giovedì 20 ottobre 2011

La torta dello scandalo

Domenica prossima sarà la Giornata Missionaria Mondiale. Non posso non ripensare agli anni Ottanta, quando vivevo questa Giornata con grande intensità, organizzavo banchi vendita e sognavo di andare a vivere in Africa. Però, benché la organizzassi, mi ha sempre lasciato perplesso la vendita di torte, per raccogliere fondi a favore dei fratelli indigenti. Ora ho le idee più chiare. Dunque: per chi fa la torta e la offre alla parrocchia, il gesto è lodevole, spende tempo e danaro. Ma per chi la acquista, spesso si spaccia per buona azione ciò che si sarebbe acquistato in pasticceria, quindi in fondo si tratta solo di un buon affare, edulcorato con l'ipotesi di un gesto caritatevole. Inoltre utilizzare il superfluo per acquistare l'essenziale non mi pare simbolicamente attinente. In conclusione: sarebbe meglio dare direttamente il denaro, anziché mettere in piedi tutto questo affare.

Pietoso silenzio

Come è universalmente noto, ci rattristiamo per i nostri difetti, compresi quelli fisici, ma a volte tiriamo un sospiro di sollievo: i nostri amici non dicono nulla, il che vuol dire che forse quei difetti non sono così evidenti, invalidanti, 'scandalosi'. Sì, potrebbe essere anche così, ma non illudiamoci: più spesso si tratta solo di un pietoso silenzio. Addirittura incattivito da una sottaciuta frase: 'Per fortuna non è capitato a me!'