lunedì 31 agosto 2009

Avrei fatto lo stesso

Mettiamo (per pura ipotesi, naturalmente, e sperando non sia vero) che il Vangelo sia solo una edificante invenzione, semplice scrittura di uomini. Ebbene, avrei fatto la stessa scelta. Avessi dovuto immaginare un padre, disposto a mettere in atto il sacrificio più grande, avrei immaginato un padre che rinuncia al figlio. Non c'è dolore più grande della morte di un figlio. Non esiste atto d'amore più estremo e radicale che rinunciare al proprio figlio per amore di qualcun'altro. E questa Croce mi segue ovunque (in foto, quella in cima al monte Tamaro), mi interroga e mi scandalizza, mi provoca e rende continuamente necessaria, insostituibile l'appendìce della resurrezione.

Arrivederci, Pampy

Giulio De Palma, il mio caro compagno di liceo Pampy, dopo sei anni di permanenza a Varese, quale Comandante dei Vigili del Fuoco, ci lascia. Nuova destinazione: Bergamo.
La cosa mi spiace assai. Eccolo lo scorso mese di novembre, insieme alla Miss Gloria Bertazzoni, con in mano l'AgendaVarese2009. Gli auguro ogni bene, rinnovato entusiasmo e gli omaggio un 'caloroso' abbraccio (sperando che lui non lo spenga, per deformazione professionale). Concludo poi con una tipica espressione bergamasca: pòta (che significa porca miseria!)

domenica 30 agosto 2009

Auguri

Porgo in ritardo (di un giorno) gli auguri a Paola, e in anticipo (sempre di un giorno) gli auguri di matrimonio, sempre di Paola con il caro Roby. Non ho la foto di coppia, e allora valga quella di Roberto, a rappresentare entrambi. Brinderò con voi, sebbene solo via internet. Ma è meglio che niente.

Val Veddasca

Ecco i paesini della Val Veddasca, che da Maccagno porta al Passo di Neggia, nel Canton Ticino. Vedendo la stretta vallata (qui fotografata in salita al Monte Tamaro) non posso non ricordare il 19 luglio del 1980, quando con alcuni amici siamo partiti in bici da Varese e abbiamo risalito tutta la valle, con scatto finale per arrivare al Passo di Neggia. Oltre 21 km di salita, il primo ci mise un'ora e mezza, e 35 minuti in discesa. Ricordo un Gianni Giagor davvero in forma, Carletto Maroni obbligato a fare ritorno causa foratura, e se non erro erano della partita anche Paolo Caggioni e Gigetto, amici che poi hanno abbandonato il mezzo meccanico a due ruote. Una gran salita davvero, che rifeci una sola volta (ma dal versante elvetico) con mio fratello Paolo, cioè da Vira, meno chilometri ma una pendenza ancor più rilevante. Un varesino amante della bici non può non aver fatto il Passo di Neggia. E' un obbligo, anzitutto morale.

Monte Tamaro

Dopo 29 anni sono tornato in cima al Monte Tamaro. Ci ero stato (prima e unica volta) il 24 luglio 1980, con mio padre. Aveva la mia attuale età, non stava bene, sono riuscito a farlo arrivare sino in cima. Allora come ieri, partenza dall'Alpe di Neggia, 600 metri di dislivello, un'oretta e mezza di cammino. Ecco in foto Locarno, come appare dal sentiero che reca alla cima.

venerdì 28 agosto 2009

Il grande Alberto

Niente medaglie per l'Italia, ai recenti Mondiali di Berlino di atletica leggera. E allora torno al passato, e mi glorio della gloria del grande Alberto Cova, qui al mio fianco nel 2004. Alberto, detto 'il ragioniere', un po' più giovane di me, visse da atleta un triennio memorabile, stabilì una fantastica tripletta sui 10.000 metri: oro agli Europei nel 1982, oro nella prima edizione dei Mondiali (Helsinki 1983) e oro alle Olimpiadi di Los Angeles (1984). A trent'anni appese le scarpette chiodate al chiodo e diede inizio ad una brillante carriera di docente universitario, con passaggi anche nella politica. Bè, come fisico siamo lì, peccato che sui diecimila lui mi avrebbe dato circa un quarto d'ora!

giovedì 27 agosto 2009

Barconi

Polemiche Lega-Vaticano, e in mezzo ai due contendenti i tanti fratelli che muoiono in mare, o vengono salvati e rispediti a casa, dopo un viaggio allucinante. Al di là di ogni discussione, mi interrogo sul mio egoismo, che mi permetto di considerare fastidioso compagno di molti di noi, leghisti e non leghisti: semplicemente uomini che vorrebbe essere migliori ma che si trovano 'intossicati' dall'assenza di amore frateno. C'è di considera questo egoismo grazia, diritto dell'ego e se ne fa vanto; altri ne parlano a bassa voce; i più tacciono per vergogna, ma il loro comportamento li condanna. Mi condanna. Da quei barconi, sono in molti a finire in acqua.

Sonno

Il sonno è un amico atteso ma inaffidabile. Inutile arrabbiarsi per i suoi ritardi. E' peggio. Ci vuole una gran pazienza. Presto o tardi arriva, ti prende alla sprovvista, così non puoi nemmeno chiedergli spiegazioni per le ore piccole. Meglio attenderlo di buonumore. Il coltello dalla parte del manico, comunque, ce l'ha lui.
ps Come si sarà intuito, non sempre m'addormento con la rapida, incosciente e salutare leggerezza dei miei vent'anni.

mercoledì 26 agosto 2009

Buon segno

Continua la mia scoperta dei film di Ingmar Bergman. Negli ultimi mesi ne ho già visti 11, me ne mancano più o meno altrettanti per finire la rassegna. Ieri sera ho visto L'IMMAGINE ALLO SPECCHIO, del 1975.
Al di là del contenuto, riuscire a sostare sino alla fine davanti allo schermo, dove offrono Bergman, è già di per sè un successo: è la conferma che, almeno dal punto di vista psichico, sono in buona forma. Altrimenti uno non regge all'angoscia, all'ansia che il noto regista svedese di butta addosso. Probabilmente (anzi, certamente) la sua ansia...che è poi l'angoscia di tutti, anche se i più la scantonano nei 1000 modi possibili. Ingmar no: l'ha guardata negli occhi, sino all'ultimo dei suoi molti giorni.

martedì 25 agosto 2009

Buoni propositi

Sì, certo, lo so, alla fine ciò che conta è mettere in pratica i buoni propositi (in foto, abbiamo esempi straordinari di chi ha fatto seguire, alle buone intenzioni, i fatti), però io non sarei così intransigente verso chi prova spesso la nostalgia di buoni propositi, che restano tali. Un detto popolare afferma: 'Di buoni propositi è pieno l'inferno.' Non lo condivido. Sarà per difendere me stesso, ma vedo nei buoni propositi un terreno favorevole, un ottimismo di fondo, una bontà latente sempre pronta -chissà- a saltar fuori. E che soddisfazione quando facciamo quella telefonata, mandiamo quella mail, usciamo di casa e bussiamo a quella porta!

lunedì 24 agosto 2009

L'anello

Guardo il mio anello. Lo porto a cavallo dell'indice sinistro da oltre 28 anni, per la precisione da 10.380 giorni. Lo sfilo. E' rovinato, opaco, graffiato all'esterno. In effetti non l'ho mai tolto. All'interno, dove è incisa la scritta: CARLA 1-5-81 è ancora lucido. Come nuovo. Osservo e mi viene da pensare che mi rappresenta: all'esterno i segni degli anni si sommano, ma all'interno resta uno spazio di novità, un versante bambino, lucido come è lucida la vita all'inizio...ed è un bene che questa mia parte non si veda, sosti all'ombra...come è un bene che ci sia, io lo so, anche se mi tocca zittirla, ricordarle che ora il suo ruolo è lì, nel buio, slancio vitale quando la vita t'azzoppa.

sabato 22 agosto 2009

Campioni

Per la prima volta metto un video sul mio blog, speriamo giri. Lo dedico ai miei quattro alunni, campioni nazionali nella staffetta 4x100, 27 maggio 2009, Rieti, con il tempo di 49"46, appena una decina di secondi in più dei 'mostri' che stanno disputando i Mondiali a Berlino. Bravi Sixto, Stefano, Federico e Nicholas. L'ho messo anche su You Tube, ma non l'hanno ancora pubblicato.

venerdì 21 agosto 2009

Rimpianti

In foto, seracchi di un ghiaggiaio delle Alpi svizzere, fotografato dal Nufenepass. Da giovane volevo fare lo scalatore, come canti di sirene avrei voluto seguire vie fra ghiacci e rocce, arrivare su cime ed abbracciare croci. Qualche piccolissima, modestissima soddisfazione me la sono tolta, ai tempi. Oggi, da lontano, guardo ammirato lo spettacolo, sento quel canto di sirena, qualche rimpianto c'è ma va attenuandosi. M'accontento dello sguardo. Immagino.

Abbronzarsi

Sì, fra le mie molte debolezze c'è anche quella dell'abbronzatura. Che c'è di male? Lo so, si perde tempo, non è essenziale, è segno di vanità...e il celebre scritto del Vecchio Testamento (Vanità delle vanità, tutto è vanità) mi rincorre e mi ammonisce. Eppure, potendolo, dal passo della Novena sarei andato sul ghiacciaio in foto, a quota tremila e passa, ghiacciaio che si ammira appunto dal Nufenepass. Perché sulla neve ci si abbronza ancora meglio.

Più vicini al sole

Per sfuggire alla calura e per abbronzarmi meglio, sono salito al Nufenenpass (passo della Novena). Da Varese, è fra le località che ti portano in minor tempo alla massima altezza. Quasi 2500 metri, per il 90% in autostrada, in meno di due ore. Una meraviglia. Nemmeno venti gradi, un vento rinfrescante e un sole 'sfacciato' e potente. Ve lo consiglio. Dovete avere il bollino per le autostrade svizzere (29 euro e dura un anno), e poi Gaggiolo, si entra in autostrada a Stabio, Lugano, Bellinzona, direzione San Gottardo, si esce ad Airolo, val Bedretto per una ventina di chilometri ed eccoci al Nufenepass: 140 km da Varese, un'ora e mezza o poco più, tutto in auto. E siamo in paradiso.

mercoledì 19 agosto 2009

Caldo e cuore

Una mia cara amica (che senza dubbio avrà visitato, data la sua passione, i Musei Capitolini) scrive sul suo blog che il caldo di questi giorni la 'uccide', che ama l'autunno, che pensa troppo e che usa poco l'istinto, il cuore...in quanto al caldo, anche a me manda in pappa il cervello.....in quanto al troppo pensare, da anni ho imparato che pensare troppo non è un toccasana. Si dice 'va in fumo il cervello a pensar troppo'...io direi che, fra le altre controindicazioni, il troppo pensiero succhia energie al cuore, che rischia di avvizzirsi un po'. Naturalmente gli intellettuali mi lapideranno, ma preferisco di gran lunga essere un 'ignorante' felice, che un intellettuale compìto, ingrugnito, serioso, affranto (perché non trova la soluzione), con la mano sotto il mento e le labbra convesse.

martedì 18 agosto 2009

Equilibrio

Il nostro equilibrio, quell'insieme di fattori che devono combaciare per poter star bene, non è facile da mantenere. E' la conquista di ogni giorno, perché ogni giorno la vita si dà da fare per scombinare i piani, per far cadere le pedine, per rimescolare le carte. Per poter guadagnare il riposo della notte, dobbiamo rimettere in ordine i pezzi. E così al mattino, quando apriamo le finestre al nuovo giorno, è necessario ripetere l'operazione. A volte è immediata e persino gioiosa, così ci si illude che si sia a posto per sempre. Ma più spesso è complicata e laboriosa, tanto che ci si avvia zoppicando verso la giornata: raramente davvero -e a lungo- felice.
in foto: finestre spalancate su Piazza Navona

lunedì 17 agosto 2009

SuperBolt

Tramonta il sole del 16 agosto su Berlino, (in foto un tramonto romano, dal colle del Quirinale) e sfreccia Usain Bolt, giamaicano, verso il traguardo. 100 metri in 9"58, record del mondo, punte di velocità a quasi 42 km orari, una prestazione ai confini della realtà. Attilio Monetti, attempato telecronista Rai, afferma eccitato: "Da oggi l'uomo è più buono!" Capisco l'enfasi del momento, ma mi pare eccessiva l'affermazione. Certo, Bolt ha dimostrato che eccezionalmente (ma davvero eccezionalmente) l'uomo può ancora migliorarsi in talune prestazioni sportive, ritenute imbattibili. Sempre sperando che il buon Usain sia 'pulito', perché ne abbiamo viste di tutti i colori. Ma a parte ciò, non penso che da ieri sera l'uomo sia diventato più buono. Il cammino verso la bontà è ancora molto, molto lungo, e non dipende dai garretti di Bolt.

Particolari

Per visualizzare il concetto dello specchio (vedi post a seguire), val bene questa foto, scattata in attesa del bus, alle catacombe di San Callisto. Se ci si guarda allo specchio da lontano, va bene, il problema è quando ci si avvicina, si cercano i particolari, si notano le sottigliezze, le sfumature....spesso sono proprio i particolari meno evidenti a fare la differenza...ma diciamocelo in tutta sincerità: chi se ne frega!

domenica 16 agosto 2009

Con la coda dell'occhio

Tempo fa ho già espresso qui il seguente concetto: per evitare di intristirmi, notando i segni dell'età che avanza, evito di guardarmi allo specchio. Debbo ora fare una precisazione. In realtà sì, l'occhio destro guarda altrove, ma con la coda dell'occhio sinistro sbircio, eccome. Tengo d'occhio, valuto a distanza, prendo nota.
in foto: Musei Capitolini-Il Galata morente, uno con un gran fisico

Automatismi

Per me camminare, correre, andare in bici, nuotare e fare sci da fondo sono la stessa cosa, nel senso che ho raggiunto gli automatismi in queste pratiche motorie, le posso fare 'ad occhi chiusi', mi rilassano, non c'è stress né fatica né timore (di cadere, di annegare...) e in un certo senso mi sento un privilegiato, meglio, provo sensazioni di uomini d'altri tempi, quando tali pratiche motorie non erano sport ma vita quotidiana. Necessità.
in foto: il mare Adriatico...bè, nuotare in un mare così, in realtà, mi fa ancora paura.

Beati gli illusi

Roma è ricchissima di chiese. Vedendole ero invogliato alla preghiera, poi pensavo al genio degli artisti che le ha abbellite, pittori, architetti, scultori ispirati anche dalla fede...ma insieme pensavo alla grande ricchezza della Chiesa, e a quanto Dio fosse davvero contento del suo cammino nella storia...pensieri, perché quando non si è più giovani non ci si ferma alla prima impressione, alla prima ispirazione, e si cede alla disillusione.
Beati gli illusi, perché entreranno nel Regno dei Cieli.
in foto: San Pietro, visto dal buco della serratura di una villa sull'Aventino

sabato 15 agosto 2009

Alle Tre Croci

Come da tradizione, il mio Ferragosto inizia con la salita in bici al Campo dei Fiori, e poi alle Tre Croci, per la Santa Messa degli alpini. E' la sola occasione all'anno, che mi permette di far uscire dall'armadio il mio cappello alpino, da caporal maggiore mortaista. Il meteo non è il massimo, ma non dovrebbe piovere.
In foto: a Roma anche i semafori celebrano il culto della bici, ma in verità i romani preferiscono di gran lunga la moto e lo scooter. Di bici ne ho viste in giro poche.

venerdì 14 agosto 2009

Tevere

Sono abituato a nuotare nelle acque belle del lago di Monate. Per questo ho provato un certo sconforto, osservando lo stato dell'acqua del Tevere. Uno schifo. Ma la sera, al tramonto, in alcune zone del centro (qui siamo sul ponte dell'isola Tiberina), er fiume de Roma s'accende, si colora, l'acqua torbida pare uno specchio, grazie al quale la Capitale, guardandosi, s'illude d'essere davvero er mejo.

In biblioteca

Nonostante la mia età veneranda (non sono però così vecchio come questo condottiero romano, ripreso davanti al Colosseo), ieri ho visto per la prima volta il film 'Colazione da Tiffany'. Bello, con una Audrey Hepburn splendida (anche se un po' troppo magra). Mi ha strappato un sorriso la seguente scena: il protagonista maschile, uno scrittore di poco successo mantenuto da una ricca signora (per inciso, ci fossero milionarie disposte a mantenermi, io sono 'disponibile'), va in Biblioteca e si gongola, perché in archivio, fra gli scrittori, c'è anche lui con il suo unico libro pubblicato. Ebbene, nei miei primi anni da scrittore, anch'io andavo spesso in Biblioteca, aprivo alla voce Autori-Zanzi Carlo (allora non c'era ancora il pc) e guardavo nei cassettini, se avevano aggiunto i cartoncini dei miei nuovi libri. Debolezze di un povero scrittore, ancor'oggi in cerca di fortuna.

Zuccherino

Che poi alla fine è uguale per tutti: riuscire a dare uno zuccherino alla ragione e alla coscienza. Tenerle buone, almeno per un po'. Uno si accontenta dei consigli della nonna o di un vecchio prete, quell'altro deve leggersi tutta la storia delle religioni, la Bibbia Marietti, la filosofia universale, tutta la Treccani, dipende dai gusti, ma ciò che conta è il risultato finale. Credo comunque che per tutti valga un atto di umiltà: so di non sapere. Gli intellettuali fanno più fatica, perché sanno di sapere, o almeno lo presumono, o quanto meno vorrebbero sapere molto se non tutto. Michelangelo (che fra le molte cose progettò anche er cupolone) non era certo un tipo che s'accontentava della prima impressione, del primo parere raccolto. Era un inquieto. E la sua rabbia spesso era vero e proprio furor, lo scalpello diventava rovente, la voglia di perfezione rendeva arduo placare mente e cuore, ragione e coscienza.

Terribilitas!

Per stare al furor michelangiolesco, all'esame di maturità, Liceo Classico, anno 1975, scelsi come traccia del tema proprio di parlare di Michelangelo. E commisi un errore 'terrificante'. Il termine furor divenne un'improbabile terribilitas, un neologismo che non mi costò caro, se è vero che alla fine uscii con un onorevole 48/60, quarto della classe, medaglia di legno.

in foto: il Mosè di Michelangelo, conservato a San Pietro in Vincoli

giovedì 13 agosto 2009

Santa pazienza

La pazienza è virtù nobile, auspicabile, desiderabile, necessaria per tirare avanti con dignità. Roma mi ha permesso di allenarmi. Pazienza necessaria nelle lunghe code, oppure nell'attesa dei bus. Qui siamo in zona Teatro di Marcello, sul lungotevere, al termine di una mattina di code inenarrabili. Siamo in attesa del 716, che arriverà ma incredibilmente non si fermerà, costringendoci ad una lunga maratona a piedi. Le nostre espressioni tradiscono un certo disappunto. Non a caso chi deve far ricorso al medico si chiama paziente. Non a caso si dice 'santa pazienza'.

Al rogo

A Roma mi è giunta la drammatica notizia dei morti di Gornate Olona. Un padre uccide i suoi due figli, la moglie e poi (per fortuna, lo dico per lui) riesce a togliersi la vita. Certe vicende, quando si è giovani, entrano da una parte, sostano un istante nel cervello lasciando un lieve brivido e poi escono dall'altra. Bisogna vivere. Ma qualche anno dopo entrano e lì restano, a lungo. Non trovano la via d'uscita e intossicano. Per poter sopravvivere, da tempo ormai, ho scagionato Dio. Lui non c'entra. E forse la stessa cosa pensava il filosofo Giordano Bruno (in foto il suo monumento, nel luogo del martirio, in Campo de' Fiori), messo al rogo per eresia dall'inquisizione il 17 febbraio 1600. Sedendo sul mio personalissimo tribunale dell'inquisizione, assolvo Dio anche per le malefatte della Sua Chiesa, in quel caso niente affatto santa. Lui non c'entra.

Come un bambino

Per le mie vacanze romane ho fatto una scelta radicale: affidarmi totalmente alle mie tre guide. Ho preso pochissime decisioni. Lasciavo fare a loro, le seguivo, fotografavo, riprendevo immagini, non discutevo, non dicevo il mio parere, non 'pretendevo' di far valere le mie preferenze....Come un bambino (in questo caso, non capriccioso), ho lasciato che altri decidessero per me. Eccoci in cammino verso le catacombe di San Callisto. Per solito sono un programmatore, organizzo tutto, non sono affatto incline alle novità. Affidarsi agli altri, a gente di cui ci si fida, ha i suoi vantaggi. Così mi piacerebbe fosse per Dio: affidarsi a Lui, che ci pensi Lui a guidarmi nella giusta direzione.

Suono d'organo

Troppa gente in San Pietro. Troppo rumore. E così alla Cappella Sistina, con gli incaricati a ripetere: "No foto...no camera...silenzio..." E invece nella basilica di San Paolo fuori le Mura pochissimi turisti, un silenzio magico e un suono d'organo di sottofondo....già Dio si fa molta molta fatica a sentirlo nel silenzio...se poi c'è caos...

La mano stesa

Quanta gente allunga la mano, a Roma. Quanta povertà sul ciglio della strada. Qui siamo sulla scala che conduce a San Pietro in Vincoli. Di per sè una monetina non la si dovrebbe negare a nessuno. Che ci costa? Ma questo principio non si può applicare a Roma. Ho visto persino una vecchina, seduta nei pressi di San Paolo fuori le Mura, con a fianco una bilancia: ti prendeva il peso, e così si guadagnava da vivere. Come fossi in farmacia, insomma.

mercoledì 12 agosto 2009

Gabbiano romano

Si parla tanto dei gatti romani. Sarà stato il gran caldo, ma ne ho visti in giro pochi, e quei pochi svogliati e spelacchiati. Più che altro ho visto volatili, e soprattutto questo gabbiano, impettito alla Fontana di Trevi.

Genio

Roma mette a dura prova la tua autostima. Ad ogni metro incontri la bellezza, frutto del genio di qualche artista. E se la bellezza può condurre a Dio, insieme la consapevolezza del genio altrui ammoscia i tuoi entusiasmi. Michelangelo scolpì la Pietà a soli 25 anni. E qui l'ingiustizia è palese. Le doti andavano spartite meglio, non tutte a lui. Un po' per ciascuno, per la miseria!

Roma

Sono stato a Roma una settimana. Questo è un panorama dell'Urbe, dalla sommità della cupola di San Pietro. Nella Capitale è tutto sovrabbondante, dal caldo alla sporcizia, dalle bellezze artistiche alla presenza di turisti d'ogni parte del mondo...e per fortuna che i romani erano per lo più in vacanza e il traffico era sopportabile.
Quando arrivai a Roma per la prima volta, quasi quarant'anni fa, restai sbigottito e stupefatto, affascinato dalla Città Eterna. Con gli anni si perde la propensione alla meraviglia, e questa, lasciatemelo dire, è una grossa fregatura.

La cupola

La cupola di Michelangelo, tetto di San Pietro (qui riflessa in una vetrata dei Musei Vaticani) la si cerca sempre, nei panorami romani. E' un po' come cercare Dio sul nostro orizzonte.

Fontane

Per fortuna che a Roma ci sono molte pubbliche fontane e fontanelle, dove dissetarsi e soprattutto rinfrescarsi. Qui siamo in piazza San Pietro, al termine di una giornata infuocata.

Tramonti romani

Nulla da dire sui tramonti romani. Questo è il sole che scende, ripreso dal Gianicolo. Dopo le venti, quando l'afa finalmente lascia spazio al ponentino, è tutta un'altra vita.

lunedì 3 agosto 2009

Senso di inferiorità

Come è modesto, nascosto, quotidiano, silenzioso e utile il lavoro di un insetto sul fiore, così per noi, che abbiamo vite modeste, nascoste, quotidiane, silenzione...ma utili. Anzi, utilissime. Nessun senso di inferiorità verso vite alla Silvio Berlusconi. Siamo meglio noi, che (senza lusinghe di soldi e potere e applausi e ammirazioni più o meno sincere) diamo un senso vitale (a volte persino esaltante) alle nostre giornate, che nessuno mai metterà in cronaca su un giornale.

Un fiore

Sono meteopatico. Ma a volte (non sempre) mi basta la foto di un fiore (rododendero dell'Alpe Devero) per sfoltire le nuvole, allontanare la cappa grigia e umida che, dal cielo, cala su chi sta sotto, comprimendo i pensieri e l'ottimismo. Basta un'immagine di bellezza, il ricordo del sole che è stato, e che nuovamente sarà.

domenica 2 agosto 2009

I diciotto anni

Diciottenni ridono in allegria, davanti ad una baita al lago Devero, quota 2000 circa. Ho un rimpianto: a diciotto anni mi sono divertito troppo poco. Non posso recuperare (ohimè) e nemmeno scimmiottare certe felicità: sarei ridicolo. Ma una cosa la posso fare. Dire ai diciottenni: divertitevi. Meglio: siate seri...ma non troppo.

Da lontano

Non ho potuto partecipare ai funerali di Luca, Andrea e Paolo. So che migliaia di varesini si sono ritrovati in San Vittore, sabato 1 agosto, alle ore 9.30. Io, a quell'ora, ho pregato nella chiesetta di Crampiolo, all'Alpe Devero. Io c'ero. Perché la preghiera corre. La preghiera vola.