sabato 31 marzo 2012

Che donna! Che fede!


I fatti, purtroppo, si sanno: Mohammed Merah, 24 anni, francese di origine algerina, prima ammazza tre parà e poi, in una scuola ebraica di Tolosa, uccide un prof, due suoi figli e un'altra bambina. Per fortuna sua (come avrebbe potuto continuare a vivere?) Merah viene ucciso in un blitz. Leggo oggi sul Corriere una lettera, pubblicata a pagamento, della moglie del rabbino Jonathan Sandler (il prof ucciso), Elena Sandler, nonché mamma di Aryeh e Gavriel. "Il mio cuore è spezzato. Non riesco a parlare." Così inizia la lettera, che è un inno alla fede in Dio. In un altro passaggio si legge: "Credo con tutto il cuore alle parole del verso 'Dio ha dato, Dio ha preso; Benedetto sia il nome di Dio.' Ringrazio Dio per il privilegio, per quanto breve fosse, di aver potuto allevare i miei figli assieme a mio marito..."
Nei panni di Eva io avrei solo un grande risentimento verso Dio, non capirei e soprattutto avrei bisogno di credere ad un Dio che non arma la mano di Merah, per riprendersi mia moglie e i miei figli. No, un Padre così non potrei né capirlo né accettarlo.

E la nave va


Se la nave della Vidoletti va, lo si deve anche (e non poco) ai due personaggi che ridono, oltre l'oblò della nave di polistirolo, allestita come sfondo allo spettacolo di stasera (ore 21, palestra Vidoletti). Preside, vicepreside (nella foto anche il prof. Irmici) e i giovani talenti Vidoletti vi aspettano.

Brava, Laura


E brava la mia collega Laura! Ieri sera ho apprezzato le sue abilità canore. Si è messa in gioco, proponendo (nell'ambito di Vidoleggiamo) uno spettacolo musicale con la sua band. Sapevo della sua passione per il canto, ieri ho potuto verificarla sul campo, anzi, sul palco, quello della mia palestra, niente affatto adatta come acustica. Cantare dal vivo non è mai facile. E stasera si replica: saranno i giovani talenti, alunni Vidoletti, ad esibirsi, ore 21, palestra Vidoletti di via Manin 3.

Discesa


Un tempo, molti anni fa, amavo la salita perché era prologo necessario all'ebbrezza della discesa. Oggi in discesa, con la bici, ho più paura di un tempo, così ho imparato ad apprezzare di più la fatica della salita. Anche perché in salita è più facile alzare lo sguardo verso il cielo.

in foto: dall'XI alla X Cappella del Sacro Monte

Invenzione


Anche quando va bene (cioè quando la vita è bella come un fiore), dai fiori la vita prende l'aspetto effimero, poco duraturo: un soffio. Per questo inventarsi una vita eterna non è mai una cattiva idea.

venerdì 30 marzo 2012

La memoria è un mostro


La memoria è un mostro: tu dimentichi-essa no. Archivia le cose, ecco tutto. Le conserva per te, o te le nasconde-e le richiama, per fartele ricordare, a sua volontà. Credi di avere una memoria. Ma è la memoria che ha te.

John Irving Preghiera per un amico

Morte e resurrezione


Dietro la morte, oltre la morte, qualcosa risorge. Magari solo la memoria, un pensiero riconoscente verso chi ha lasciato un segno nel tempo. Ma noi speriamo in molto di più.

in foto: Decima Cappella (la crocifissione) e pianta fiorita

Rondini e monsoni


Godiamoci queste stupende giornate di marzo. Stiamo al sole. Con le rondini torneranno i monsoni prealpini, e i fiori annegheranno.

giovedì 29 marzo 2012

La band Classe F


Domani sera, venerdì 30 marzo, alle ore 21, presso la palestra della Vidoletti, è in programma (sempre nell'ambito di VIDOLEGGIAMO) uno spettacolo musicale, animato dalla band Classe F, guidata dalla professoressa Laura Veroni (foto). Ingresso libero, partecipazione consigliata.

Crederci, crederci, crederci


Stamani, nell'ambito di 'Vidoleggiamo', è venuta a parlare dei suoi libri per ragazzi la scrittrice Daniela Morelli, varesina di nascita, milanese di adozione. I suoi libri per ragazzi incontrano molti lettori, ma io non la conoscevo. Non ho potuto seguire la sua conferenza. Sono entrato solo un attimo, e ho sentito la Morelli ripetere con insistenza che bisogna credere ai propri sogni e alle proprie potenzialità. Lei voleva fare la scrittrice e pubblicare un romanzo per ragazzi che avesse successo, lo ha riscritto parecchie volte ma alla fine ce l'ha fatta. Con dedizione e caparbietà ha ottenuto ciò che voleva, e ha suggerito ai ragazzi che questo è il metodo giusto. Brava Daniela, concordo. Poi ci vuole anche fortuna, coincidenze favorevoli (se Piero Chiara non avesse conosciuto Vittorio Sereni, altro che successo!) ma alla base ci vogliono convinzione in se stessi, forza di volontà, capacità di non mollare dopo le prime, inevitabili delusioni: senza questi ingredienti, la torta del successo non lievita e non cuoce, e brucia tutto nel forno della delusione.

Libertà Infinita


Stamani, guardando le foto del mio amico Carlo Meazza, in mostra alla Vidoletti, sono rimasto attratto da una frase di don Luigi Giussani, posto come dida a una foto: 'L'uomo è libero quando dipende dall'Infinito.' Infinito maiuscolo, che per don Giussani vuol dire Dio. Una frase ad effetto, di quelle frasi che uno dice: 'Bella!' Ho cercato di capire cosa volesse dire per me. Non so per don Giussani, non sono un esperto del suo pensiero, ho letto qualcosa qua e là. E per me? Essere liberi non significa non dipendere da nessuno? Credo che per me significhi questo: la libertà dell'uomo si perde e si spaventa se non ha agganci; la libertà è un dono alla nostra portata solo se, liberamente, decidiamo di affidare a Dio il nostro destino, il senso di una vita che supera le nostre capacità interpretative.

mercoledì 28 marzo 2012

Nessuno è perfetto


Vi è mai capitato che un vigile urbano vi venga a chiedere l'indicazione di una via? Certamente no. A me è capitato stamattina. Era alla ricerca di una minuscola via di Fogliaro. "So che non dovrei chiederglielo" mi ha detto "ma sa per caso dov'è via....?" Purtroppo sapevo che era in quella zona ma non con precisione il luogo. In effetti la via in questione era davvero piccola.

Da Chiara a Bufalino


Potrei usare meglio il mio tempo, ad esempio scrivendo narrativa, ma ogni tanto mi piace perdermi in considerazioni ad alta voce, poco produttive. Tanto per rilassarmi un po'. Quando ero giovane ho partecipato più volte al Premio Mont Blach per romanzi inediti. Bisognava avere meno di 40 anni, se non erro. Non vinsi mai, in compenso conobbi Andrea Vitali, mio coetaneo, oggi scrittore affermato, che cominciò a vincere già lì. Allora spostai più avanti il margine del successo. Pensai: "Bè, Piero Chiara ha ottenuto il successo a 52 anni, con 'Il Piatto piange'. C'è tempo." Ebbene, anche quell'età per me è passata, e allora via con un altro scrittore. Gesualdo Bufalino (foto) ottenne il successo a 61 anni, con 'Diceria dell'untore'. E allora oggi prendo esempio da lui, spero di imitarlo: non è mai troppo tardi. E se andrà male con Gesualdo, troverò senz'altro un altro scrittore. Però adesso è meglio che scriva cose serie.

martedì 27 marzo 2012

Il racconto del mercoledì


LA MAGNOLIA

Voleva un miracolo, anche se non ci credeva. Aveva bisogno di un Dio ma non sapeva dove cercarlo. Uscì di casa che battevano i dodici rintocchi di metà giornata. Il soffitto del suo appartamento gli pesava in testa, l’aria dei suoi locali aveva un cattivo odore, i pensieri intossicati gli avvelenavano quel poco di felicità che con gran fatica cercava di mettersi dentro.
Uscì confidando nel sole, che illuminava una dolce giornata di primavera. Avrebbe potuto svoltare a destra, verso la chiesa, dove avrebbe però trovato altra ombra, silenzio, avanzi d’incenso e un inginocchiatoio, sopra il quale piegare la sua sofferenza. Avrebbe potuto svoltare a sinistra, verso un modesto spazio verde, un giardinetto pubblico con tre panchine, qualche albero, erba malcurata, un cestino per la spazzatura che traboccava di avanzi, escrementi di animali.
Mosse due passi a destra perché non gli andava di incontrare gente: era certo che in chiesa non ci sarebbe stato nessuno. Si fermò, guardò verso il giardino, gli sembrò sgombro da presenze umane, ci pensò, andò da quella parte. Solo allora si ricordò della magnolia. Fra le poche piante che salivano al cielo lì dentro, una era una magnolia. ‘Sarà fiorita?’ si domandò.
La trovò come sperava, aumentò il passo, arrivò subito ai suoi piedi, osservò che era al meglio: qualche fiore ancora in bocciolo, gli altri aperti ma non ancora sfioriti, quando i larghi petali cadono fra i sassi e vengono calpestati, perdendo tutto il loro fascino, come la neve non più intonsa.
Vicino al tronco della magnolia stava una panchina di legno, verniciata di verde scrostato, sporca di terra. Cercò in tasca un fazzoletto, la pulì, si sedette. Alzò lo sguardo nel cuore della pianta fiorita, un paracadute bianco e rosa, una doccia calda dal profumo delicatissimo. Il sole filtrava fra i fiori, non abbagliava, scaldava quel giusto che gli serviva per stare bene. Si sdraiò. Chiuse gli occhi. Cercò la posizione migliore per non sentir dolore, almeno quel dolore del corpo avrebbe potuto mitigarlo con la postura. Per il dolore dell’anima avrebbe pregato e sperato, ma sapeva che sarebbe stata una lotta ben più aspra.
Tutto il meglio della primavera lo abbracciò come una donna desiderata da sempre. Il bello della primavera lo avvolse e provò piacere. Aprì gli occhi, i fiori gli parvero uno sciame di farfalle allegre, poi fiocchi di neve colorata che restavano sospesi nell’aria. Il mondo aveva trovato una fetta di perfezione in quell’angusto giardinetto di cartacce e brutte copie della natura. Quella magnolia stava ritta sopra di lui, respirando uno stato di grazia che gli trasmetteva con generosità. Cominciò a credere al miracolo, al Dio della bellezza assoluta.
Richiuse gli occhi e cercò di addormentarsi.
Lo stato di dormiveglia quanto durò? Due minuti? Dieci? Si era addormentato? Stava sognando? Di certo avvertì un pizzicore alla guancia destra, un solletico non fastidioso che lo invogliò ad aprire gli occhi. Un lungo ramo si era piegato verso di lui e un grosso fiore si era posato sopra la sua guancia. Spaventato si tirò su, il fiore si allontanò, il ramo si mosse, lui restò inebetito, per il sonno e per il risveglio, per ciò che il risveglio gli aveva preparato. Immobile osservò il fiore, che lentamente tornò verso il suo viso e si adagiò sulla guancia.
Forse era un bacio.
Forse era un sogno.
Forse davvero, questa volta, era Dio.



Questo racconto breve è liberamente ispirato alla canzone ‘Il ciliegio’ di Angelo Branduardi

Occhio al cielo


Occhio al cielo. Le rondini a Varese arrivano in questi giorni, fra la fine di marzo e i primi giorni di aprile. Lo so per esperienza d'osservatore accanito. Occhi al cielo soprattutto la sera. E se una rondine non fa primavera, la prima rondine della primavera è sempre un gran spettacolo.

Coraggio


Perché amiamo gli eroi? Perché hanno coraggio. Tutti abbiamo bisogno di dare qualche prova di coraggio, di vivere momenti nei quali ci sentiamo coraggiosi. Capaci di rischiare per un ideale, per un obiettivo. A volte le più eclatanti prove di coraggio le viviamo, rischiando per amore. Spesso è lo sport a darci questa opportunità.

in foto: Kangour premia le alunne Vidoletti del basket

lunedì 26 marzo 2012

Certezze


L'uomo ha bisogno di certezze. Altrimenti le mani tremano. L'unica certezza della quale faremmo volentieri a meno è la certezza della morte, ma lasciamo stare questo argomento niente affatto allegro. Anche sul fronte della fede in Dio l'uomo, stanco del dubbio, dell'indecisione (ma Dio c'è o non c'è? E quale Dio è quello giusto?) può operare un atto di volontà: sono certo di Dio, voglio credere in Dio. La fede è soprattutto un atto di volontà, reso necessario perché non si può vivere nell'indecisione. E tutto sommato è meglio così, perché dire che la fede è dono di Dio significa generare immediatamente la domanda cruciale: 'Perché a lui sì e a me no?'

Preghiera per un amico


Sto leggendo 'Preghiera per un amico' di John Irving. Sto leggendo questo romanzo di ben 590 pagine per tante ragioni, ma anche per il suo incipit, che qui vi propongo:
'Eccomi condannato a ricordare un ragazzo dalla voce fessa -non già a causa della sua voce, né perché fosse la persona più piccola che io abbia mai conosciuto, o neppure perché fu strumento della morte di mia madre- ma perché è lui la ragione per la quale io credo in Dio: sono cristiano grazie a Owen Meany.'
Sì, vorrei che il piccolo Owen aiutasse un po' anche me.

Un buon attacco


Ha avuto inizio stamani 'Vidoleggiamo' (nella foto il programma) presso la scuola media Vidoletti di via Manin. Il buon attacco alla manifestazione che promuove la lettura e la scrittura (a tema 'Il viaggio') è stato dato da un concerto realizzato dagli alunni, preparati dai prof. Gazzotti, Pugliese e Fanello. Iniziati anche i laboratori artistici, in collaborazione con il Liceo Artistico 'Frattini'. Ho avuto modo di inccntrare il mio amico Gabriele Scazzosi, docente all'Artistico. E domani potrò salutare anche il mio amico poeta e scrittore Dino Azzalin, che parlerà del suo libro 'Diario d'Africa'.

domenica 25 marzo 2012

Accadde...un anno fa



Domenica 27 marzo 2011 – pioggia, coperto, pioggia
Ha raggiunto la ribalta nazionale l’onorevole del Pd Daniele Marantelli, caduto nella rete delle Iene. Intervistato sul perché della festa il 17 marzo, il politico varesino se l’è data a gambe, salvo poi rilasciare un’intervista a La Prealpina, dove accusava le Iene di aver tagliato la registrazione. Per tutta risposta, i curatori del noto programma televisivo hanno mostrato il filmato integrale, dal quale si evince che Marantelli non ha dato alcuna risposta ed è letteralmente scappato.

Lunedì 28 marzo 2011 – coperto, variabile
Le responsabili dell’Istituto Orsoline San Carlo di Saronno (scuola privata con 300 alunni) hanno messo le mani più che avanti. Sollecitati dalla protesta di alcuni genitori, hanno deciso di far svolgere la ricreazione all’interno, per paura di eventuali nubi radioattive di provenienza nipponica. Benché la distanza fra noi e il Giappone sia notevole, le suore Orsoline vanno coi piedi di piombo.

Martedì 29 marzo 2011 – variabile, coperto, pioggia fine
Le frustava con la cinghia, le molestava e le trattava come schiave: le figlie di Giuseppe Piccolomo (accusato di aver ucciso e mozzato le mani a Carla Molinari) hanno deposto ieri davanti alla corte d’assise del Tribunale di Varese, descrivendo il padre come un orco. “Massacrava di botte anche nostra madre” ha detto Cinzia Piccolomo, 37 anni.

Mercoledì 30 marzo 2011 – variabile, scroscio, sereno
Ha giocato solo pochi minuti, ma l’emozione è stata grande ugualmente: ieri sera Marco Parolo, gallaratese di 25 anni, calciatore professionista al Cesena, ha vissuto il suo esordio in Nazionale, nel corso dell’amichevole Ucraina-Italia a Kiev, vinta dagli azzurri 2 a 0. Chiamato in campo da Prandelli al 43° della ripresa, Marco ha gustato attimi di gloria tricolore.

Giovedì 31 marzo 2011 – sereno
Con un anticipo di qualche giorno rispetto alla tradizione, stamani sono state avvistate stamani nel cielo di Varese, vicino allo stadio ‘Franco Ossola’, le prime rondini della stagione. Negli ultimi anni arrivavano in città nei primi giorni di aprile. Il caldo di questo fine marzo ha invogliato il ritorno anticipato dei volatili. Una rondine non fa primavera, ma in città abbiamo temperature vicino ai 20°.
APRILE 2011

Venerdì 1 aprile 2011 – sereno, molto caldo
Andrea Colombo, classe 1997, terza media alla ‘Dante’ di Varese, ha vinto la fase provinciale dei Giochi Matematici cat. C2 (terza media-prima superiore) e si è dunque qualificato per la finale nazionale, in programma il 14 maggio alla Bocconi di Milano. Con lui andranno alle nazionali dei numeri altri due alunni della ‘Dante’, Alessandro Carabelli e Giacomo Gabriele.

Sabato 2 aprile 2011 – sereno, molto caldo
L’ex sindaco di Varese, Aldo Fumagalli, a processo nei prossimi giorni (dopo 5 anni di attesa) per i reati di concussione e peculato, ha deciso di lasciare la Lega. “E’ un atto dovuto, comunque sono innocente, non ho voluto il rito abbreviato proprio per avere la possibilità di dimostrare la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati” ha detto l’ex sindaco del Carroccio.

Premio Chiara alla carriera 2012


Ricordo che oggi verrà assegnato il Premio Chiara alla carriera 2012 a Paolo Villaggio, con cerimonia alle 15.30 al Teatro Sociale di Luino. Forse andrò, e mi piacerebbe arrivarci in bici, lungo la ciclabile del Margorabbia. Ricordo però che oggi si disputa anche il Trofeo Binda, una sorta di Mondiale di ciclismo femminile, con blocco della circolazione. Quindi immagino ci sarà una certa difficoltà a raggiungere Luino in auto, proprio nel primo pomeriggio. Informarsi per evitare blocchi poco graditi.

L'ottimismo del fare


VIDOLEGGIAMO

Ampliamento dell’offerta formativa: è questa una frase assai di moda nella scuola italiana. Tradotta vuol dire: andare al di là della lezione tradizionale per offrire agli alunni spazi di approfondimento, uscite sul territorio, incontri. Qualcuno storce il naso: il pericolo è che si ampli ciò che in realtà si offre in misura minore, cioè il saper leggere, scrivere e far di conto. La pericolosa tentazione della novità per la novità c’è, ma non credo la corra l’Istituto Comprensivo Varese 3-Vidoletti che da domani, lunedì 26 marzo, propone agli alunni delle elementari (Velate, Avigno, Masnago e S.Ambrogio) e della media ‘Vidoleggiamo’. E’ una formula collaudata, già in atto da alcuni anni. Si tratta di iniettare nei ragazzi dosi adrenaliniche di libri, incontri con gli autori, gare di lettura. Cinque giorni fuori dagli schemi tradizionali, una scuola che muta i connotati, l’aula magna che diventa una grande libreria, la palestra che si fa auditorium per incontri con scrittori (fra gli altri, il poeta-narratore Dino Azzalin, che presenterà il suo Diario d’Africa). Sì, perché il tema conduttore è ‘Il viaggio’. E sul viaggio molto ha da dire anche il fotografo Carlo Meazza, presenta alla Vidoletti con una sua mostra. E poi momenti musicali serali, aperti ai genitori e a quanti vorranno incontrare questa scuola di periferia, che ha cercato negli ultimi anni di rinnovarsi. Per il programma completo si può visionare il sito: www.icvarese3-vidoletti.it. La Vidoletti vive molte problematiche comuni alla scuola italiana: scarse risorse economiche, classi molto affollate eccetera. Ma, al pari delle altre scuole varesine, ha scelto una formula sempre vincente: l’ottimismo del fare, contro il pessimismo delle lamentele.

La Provincia di Varese domenica 25 marzo 2012


in foto: la mostra di Carlo Meazza, nell'ambito di Vidoleggiamo 2012

sabato 24 marzo 2012

L'ora della luce


Stanotte si dorme un'ora in meno, ma il pensiero della luce che avremo domani sera mi ripaga ampiamente. Ogni stagione ha il suo fascino, ma questo tempo di primavera e questa luce che cresce mi rallegra.

A scuola in bicicletta 2012


Bella questa edizione 2012 dell'uscita A SCUOLA IN BICICLETTA. Una settantina fra alunni e genitori della Vidoletti si sono uniti alle altre scuole medie di Varese, per la tradizionale scorribanda a ritmo lento lungo il perimetro della città, con sosta in piazza Monte Grappa e vetrina in centro, fra gli sguardi sorpresi dei pedoni e piuttosto 'adirati' degli automobilisti, costretti a qualche coda in più. Per una mattina all'anno Varese si inchina alla bici.

in foto: il gruppo Vidoletti alla partenza

Sorrisi convinti


Molti sorrisi stamani in Piazza Monte Grappa, sosta nell'ambito dell'uscita 'A scuola in bicicletta'. Gli alunni apprezzano molto recarsi a scuola in bici, soprattutto quando poi non sono costretti a fermarsi in aula, ma possono pedalare lungo le vie cittadine.

Anche il Caccia


Abbiamo visto anche l'ex assessore allo sport Marco Caccianiga (qui a sinistra, insieme al giornalista Mauro Cento di Tele7laghi) pedalare stamani con i ragazzi, in particolare della Pellico, scuola frequentata da suo figlio.

Il primo libro non si scorda mai


Il 24 marzo del 1988 usciva in libreria il mio primo libro: 'Papà a tempo pieno' (Edizioni Paoline), il libro che mi è servito per descrivere l'esperienza di padre, esaltante e 'terrificante' quanto quella di una madre. Lo so, lo ricordo tutti gli anni, sono noioso e ripetitivo. Ma il primo libro non si scorda mai.

venerdì 23 marzo 2012

Colto o felice?


Di Mauro Della Porta Raffo invidio certamente il fatto che, a 68 anni, ha ancora tanta voglia di leggere, e soprattutto che è dotato di grande memoria, un dono di natura che lui ha allenato. Di recente ha dato alle stampe la sua Opera Omnia, 3000 pagine dove tocca gli argomenti più vari. Pensavo al rapporto che c'è fra felicità e cultura. Credo nessuno. Anzi, a mio avviso il sapere può persino facilitare spazi di infelicità. Il che non vuol dire che è meglio essere ignoranti, così si è più felici. Niente affatto, l'ignoranza non è mai un bene. Dico solo che la felicità è di un'altra pasta, rispetto alla cultura. E lo dico subito: preferisco essere felice piuttosto che colto. La felicità è tutto, la cultura una parte.

A scuola in bicicletta


Torna l'iniziativa 'A scuola in bicicletta' (in foto, l'edizione 2011), organizzata da FiabCiclocittà e Legambiente. Chi vuole dimostrare che la bici vale assai si trovi domattina, sabato 24 merzo, alle 9.30 alla Vidoletti. Si unirà al gruppone.

Perché scandalizzarsi?


Dopo aver pubblicato il post sull'ultimo libro di mia cugina Lella Ravasi Bellocchio (L'amore è un'ombra) ho ricevuto una mail da una lettrice, 'scandalizzata'; si augura che io non sia dello stesso parere di mia cugina, circa l'ambivalenza dei sentimenti e il fatto che in ciascuno di noi alberghi un potenziale assassino. Io il libro non l'ho letto, ma immagino che Lella non abbia portato solo la sua esperienza, ma da psicanalista abbia testimoniato quello che è l'assunto di anni e anni di studio, di ricerca, di introspezione nelle profondità dell'animo umano. Ma credo non ci si debba in ogni caso scandalizzare. L'ambivalenza dei sentimenti è provata da tutti i viventi, certi nostri vissuti ci sorprendono, a volte persino ci spaventano, ma non credo sia utile negarli. Gestirli sì, accettarli sì, tenerli a bada sì, sublimarli nei modi che riteniamo migliori è un nostro compito, ma immaginare che siano solo di pochi individui eccezionalmente malati non credo sia un bene.

giovedì 22 marzo 2012

Minaccia e desiderio


A volte durante il pranzo si innescano discorsi a catena, che è bello ricostruire. Siamo partiti dal fatto che un tizio aveva strappato un grosso ramo di magnolia dal giardino di Villa Toeplitz e se lo stava portando a casa, così abbiamo ricordato Erich Fromm e il suo 'Avere e essere' (dove in principio si descrive la differenza fra ammirare un fiore e strapparlo), da lì abbiamo ricordato un divertente episodio legato a Fromm: eravamo giovani e un nostro educatore si scandalizzò perché circolava il libro 'L'arte di amare' e lui l'aveva preso per un libro erotico! Educatore, educare e allora abbiamo parlato di minaccia e desiderio. Da educatori, per noi, non vi sono dubbi: non è con le minacce che si ottiene qualcosa. Bisogna agire sul desiderio. Rendere desiderabile qualcosa. Ad esempio la vita. Non è affatto scontato che questo desiderio sia innato, immediato, ovvio. Nemmeno fra i giovani.

Scuola dai molti interessi


La Vidoletti di questi tempi abbonda in iniziative. Ieri, 21 marzo, una catena umana intorno alla scuola, per ricordare le vittime della Mafia, in occasione della Giornata della Memoria, oggi altre iniziative legate alla Giornata Internazionale dell'Acqua, inoltre in questi giorni sono presenti alcuni alunni, in rappresentanza dell'IC di Senigallia (gemellaggio che prosegue da alcuni anni), settimana prossima inizierà il Vidoleggiamo, iniziativa volta ad incentivare la lettura (ne parleremo più in dettaglio). Si dirà: ma alla Vidoletti c'è la giornata del saper leggere, scrivere e far di conto? C'è c'è, i genitori non si preoccupino!

Lo sport della mente


Si sono svolte nei giorni scorsi alla Vidoletti le prime selezioni della gara di lettura, sport della mente. Gli alunni si sono letti un sacco di libri e si sono sfidati. Ecco un'immagine dell'incontro fra la 1C e la 3E.

mercoledì 21 marzo 2012

Ben dato


Ho appreso dai media locali che il mio amico giornalista Roberto Bof (foto da Google immagini) verrà premiato sabato 24 marzo. Il Comitato della Festa di San Giuseppe in Varese (presieduto dal ragionier Bifulco) ha deciso di assegnare questo riconoscimento a Roberto, quale segno di attenzione verso il suo operato generoso ed entusiasta. Da anni Bof si occupa di sport disabili (o handicappati, come direbbe lui) e di disabilità in genere con una dedizione ammirevole. Mi sembra un premio ben assegnato.

Meglio non sparlare


Prima di parlar male di una persona, pensateci molto bene. Riflettete, perché i difetti che riscontrate nell'altro forse sono i vostri. Oppure è l'invidia che vi invoglia a sparlare. E' poi sempre opportuno verificare le fonti, e domandarsi a chi giovano le vostre parole. E anche dopo aver fatto tutti i riscontri del caso e le dovute riflessioni, è sempre meglio evitare di parlar male di qualcuno. Soprattutto in sua assenza. Anche perché in sua presenza molto probabilmente ci difetterebbe il coraggio.

(foto di Roberto Bof)

La melodia del mattino


Verso le 5 e 30 del mattino il silenzio dell'inverno, da qualche giorno, è movimentato dal canto degli uccelli. Credo ci sia di mezzo anche un usignolo (foto), noto sin dall'antichità per il suo canto melodioso. Questo canto primaverile non è così forte da svegliarmi, ma è così piacevole da addolcirmi il risveglio. Poi, verso le 7, il canto si interrompe. Altri e meno graditi 'canti' irrompono nei miei giorni.

L'amore è un'ombra


Leggo su Io donna di questa settimana che mia cugina Lella Ravasi Bellocchio (foto da Google immagini) ha pubblicato un nuovo libro. Titolo: 'L'amore è un'ombra' (Mondadori) Sottotitolo: 'Perché tutte le mamme possono essere terribili'
Così inizia l'articolo: 'Pazze. Malate. Creature incomprensibili. Sempre 'altre'. E come potrebbe essere 'noi' le madri che lasciano cadere il loro bambino da un terrazzo, che lo annegano 'perché era un mostro', che lo pugnalano senza fermarsi più? E' una galleria di storie estreme quella che Lella Ravasi Bellocchio propone nel suo nuovo libro. Estreme ma non estranee: "Perché la madre terribile è un'ombra presente in tutte le mamme, anche in quelle 'buone'" spiega l'autrice, psicanalista junghiana. "La sfida, e l'unico modo per uscirne, è accettare questa contraddizione. Averne la consapevolezza."

martedì 20 marzo 2012

La primavera di Carla


So che lei non ci tiene a comparire su questo mio blog, quindi rispetto la sua volontà. Ma so anche che Carla permette qualche eccezione, il giorno del suo compleanno e il nostro anniversario di nozze. Ormai manca poco alla mezzanotte, quindi mi considero già nel 21 marzo, primo giorno di primavera: la primavera di Carla.
L'ho sempre considerata una fortuna per Carla l'essere nata il 21 marzo. Un privilegio. Un segno di vitalità. Di luce. Le auguro di conservare sempre i connotati della primavera soprattutto perché, vivendo insieme, me li trasmette.

Il racconto del mercoledì



L’ULTIMO ABBRACCIO

Siamo sposati, Gaia ed io, da un anno e dieci giorni. Lei non aspetta nessun bambino. Io sono senz’altro ancora innamorato di lei, ma se penso che sono solo trecentosettantacinque giorni di nozze potrei aspettarmi una passione maggiore.
Qui, sul divano, al suo fianco, penso che non potrei reggere tutta una vita con lei, se queste sono le premesse. Mi sarei aspettato per i primi cinque anni almeno (dicono che la crisi sia dopo i sette, ma se ne dicono di balle) per i primi cinque anni, dicevo, un correre lisci, in discesa, dentro l’amore. Non è così. Allora forse è vero che si vive giorno per giorno, si sale in paradiso e si scende all’inferno continuamente, non è una parabola che s’arrampica e poi si appiattisce e poi precipita. Questo mi dà speranza, forse fra trent’anni avrò ancora giornate di gioia amorosa.
Gaia ed io stiamo guardano il tiggi delle venti, ceneremo più tardi, dopo il telegiornale, come si fa qui da noi, sotto la linea del Po. Siamo di Foggia. Siamo una coppia che si è sposata per amore. Ma stasera sono stato catturato da un’inquietudine avvolgente. La paura della precarietà dell’esistere mi ha rapito come per un sequestro di persona. Sono stato sequestrato dalla vita, che mi sta dicendo: “Finirà presto.”
La tele ci ha riservato il solito piatto freddo di notizie rancide da morte imminente, ci sono abituato, ho ventisette anni, le tragedie mi scivolano addosso, corrono verso altri corpi più vecchi. Gaia ed io siamo invincibili nella nostra giovinezza. Non crediamo ai giornalisti menagrami. Crediamo al nostro amore, anche se ci stiamo già abituando: all’amore, appunto.
Ma stasera è diverso. Una notizia mi è penetrata dentro, ci sono andato addosso come per un frontale. Mi è venuta contro parlandomi di addii.
Così mi sono avvicinato a lei, prima il contatto dei fianchi, poi il braccio intorno al collo (e lei si è accostata e mi ha guardato con un sorriso stupendo) e un bacio sui capelli e giù, sul collo, sulla spalla. Un combaciare con quella donna (per la quale mi sono lanciato in una promessa eterna, una pazzia, se ci si pensa) anzitutto per toccare la sua consistenza. Ma c’è di più, molto di più. Voglio tenermela stretta, ho paura che se ne vada. Che me ne vada. L’abbraccio come fosse l’ultimo abbraccio. E giuro a me stesso (mentre lei appare sorpresa per la forza delle mie braccia) che da quella sera in avanti sarà sempre così: mai con sufficienza, con distrazione, mai per abitudine, solo per necessità, perché non mi sfiori l’idea che ho lasciato perdere occasioni, quando le occasioni sfumeranno e quell’abbraccio si scioglierà.
“Stai bene?” mi dice Gaia.
“Sì, perché?”
“Mi fai quasi male.”
“Scusa” rispondo con reale dispiacere per avere ecceduto nella morsa, per aver difettato di coraggio, per essermi lasciato condizionare dalle disgrazie altrui, dalla precarietà del mondo che abita fuori dal mio appartamento di pochi locali ma in zona residenziale.
Gaia travisa: “Stiamo più comodi nel letto.”
Le regalo un sorriso da ebete. La proposta mi avvolge come una coperta tiepida. Se le rispondessi: “Si sta bene qui, davanti alla tele, stasera no” sarei poco credibile. Potrebbe offendersi, perderci in autostima, vendicarsi. E le donne lo sanno fare.
“Sì, nel letto” rispondo.
Ci alziamo. Lei prende il telecomando, schiaccia, seguono musichetta e schermo buio.
Sembra disposta a farlo volentieri.
“Dai, un attimo” e mi fermo e lei si ferma.
Siamo di fronte, io più alto di almeno venti centimetri, ventitré per l’esattezza.
Ci abbracciamo.
Comprimo la sua vita dentro di lei, perché non scappi fuori. Comprimo lei dentro di me.
Nemmeno la morte, ora, possiede gli attrezzi per scardinare questo nostro abbraccio.

Effe di fede


Si dice 'Aiutati che il Ciel t'aiuta'. Che tradotto vuol dire: tu fai tutto ciò che umanamente puoi fare, vedrai che Dio ti aiuterà. Ma non commettere l'errore di delegare a Dio. Riceverai amare delusioni.
E' un po' come se Dio venisse alla fine: io faccio il possibile, confido sulle mie forze, poi, se è il caso, Dio interverrà.
Mi viene in mente la parabola della donna che al tempio dà tutti soldi che ha, non il superfluo ma il necessario. Oppure Abramo, che alza il coltello contro il suo unico figlio.
Quella è fede: affidarsi ciecamente a Dio, rischiando tutto.
La mia non è nemmeno il trattino che sta ai piedi della effe di fede.

lunedì 19 marzo 2012

Brigitte, superallenatrice


La mia amica e collega Brigitte Jesu, grande ostacolista del passato (recente), come si può notare nella foto, ha vinto in questi giorni il Premio Fidal, come miglior allenatrice di atletica leggera della Provincia di Varese, per l'anno 2011. "Un'annata così non mi capiterà più" mi ha detto, molto soddisfatta per il premio ricevuto. Cara Brigitte, avrai annate anche migliori!

Liberi di correre


Ieri sera ho visto la prima puntata dello sceneggiato Rai (e stasera c'è la seconda, ore 21, RaiUno) che descrive la storia di Dorando Pietri, il maratoneta di Carpi che vinse la maratona alle Olimpiadi di Londra del 1908 ma fu squalificato perché sorretto da un giudice negli ultimi metri. Nella visone di ieri, ad un certo punto Pieti dice che quando corre si sente un altro, si sente il più forte, libero. In effetti oggi, correndo, consideravo che no, non mi sento certo il più forte, il numero uno mentre corro, ma certamente vivo un senso di libertà, meglio, di unità, sì di unità fra corpo e mente. Più volte qui ho scritto che le idee migliori mi nascono in movimento. So bene che per molti il movimento è solo fatica, e che per pensare devono starsene seduti. Io, seduto, sento maggiormente il peso del corpo, la sua 'sonnolenza'. Il corpo immobile fiacca la mente. Direte che sono un tipo strano: e forse non siete lontani dalla verità.

Un papà fortunato


Sono decisamente un papà fortunato. Le mie tre figlie mi hanno fatto gli auguri, e Maddalena mi ha persino preparato con le sue mani e la sua creatività (conoscendo la mia golosità) una torta (foto) Pan di Spagna, crema e panna. Sono un papà in festa.

domenica 18 marzo 2012

Festa del papà


Auguri a papà Mario. Da lui ho senz'altro ereditato la passione sportiva.

Accadde...un anno fa



Domenica 20 marzo 2011 – variabile, sereno
Il vicario episcopale monsignor Luigi Stucchi ha dato l’annuncio, durante le Messe: don Peppino Forasacco, già parroco a Casbeno e da un paio d’anni all’Unità pastorale San Carlo Borromeo di Induno Olona, ha rassegnato le dimissioni, “per favorire il superamento di uno stato di prostrazione”, queste le ragioni.

Lunedì 21 marzo 2011 – variabile, sereno
Il presidente Giorgio Napolitano è in visita a Varese. Arriva verso mezzogiorno a Palazzo Estense, pranzo a Villa Recalcati, poi nel pomeriggio è all’Università dell’Insubria e in Camera di Commercio. Bagno di folla e qualche critica ai politici locali da parte dei varesini, in primis al sindaco Fontana, che non ha abbondato nei tricolori. In un primo momento manca anche sul balcone di Palazzo Estense, poi viene appeso.

Martedì 22 marzo 2011 – sereno
Il sindaco Fontana, attraverso una lettera, ringrazia i varesini per la calorosa accoglienza riservata al Capo dello Stato. E mentre a Varese compare il manifesto elettorale di Luisa Oprandi, candidata sindaco del Pd, a Gallarate (51mila abitanti) la Lega correrà da sola; ha candidato Stefano Gualandris, 33 anni, tre figli e assoluta fedeltà al Carroccio.

Mercoledì 23 marzo 2011 – sereno
Riunione al Pirellino, sede della Regione Lombardia sa Varese, che prende in esame due megaprogetti: unificazione delle stazioni Nord-Fs e parcheggi al Sacro Monte. Stando al secondo (che pare meno utopico), poiché abbisognano 300 posti auto, il progetto prevede di ricavarne 210 all’altezza della Prima Cppella, e i restanti 90 sotto il piazzale Pogliaghi. Presenti anche il Vicario episcopale e l’arciprete del Sacro Monte.

Giovedì 24 marzo 2011 – sereno
Sall Mame Yacine, assistente sociale del Comune di Varese, è stata arrestata con l’accusa di peculato, truffa e circonvenzione d’incapace. Secondo le accuse, la donna avrebbe intascato una parte dei soldi che il Comune erogava a una casa di cura, per contribuire alle spese mediche di un disabile. Pare poi che abbia rubato soldi anche dal conto corrente dell’assistito.

Venerdì 25 marzo 2011 – sereno, variabile
E’ in pieno svolgimento la rassegna cinematografica Cortisonici, che premia i migliori ‘corti’ provenienti da tutto il mondo. Stasera seconda serata, dopo l’esordio molto seguito di ieri. In pieno svolgimento anche Cortisonici giovani e il Premio Unicef, legato ai diritti dell’infanzia. Tre le Giurie: una di esperti, una di giovani e quella popolare, formata dal pubblico in sala.

Sabato 26 marzo 2011 – sereno
Commozione stamani nella chiesa di Gazzada-Schianno, per i funerali della professoressa Emilia Emy Martignoni, stroncata da un terribile male. Neurologa varesina, lavorava anche a Vercelli e a Novara ed era molto nota per la sua estrema generosità. Fra le tante cose, era molto vicina ai malati di Parkinson, ai quali infondeva speranza e prestava le sue cure. “Se n’è andato un angelo” ha detto stamani qualcuno, con le lacrime agli occhi.

Quasi amici 1


Ho fatto bene a seguire il consiglio del mio amico Roberto Bof (che ringrazio) e sono andato a vedere 'Quasi amici'. Andateci. Vi divertirete, troverete validi motivi per recuperare voglia di spontaneità, per ritrovarvi in atteggiamenti freddi e 'professionali' che danno noia e non aiutano chi è nel bisogno. Bisogno di umanità, di calore, di boccate d'aria, di ampi orizzonti per superare il trauma tremendo di un handicap grave. L'incontro fra due mondi, due culture, due stati sociali opposti si rivela dirompente, fa crollare schemi rigidi e regala speranza per il futuro. Si ride e si piange. Non ci si annoia di certo guardando 'Quasi amici'. Ho capito perché ha avuto tanto successo in Francia, Belgio eccetera e probabilmente anche in Italia.

Quasi amici 2


Il film regala giudizi taglienti, ironici, in certi tratti spassosi sul mondo dell'arte (soprattutto di quella moderna), della musica classica, della lirica. Il badante di colore resta stupefatto e divertito dal mondo della cultura paludata, fatto di apparenza, e regala alla classe in giacca e cravatta un po' di movimento e di passione. Naturalmente si calca la mano, si enfatizza un certo mondo ma in fondo non si è poi così lontani dalla verità.

Quasi amici 3



Il film è studiato bene, nei particolari. Il finale ha un po' il sapore della favola, tutto si ricompone, lieto fine, persino l'ovetto rubato torna al suo posto. Insomma, si sogna un po' ma dato il genere di film non guasta. L'amore vince sempre, la spontaneità anche sfrontata ha la meglio sulla rigidità e sulla freddezza.

Correva l'anno 1970


CORREVA L’ANNO 1970

Correva l’anno 1970: primavera. Al Palazzetto dello Sport ‘Lino Oldrini’, da poco edificato, la Ignis scendeva sul parquet con Vittori, Paschini, Flaborea, Jones, Meneghin, Malagoli, Consonni, Ossola, Bulgheroni, Raga, Rusconi. Lo so grazie al libro del mio amico Augusto Ossola. A maggio al Palazzetto si svolsero le finali provinciali di pallavolo dei Giochi della Gioventù. Frequentavo la terza media alla ‘Righi’, il prof. Secchia ci fece partecipare con una squadra dal nome evocativo: ‘Sghemba’. Perdemmo di brutto contro la Scuola Europea del mitico prof. Cattaneo. Ma ne sono certo: con il pallone di pallavolo avrò senz’altro fatto qualche tiro a canestro, non potevo non tirare dentro il cerchio metallico di quel luogo per me sacro. Avevo appena iniziato a seguire le imprese epiche della Ignis dei miracoli. Stamani, nel silenzio del PalaWhirlpool appena lucidato dal custode, in attesa che i miei alunni si cambiassero per disputare le finali provinciali dei Giochi Sportivi Studenteschi di basket, ho preso un Molten bicolore n° 7 (quello che usano in serie A) e mi sono messo a tirare a canestro. I tabelloni non sono quelli del 1970 (allora erano grigio metallico), il parquet sarà stato sostituito molte volte ma la cupola è quella, le tribune sono quelle, il fascino della parabola che si conclude nel ciuff o sul ferro o sulla tabella è quello. E quel fascino (ne sono fiero) ancora mi appartiene. Per questo so bene cosa hanno provato i miei alunni, giocando al Palazzetto stamattina. Per questo li ho portati. Perché fra quarant’anni diranno a qualcuno: con la Vidoletti ho giocato al Palazzetto. La mia buccia (ohimè) è molto cambiata da quel maggio del 1970, ma la polpa (per fortuna) è la stessa.

La Provincia di Varese domenica 18 marzo 2012

sabato 17 marzo 2012

Un po' di novità


Mi permetto di allargare il cerchio (e chi non si riconosce meglio per lui), ma io comunque mi metto per primo: siamo noiosi, monotoni e ripetitivi. La nostra preghiera quotidiana dovrebbe essere: 'Dacci oggi voglia di novità, capacità di rinnovamento.'