zio Mario, con bastoni fantozziani. Indossavamo pantaloni corti, guanti e berretto di lana. Era più la fatica di arrivare al prato, poi un paio di cadute, le mani congelate, un gran freddo e la fatica di tornare a casa. La gioia era tutta nella trepidante attesa di quella ridicola 'sciata': il resto era delusione. Poi si cresce e impariamo che è meglio attendere poco e darsi da fare, affinché la concretizzazione sia adeguata, almeno non sempre così deludente. E qualche volta ci si riesce.

venerdì 15 gennaio 2010

Bambini nel sole

Stamani i bambini di prima, seconda e terza della scuola elementare 'Settembrini' di Velate si godevano il sole e la neve del Brinzio. La 'Settembrini' è una scuola che spesso porta i bambini fuori, lontani dalle aule scolastiche. Stamani scivolavo sulla neve del Brinzio come un bambino di quell'età; in me nessuna voglia di crescere ancora.

giovedì 14 gennaio 2010

Don Giuseppe da Haiti

Quando il terremoto ha raso al suolo l'isola di Haiti, don Giuseppe Noli (partito molti anni fa dal nostro Campo dei Fiori per la missione) era a 150 chilometri dalla capitale. Si è salvato e ora sta aiutando questi nostri fratelli nella sofferenza. Ho conosciuto don Giuseppe negli anni Ottanta, lavorava per la Pastorale del lavoro ma l'Italia gli stava stretta. Voleva la povertà estrema, per la sua voglia di amare Varese era troppo ricca, la povertà varesina risibile. Così se n'è andato, ha perso molti chili, si è regalato ai poveri. E gli haitiani sono fra i più poveri della terra. Che dire? Che ammiro don Giuseppe. E non mi si dica: bè, è un prete e i preti devono fare quello per mestiere. Ma quando mai? Ci sono preti e preti, come ci sono laici e laici. E don Giuseppe è un gran prete.

Fra promessa e attesa

Ecco l'ultimo regalo del mio amico poeta Arnaldo Bianchi. Parole misurate che incidono dentro questa vita, giocata fra una grande promessa e una inevitabile, lunga o breve attesa.
Amiche mie felici
di essere e non essere
innamorate e sole
nei giorni che verranno
nei sogni che vivrete.

Anche le parole
nel vento di domani
sembrano promesse
e sono solo attese...

mercoledì 13 gennaio 2010

Terremoto

Voi mi sapere dire cosa c'entra il Dio di questo tramonto con il Dio del terremoto di Haiti? E' umanamente concepibile che nella mente di Dio ci sia spazio per l'uno e per l'altro? Già -ci dicono- ma questi sono ragionamenti umani, Dio è Dio, noi non lo capiamo. E allora rivendico la verità della mia umanità. O Dio è l'autore di questo tramonto e si inginocchia a soccorrere gli haitiani, o Dio non mi appartiene. Non è un Padre per me accettabile.

martedì 12 gennaio 2010

Preghiera

Ultimamente vanno di modo alla tele (e in libreria) l'attrice Claudia Koll, il calciatore Legrottaglie, l'ex conduttore televisivo Brosio, tutti fratelli che grazie alla preghiera sono riusciti a rivoltare in meglio la loro vita, a risolvere profonde cadute esistenziali. Io prego da una vita, ma la mia vita non ha subìto ribaltamenti clamorosi, e a volte ho persino il sospetto che la mia preghiera sia un modo per demandare ad altri (a un Altro) fatiche che probabilmente spetterebbero a me. Evidentemente non basta pregare. Si può pregare bene o male, si può pregare con frutto o sterilmente, si può pregare e scappare o pregare e restare. Sono confuso. Io comunque non mollo la preghiera. Anche perché sono convinto che, ormai, anche se decidessi di non pregare più, la preghiera andrebbe da sè. Un po' come il respiro.
in foto: tramonto sulle nevi dei monti ossolani

lunedì 11 gennaio 2010

Winter Triathlon

Sono molto affezionato a questa mia foto, anche se non è un granché. E' il mio primo (e sinora unico) Winter Triathlon (corsa+mountain bike+sci nordico), disputato nel gennaio del 2006 a Brinzio. Dopo gli anni giovanili e una lunga pausa, avevo ripreso a fare sci da fondo agli inizi del Duemila proprio perché volevo affrontare una gara di Winter Triathlon. Benedetto il Triathlon, che mi ha invogliato a riprendere con lo sci nordico, che oggi davvero mi appassiona. E così ho scoperto Brinzio, la mia nuova residenza invernale.

Ma che Mondonico!

Prima che il mio amico e collega (grande esperto di monti) Enrico Piazza me lo faccia notare, tirandomi le orecchie (e avrebbe ragione) mi autocorreggo. Nella nota di ieri parlavo di Mondonico. Ma quando mai! La visione invernale, suggestiva, mi ha clamorosamente tratto in inganno. Mondonico neppure si vede da Brinzio. Si tratta del Monte San Martino, con la sua caratteristica chiesetta. Ecco un'altra immagine della montagna innevata, terra di martiri della Seconda Guerra Mondiale. Anche un varesino doc come me, ammaliato dalla bellezza del paesaggio, può prendere un abbaglio!

domenica 10 gennaio 2010

Mondonico


Anche stamani mi sono state concesse un paio di ore di paradiso, sciata a Brinzio. Ho potuto vedere anche Mondonico (foto) nella suggestiva veste invernale. Anche se la cosa non ci garba, credo che a noi non sia concesso avanzare alcuna pretesa: né di alzarci la mattina in salute, né di poter realizzare i nostri progetti. Quando riesco a portare a termine una cosa programmata (mia madre usava l'espressione 'andà in pè di tò disègn') ringrazio. Non so bene chi. Di solito Dio.

sabato 9 gennaio 2010

Bepi e Renato

Commovente pomeriggio all'auditorium di Sant'Ambrogio Olona. Grazie a Bepi de Marzi, grande compositore (primo a sinistra) e a Renato Orsenigo, sensibile direttore del Coro Piambello (primo a destra), abbiamo avuto il piacere di riascoltare memorabili canti di montagna e di ritrovare Mario Rigoni Stern (da me molto stimato), morto nel giugno del 2008. E alla fine non poteva essere che 'Signore delle Cime'.

Te la racconti

E' vero, a volte ce la raccontiamo. Cioè imbellettiamo la realtà, ne vogliamo vedere gli aspetti migliori, le evoluzioni più positive, siamo ottimisti per partito preso, il tutto per ammorbidire l'ansia che ci regala la vita. E' vero, e sono convinto che se non si eccede, se non si scappa dalla realtà (al massimo si prendono un attimo le distanze), questo è il sistema più indolore per trascorrere il quotidiano spazio che si separa da un'alba ad un tramonto. E così è per la fede: ce la raccontiamo...Un po' come a teatro, indossiamo i panni dell'uomo di fede. Soprattutto la domenica. Uso il plurale ma dovrei parlare per me. Perché se davvero credessi, non userei il mio tempo per scrivere quanto ho scritto.

venerdì 8 gennaio 2010

Luci accese

Un po' per pigrizia, un po' perché il 16 gennaio la nostra famiglia festeggia il compleanno della primogenita Valentina, un po' perché sono belle le luci di Natale e danno allegria, fatto sta che non ho mai fretta di riporre presepe e albero in soffitta. E così anche oggi, 8 gennaio, verso sera sono andato in sala e ho acceso le luci dell'albero e del presepe. Del resto Gesù è nato, e ora bisogna svezzarlo un po'!

Pippo e Arianna

Magari non tutti gli sportivi lo sanno ma Arianna Follis, in testa al Tour de Ski di sci da fondo, recente vincitrice di una gara a Dobbiaco, premiata come sportiva dell'anno 2009 per lo sci nordico, una delle nostre reginette alle prossime Olimpiadi canadesi, deve qualcosa anche al nostro Pippo Gazzotti (foto), che la allenò in anni passati. E la brava Arianna non si è dimenticata del suo mister, tanto che di recente gli ha scritto, fra l'altro: "....Tante volte ripenso alle gare giovanili e ai tuoi consigli. In particolare quando piove, e di solito succede a Dusseldorf, mi ricordo di quando non partii alla sprint di Oberstdorf perché pioveva tanto ed ero in casetta al riparo!..." Forza Arianna e forza Pippo, anima del Centro fondo di Brinzio.

giovedì 7 gennaio 2010

Bepi, signore delle cime

Basti dire che ha composto Signore delle Cime, e abbiamo detto tutto. Signore delle Cime, cioè uno dei canti di montagna più belli. Parliamo di Bepi de Marzi (in foto) che sabato 9 gennaio sarà all'Auditorium di Sant'Ambrogio Olona, a partire dalle 15.30. Leggerà, canterà e racconterà Mario Rigoni Stern, uomo di pace. E' prevista la partecipazione del Coro Piambello e del Coro Alpino Orobica, diretti dal mio amico, ex Shalom, Renato Orsenigo. Ingresso libero.

mercoledì 6 gennaio 2010

Incubo infantile


Questa minacciosa e orrenda befana che hanno regalato a mia figlia mi ha fatto ripensare ad un incubo infantile. Facevo le elementari, fra le incombenze domestiche vi era anche la discesa in cantina, per la spazzatura o per portare in casa la legna e il carbone, necessari per la stufa Worm Morning. E in quegli anni spesso vivevo quest'incubo notturno: io che scendo in cantina, poi la luce si spegne, la porta si chiude e nel buio una voce, risa, immagini vaghe anche di streghe, freddo e una paura del boia che mi faceva urlare, che mi trovava a correre in salita sulle scale. Poi il benefico risveglio. E la pace del cuore.

Mille post

Con questo che sto scrivendo sono a 1001 post in quasi tre anni di vita di questo mio blog, nato nel febbraio 2007. Si può dire che ho una certa costanza (in foto, alcuni fra i lettori del blog). So che la maggior parte delle mie note si possono dividere in tre argomenti: Dio, la morte, l'accettazione della mediocrità. Poiché tendo (come tutti) alla felicità, sono convinto (per esperienza) che la ricerca della felicità non possa scansare né la speranza nel Dio della Vita Eterna, né la riflessione sulla morte (scandalo superato dal Dio risorto) né la consapevole meditazione-accettazione del proprio limite. So di ripetermi, ma so anche che certe fondamenta sono imprescindibili affinché la casa regga. So....cioè, penso di sapere, mi illudo di aver intuito qualcosa...e poi sarà quel che sarà.

lunedì 4 gennaio 2010

Silenzio imbarazzato


Se ci incontriamo, in questo freddo inizio 2010 o più in là, possiamo parlare di tutto, anche del meteo (come si fa quando non si sa che dire) ma non ditemi, vi prego, che il tempo vola, soprattutto dopo gli anta. Dovrei rispondervi: "Ringrazia che il tempo corre veloce, vuol dire che stai bene, perché quando si sta male il tempo non passa mai"...così direi, ma intanto sarei costretto a ripensare allo stillicidio dei secondi che sgocciolano via dalla mia vita. Vi prego, meglio un silenzio imbarazzato. Del resto che questa vita sia a volte imbarazzante non è certo una mia scoperta.

domenica 3 gennaio 2010

Tagliare le gambe

Arrivano tristezze che ci dobbiamo assumere. Che non possiamo zittire, soffocare nell'ottimismo. E allora si urla, si piange, si protesta. Ma sono l'eccezione, per fortuna. E certo non ve le auguro all'inizio di questo 2010. Non le auguro a nessuno, mai. Vi auguro piuttosto di saper tagliare le gambe, subito, sul nascere, a tutte le altre tristezze, che sono il novantanovepercento della nostra malinconia. Non culliamole, non lasciamole di sottofondo, non facciamo che ci trascinino in un dolce, inutile vittimismo. Abbandoniamole al loro triste destino, mettiamo una canzone, usciamo di casa, telefoniamo a un amico, tagliamoci una fetta di panettone e beviamo un sorse di elisir del ciclista o di altro.

sabato 2 gennaio 2010

Umberto, lo sportivo

Al Coppi's day non manca mai Umberto Palmiero, il mio dentista, che con me condivide la passione per la bici e lo sci da fondo. Risiedendo a Brinzio, sfrutta al meglio la locale pista da fondo. Eccolo mentre cerca conforto nell'Elisir del ciclista. E poiché si resta sempre un po' bambini, qualcuno fa le corna al nostro Umberto.

Coppi's day

Da anni l'amico Carletto Maroni (al centro, con la bottiglia dell'Elisir del ciclista) organizza il Coppi's day, il 2 gennaio, data della morte del campionissimo. 2 gennaio 2010, cioè 50 anni dalla morte del grande Fausto, e così mi sono unito al gruppo del Coppi's day, che ogni anno compie l'ascesa del Campo dei Fiori in bici, sino all'Osservatorio. Purtroppo, causa vento impetuoso, ci siamo dovuti fermare alle panchine del Belvedere. Foto di gruppo, quindi panettone e soprattutto l'Elisir, nettare benefico, indispensabile per affrontare il gelo della discesa.

Menta e rosmarino

Da qualche anno faccio parte, con soddisfazione, della famiglia di 'Menta e Rosmarino', rivista culturale dei comuni di Azzio, Bardello, Cocquio Trevisago, Gavirate, Gemonio e Orino. L'amico poeta Dino Azzalin mi presentò a suo tempo al direttore Alberto Palazzi, e da allora collaboro, offrendo brevi racconti inediti, di ambientazione locale. Dalla scorsa estate la rivista ha cambiato formato, e devo dire che l'amico Alberto (aiutato da un valido comitato di redazione) riesce ad offrire ai lettori pagine davvero ben fatte, con eleganti illustrazioni. Una rivista 'raffinata', pur nella continuità della sua vocazione: pagine di storia e di cronaca locale, legate ad un territorio preciso.


venerdì 1 gennaio 2010

Anno nuovo, vita vecchia, e perché no?

Ottimo cenone di San Silvestro nella bella villetta di Luisa e Ric, con Carla-Paolo, Guido e Monica...la mezzanotte è arrivata subito..e oggi, solita vita, cioè una bella sciata al Brinzio, neve al limite dell'accettabilità ma mi sono accontentato. E mi domando: se la mia vecchia vita mi procura felicità, perché cambiarla? Ci vuole una contropartita adeguata, di eguale se non di superior valore. Quindi: anno nuovo, vita vecchia, e se novità deve essere, deve meritarsi la mia totale condivisione.