venerdì 31 dicembre 2010

Paolo, poeta

L'ultima nòcc

di primm dès ann dul domila

Un penseer ricamaa cunt i stell:

i stell filant di des'ann dul domila.

Sarasìn,

d'una piazza vèrta sü la vita

d'un pueta da rimm piscininn,

piscininn 'mè i curiandul da lüüs

ca brüsan stanòcc,

in stà ultima nocc

di prim dès ann dul domila,

… E pensà ca' l saria anca bell

inmaginàss ca sa pòda dì da finìla

cunt i mort in sü i stràa,

cun la famm, cunt i gueer

o cunt ul dì, par esempi,

dul culur divèrs d'una pell.

Vidè pö, tütt i nòcc ca resta in avanti,

dumà sott 'na fiucàva da stell.

Paolo pozzi

Un pensiero ricamato con le stelle: le stelle filanti dei dieci anni del duemila.

Piccole luminarie di una piazza aperta sulla vita di un poeta di piccole rime, piccole come i coriandoli di luce che bruciano questa notte, in questa ultima notte dei primi dieci anni del duemila…

…E pensare che sarebbe anche bello immaginarsi che si possa dire di farla finita con i morti sulle strade,

con la fame, con le guerre o con il dire, ad esempio, del colore diverso di una pelle, Vedere poi, tutte le notti che restano in avanti, solo sotto una nevicata di stelle.

Il mio amico poeta Paolo Pozzi (uno dei più sensibili poeti dialettali delle nostre terre) mi ha inviato questa poesia, completandola con la bella foto dei suoi fiori, in quel di Vedasca, sopra Stresa. Paolo mi fa sempre di questi regali. Sa che mi fanno piacere.

Fastidio

Sì, c'è una cosa che mi dà fastidio in questi giorni di festa: quando ci si lamenta per il troppo cibo. "E ho mangiato troppo di qua, e ho esagerato di là...." con aria quasi schifata. Come se si fosse costretti a mangiare così tanto, costretti all'ingrasso, come le oche in vista del patè. Ebbene, quando sento frasi di questo tipo mi si para davanti l'immagine di chi, invece, non ha da mangiare neppure il necessario, e ci rimango molto male. Mangiamo, abbuffiamoci, lo si sa che in questi giorni si esagera, ma almeno stiamo in silenzio, per carità!

in foto: la nostra tavola, pronta per il pranzo di Natale

Nemmeno un libro

Ecco, sì, a voler ben vedere, una pecca il mio 2010 ce l'ha: a partire dal 1988, anno del mio primo libro pubblicato (Papà a tempo pieno, vedi foto), mi è capitato in rare occasioni che in un anno non pubblicassi almeno un volume. E in questo 2010 ciò è successo. Ma non è detto che tale 'sterilità' sia un male. L'importante è che il seme sia stato gettato e che, sotto terra, si stia 'inciccendo'. Magari un giorno vedrà la luce. I miei lettori hanno pazienza. Ma mi domando: tali lettori hanno più pazienza a leggermi, o ad attendere nuove opere? Mah, il dubbio m'assale!

L'anno che sta arrivando

'Rosso di mattina, la pioggia si avvicina', questo ci avevano insegnato i contadini decenni fa. Io spero invece che l'alba del 2011 porti sereno. Il mio 2010 è stato più che positivo, se il 2011 fosse come lui, mi andrebbe benissimo. Penso però a quanti escono dall'anno vecchio con le ossa rotte: sono vicino soprattutto a loro. Con la consapevolezza (come cantava Lucio Dalla nel 1978, ero a militare) che 'L'anno che sta arrivando, fra un anno passerà, io mi sto preparando, è questa la novità.' A cosa si stesse preparando Lucio non lo so; io mi preparo a vivere...come sempre.

giovedì 30 dicembre 2010

Parlami della tua ombra

Parlami della tua ombra è il titolo (un buon titolo) dell'ultimo romanzo di Sergio Di Siero, edito da Living, nelle librerie da un mese. In attesa di leggerlo, riporto ciò che segnala la quarta di copertina:
L'appuntato Cardella è entrato senza saperlo, come Teseo, nel labirinto, nel luogo del pericolo, negli anfratti dell'ombra. Conoscerà i mostri che esso contiene e nasconde. Non può vincere, non servono spade, non ucciderà il Minotauro. Non ha chiesto neanche l'aiuto di Arianna. Semplicemente è entrato, senza avere dei dubbi, senza sapere che tutto non è come appare. Non ci sono vittorie, l'oscurità non si vince. Perché se mai conquisterà la Luce, anche la Luce avrà la sua ombra. Il Mistero sta nelle cose che ci circondano, sta oltre le cose, dentro di noi, nello specchio oltre il nostro volto riflesso.

in foto: Sergio Di Siero

Percentuali

Partiamo da un caposaldo: ciò che conta è essere felici. Ebbene, quando siamo convinti che la felicità non è data dai soldi, non dal successo né dal consenso, abbiamo risolto il 50% dei nostri problemi. Facciamo anche il 60%. Il resto è fortuna (e in questo settore colloco la salute, essenziale). Ma lascerei una percentuale (almeno un 10%) alla fede in Dio. Credere che non moriremo mai, pensare che Qualcuno possa darci una mano, là dove noi non arriviamo, è un bell'aiuto. Farei anche più del 10%. Molto di più.

Pippo Calzelunghe

Purtroppo a Brinzio la neve s'è sciolta e si trovano solo croste di ghiaccio. Ma Pippo Gazzotti (a destra, insieme all'amico Ghizzi) e gli uomini del Centro Fondo Brinzio, in attesa dei fiocchi, non stanno con le mani in mano. Stanno confezionando ben 450 calze della Befana, che la sera del 5 gennaio 2011, a Brinzio, come da tradizione, verranno consegnate ai bambini dalla più bella 'strega' della provincia di Varese. E vin brulè per tutti. Pippo Calzelunghe ha un ottimismo irrefrenabile. "Quando nevica a New York" mi confida "dopo una decina di giorni quella perturbazione arriva in Italia. Quindi avremo una Befana innevata." Molto, molto bene!

mercoledì 29 dicembre 2010

Diari

Ieri leggevo sul Corriere della Sera che molti grandi scrittori tenevano un diario, e che oggi questi diari spesso sono sostituiti dai blog, che impazzano nel mare virtuale di internet. Ebbene, chi mi legge sul blog sappia che io non mi accontento certo di questo nuovo strumento, per lasciare traccia scritta della mia 'fuggevole' vita (per usare un'espressione niente affatto originale). Da oltre trent'anni tengo le agende, sopra le quali appunto giorno per giorno, con maniacale costanza, i fatti quotidiani. Poi ho un diario da molti anni, dove scrivo di tanto in tanto, e in genere lì scrivo quando sono molto felice o molto triste. Non è il diario della quotidianità. E poi c'è tutta la mia narrativa, dentro la quale mi camuffo, divertendomi a spezzettarmi nei diversi personaggi. Insomma, non sarà difficile ricostruire la direzione della mia vita. Le sue diverse fasi: salite, discese, pianure, vittorie e sconfitte. Sempre ammesso che a qualcuno interessi sapere chi sono.

Gente che sogna

Stanotte ho sognato che tornavo alla Società Varesina di Ginnastica e Scherma. La mia seconda casa per tanti anni, dal 1965 (quando la sede era ancora in via Paravicini) al 1984 più o meno, prima come ginnasta e poi come allenatore. Di quel periodo (soprattutto del primo periodo) ricordo anzitutto i sogni. Sì, sognavo di andare alle Olimpiadi. Così, senza mezzi termini. E ci credevo per davvero: già mi vedevo in maglia azzurra. Da questo sogno traggo la seguente conclusione: noi che abbiamo a che fare con gli occhi dei ragazzini, stiamo bene attenti, quella è gente che sogna.

in foto: giugno 2010, esibizione dei Truzzi Volanti, ginnasti ed ex ginnasti della Varesina

martedì 28 dicembre 2010

Non c'è paragone

Il tramonto che, ora, si sta preparando ad occidente, pur bello, non è paragonabile all'alba infuocata di stamani (foto). Consideravo che anche il più sorprendente spettacolo della natura a nulla vale se non siamo felici, se in noi c'è malinconia, depressione, noia. Anzi, può persino avere l'effetto contrario, può dare l'impressione di una bellezza sprecata. Può aumentare la rabbia di non saper gioire, quando oggettivamente ce ne sarebbe il motivo. Quando si soffre, il bello è senza sapore. Come tutto il resto.

Alba

Stamani ho rubato i colori dell'alba, e mi sono saziato. Con un'alba così non abbiamo scusanti. Dobbiamo solo toglierci la paglia dall'anima.

lunedì 27 dicembre 2010

Edina e Merima

Questo pomeriggio è venuta a trovarci Merìma, con la sua bellissima bimba Edìna, di otto mesi. Ebbene, il 7 giugno del 1992 Merima, allora diciannovenne, arrivava a Varese dalla Bosnia: nel suo paese la follia umana stava massacrando la gente. Merima fu la baby-sitter per qualche mese della nostra ultima bimba, Caterina. Allora Caterina aveva otto mesi, proprio come Edina, e Merima 19 anni, proprio come Caterina adesso. E' stato un incontro molto bello. Merima è una donna di grande coraggio, carattere forte, temprato dal dolore. Ora è felicissima per questa sua bimba, ha trovato a Varese la sua nuova patria. Ha un buon lavoro e una bella famiglia. No, non può dimenticare ciò che ha visto in Bosnia. Ma vive, spera, ha fiducia nel futuro.

L'amuleto

Più gli anni passano (e per il Mario sono già 84), più mio padre viene identificato con una sorta di amuleto, da 'toccare' affinché possa trasmettere il suo miracoloso slancio vitale. E noi suoi figli, diretti eredi di tale benefico fluido, compiamo il gesto simbolico, affinché la sua longevità si trasmetta anche a noi. Affinché i suoi geni senza rughe siano (almeno in parte) finiti nel nostro patrimonio genetico. E per il resto, che Dio ci protegga!

Io e i miei quattro figli

Negli anni Sessanta-Settanta andava un telefilm dal titolo: 'Io e i miei tre figli'. Ecco invece la versione 'Io e i miei quattro figli', cioè ecco mio padre Mario con i suoi quattro 'ragazzi', ripreso durante la tradizionale foto nella tradizionale cena di famiglia di Santo Stefano. E dietro di noi, nella bella foto del 1978 in Val Gardena, vigila mamma Ines, affinché tutto proceda per il meglio.

domenica 26 dicembre 2010

Un Coro più potente

Il Coro Val Tinella, uno dei cori più prestigiosi di Varese, si è arricchito di una nuova voce, e non da poco: si tratta di quella del mio caro amico Paolo (in foto, al rifugio Al Legn), che stamani era con il Coro al Forte d'Orino, per la tradizionale cantata di Santo Stefano. Avevo in animo di andarci, di farmi una bella camminata e di ascoltare buona musica, ma ha prevalso la pigrizia. Però c'era una mia figlia. Che mi ha dato il buon esempio: alle 8 era già in cammino.

Un coro imperdibile

Lunedì 27 dicembre (cioè domani) ore 21, basilica San Vittore, concerto del Greensleeves Gospel Choir, nel quale milita anche Marco Caccianiga (in foto, durante una recente performance), canti gospel di perfetta esecuzione e sicura emozione. Si dice: "Natale dovrebbe essere tutti i giorni." La frase è abusata, diciamo che il clima natalizio dovrebbe durare almeno qualche giorno, almeno sino a lunedì sera. Ingresso libero. Non occorre biglietto né invito.

In Palestina

Domani una trentina di miei amici partiranno per la Palestrina, qualche giorno nei luoghi di Gesù. Auguro loro buon viaggio e buona permanenza: che la loro fede ne esca rincuorata. Io non ci vado. No, non è questione di soldi. Non è quello. Né del periodo: anzi, sono a casa, non dovrei neppure prendere ferie. E del resto penso a Santo Stefano protomartire (oggi che è la sua festa): lui ha dato la vita per il suo Signore, io non potrei dare un po' di soldi per andare a vedere la Sua terra? Come si sa, la fede non si compra, la fede non ha prezzo. Si potesse comprare, ci farei un pensierino. La mia fede non è ancora pronta (lo sarà mai?) per questo viaggio. Purtroppo ho già anche sperimentato come l'emotività possa regalare 'illusorie' impressioni di una fede più certa. No, non mi sento all'altezza di questa esperienza. E' vero, uno si butta e poi....non mettiamo limiti alla Provvidenza....verrà, verrà il tempo anche per me.

in foto: il mio Presepe

sabato 25 dicembre 2010

Il suono di Andrea

Devo dire che la Messa natalizia di mezzanotte alla Kolbe, per Natale, non poteva avere introduzione migliore: uno stupendo concerto d'organo di Andrea Gottardello (figlio del mio ex collega Gino), pluridiplomato, pluriperfezionato, titoli e premi, un musicista che farà strada. Vederlo usare in contemporanea due mani e due piedi, con virtuosismi sopraffini, necessari per i brani scelti (Bach e Guilmant) mi ha incantato, riducendo a ridicoli tocchi i miei tentativi (in atto da qualche mese) di imparare alcuni brani all'organo.
Bravo, Andrea, mi hai messo giù il tappeto rosso, per poter camminare con lusso verso la Santa Messa di Natale.

venerdì 24 dicembre 2010

Fabio

Stamani sono stato alla Messa in ricordo di Fabio, giovanissimo ragazzo morto 5 anni fa. Durante l'omelia di don Pino mi è venuta questa immagine. Di fronte a simili, inaudite disgrazie è tempo perso chiedersi PERCHE'? E' come se un naufrago, finito in mare, si domandasse perché è capitata proprio a lui, oppure perché non ha imparato a nuotare quando era giovane, oppure perché l'acqua è così fredda, perché è buio, perché ha deciso di imbarcarsi su quella nave....una sola cosa conta: aggrapparsi a un pezzo di legno. Per la storia di Fabio c'è un solo pezzo di legno: pensare che viva ancora.

in foto: lo squadrone del Memorial Fabio Aletti

La vigilia

Quando arriva la vigilia di Natale torna, impietoso, quel ricordo. Facevo le medie, quindi siamo negli anni dal 1967 al 1970. Durante le vacanze natalizie andavo a lavorare al Pastificio 'Bolognese'. La padrona, signora Luciana, era amica di mia mamma. Un lavoro anche pesante, a parte quando andavo con il motorino Ciao a fare le consegne e giravo a manetta per le vie della città. Ma quando arrivava la sera di Natale e io lavoravo magari sino alle 22 e passa, tornando a casa nel buio (spero stiate già piangendo) anziché essere avvolto da una nube di gioia, visto la prospettiva, tenevo sotto braccio la malinconia. Perché? A dirla tutta non lo so. Svanita la magia del Natale, con i magici doni in arrivo dal cielo, avvolto dai disagi della preadolescenza, dalle lune storte, dai timori di non essere in grado di vivere la vita futura, dagli amori immaginati che non riuscivo a dichiarare...insomma, un minestrone che rendeva poco appetibile il Natale. Mi addormentavo senza sogni. Eppure al risveglio avrei avuto regali. Ma, probabilmente, non erano quelli che desideravo.

in foto: il mio albero di Natale (particolare)

Quella strada

Ieri mattina ho ripercorso la strada che ho seguito per 5 anni, dal 1970 al 1975, dalla mia vecchia casa di viale Belforte al Liceo Classico 'Cairoli'. Sempre a piedi. E mentre camminavo rivivevo le (quasi sempre) spiacevoli sensazioni di quel viaggio d'andata (perché il ritorno era ben diverso). Un'ansia sottile e crescente, di mano in mano che il Classico s'avvicinava. Un malessere a volte potente, altre meno, ma comunque un disagio esistenziale causato dal timore delle interrogazioni e dei compiti in classe. Poco entusiasmo, solo in parte mitigato dalla vista di belle, sognate ragazze, dall'incontro degli amici, compagni sulla stessa, scomoda barca, e da alcune materie amate, in primis l'educazione fisica. Ebbene, due i pensieri. Il primo: per fortuna oggi sono un prof. di ginnastica, perché so che ai miei alunni non provoco ansie, ma addirittura piacevoli sensazioni. Il secondo: cari giovani amici, dopo è meglio, molto meglio. Quindi rincuoratevi, e tenete duro.

in foto: maggio 2010, l'annuale incontro al 'Cairoli' con i miei ex compagni di liceo

giovedì 23 dicembre 2010

L'ultimo giorno

Steve Jobs, fondatore della Apple, papà dell'iPod, iPhone, iTunes, iPad, diceva: "Ogni mattina chiediti se faresti ciò che hai messo in programma se quello fosse il tuo ultimo giorno. E se per troppi giorni di seguito la tua risposta è no, cambia vita." Questa è la classica frase ad effetto, ottima per chiudere un pezzo giornalistico su Jobs, che può offrire una carica positiva ma insieme va presa con le pinze, soprattutto dai giovani. Inclini a cambiare vita, alla ricerca di una realizzazione che non fa i conti con la realtà. Pochi privilegiati riescono ad avere una passione ben definita, e soprattutto riescono a far ruotare la vita intorno ad essa, ottenendo in aggiunta soldi, successo, gratificazioni. Per tutti gli altri, per la quasi totalità, il percorso è ben diverso, e tocca mangiare la minestra riscaldata della mediocrità. Tocca accettare accomodamenti, è necessario accontentarsi, valorizzando al massimo professioni ben più modeste di quella di Jobs.

in foto: Madre Teresa di Calcutta (nello stupendo ritratto di Carlo Meazza), una donna straordinaria e fortunata, perché probabilmente ha fatto, ogni giorno, ciò che avrebbe fatto fosse stato l'ultimo, cioè mettere al primo posto gli ultimi.

Gesù Bambino

Chi ha la fortuna di incrociare lo sguardo di un bambino, stupìto di fronte al Natale, può capire questa semplice poesia.

Dov'è scappato il bel Gesù Bambino
dei nostri sogni, della notte insonne
sofferta nell'oscuro a immaginare,
pronta ad ogni fruscio, desta alla luce?

Dove abbiamo smarrito tanta attesa,
il credere ai miracoli di allora,
alle promesse magiche dei cari,
alle forme impossibili del buio?

E dov'è quel sorriso a viso pieno,
quell'abbracciare il sogno fatto gioco,
realtà svegliata agli entusiasmi nostri
fra tanta ingenua, semplice fiducia?

Anzitempo ci siam svegliati quella notte,
inetti all'ansia di sperata attesa.
Ringrazio il tuo miracolo, piccina.
Davvero ci crederai, giunta mattina.

in foto: il mio presepe

mercoledì 22 dicembre 2010

Privazione

Fra i danni d internet (insieme ai pregi) vi è quello di negarci il piacere dei bigliettini natalizi. Ormai sono merce rara, con dispiacere per chi li produce, per chi li vende e per chi potrebbe riceverli, come me. Per fortuna qualcuno arriva ancora (foto). I bigliettini via internet, gli auguri natalizi in rete sono originali, a volte davvero divertenti, inattesi, con trovate da metodi pubblicitari, ma il profumo del cartoncino e della scrittura è un'altra cosa.

martedì 21 dicembre 2010

Ave, Cesare

Questo pomeriggio un mio alunno di prima media mi ha detto: "Ma lo sa che lei assomiglia a Giulio Cesare?" Devo dire che il paragone mi ha inorgoglito. Sono stato paragonato a diversi personaggi, anche a qualche attore non propriamente brutto, ma al grande Cesare mai.

in foto: un Giulio Cesare tarocco, davanti al Colosseo (agosto 2009)

Un dolce Natale (2)

Rispetto agli auguri di un dolce Natale fatti ieri, devo fare una precisazione e una aggiunta. Lì scrivevo che auguravo un dolce Natale anche a chi ormai non fa più promesse (come me) perché sa di non mantenerle, ma in realtà intendevo scrivere a chi non fa più buoni propositi...infine estendo gli auguri anche ai miei 'nemici', a coloro ai quali sto antipatico...immagino ci siano, del resto le illusioni di perfezione le ho abbandonate da tempo....In pratica faccio gli auguri a tutti!

in foto: i biscotti di mia figlia Maddalena, noti in tutto il circondario (si veda anche www.maddachef.it)

lunedì 20 dicembre 2010

Gesto ripetuto

Stamani, ripetendo per l'ennesima volta un brano all'organo, brano di una semplicità mostruosa (direbbe Fantozzi) consideravo che anche alla base di un brano d'alta musica classica (al pari del mio branetto ridicolo) ci sta la costante, assillante, maniacale, noiosa ripetizione delle parti. La bellezza implica noia. Così è per la vita. Una vita nel complesso apprezzabile è frutto di gesti ripetuti, i soliti gesti quotidiani. La vita non è un'eccezione. La vita è una regola.

in foto: ripetuti ritratti di Carlo Meazza

Dolce Natale

Auguro un dolce Natale a chi mi vuole bene; a chi mi legge e non si è ancora stancato di farlo; a chi, come me, non fa più nemmeno promesse, sapendo che non saprà mantenerle; a chi è felice lo stesso, nonostante la fede traballante, qualche acciacco, il verde dell'erba del vicino e tutto ciò che ci dà noia.

domenica 19 dicembre 2010

Si può inventare la fede?

La risposta alla domanda parrebbe ovvia: la fede in Dio o c'è o non c'è. Eppure, a ben pensarci, non è così semplice, come del resto nulla è semplice nella vita, perché non è quasi mai o bianco o nero, ma si impongono le tante tonalità del grigio. E allora chi è stanco di convivere coi dubbi, può andare oltre e dire: "Credo." Vivere in una comunità di credenti, far conto CERTAMENTE di alcune sicurezze, che possono rendere meno angosciante il futuro, sono situazioni che aiutano. La barca traballante del dubbio, il transatlantico della fede EVIDENTE: i due viaggi non sono identici. Eppure molti preferiscono la barca. Hanno l'impressione di essere più sinceri. Credono che la precaria, misteriosa condizione umana si legga meglio dalla parte del dubbio. Un dubbio non di comodo. Un dubbio per davvero.

in foto: sacro e profano

La Provincia di Varese domenica 19 dicembre 2010

Il mio primo 'Pensieri & Parole', uscito con La Prealpina, è dell'8 novembre 1996. Si parlava del rito delle 1000 lire, offerta in chiesa, obolo per coloro che tendono la mano. 14 anni dopo sono ancora qui. Non si dica che non ho costanza.

sabato 18 dicembre 2010

Non è facile

Non è facile vivere fianco a fianco con un narratore, cioè con uno che ha la pretesa di inventare storie, e in più di avere dei lettori. Un narratore è uno che si illude di vivere più vite ma in realtà non ne vive bene neppure una. Viaggia quanto meno con due esistenze: quella reale, l'altra nella testa e via via sulla carta. Un narratore non è mai completamente dedito a voi, e se vi scruta magari è per ricavare il particolare che gli manca. Un narratore ha sbalzi d'umore legati al buon esito di una frase, di qualche parola allineata. Un narratore (categoria che obbliga a spietate selezioni) cerca la gloria, la riconoscenza che andrà al di là del suo veloce passaggio. Un narratore sa di essere un illuso, eppure continua a non crederci.

in foto: Davide Van Des Sfross ha accordato la sua vita con la voglia di narrare per canzoni. Sarà a San Remo a febbraio 2011.

Scuola di tutti e di ciascuno

Grazie alla coppia Gazzotti-Fanello, orchestrati dal dirigente Antonellis e dall'altra coppia Crespi-Sciortino (e come dimenticare Irmici-Cuzzupè!), e grazie alla voglia di mettersi in gioco degli alunni del 'Manzoni', di alcuni alunni ed ex alunni Vidoletti, ieri sera si è tenuto un bel Concerto di Natale. Poiché il motto della Vidoletti è 'Una scuola di tutti e di ciascuno', ciò significa che alla Vidoletti tutti possono venire, e ciascuno è (dovrebbe essere) trattato come fosse il solo allievo. Motto utopico, naturalmente, ma senza utopia non si campa. Dunque, scuola di tutti, anche di quelli che fanno 'casino', e ieri sera ce n'erano. La Vidoletti non è un collegio svizzero: tutti in divisa, tutti in silenzio. Meglio così. Alla Vidoletti non si fa ciò che si vuole ma si cresce poco alla volta, tutti insieme.

Il compito

Compito dell'artista (pittore, scultore, musicista, cantante, attore, scrittore...) non è quello di ricordarci come vanno le cose. Lo sappiamo già. E soprattutto sappiamo già come andrà a finire. Male. A meno di essere degli 'illusi' credenti. Suo compito è di mettere in moto quella misteriosa e preziosa reazione chimica, attraverso la quale dal nostro centro parte una scossa che sale, esce dagli occhi sotto forma di lacrime, rendendoci potenzialmente migliori.

venerdì 17 dicembre 2010

Neve piuma

E' raro incontrare, a Varese, una neve come quella che stamani a imbiancato la città. Leggerissima, ghiacciata, una neve che non permetteva neppure di fare le palle, il che è una mancanza grave per i fiocchi. Questo pomeriggio, a nevicata ultimata, sono salito al Sacro Monte (foto), pareva di camminare in un mare di piume bianche. Una neve ottima per lo spettacolo, credo poco utile per la pista del Brinzio. Una neve deludente per i ragazzini, dispettosa per i 'ragazzini'.

Incoscienza giovanile

Non ci stanchiamo mai di consigliare ai nostri figli di essere prudenti, mai incoscienti, vigilanti, accorti, di usare la testa, di non fidarsi, di controllare il loro slancio vitale. Se sapessero -i nostri figli- che sono nati (anche quando voluti) dall'incoscienza giovanile, sfrutterebbero tale verità a loro vantaggio. Un figlio è l'evidenza che c'è gente che sa ancora rischiare.

giovedì 16 dicembre 2010

Concerto di Natale

Venerdì 17 dicembre, ore 20.45, palestra della Vidoletti (via Manin 3 a Masnago), grande CONCERTO DI NATALE. Si esibiranno alcuni alunni della Vidoletti, e le orchestre di chitarre, archi e fiati del Manzoni, dirette da Paolo Pugliese e Marcella Morellini. Sarà anche l'occasione per visitare una mostra di lavori artistici, oggetti, disegni, presepi realizzati dagli alunni. Si potrà visitare inoltre l'esposizione di oggetti e attrezzi da lavoro della cultura popolare e contadina. Il tutto assolutamente gratis.

L'ospedale nel bosco

Puntuale, in questi giorni, mi arriva il più originale fra i miei biglietti natalizi: è quello dell'amico Daniele Zanzi, noto agronomo varesino, amante delle piante. Per il Natale esprime il suo lato fanciullesco e scherzoso con biglietti a tema. Mette il costume a familiari e collaboratori, chiama l'amico comune Carlo Meazza, e la foto è fatta. Per questo Natale 2010 ecco Daniele travestito da primario (è il personaggio con il quaderno nero in mano), e tutti gli altri nei diversi ruoli della sanità, intenta a curare non persone ma alberi, nella fattispecie un esemplare malaticcio di Acer platanoides 'Glabosum'. Grazie, caro Daniele, anche a nome degli alberi della nostra bella città.

Go, Mark

Leggo oggi sul Corriere che Mark Zuckerberg, il 'ragazzino' che con un colpo di culo e due colpi di genio ha fondato Facebook, è stato insignito dal prestigioso settimanale 'Time' del titolo di Uomo del 2010. Bè, niente male. Io non posso restare indifferente a questa notizia perché, insieme ad altri 500 milioni di terrestri, da qualche mese sono su Facebook (come si usa dire). FB non mi ha rivoluzionato l'esistenza ma mi tiene quotidiana compagnia, mi ha premesso di comunicare idee, immagini e di ampliare il pacchetto amicizie. Go, Mark!

mercoledì 15 dicembre 2010

La preside e l'acqua santa

Addirittura la prima pagina del Corriere della Sera di martedì 14 dicembre: questo è riuscito ad ottenere il Consiglio di Istituto dell'IC di Cardano al Campo, con la sua decisione di non consentire la benedizione della scuola, da parte del parroco don Bruno. Francamente sono sorpreso non dalla decisione del Consiglio, ma dalla scelta giornalistica di utilizzare la prima pagina, e un ampio servizio all'interno con tanto di inviato che arriva a Cardano, per una simile notizia. Le prime pagine dovrebbero essere usate per altro, magari per qualche buona notizia, per qualche gesto che dà speranza al nostro futuro.

Giallo oro

La Vidoletti al gran completo, al 'tondino' dell'Ippodromo, prima della partenza delle provinciali di corsa campestre. Paragonare questi ragazzi a dei purosangue è banale e forse eccessivo, ma di sicuro non sono dei ronzini. E lo hanno dimostrato in campo.

martedì 14 dicembre 2010

Le due G

Le due G sono quelli di Ghizzi-Gazzotti, inseparabili amici, grandi sportivi, sempre pronti a dare una mano nell'organizzazione di eventi sportivi. Pippo Gazzotti, coordinatore dei prof. di educazione fisica, sorride alla clemenza del meteo: una corsa campestre perfetta.

A lezione di campestre

Il prof. Enrico Piazza catechizza gli alunni della Vidoletti, prima della partenza alla campestre. Certi risultati si preparano a tavolino: meglio, a 'seggiolino'.

Per un pugno di punti

Encomiabile prestazione delle 'cadette' della Vidoletti (da sinistra: Redaelli, Ovalle, Barozzi e Cioffi), che al termine di una campestre condotta ad alti livelli, su di un terreno con alcune croste nevose in prossimità del traguardo, hanno visto sfumare per soli tre punti la qualificazione alle finali regionali, in programma il 5 febbraio 2011 a San Vittore Olona. Terze, mentre l'accesso era riservato solo a due squadre. Ma la fortuna gira, e il prossimo anno (ben tre 'cadette' sono di seconda media) la battaglia si riproporrà.

Grande Claudio

Grande prestazione dell'alunno Vidoletti Claudio Bonanni, classe 3E, stamani alle finali provinciali dei Giochi Sportivi Studenteschi di corsa campestre, che si sono disputate all'Ippodromo delle Bettole. Eccolo agli ultimi cento metri, mentre supera (in maglia gialla) il ragazzo della Paolo VI di Tradate, che nulla può contro lo scatto 'imperioso' del nostro alunno. Con questo titolo provinciale, Claudio merita l'accesso alle Regionali, e inoltre si fa perdonare due cose: è tifoso della Roma, e gioca nelle giovanili del Milan!

Inezie

Benché la cosa ci indispettisca, e a volte non ce ne capacitiamo, ciò che ci toglie il sonno, ci dà ansia e tristezza anche profonda non è legata ai grandi ideali, ma ad eventi che avremmo giudicato facilmente digeribili, come un gustoso bastoncino di pane. E invece no, si bloccano sullo stomaco e non vanno giù.

Sposare una causa

C'è una sola strada che conduce alla felicità, almeno a quella felicità parziale, zoppa, monca, limitata e traballante che ci è data in sorte: sposare una causa. Solo questo matrimonio permette di dimenticarci di noi stessi, perché siamo noi i nostri nemici. Francesco Alberoni, ieri, sul Corriere, parlava di capacità di liberare la mente dalle ossessioni, io preferisco fare un riferimento evangelico: "Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua." Dimenticarsi di se stessi, seguire un ideale, e in quanto alla croce, almeno che non sia quotidiana. Una tantum è già fin che mai.

lunedì 13 dicembre 2010

AgendaVareseDuemilaundici

E' stata presentata un'oretta fa l'AgendaVarese2011, con la cronaca fotografica a colori del 2010, realizzata dai miei amici Angelo e Domenico (qui in foto con me, lo scorso anno, per AgendaVarese2010) e dagli altri collaboratori dell'Agenzia Blitz. Didascalie di Monica Toso, progetto grafico di Guido Nicora (che è anche l'autore della foto su esposta). Complimenti ai fotoreporter e all'editore Macchione, che mantengono viva la tradizione di questa Agenda, che ha già otto anni di vita. Da domani sarà in vendita, allegata al quotidiano La Prealpina. Credo la si potrà trovare anche nelle principali librerie della città.

domenica 12 dicembre 2010

Figli

Resto sempre drammaticamente stupefatto di fronte ad un genitore che riesce a sopravvivere alla morte di un figlio in giovane età. E' il peggio che possa capitare. E provo un certo disagio quando chi, non essendo genitore (e penso anche a taluni sacerdoti), si permette di usare la mano leggera di fronte a simili disgrazie. Chi non è genitore non può capire. Leggo oggi (e sono contento) che Annamaria Gazzotti Colli ha ricevuto il Premio 'Bontà coraggiosa'. Annamaria ha visto morire la figlia Federica a soli 17 anni. Afferma: "Non è vero che il tempo aiuta a superare il dolore." Credo di capirla. Sono ferite che nessun punto può suturare. Ma lei ha avuto la forza di dare il consenso alla donazione degli organi di Federica, e continua su quella via generosa. Dice: "Si va avanti perché esiste il bene, altrimenti la vita sarebbe più dura di quello che è." E Annamaria ha provato il colmo del dolore.

Il gigante buono

Chissà perché, anni fa, arrivando a Brinzio e ammirando il Monte Rosa come appare da quel paese, mi venne di chiamarlo 'gigante buono'. Il Rosa gigante lo è, buono non so, a volte urla la sua rabbia con slavine e tempeste, a dire che la natura è benigna quando vuole, matrigna spesso ma non volentieri. Però il Rosa da lontano, dal Brinzio, non fa paura, è solo un grande spettacolo.

Il regalo dei 'cento veli'

Quotidiano 'La Provincia di Varese' di domenica 12 dicembre 2010, pag. 57