lunedì 19 marzo 2012

Liberi di correre


Ieri sera ho visto la prima puntata dello sceneggiato Rai (e stasera c'è la seconda, ore 21, RaiUno) che descrive la storia di Dorando Pietri, il maratoneta di Carpi che vinse la maratona alle Olimpiadi di Londra del 1908 ma fu squalificato perché sorretto da un giudice negli ultimi metri. Nella visone di ieri, ad un certo punto Pieti dice che quando corre si sente un altro, si sente il più forte, libero. In effetti oggi, correndo, consideravo che no, non mi sento certo il più forte, il numero uno mentre corro, ma certamente vivo un senso di libertà, meglio, di unità, sì di unità fra corpo e mente. Più volte qui ho scritto che le idee migliori mi nascono in movimento. So bene che per molti il movimento è solo fatica, e che per pensare devono starsene seduti. Io, seduto, sento maggiormente il peso del corpo, la sua 'sonnolenza'. Il corpo immobile fiacca la mente. Direte che sono un tipo strano: e forse non siete lontani dalla verità.

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