lunedì 30 giugno 2008

Accidenti, i nomi!

Ho sempre avuto qualche problema con i nomi, e ora l'età certo non aiuta. Quindi chiedo venia a Vincenzo Garzillo (e non Cardillo, come avevo scritto sul post Fede nella parola). Fra Garzillo e Cardillo non c'è molta differenza, ma nel mio caso, se avessero scritto Zonzo anziché Zanzi me la sarei presa.

domenica 29 giugno 2008

Pre Notte Bianca


Ho gradito senz'altro di più la prenotte bianca, i preparativi, l'attesa, quando il sole era ancora alto e i girasoli brillavano di giallo nel verde di via Sacco, e il profumo di salamelle ancora non nauseava e la musica del gruppo The Pedmont Brothers Band era quieta, rilassante e gradevole. Poi è stato un crescendo di esagerazioni: nei volumi, negli odori, nella ressa. Sono sceso a mezzanotte e la città mi ha rispedito a S.Ambrogio: non si poteva camminare per le strade del centro. Ogni tanto abbiamo bisogno di sforare. Anche se al mattino, poi, ci ritroviamo con le ossa rotte.

San Paolo


Negli anni Cinquanta e Sessanta, Paolo era nome comune, come Carlo. Per questo conosco tanti Paoli, primo fra tutti mio fratello (foto), al quale faccio gli auguri, e così agli altri: PM, fra i 50 e i 60, di Avigno, Paolino, Paolo il ciellino, e poi le Paole (Paoletta, Paolaferracini) e a tutti quelli che mi sono dimenticato.

sabato 28 giugno 2008

Scrittura


Ho sentito il desiderio di riscrivere qui la conclusione del mio incontro del 13 giugno, VENT'ANNI IN TRENTA LIBRI: "E termino con una citazione da Raffaele La Capria. Lo scrittore partenopeo paragona la scrittura al nuoto di un'anatra, in apparenza facile, leggero, liscio, ma che comporta un ininterrotto lavorìo delle zampe palmate sotto il pelo dell'acqua. Vorrei che la mia scrittura fosse leggera ma non banale, frutto dello 'zampettìo' di una vita appassionata."

venerdì 27 giugno 2008

Natura


Ho provato grande sintonia con lo scrittore Mario Rigoni Stern quando, leggendo l'inizio del suo ultimo libro (Stagioni) lui esprime il seguente concetto: non siamo più abituati a seguire il ritmo delle stagioni, abbiamo la memoria corta e ci sorprendiamo per fenomeni naturali che invece sono ricorrenti. Non segniamo più sull'agenda le temperature, la situazione metereologica, segniamo solo gli appuntamenti.

Nel mio caso la natura non mi sfugge, mi avvolge, io la cerco e lei risponde.

In foto: fiore di ninfea del lago di Monate

Notte bianca


Finalmente ho una foto di Gabri e Marco (con Buddy) così completo gli auguri. E ne approfitto (visto che Marco suonerà sabato 28 giugno, dalle 19 alle 20, piazzetta Perabò) per due battute sulla Notte bianca di sabato. Probabilmente scenderò in centro. Mi piace il clima euforico, mi piace incontrare amici e scattare qualche foto interessante. Però mi chiedo: quali sono i costi di questo eccesso di eventi? Se elevati, allora non ne vale la pena. Meglio diluire gli spettacoli nel corso dell'estate. In generale (Notte bianca a parte) noto una grande abbondanza di proposte, un'abbuffata di eventi, e forse una carestia di senso. Mi viene il paragone di un grande pranzo: dopo l'antipasto e il primo non si ha più appetito ma si mangia lo stesso. Senza gusto. Volete mettere quel mezzo panino, assaporato mentre si torna a casa dal panettiere, con il saccetto bianco in mano?

mercoledì 25 giugno 2008

Foto (vedi sotto)


Venticinquesimo

25 giugno 1983-25 giugno 2008: la differenza fa 25, cioè 25 anni di nozze per Gabriella e Marco. Un traguardo. Una conquista. Ma solo una tappa di un lungo cammino di coppia. Fruttuoso (vedi foto, Marco con Cecilia, non avendo una foto di Gabriella) e aperto al nuovo. Perché chi si ferma è perduto, come disse quel tale. Auguri.
ps Non riesco a inviare la foto, proverò più tardi

martedì 24 giugno 2008

Protagonisti


Rifletto sul titolo del meeting di Rimini di questo 2008. Mi pare che sia: "O protagonisti o niente." Se per protagonisti si intende il nostro compito esistenziale di strizzarci come limoni, per tirar fuori tutto il nostro succo, sino all'ultima goccia, sono d'accordo; ma se il termine 'protagonista' presuppone o sottintende un qualche tipo di successo, di premio mondano alle nostre azioni, allora sono assai più perplesso. Perché, evangelicamente, spesso il risultato in questo mondo è il niente: come diceva giorni fa il mio amico padre Mauro Serragli (foto), missionario oggi sottoposto al vaglio della fede di Abramo, che credette senza aver visto i frutti del suo impegno, alla prova della fede di Mosè, che non entrò nella terra promessa. Diffiderei dei successi mondani, sebbene ricercati, anche dal sottoscritto.

ps Non sono mai stato al Meeting di Rimini. Aspetto che mi invitino come scrittore, ma poiché sono uno scrittore modesto, e poi non ho Santi in Paradiso (né ciellini sulla terra), mi sa che dovrò attendere ancora a lungo.

Traversata


Ho ripreso ad andare al lago di Monate: in bici e poi 1 km, 1 km e mezzo di nuoto. Non vi tedierò con questa storia di Monate e delle bellezze di questo lago prealpino, così vicino alle nostre case, così invitante. Già l'ho fatto in abbondanza lo scorso anno. Dirò solo che quest'anno vorrei fare la traversata del lago Maggiore Stresa-Reno di Leggiuno, km 3.300, in programma sabato 26 luglio, traversata che ho clamorosamente fallito nel 2005. Non so perché ci ritento. Un po' lo so: è una sfida, la dimostrazione che ci sono ancora, che ho vinto le paure di allora. Pericoli non ce ne sono. E non è certo un'impresa epica. Ma spesso il valore più o meno 'epico' di un gesto è soggettivo e non oggettivo. Nel senso che il mio impegno per questo navigazione a bracciate potrebbe essere così commentato da uno che non sia il sottoscritto: "Chel lì l'è stùpid!"

in foto: al lago Maggiore, agosto 2007, fine della stagione natatoria nei laghi.

Vita facile


Mentre s'impone nell'aria, fra chiazze di smog e di afa, il profumo dei fiori di tiglio e dei piccoli fiori delle siepi, mentre il fico (in foto, quello di Carmela Ossola) caccia i primi frutti (i 'fioroni'), ripenso ad una frase del film 'L'uomo del tempo' con Nicolas Cage, che ho visto ieri. In un passaggio, il padre del protagonista dice: "Non esiste la parola facile nella vita degli adulti." Ho l'impressione che la mia vita sia troppo facile.

domenica 22 giugno 2008

Don Pino e la sua Casa


Sabato 21 giugno, solstizio d'estate e festa per i 50 anni di Messa di don Pino Gamalero. Celebrazione nella chiesetta dell'Assunzione di Maria e cena al ristorante 'Prima Cappella', offerta da Luigi Mombelli. Don Pino: cioè un prete generoso e 'ribelle', allergico ai privilegi e a talune esagerazioni formali e di potere delle gerarchie ecclesiali. Un prete che ha sofferto per talune decisioni episcopali, che voleva essere prete operaio ed è stato prete insegnante, poi a Varese ha fondato Telefono Amico e infine ha trovato casa all'Istituto La Casa, consultorio che molto, moltissimo deve a lui. Un prete alla don Milani. Un prete -tanto per essere espliciti- come piace a me.

sabato 21 giugno 2008

Chiara


Chiara Palumbo è una giovane, appassionata della vita e dell'arte. Ed è la prima persona (che io sappia) che ha segnalato il mio blog, mettendomi fra gli amici del suo (blog). Per la qual cosa ricambio la cortesia, invitando i miei amici (appassionati della vita) a visitare il suo blog: http://persemprechiara.blogspot.com/

Nella foto, vediamo Chiara in Galleria Ghiggini, intenta a parlar bene dell'artista Giovanni La Rosa.

Fede nella parola


Bella serata venerdì 20 giugno, alla Brunella. Serata poetica, con la raccolta 'Dedicato a B.' dell'amico Vincenzo Tramuta. Una serata dove la parola (in minuscolo) ha cercato di dire l'indicibile, il mistero della vita e della morte, l'attesa-presenza di un Dio che è arduo negare. Con me e Vincenzo, l'amico poeta Arnaldo Bianchi, il critico Vincenzo Cardillo, e poi musica e recitazione. Una serata diversa, giocata intorno al mistero della fede nella nostra povera parola di uomini, stupìti davanti all'infinito. Muti e riconoscenti.

venerdì 20 giugno 2008

Il poeta Vincenzo


Venerdì 20 giugno, ore 21, salone della Brunella, il mio amico Vincenzo Tramuta (vedi foto) presenterà la sua raccolta di poesie 'Dedicato a B.'. Io farò da moderatore, ne parlerà l'altro mio amico poeta Arnaldo Bianchi. Ci sarà anche musica e canto. Ho conosciuto Vincenzo anni fa, animatore del Premio Ozanam di poesia. Io ero nella giuria. E' un uomo appassionato, di Dio e della scrittura. Ha già pubblicato un libro di meditazione e un romanzo, ambientato nella sua Sicilia. E' un uomo, Vincenzo, che si commuove e si appassiona. Non è un tiepido. Vicino a lui ci si scotta un po'.

giovedì 19 giugno 2008

Bentornato


Ecco il mio amico Padre Mauro Serragli detto Baffo (al centro della foto, riconoscibile dalla lunga barba), missionario Comboniano nel nord dell'Uganda, terra sterile, arida, ostica, dura come pane raffermo. E' tornato per qualche mese di vacanza, ripartirà a settembre. Se mi dovessero chiedere: "Per seguire Cristo, a cosa hai dovuto rinunciare?" dovrei rispondere: "A nulla, anzi, ci ho guadagnato." Padre Mauro, tanto per cominciare, ha dovuto imparare una nuova lingua, e poi adattarsi ad una vita scomoda, pericolosa, mangiare quando capita, dormire così così, insetti, malattie (s'è preso la malaria), il buio già alle sei della sera, essendo all'equatore, 12 ore di luce e 12 di notte. E mi fermo qui, ma potrei aggiungere molto altro. Che non ci sia giustizia a questo mondo, è noto. Nell'altro, speriamo che regni davvero la Giustizia, e lì Padre Mauro siederà molto, molto più avanti di me.

mercoledì 18 giugno 2008

Un tronco di quercia


A 86 anni è morto Mario Rigoni Stern: grande scrittore, ma prima ancora grande uomo. Ho avuto il piacere di incontrarlo personalmente (dopo averlo incontrato ne 'Il sergente nella neve') il 29 febbraio 2004, quando venne a Varese per ricevere il Premio Chiara alla carriera. Mi autografò il suo libro, Dino Azzalin ci scattò la foto che vedete. Un onore, per me, quel braccio intorno alle sue spalle. Amavo la sua scrittura: semplice, profonda, che ti faceva entrare immediatamente nella steppa russa, dentro quel freddo e quel pianto, nel cuore di una disperazione senza fondo. Un uomo semplice, saldo come un tronco di quercia. In un'intervista, a chi gli chiedeva quale sarebbe stato il suo mestiere, se non avesse fatto lo scrittore, rispose: "L'ortolano." E a quell'altra, relativa all'uso di un eventuale milione di euro messo a sua disposizione, rispose: "Non saprei che farmene." Viveva nella natura e della natura, lassù, passo lento sopra l'altopiano di Asiago. Sapeva vivere, e probabilmente ha saputo anche morire.

martedì 17 giugno 2008

Avanti


Guardiamo sempre avanti. Non anneghiamo in tutta questa pioggia d'inizio estate, che ci inzuppa. "Chi vuole va, chi non vuole manda" diceva il mio amico Luigi Vaj. Se vogliamo qualcosa, andiamo a prendercela, senza aspettare che qualcuno ce la porti. Se la casa ci sta stretta, usciamo all'aria aperta: sarà anche umida, ma è ricca di ossigeno. Magari un po' inquinato, ma sempre ossigeno è. E quando il pessimismo tende a far calare la saracinesca, a due braccia ritiriamola subito su. Non pensiamoci due volte: una volta e mezza è già troppo.

lunedì 16 giugno 2008

Disperati


Ieri sera ho visto il film 'Questo non è un paese da vecchi' dei fratelli Cohen (la foto del dipinto di Guttuso al Sacro Monte ha senso, perché alcuni protagonisti messicani erano simili al Giuseppe, immaginato dall'artista siculo). Bel film, ben fatto, coinvolgente, violento, sangue a secchi e, soprattutto, senza una goccia di speranza. Nemmeno il lieto fine, tipico dei film americani di un tempo, con la consolazione della morte dello psicopatico assassino. Un film disperante. E con una menzogna: far passare l'eccezione per la norma, la brutalità del mondo della droga per il destino di un'intera umanità. In cammino verso il baratro. Senza vie di fuga. Senza alcuna speranza, insomma. Questo è il cinema e questa è la narrativa. Leggendo le raccolte di racconti, in gara per il Premio Chiara, si ha netta l'idea che si scrive della patologia del mondo, e non della sana normalità di quasi tutti. L'arte non riesce a trovare un equilibrio fra il bene e il male, fra il bello e il brutto. E il male vince. Sempre. Mi pare una menzogna, che fa male, soprattutto ai giovani.

domenica 15 giugno 2008

Da chi andremo?


Come spesso succede, stamani, giorno di compleanno, la mia preghiera ha viaggiato così: un grande grazie a Dio per tutto ciò che ho, poi il pensiero a chi non ha la mia fortuna (e Dio un po' scompare), e poi il pensiero che non andrà sempre così bene (e un altro pezzetto di Dio mi lascia), infine, per non rimanere da solo, il quarto passaggio: "Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di Vita Eterna."

Diciamolo francamente: se anche Dio fosse una nostra invenzione, ma ci servisse per tirar sera, ben venga!

Compleanno


Dalle ore 5 di domenica 15 giugno 2008, ho portato a compimento 52 anni...e me ne vanto!

(foto di Dalila Biscaldi)

sabato 14 giugno 2008

20 anni...ma è solo l'inizio


Una bella serata. Almeno così pare a me. Ieri sera, venerdì 13 giugno, al teatrino 'Santuccio' di Varese ho festeggiato i miei 20 anni di libri pubblicati. In foto sono con i miei fratelli Marco e Guido e mia nipote Cecilia, promessa del canto nazionale. Peccato per l'altro mio fratello Paolo (partito proprio oggi per le vacanze), se no c'era tutta la mia famiglia d'origine, perché fra il pubblico sedeva mio padre Mario, e in cielo osservata curiosa mia mamma Ines. E poi la mia famiglia attuale: Carla, Caterina, peccato per Maddalena (al lavoro) e Valentina (a Bergamo, a far foto, quella che forse diventerà la sua professione). E tanti amici. Riuscire a far uscire di casa un centinaio di persone non è facile. Provare per credere. 20 anni, 30 libri: è solo l'inizio. Anche se baratterei la più lusinghiera e appagante fama letteraria con la gioia di una famiglia, degli affetti, dell'amicizia. L'applauso fa piacere, e così la foto sul giornale, ma avete presente quanto è sottile la pagina di un quotidiano? Se non ci si sta attenti, si spezza voltando pagina. L'amore di chi ci vuole bene è roccia. Lì credo di aver posto le fondamenta della mia casa (lì e in Dio), per questo sopravvivo più che egregiamente, anche quando le luci della ribalta inevitabilmente si spengono.

giovedì 12 giugno 2008

Perché si scrive?


Perché si scrive? Ecco alcune delle mie motivazioni: per comunicare ciò che si pensa e si vive; per il bisogno narcisistico di apparire, di primeggiare; per lasciare qualcosa di noi, anche dopo; non a caso (in merito al terzo punto) la voglia di pubblicare un libro s'impone dopo i 50 anni, quando le gambe cominciano a tremare e il futuro s'assottiglia. Io ho cominciato a scrivere e a pubblicare ben prima dei 50: forse perché, in anticipo sugli altri, mi sono lasciato prendere dalla fifa di morire.

mercoledì 11 giugno 2008

La scuola


Vado a scuola da quasi 50 anni, contando anche la materna. Ormai anche il mio corpo ha preso la cadenza: campanella, ore di lezione, cattedra, banchi, prof, lunghe vacanze estive eccetera. Per solito chi non sceglie la professione d'insegnante vive la cadenza scolastica per una quindicina d'anni: già con l'università si cambia il ritmo. A parte l'anno di militare, ho sempre avuto a che fare con quaderni, libri, registri, professori e poi, con cambio della barricata, alunni. Noto una straordinaria continuità nella mia vita. In fondo, da quel 1959, anno del mio ingresso all'Asilo Veratti di via Como, ben poco è cambiato.

Bocciature


Insegno da una vita. Ogni volta che sono compartecipe della bocciatura di un alunno, mi resta l'amaro in bocca. Mi spiace per il ragazzo, e non so mai se è stata fatta la scelta migliore per lui. Una bocciatura resta comunque un trauma. Nel mio percorso scolastico non sono mai stato bocciato ma in Prima Liceo Classico ho meritato l'esame a settembre di Greco, un'esperienza avvilente, eppure credo educativa. Me lo meritavo. Si cresce ogni volta che si è capaci di rialzarsi, possibilmente da soli, dopo una caduta. Rotolare a terra è inevitabile, sapersi rialzare è segno di maturità. Forse noi genitori reggiamo con troppa forza i nostri figli, le loro gambe non si rinforzano, così non riescono a rialzarsi. Mah...avercela la ricetta...

lunedì 9 giugno 2008

Preghiera


Se la preghiera non è magia. Se la preghiera non ridà la vita a chi sarebbe vissuto, se avesse ingoiato la giusta medicina. Se la preghiera -anche insistita, continua, testarda- nulla garantisce sul risultato delle nostre richieste. Se la preghiera può -e Dio sa come può- tradire le nostre aspettative. Se la preghiera è questo e molto altro, ma allora, cos'è la preghiera? E' possibile definire cos'è questo misterioso dialogo buttato in faccia al silenzio? Non credo. Io prego, con fede, e ciò che non volevo accade. Lo sapevo che non era escluso quell'esito, eppure ho pregato lo stesso. Ho continuato a pregare, giorno e notte. Perché? E a che serve pregare, se intanto me la devo cavare da solo? Forse la preghiera è soprattutto questo: la nostra sola arma per resistere ancora, nonostante tutto.

Cinquantenni, olè!


Piero Chiara ha incontrato il successo dopo i 50, e ha scritto tutti i suoi libri migliori dai 50 ai 75 anni; Dino Risi, regista morto di recente a 91 anni, ha realizzato molti suoi film dopo i 50, e la lista potrebbe allungarsi di molto. E pensiamo ai nostri politici. Prendiamo esempio da loro. La nazione è nelle mani degli ultracinquantenni, sessantenni eccetera. Ma che pensione e pensione. Per fortuna che la tendenza è ad allontanarla, perché la prospettiva della pensione inganna, invecchia. Certo, ci vuole la salute, ma in alcuni casi la salute ce la regaliamo (o ce la neghiamo) noi. Quindi dico ai 50enni come me: coraggio, ragazzi, la vita inizia da oggi in poi!

ps la foto ha questo significato: visto che continua a piovere, godiamoci almeno il sereno della passata primavera.

domenica 8 giugno 2008

Parete di carta


Si dice che la sua libreria descriva un uomo. Questa è la mia, parete di carta che mi si para dinnanzi quando sto a letto. Al che uno pensa: "Mamma mia, che intellettuale!" Niente affatto. Di libri ne ho molti, anche in sala, grandi libri fotografici e altri, soprattutto su Varese. Libri che per la maggior parte ho avuto gratis, grazie al mio lavoro di giornalista e alla mia amicizia con gli editori. Molti li ho recensiti, ma non per questo li ho letti dalla prima all'ultima pagina. Insomma: non è che ho letto tutti questi libri. Di sicuro ho letto quelli nella terza sezione da sinistra, perché sono i miei. Poi ho letto quasi tutto Piero Chiara (sezione sopra la mia), poi ho letto qua e là, ma non sono certo un lettore vorace. Mi considero piuttosto ignorante. Quindi un consiglio: non giudicate un uomo solo dalla sua libreria. A volte, quando non so cosa fare o quando ho troppe cose da fare e non mi so decidere, mi piazzo in piedi davanti a questa parete di carta e sto in ammirazione. Respiro il profumo dei libri. Come una carta da gioco, sfilo dal mazzo un libro, gli tolgo la polvere, scorro le pagine, leggo qualche riga poi lo ricolloco nel mazzo. Mi perdo nei libri come Cappuccetto rosso nel bosco. Rincuorato, perché un libro ben difficilmente può essere un lupo cattivo.

venerdì 6 giugno 2008

L'ultima campanella


Festa dello Sport e fine di un altro anno scolastico. Festa dello Sport con tante premiazioni e tante partite, e la visita gradita e inattesa di Andrea Meneghin. Appassionante la sfida di basket prof-alunni, con vittoria dei giovani 45 a 43 (vedi foto). Fra i prof. anche il già pensionato Carletto Pirani, il cappelluto Andrea Minidio, Claudio Schena, il mitico prof. Enrico Piazza e Malfatti, grande coach di hockey. Andrea Meneghin si è limitato alla contesa iniziale e ad un paio di minuti di gioco, poi ha lasciato il campo fra le ovazioni del giovane pubblico della Vidoletti. Si chiude un altro anno di sport. E avrei già voglia di aprirne un altro.

giovedì 5 giugno 2008

Andrea, re degli ostacoli


Andrea Lazzati era un mio alunno alla Vidoletti, grande ostacolista, ancora detiene il record degli 80 ostacoli, altezza 82 centimetri. Venerdì 6 giugno, alle ore 10, nella sua palestra alla Vidoletti, si celebrerà il 9° Memorial Lazzati. Ci saranno i suoi genitori, i miei amici Bambi e Mariano, forse sua sorella Valentina e suo fratello Filippo, che si sposerà il prossimo 14 giugno. Amici, altri parenti e l'applauso dei ragazzini della Vidoletti. Purtroppo non riesco più a recuperare un filmato, che ritraeva Andrea in gara proprio alla finale provinciale di Sesto Calende, dove stabilì il record della scuola. Mi piacerebbe rivederlo, alto, magro, agile, veloce, coordinato, silenzioso eppure molto comunicativo, la comunicazione di un corpo che fa sport, e di due occhi che guardano al futuro. Futuro che può diventare, purtroppo, una montagna troppo dura da scalare. Anche per un atleta come Andrea.

Pan meino


Purtroppo tutta quest'acqua che inzuppa e intristisce non permette di annusare il profumo dei fiori di sambuco, maturi di questi tempi. Fiore modesto, non certo nobile, che si prende la sua rivincita se qualcuno lo fa seccare, e poi ci prepara il pan meino, dolce molto in voga soprattutto a Milano. Per fortuna mio papà Mario, pasticciere ormai da decenni in pensione ma memore di questa ricetta, mi fa dono del pan meino, che faccio annegare ben volentieri nella tazza di caffèlatte. Come una carta assorbente, l'umidità di questo inizio di giugno si succhia tutto il buono del profumo dei fiori di sambuco. E anche a dire che, comunque, il sole sopra le nuvole brilla, non è che si risolva molto.

martedì 3 giugno 2008

Calcio contro libri


Proprio oggi ho saputo che, in contemporanea con il mio incontro letterario del 13 giugno, si gioca la partita del Campionato europeo di calcio Italia-Francia. Il che significa che soprattutto la componente maschile dei miei lettori avrà un'alternativa all'incontro assai appetitosa. Io che amo tanto lo sport (nella foto, un'immagine del recente passaggio del Giro d'Italia a Fogliaro), dallo sport sono stato tradito! Poco male: avrò la scusa (c'era la partita) se il Teatrino sarà mezzo vuoto. E poi -diciamo la verità- avere un pubblico per la maggior parte femminile, non è che mi faccia dispiacere. Anzi.

Chi è senza peccato


Ivan Basso, grande campione di ciclismo varesino, sospeso per illecito sportivo per due anni, è venuto alla Vidoletti, la mia scuola media, a parlare dei Mondiali 2008. Qualche mia collega è rimasta più che perplessa: "Ma come? Un dopato viene a parlare agli alunni?" A parte che il caso di doping di Basso è un po' particolare, dice di non aver mai utilizzato sostanze dopanti, e in effetti mai è stato scoperto con esami sballati. Poi ha confessato le sue colpe, sta scontando la lunga squalifica. A me viene piuttosto da dire: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra." Io non posso scagliarla. Gli altri, se sì, facciano pure.

In foto, Ivan Basso con il grande Gianni Bugno, pluricampione mondiale.

lunedì 2 giugno 2008

Fra passione e disperazione


Tutti vorrebbero essere degli appassionati, sempre di corsa per realizzare con passione i propri obiettivi. Ma la passione è un mix di coraggio, speranza, amore, generosità eccetera. Non è da tutti. Direi che è per pochi. Il fare tante cose non significa essere degli appassionati. Forse significa essere dei disperati, che sentendo alle spalle il fiato pesante del nulla, corrono in avanti per non esserne intossicati. Io penso di essere un po' appassionato, ma anche un po' disperato. Se c'è qualcuno che è sempre, beatamente appassionato, si presenti. Vorrei stringergli la mano.

ps: la foto ha senso, solo perché il rosso è tradizionalmente il colore della passione

domenica 1 giugno 2008

Grazie


Ci sono delle mattine nelle quali scappa fuori dalla bocca una parola soprattutto: grazie. A chi? Probabilmente a Dio, e poi a tutti coloro che, nel cammino della vita, mi sono più vicini. Ad esempio mio padre (in foto, quando era giovane, promessa della ginnastica artistica alla 'Varesina'), dal quale ho ereditato senza dubbio la passione sportiva, papà Mario che ha compiuto 82 anni lo scorso 27 maggio. Spero di aver preso da lui la longevità 'sbarazzina'. Grazie anche a chi legge questo blog. Contribuisce a spingermi in avanti, perché stamani si va in discesa, ma poi arriva la salita.