martedì 31 luglio 2012

Il racconto del mercoledì



LA CORDA

“Che poi non c’è altra possibilità.”
Camminavano e la gente li seguiva con gli occhi, ammassata sui due lati della via. La folla piangeva, rideva, discuteva o stava in silenzio e pensava.
“La sola scelta sensata è l’ottimismo.”
L’amico, al suo fianco, respirava a fatica, mostrava un viso segnato dalle rughe del terrore.
“Vedi? Sei in affanno. Stai regalando alla sofferenza il tuo corpo, il tuo futuro. Così vince lei.”
L’altro non si voltava nemmeno a guardare chi stava parlando, camminava con andamento lento e pesante. Stava molto male.
“Trovami un solo motivo che ti porti a preferire la tua scelta deprimente. La mia è vincente,  e lo devi riconoscere. Basta guardare la mia faccia…e la tua. Non dico che me la stia godendo, questo no, ma vivo….seguo ciò che la vita mi indica, mi suggerisce per non angosciarmi.”
L’amico si voltò alla sua destra, una mamma teneva in braccio il figlio, si rivide bambino, rallentò il passo, pensò ad una fuga impossibile, il passato gli saltò addosso come una belva feroce.
“Dimmi almeno a che pensi….fai come credi, stai nella tua malinconia cronica, continua a guardare lontano, a inventarti problemi, altro non sono che fantasmi….stai respirando ora? Hai occhi per vedere? Mani per accarezzare?  Hai un Dio da pregare? Hai tutto, amico mio….goditi queste opportunità, lasciati solleticare da questa brezza primaverile, annusa i suoi profumi sino all’ultimo, gusta la passeggiata.”
L’amico si voltò alla sua sinistra, lo guardò con una smorfia, disegnata  a fatica sopra un volto scavato, nero di barba malcurata. Non fossero stati amici da sempre, un passante avrebbe detto: ‘Quello è uno sguardo d’odio.’
“Io cammino da trionfatore, ho controllo sulle emozioni, le conduco dove voglio, non mi lascio dominare dalla paura, vedo il sole là davanti, un passo dice all’altro, ‘vai deciso, non voltarti’….nessuna situazione sa essere così tremenda da smontare la mia costruzione…non dico sia perfetta ma regge, sta in piedi e mi protegge, il tetto mi ripara dalla pioggia….mentre tu piangi…..le lacrime sono il segno umido della nostra sconfitta….non ho il fazzoletto, dovrai asciugarle con il dorso della mano, amico mio….”
“Crepa!” urlò l’amico, singhiozzando. Ma la folla non sentì, il vociare era intenso, e in più applausi, urla, imprecazioni e suppliche.
I due salirono alcuni gradini in legno, raggiunsero la sommità di un palco.
“Ecco, impara da me, ti darò l’ultimo insegnamento. Cosa vedi qui? Della corda? No, è una cravatta nuziale, te la stai mettendo al collo e fra poco bacerai la tua sposa.  L’immaginazione salverà il mondo, caro  compagno..ecco, tu diresti di sventura…io dico d’avventura..una bella cravatta, certo, sul colore si può discutere, l’avrei scelto più vivace, questo è smorto, ma imparare ad accontentarsi  è una legge di natura…addio, amico mio, fai un bel respiro, domina l’irruenza del cuore.”
I due cappi vennero infilati nelle loro teste, il nodo scorsoio fece combaciare la robusta corda ai loro colli. 
Ciò che seguì fu osservato dall’ottimista più o meno così: vide un uomo correre verso di loro, consegnare un foglio a chi dava ordini, notò poi che un addetto al servizio sfilò il cappio dal collo dell’amico e sentì dire: “Sei stato graziato.” L’amico lo guardò ma non sorrise: aveva occhi increduli. Un’invidia potente gli fece dire: “E io?”
Silenzio.
L’angoscia dilagò, divenne liquido giallo oro che scorreva lungo la gamba. Che bruciava.

La tirannia del pensiero


Si pensa che il rischio sia quello di non riflettere abbastanza. Soprattutto sui cosiddetti temi fondamentali. Ricordo da giovane, una frase classica: se uno non pensa alla morte non può vivere. E allora libri e riflessioni e rovelli. Poi più avanti capisci che il problema non è quello di non riflettere, ma di riflettere troppo. Il problema è la tirannia del pensiero, sono i grandi temi che ti azzannano e ti perseguitano. E allora è la distrazione la vera conquista, la fuga dalla mente il vero obiettivo. E' più facile zittire centomila tifosi ammassati in uno stadio che una mente brulicante di pensieri.

Auguri Luisa

Tanti auguri, cara Luisa. Mi lascio contagiare sempre volentieri dal tuo sorriso e dal tuo costante entusiasmo. A Dio piacendo, ci si vede il 22 settembre.

Bravo Filippo

Complimenti al mio amico Filippo Lazzati, che insieme ad altri arditi degli 'Hic sunt leones' (foto) venerdì 27 luglio ha attraversato a nuoto lo Stretto di Messina, circa 4 km con meduse, onde e senza muta. Fra Scilla e Caridi con la sola forza delle braccia e delle gambe, e con il propellente del coraggio. Filippo non poteva festeggiare in modo migliore il suo compleanno. Bravo Filippo, lo squalo di Sant'Ambrogio.

lunedì 30 luglio 2012

Amo camminare


Amo camminare nel silenzio, ultimo della fila. Non sono un capocordata. Amo camminare fra due muri di verde, fotografare il cammino mio e di chi sta con me. Amo ripercorrere quel cammino, perché il buono non vada sprecato. E il torsolo lo butto fra le pannocchie.

Fiacchezza


Nella fiacchezza e nell'indolenza, regalo della calura, anche Dio s'annebbia, la Sua carica rivoluzionaria s'ammoscia. Lo si può anche perdere di vista. Per fortuna s'allungano dalla terra al cielo i simboli della Sua presenza.

in foto: campanile del quartiere di San Bernardino, a Crema 

Si guardano le foto


Quando una figlia ti comunica che si sposa, alcune reazioni in genere sono classiche: gioia, sorpresa, considerazione del tempo che scappa e ripresa in mano degli album, con le foto di quando quella figlia che si sposa era una bambina. Operazioni che ho fatto, e così è tornata fuori questa immagine (non la ricordavo più), scattata a Villa Toeplitz nella primavera del 1990. Valentina è in piedi, alle mie spalle.
Godiamoci ogni soffio di vita, ogni battere di ciglia, perché rimandare a un secondo dopo è già uno spreco che nessuno ti ripaga.

domenica 29 luglio 2012

Nella quiete della bassa

Fine settimana a Crema. Per noi varesini è la bassa padana, per me è soprattutto la piatta. Non potrei viverci, non ci sono salite, distese infinite con la bolla della livella sempre al centro. Tanto mais, acqua nei canali, quiete, calura che sfiata dalla terra, piove dal cielo e pare non intimidire mosche e zanzare, piuttosto vivaci. Era andato quest'inverno, un gran freddo e nebbia. Oggi una visuale nitida, con il bel campanile del quartiere San Bernardino che vigila su Umberto e Valentina.  

Al Circolino


Sabato sera, cena in un locale caratteristico di Crema, il noto Circolino, dove la birra Hoegarden scorre a litri.

Downunder


Sabato notte ho assistito, a Crema, ad uno Spettacolo circoteatroitinerante, dal titolo DOWNUNDER, ispirato ad 'Alice nel paese delle meraviglie' di Lewis Carrol. Una coproduzione Eden Ironique, Limen Teatro e Progetto Nur, realizzato da 'Alice nella città'. Uno spettacolo molto suggestivo.

sabato 28 luglio 2012

Una gran pedata


Può capitare di non aver voglia di far niente. Uno teoricamente potrebbe fare tanto, tutto, ma gira in tondo e non combina nulla. In questi casi pensate di ritrovarvi infermi, impossibilitati a fare per motivi indipendenti dalla vostra volontà. Quali sarebbero i pensieri ricorrenti? Quanto tempo ho buttato via, che fesso sono stato, perché non ho fatto allora, ma soprattutto sentireste dentro una gran voglia di fare ma, ohimè, non potrete soddisfarla. Oggi che potete, soggiornate in questo pensiero: riceverete una gran pedata nel sedere che vi spingerà a non girare in tondo, ma a correre in avanti.

Accadde...un anno fa


Domenica 31 luglio 2011 – sereno
Storico risultato della nazionale femminile juniores di pallavolo. Per la prima volta nella storia le azzurre hanno conquistato il titolo mondiale juniores, battendo in finale, in Perù, il Brasile. Grande protagonista (miglior giocatrice e migliore attaccante) l’albizzatese Caterina Bosetti, già da due anni in serie A con la Mc Carnaghi, che ha disputato una gara perfetta.


 AGOSTO 2011

Lunedì 1 agosto 2011 – sereno, poche nuvole
Pieno rispetto della tradizione per la sagra di Sant’Eusebio a Casciago, stasera fuochi pirotecnici. Ritrovato in serata il corpo senza vita di Rosa Mastrofrancesco, 50 anni, di Saronno, scomparsa da casa nella notte fra il 23 e il 24 maggio. Il cadavere è stato rinvenuto a 500 metri dalla sua abitazione, in zona via Campo dei Fiori a Saronno.

Martedì 2 agosto 2011 – variabile, sereno, caldo 
Cambio della guardia a Villa Recalcati. Il prefetto Simonetta Vaccari, a Varese dal 2008, è stata trasferita dal ministro degli Interni a Palermo, mentre nella Città Giardino arriva un varesino doc, attuale prefetto a Verbania: si tratta di Giorgio Zanzi. Lo Zanzi era stata anche direttore generale della Provincia di Varese, un amministratore sobrio, gran lavoratore, poco incline ad apparire.

Mercoledì 3 agosto 2011 – variabile, afoso
Sono stati ricevuti dal Presidente della Provincia Dario Galli a Villa Recalcati 31 bambini bielorussi provenienti dalla provincia Chechersk, vicino a Chernobyl. Si rinnova la bella tradizione di solidarietà, che da anni permette ad alcuni bambini sofferenti per le radiazioni del disastro nucleare della centrale di Cherbobyl di ‘ossigenarsi’ nella nostra zona, ospiti di alcune famiglie accoglienti.  

Giovedì 4 agosto 2011 – bello
Furto di rame nella notte. Un tunisino con precedenti per furto nelle abitazioni è stato sorpreso, pila in mano, sopra il tetto della Combipel di via Nuccia Casula, in pieno centro a Varese. Un cittadino, insospettito da quella luce sul tetto, ha chiamato i Carabinieri; gli uomini dell’Arma hanno sorpreso il ladro che si appropriava del prezioso oro rosso. Processato per direttissima davanti al giudice Ottavio D’Agostino, ha patteggiato otto mesi di reclusione.

Venerdì 5 agosto 2011 – coperto, vento, temporale
Continua questa pazza estate varesina. Pochi giorni di bel tempo e oggi tornano le nuvole e i violenti temporali. Colpita questa volta da una piccola tromba d’aria, che si è abbattuta nel pomeriggio verso le 15, la zona di Cerro, Laveno e Cittiglio. Come sempre strade allagate, alberi abbattuti da un vento che ha sfiorato i 100 all’ora. La violenza del temporale è durata mezz’ora.

Sabato 6 agosto 2011 – coperto
Svolta in una triste vicenda dello scorso maggio. C.M. e F.M. erano stati selvaggiamente pestati, e avevano parlato di un’aggressione di extracomunitari. Versione che non aveva mai convinto le forse dell’ordine. Da qui le indagini e l’arresto, oggi, di tre varesini appena maggiorenni: Eric Di Caro, Alex Varracchione e Francesco Pianta. I tre spacciavano droga e non erano stati pagati dai due fratelli per una dose, da qui la missione punitiva: hanno legati i fratelli in una cantina a San Fermo e li hanno picchiati a sangue.

in estate il vento fresco non è mai abbastanza

Auguri a Rosanna e Claudio


Auguri agli amici Rosanna e Claudio, oggi in festa per il loro anniversario di matrimonio. Non ho loro foto, ma so che questa immagine appartiene al loro passato e anche al loro presente. Piacerà. Un abbraccio.

foto da Google Immagini: Sasso Lungo e Sasso Piatto

Vento

Calma piatta. Aria pesante. Anche qualche goccia di pioggia. Poi una bici e la lenta salita al Campo dei Fiori (foto da Google immagini). La fatica e l'aria che allarga i polmoni. Su sino alla cima, ad incontrare un vento fresco. Sdraiato sulla pietra, accarezzato dall'aria in movimento, una brezza vitale, ho detto al vento: "Seguimi, stai con me anche giù a casa, rinfrescami, muovi la mia vita." Ho imparato a memoria quelle sensazioni. Perché anche i piaceri li dimentichiamo troppo in fretta.

London 2012

Sono rimasto sino alle 2 di stamattina, per godermi l'inaugurazione di London 2012. Resto stupito di quanto l'uomo riesca ad essere spettacolare. E da stamani parte lo spettacolo dello sport.

venerdì 27 luglio 2012

Certe notti


La notizia del prossimo matrimonio di mia figlia Valentina, che oggi fa la fotografa (vedi foto) mi ha indotto, fra l'altro, a rileggere alcune pagine della mia Agenda del 1985, il suo anno di nascita, dove ho segnato con precisione i fatti salienti della mia vita familiare, e non solo. Ho preso proprio questi giorni di fine luglio, Valentina ha sei mesi, sì, io lo ricordavo bene, era il tempo dei dentini, dopo i primi mesi durante i quali mangiava e dormiva, ecco il risveglio, soprattutto la notte.  Leggo: 1 agosto 1985: figli, croce e delizia. 4 agosto 1985:  Notte tragica: Valentina si sveglia regolarmente ogni mezz'ora e Carlo si sente male!  5 agosto 1985: Notte drammatica: Valentina dormicchia dalle 21.30 alle 24, e poi rimane sveglia sino alle 5 e un quarto. Vuole giocare, ha il terrore di addormentarsi. Poveri noi!
Ebbene, questo è il destino di tutti i genitori: quando le cose vanno bene, naturalmente. Grande Valli!

Tempus fugit



Quando uno non sa cosa dire, può affermare: 'Mamma mia, come passa veloce il tempo!' Frase banale ma quanto mai veritiera, soprattutto se si è in salute e si è presi da mille occupazioni. E' subito sera, come scrive il poeta. Poi vi sono notizie che ti fanno toccare con mano la voracità del tempo, ad esempio quando un figlio ti comunica che si sposerà. Poi io ho tre appuntamenti annuali che mi urlano questa verità, cioè quando vado a tagliarmi i capelli. Lì c'è un grande specchio e in aggiunta una luce malandrina che punta proprio sopra di me, mentre io vorrei stare nell'ombra, per non notare. Ebbene, ieri sera ho saputo che mia figlia si sposa, e stamani sono andato dal parrucchiere, per il tradizionale taglio estivo. Tempus fugit. (foto da Google immagini) 

Valentina e Umberto: sabato 22 settembre


Ieri sera, verso le 23, sulla terrazza del Montorfano a Santa Maria del Monte, con la città in basso che luccicava, con in mano un ghiacciolo gusto arancio, ho saputo da mia figlia Valentina (nella foto Lavit, con me, quando era piccola piccola) che si sposerà con Umberto sabato 22 settembre. Fra due mesi. Valentina mi ha abituato in questi anni ad un lento e graduale distacco, forse per questo la notizia, certo inattesa, mi ha colto un po' meno di sorpresa. Sono felice, anche perché vedo che Valentina è felice. Di più, un genitore non può chiedere.

giovedì 26 luglio 2012

Giocattolo


Non sono fra quelli che attendono l'estate tutto l'anno (e poi, che delusione) e nemmeno fra coloro che attendono la pensione tutta una vita (e poi, che ti aspettavi?); sono fra quelli che cercano di aggiustare, tutti i giorni, il giocattolo della vita, perché funzioni.

Colorare


No, non è difficile scalare l'Everest, è arte molto più sopraffina colorare il gesto ripetuto, quotidiano, necessario e semplice, 'esaltarsi' per aver sbucciato una patata.

Muto pudore


Un ventenne non immagina cosa possa passare per la testa di un cinquantenne, come un cinquantenne nei pensieri di un ottantenne. Fra generazioni vi è una sorta di muto pudore, di silenzio che lascia solo immaginare.

Quando va bene


Quando va bene, la vita è una gran monotonia, vivacizzata da un po' di musica e da qualche follia.

mercoledì 25 luglio 2012

Grazie, Isabelle

Isabelle, lettrice del mio blog, dopo aver letto il post sull'anniversario di nozze dei miei genitori mi ha inviato questo mazzo di fiori, destinati a loro, in particolare a mamma Ines. Dice Isabelle che mia mamma sarà felice di sapere che suo figlio Carlo non l'ha dimenticata. Di questo, mia mamma può stare più che certa. Grazie, Isabelle.

Preghiera


Questa sera, mercoledì 25 luglio 2012, alle ore 21, nella basilica di San Vittore a Varese, verrà celebrata una Santa Messa, preghiera destinata alle vittime della violenza nei confronti dei cristiani, in molti luoghi del mondo, in particolare in Nigeria.

Dall'inizio alla fine


Ci sono felicità che partono come tristezza e fatica  e poi a poco a poco si impongono durante l'azione e lasciano un buon sapore in bocca, a lungo; altre felicità partono sin troppo bene, si conservano ma tendono poi a svanire, quando cala la sera. Per farla breve, sono rare (ma possibili) le felicità che durano dall'inizio alla fine.
(foto da google immagini)

Un triste sorriso


Le persone appagate, dal sorriso smagliante mi lasciano sempre un po' l'amaro in bocca. Amo le persone vitali, ottimiste, ma il loro sorriso deve essere 'triste', realista, rispettoso della sofferenza altrui. Un sorriso vero. Ammesso che a te le cose vadano davvero bene bene bene (impossibile), resta comunque la tua appartenenza ad un mondo ferito.

La sento vicina


Il 25 luglio del 1953 si sposavano, nella chiesetta di Fogliaro, mia mamma Ines e mio papà Mario (foto). C'era il sole, come oggi. Mia mamma aveva 25 anni, e anch'io mi sono sposato a 25 anni, nel 1981. Mia mamma è morta nel 1984, aveva 56 anni, che è la mia attuale età. Ha vissuto 31 anni di matrimonio con mio padre, che sono i miei anni di matrimonio, al 2012. Tutto ciò rende la mia vicinanza con mamma Ines ancor più forte. Sono questi legami indistruttibili che ci salvano dalla disperazione, regalandoci l'illusione che in realtà la morte è solo un'apparenza. Auguri, mamma e papà.

martedì 24 luglio 2012

Il racconto del mercoledì


Ho già pubblicato qualche mese fa, fra i racconti del mercoledì, questo intitolato LA STAZIONE, che fa parte della raccolta 'Fax d'amore'. Lo ripubblico perché è un racconto che non mi dispiace, benché scritto nel 1998. 




                                                            LA STAZIONE


Necessito dei ricordi come dell'acqua. O forse potrei farne a meno ma sono loro a chiamarmi, voci lontane e penetranti di mitiche sirene. Non posso affermare da convinta che vivo quel tanto che serve ad accumulare altri ricordi; esagererei, per quanto ogni eccesso contiene una scintilla di verità. I ricordi sono la mia vita, in parte la costituiscono, la rendono di volta in volta più piacevole o più melanconica. Non di rado, nel timore d'esser già vecchia, li scaccio in malomodo, o più educatamente li ripongo, li evito, perché ho anche tanto da fare, di interessante e di noioso, che nulla divide con quanto ho già vissuto.
Ma vi sono giornate che paiono votate alla memoria. Mi levo con una tale predisposizione alla nostalgia che il corpo si fa spugna, s'inzuppa di ciò che è stato e non è mai semplice, né indolore, convincerlo che i sogni sono amici incompleti, offrono un calore così fuggevole, una gioia così triste al risveglio, che non è un buon affare assecondarli sino alla delusione. Eppure queste giornate fanno parte della mia esistenza. Oggi, infatti, ci sono caduta dentro. Per questo sto camminando verso la stazione. Alla ricerca del profumo di Marco.
Ecco il sottopasso: scendo, fra poco il buio e le scritte. Allora, oltre vent'anni fa, ventitré per l'esattezza, erano assai meno questi fratelli neri, con le loro mercanzie, con le loro timide pretese.
Finalmente la scala in salita, la luce; anche oggi, forse più d'allora, provo il timore di stare qui sotto, sola, benché sia ora di punta. O è la paura d'esser rimasta orfana, lungo il viale dell'approdo?
I gradini, il sole, il vento che già s'è impadronito di marzo, la discesa fra due ali di platani e, sulla sinistra, la stazione: direi che ben poco è mutato.
Dio, che impressione pensare che i muri possono resistere più a lungo di me! Questo rigido blocco di porfido sopravviverà al mio sonno. Qui tutto si è conservato, eccezion fatta per la precaria tettoia là in fondo, deposito di biciclette e motorini. Hanno spianato, ne ha tratto giovamento il panorama. Si vede sino alla foce del viale, al di là del palazzo moderno, già edificato ai tempi di Marco. Con questa visuale allungata avrei riconosciuto il pullman qualche attimo prima.
Il sasso si conserva, assai meno il mio corpo. Se mi vedesse oggi...smorzato il panico della maturità, non l'ho mai più incontrato. Eppure, dalle fonti che ho qua e là rubato, abita sempre nello stesso paese, forse nella medesima casa.
Sono alla panchina. Mi sedevo o l'attendevo in piedi? Come avrei fatto, mio dio, a star seduta?  Il tempo l'avrei avuto perché m'appostavo qui con almeno dieci minuti d'anticipo. Era, dal mio arrivo, un andirivieni da sentinella: seduta, in piedi, uno sguardo alla via, un secondo all'orologio (eccolo, tal quale, sopra di me), un terzo verso l'edicola, poi quattro passi sino a scorgere le rotaie. Giungeva un attimo prima di lui il treno delle sette e ventotto, intasato di studenti. Oggi sono più colorati, almeno epidermicamente policromi. Non so dentro. Dico degli studenti, con i loro zaini, i paille, le giacche a vento, i maglioni. Si usava, ai tempi miei e di Marco, lo zainetto militare, ben poco capiente; metà libri e i vocabolari trovavano alloggio sottobraccio, fasciati o no con gli elastici. Lui reggeva in spalla uno zaino sdrucito. Ricordo ancora le scritte, ad una ad una, e dov'erano collocate sullo sfondo grigioverde.
Ora mi siedo. Oggi riesco a star ferma sulla panchina, interpreto in me l'agitazione, sedàta ma vigile, del ricordo: di Marco e di quell'età. Solo gli occhi formicolano, come allora formicolava il cuore. Guardo là in fondo, verso il palazzo di dodici piani, verso un improbabile automezzo. Il pullman girava a sinistra, faceva le carezze alle foglie degli ippocastani e si fermava dinanzi alla mia attesa. Mai che fosse puntuale; ritardava sempre, ma non oltre i quattro minuti: del resto, di più non sarei stata in grado di resistere. Sole eccezioni i giorni di neve e di sciopero, giorni, per me, di lutto.
Camminavo e scrutavo, con dentro...oggi, di quel benefico spasimo, è rimasta l'impronta. Forse sono cattiva, ingiusta. Forse i ricordi conoscono l'arte dell'inganno: rubano aria al presente e riconsegnano un passato poco veritiero, incredibile. Dire impronta, o dire ombra di quel cuore in festa è troppo poco. Una differenza c'è, e netta, ma ha più attinenze con la naturalezza, la spontaneità.
E chi se l'era andato a cercare Marco? Dico Marco per affermare tutto ciò che, con lui, era filtrato nel mio cuore ancora imperfetto (ammesso che, oggi, sia meno precario di allora).
Ricordo un lento e insieme violento penetrare di quel ragazzo dentro la mia voglia un po' artefatta di studiare per imparare, per far carriera, per riscattare un ruolo...Marco possedeva le chiavi, ha aperto il mio futuro, ha scombinato le carte, ha mutato l'ordine dei valori, mi ha inconsciamente offerto sentimenti ignoti. Quel ragazzo, il più bello, resiste, come è vero dio che m'ha trascinata qui, sospinta dalle folate di marzo, nei luoghi dei nostri quotidiani incontri.
Oggi è diverso. Non dico più bello o meno bello: dico solo diverso. I miei piedi sono incollati a questo asfalto che avranno rinnovato almeno dieci volte. Allora consumavo le suole...dietro a lui.
Affermare che oggi non ho attese, non ho speranze per il domani, non ho modeste eccitazioni sarebbe ingratitudine verso la mia maturità di donna attempata. Sono sentimenti necessari, vitali e per questo li ricerco: per necessità.  Perché la vita si spegne e se non hai pronto un nuovo lume, se il buio ti convince che comanda un solo padrone, sei condannata alla resa. Scappare o corrergli incontro, mai aspettarla seduti, con il capo che ciondola, senza scintille di luce, come s'attende un pullman sfogliando, senza interesse, una rivista di moda. La mia maturità è l'arte d'accendere piccoli lumi, e quando son tutti smorzati è il tempo di scendere quaggiù, alla stazione. Ad attendere il pullman, ma con interesse, senza il profumo di morte di quattro fogli di carta patinata.
Lui stava seduto immancabilmente sul fondo, con gli amici; pareva lo facesse apposta, sapeva che la nuvola bigia del fumo non mi consentiva di vederlo oltre il vetro. Questione di pochi attimi ma a quell'età si è intransigenti, si hanno molte pretese, non si ha pazienza. Si è tremendi. Si ha l'idea che qualcuno ci stia strappando la vita, si sia impadronito di noi, della nostra totalità, e così ci si vendica con l'arma della pretesa. Sono queste le gocce di dolore, che in me nascevano insieme alle lacrime. Perché si piange a quell'età, molto, e per un niente. E di seguito si scopre la gioia del riso. E se sono qui è perché ho voglia di ridere, e insieme di piangere.
Ecco un pullman. Allora era blu carta da zucchero, goffo, sporco, malcurato, con qualche traccia sin troppo opprimente del dopoguerra. Questi nuovi sono azzurri, metallizzati, più in linea, lucidati di fino. Per certo percorreranno la tratta in minor tempo anche se il traffico è, ne complesso, più consistente di quei tempi là. Il cartello, però, è sempre uguale, alloggiato sotto il volante: stessi caratteri, medesimi paesi elencati.
Conviene che mi alzi, che gli vada incontro, a tempo con questa irrisoria tachicardia, che pure ha iniziato il suo canto profondo. Precisamente come sulle tracce di Marco: procedevo a piccoli passi, veloce né più né meno come il mezzo intento a frenare, a curvare, a guadagnarsi lo spazio del posteggio. Io mi facevo sotto, così, sapendo che lui sarebbe disceso fra gli ultimi. Attendevo, salutavo i molti visi noti, sorridevo a qualche battuta, tipo 'Arriva, Ha parlato di te, Non ha studiato un c...'. Infine lui. Ogni mattina uno scoppio diverso, un'emozione mai identica.
Ma quell'uomo...Stai calma, avvicìnati...Impossibile! Tranquillìzzati, è di spalle, certo non hai visto bene, hai travisato. L'altezza è la sua, ma il mio Marco era magro, un'acciuga, anche troppo, tanto da farsene un complesso. Ma a vedergli i capelli, dal dietro, sono grigi oggi, non ne ha perso uno...Che faccio? Devo rubare il colore dei suoi occhi. Ma quell'uomo va di fretta, per raggiungerlo dovrei mettermi a correre. E' il caso? Mio dio, che ci sono venuta a fare alla stazione? Corro, sì, voglio correre. Che penserà la gente? E anche a correre, lui somma passi da atleta. Ma che fa? Non prende il sottopassaggio? Evidentemente no, preferisce attraversare alla luce. E se scendessi io? Guadagnerei giusto il tempo...per svelare il mistero.
Ma a che serve risolvere il caso? Stùpida, ragiona. Non vuoi ragionare, lo so, ma ti è necessario.
Io corro, lo voglio vedere. Parlargli, sapere, raccontare ventitré anni di vita senza di lui. E' un diritto dell'anima.
E dopo? E' stupendo narrare, ma in fondo? Che resta?
Io corro.
Fai pure.
Io volo.
Sai che il cuore può indossare le ali. Ma tu, che hai studiato al liceo, conosci le ali di Icaro.
Di quegli anni lui m'è rimasto. I libri, come sai, li ho tutti venduti.
Che aspetti allora? Vai. Non vedi che sta attraversando?
Lo vedo.
Dunque?
Lui non può essere.
Io invece te lo confermo: è lui, è Marco Ferri, sesto in elenco. Ma che fai? Lo saluti?
Saluto.
Qua la mano. Fra qualche giorno ci torni. La stazione, come vedi, è ancora al suo posto. Nulla è mutato.





Beati i giusti


Non è facile stare dietro alle nostre contraddizioni. Fra le tante, quella che ci porta a vivere una scissione fra ciò che riteniamo giusto e ciò che ci viene più naturale, spontaneo fare. Sappiamo che sarebbe giusto fare così ma non ne abbiamo voglia e istintivamente faremmo altro.
Beati i giusti, dove per giusto intendo chi ha la grazia di fare la cosa giusta in modo spontaneo. Ma esiste questa beata categoria? Comincio a dubitarne. I giusti ci sono, altroché...ma che fatica!

Festa sui Monti di Fuori

Per festeggiare alla sua maniera i 60 anni (compiuti ieri) il mio amico Bruno invita i suoi amici nella sua bella casetta sui Monti di Fuori, sopra Cavergno, in Valle Maggia (foto) sabato prossimo. Io ci sono stato la scorsa estate, è un posto incantevole, occorrono almeno due ore di cammino per arrivarci. Purtroppo sabato sarò a Crema, un luogo ben diverso da quello che compare nella foto. La bassa padana (con tutto il rispetto) mal si addice al mio temperamento, certo più montano che pianeggiante. Un abbraccio a Bruno.

L'anguria di Angelo


Stamani ho incontrato il mio amico Angelo Buttè, di Oronco, persona di grande vitalità e generosità. Mi ha ricordato che mercoledì prossimo, alle 21, nella sua bella villa, ci sarà la tradizionale anguriata di luglio. In pratica invita la gente di Oronco e gli amici a gustare l'anguria. Mi ha poi regalato il video, da lui girato, sulla consegna dei Premi Vidoletti 2012: una sua nipote, infatti, è nostra alunna, e Angelo si dà sempre da fare in foto e video, per documentare ciò che accade dalle nostre parti. Quando si inizia la giornata incontrando gente come il mio amico Angelo, tutto è più semplice.

lunedì 23 luglio 2012

La miglior preparazione


In una delle sue poesie più disarmanti, pessimistiche, senza speranza, Giuseppe Ungaretti chiude scrivendo: 'la morte si sconta vivendo'. Il prezzo della liberazione, regalata dalla morte, è la vita. E in certi momenti, tutti capiscono il senso di queste parole. Ma ieri, in uno slancio di positività, pensavo che 'ci si prepara alla morte vivendo' cioè vivere intensamente è il miglior modo per affrontare la morte, che resta (anche per chi come me crede in una vita eterna) una tristissima sorella, lo scoglio più duro, la parola che i viventi non possono pronunciare.

Tra voi però non è così

Ieri in chiesa, alla Messa, è stato letto un Vangelo che, nei miei anni giovanili, era fra i miei preferiti. "....Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra di voi però non è così: ma chi vuole diventare grande tra di voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti...."
Molti anni sono passati da allora, eppure queste parole di Gesù restano per me affascinanti, un ideale di vita 'irraggiungibile' eppure auspicabile.

in foto: Santa Maria del Monte

I due della Val Vigezzo

Mi giungono queste due immagini dalla Val Vigezzo. Che mio fratello Guido sia in grado di fare queste passeggiate mi sembra il minimo, i miei complimenti vanno invece all'amico Alberto, 82 anni, uomo dei monti, il Messner della Val Vigezzo. Bravo, Alberto, sempre sulle cime!

Auguri, direttore

Tanti auguri, caro direttore del giornale da me letto con maggior assiduità. Caro Marco, la tua vitalità mi è di esempio. Come sai io viaggio molto con la fantasia, vorrei viaggiare un po' di più alla tua maniera, in giro per il mondo.

Auguri, Bruno

Tanti auguri, caro Bruno. Sono 60..niente male. Che tu possa salire alla tua casetta alpina (foto) per altri sessant'anni almeno! un abbraccio

domenica 22 luglio 2012

Bravo Bradley


Come si sa, amo la bici. Soprattutto come divertimento, ma non posso negare che le tappe di salita delle grandi gare le seguo. E il Tour è il Tour. Onore al britannico Bradley Wiggins, che oggi ha vinto il Tour de France del centenario. Alla premiazione si è commosso, e questo è sempre un buon segno.

E' dura


Sto rivedendo tutto il mio nuovo romanzo (che sta assumendo, proprio per ciò che dirò, sempre più le fattezze di racconto lungo). E' un lavoro doppiamente duro. Da un lato costa dover tagliare ciò che si è scritto. Per esperienza so che devo eliminare almeno il 20% di ciò che ho scritto in prima battuta, anche il 30%, soprattutto di quelle parti scritte con meno ispirazione e più dovere. Ma questo tutto sommato è il meno. Il più è il dover sopportare la sgradita sensazione di aver scritto farsi non degne di pubblicazione, né di  intima soddisfazione. Ma per fortuna ogni tanto arriva il sereno, la lettura scorre, si depenna poco e si sorride un po'.

Accadde...un anno fa


Domenica 24 luglio 2011 – sereno
Vittoria al Tour de France per Cadel Evans, australiano già campione del mondo a Mendrisio, che dal 2001 vive nella nostra zona, prima a Castronno ed ora a Stabio. Sua moglie è la musicista gallaratese Chiara Passerini, ed è stato scoperto da Aldo Sassi, varesino morto recentemente. Inoltre fra i suoi gergari più fidati alla Bmc vi è il valceresino Ivan Santaromita.

Lunedì 25 luglio 2011 – sereno
Davvero meritoria l’opera di una decina di varesini over sessanta, che periodicamente dedicano una giornata per tagliare l’erba e ripulire adeguatamente la rizzàda della Madonna del Monte. Stamani erano al lavoro, con le apposite moderne falci a motore, e nel giro di una mattinata hanno ridato lustro al nostro luogo sacro, che non merita di essere infestato dalle erbacce.

Martedì 26 luglio 2011 – variabile, pioggia fine
Emanuele Pesoli, difensore del Varese calcio 1910, pedina fondamentale nel grande campionato 2010-2011 alla fine ha deciso, e affida alla sua pagina face book il commento alla sua scelta: seguire mister Sannino al Siena, in serie A. “Corono il sogno che ho cullato sin da bambino, giocare nel massimo campionato.” Saluta e ringrazia tutti i tifosi, che faranno fatica a dimenticare e a non rimpiangere un difensore così.

Mercoledì 27 luglio 2011 – coperto, pioggia, fresco
Ennesimo incidente sul lavoro, e questa volta purtroppo mortale. Verso le 11.45 un operaio di 50 anni di origine rumena stava lavorando presso la ditta Transfluid di via Guido Rossa, a Gallarate. E’ stato colpito in testa da una pesante trave d’acciaio. Purtroppo il pronto intervento del 118 a nulla è servito. L’operaio è morto sul colpo.

Giovedì 28 luglio 2011 – sereno, variabile, coperto
Continua questo luglio pazzo. Nel tardo pomeriggio forti temporali con grandinate nel gallaratese, soprattutto nella zona di Oggiona Santo Stefano, Cavaria e Cairate. Risparmiato il capoluogo, con grandi nuvole nere e soprattutto con molti arcobaleni, che hanno messo sull’avviso e impegnato i fotografi varesini.

Venerdì 29 luglio 2011 – sereno
Un’ordinanza del sindaco Attilio Fontana vieta la balneazione, da oggi e sino a nuovo ordine, nel lago di Varese. La Asl è infatti impegnata in un lavoro di monitoraggio, per stabilire con precisione la qualità delle acque, e allora niente bagni. Vi è da dire che il mese di luglio non è stato affatto favorevole ai tuffi in acqua, e anche ora al lago di Monate (dove invece si può nuotare) non sono molti i bagnanti che sfidano le temperature piuttosto basse.

Sabato 30 luglio 2011 – sereno, poche nuvole
Sempre più ingegnosi i sistemi per nascondere la droga, di passaggio dall’area Cargo City di Malpensa: astucci di mascara, reggiseni, vasetti di marmellata, spazzolini da denti eccetera. Ma gli uomini delle Fiamme Gialle e dell’Agenzia della dogana in genere non si fanno sorprendere. Da maggio a luglio sono stati sequestrati 37 kg di cocaina, arrestate 6 persone e 3 denunciate a piede libero.


Cadel Evans, vincitore del Tour de France 2011, varesino d'adozione

Creditori e debitori


Devo riconoscere che le mie giornate sono variate, altalenanti, movimentate. Passo dal sentirmi creditore (la vita mi deve qualcosa, anzitutto un senso più preciso e certo) al sentirmi debitore (devo qualcosa alla vita, agli amici, tutto è dono ed io sono un servo inutile). Devo ammettere che sto meglio quando capisco di avere debiti e cerco, per quel poco che riesco, di saldarli.

in foto: campanile della chiesa parrocchiale di Casbeno

Bosco di metallo

Ieri sera ho partecipato al vernissage della mostra della scultrice Maria Cristina Carlini, artista nota per le sue sculture di ragguardevoli dimensioni, che abbisognano di spazi aperti. Come questo bosco di metallo, davvero suggestivo. La mostra è a Villa Recalcati, sino al 26 agosto (martedì-venerdì 15-19   sabato e domenica  10-19).

Auguri, Maddalena

Tanti auguri, cara Maddalena. Buon onomastico. Eccoti con Valentina, in una delle mie foto migliori. Ti vorrei sempre sorridente come in questa immagine. Te lo auguro di cuore.

sabato 21 luglio 2012

Enrico e il lago di Ghirla


Il mio amico e collega (ormai in pensione) Enrico Pellegrini ha scritto oggi su fb una nota interessante. Preciso che Enrico è grande esperto del lago di Ghirla, provetto nuotatore, ha l'abitudine di attraversarlo portandosi appresso, prudentemente, legato ad una corda, un grosso salvagente. Non si sa mai. Cosa che certo non ha fatto l'uomo che in quel piccolo e freddo lago prealpino è morto annegato nei giorni scorsi. Enrico dice che bisogna fare di più per la sicurezza, che ci vorrebbe un bagnino tutti i giorni (non solo il fine settimana), almeno nei mesi di luglio e agosto. E io aggiungo: Enrico sarebbe il bagnino ideale. Anche perché è in pensione e il tempo non gli difetta. E' vero che fa un sacco di attività (fra l'altro è, insieme alla moglie, una storica figura di riferimento dell'Istituto La Casa di Varese), ma non si tirerebbe indietro. Che la Provincia di Varese lo contatti al più presto.

Prof di ginnastica


Leggo oggi sul Corriere della Sera un interessante articolo. Titolo: VOGLIO FARE IL PROF DI GINNASTICA. In pratica si parla della discordanza che si nota fra i desideri lavorativi dei genitori (verso i figli) e i desideri dei figli. I genitori sognano carriere brillanti, master, lavori d'impegno e d'ingegno, i figli non di rado optano per scelte di più basso profilo. Nell'occhiello del titolo si legge: 'Spesso dietro al desiderio di non impegnarsi troppo nel lavoro c'è la precedenza riservata al campo degli affetti'. Si noti che il mio mestiere (prof di ginnastica) è stato scelto nel titolo, simbolo di un lavoro poco impegnativo, rilassante, amato dai giovani, che lo sognano nel loro futuro. A parte l'impossibilità di accedere a questo mestiere, stante l'attuale situazione, qui non voglio incamminarmi verso la difesa d'ufficio del mio lavoro. Voglio dire che è vero, il mio è un gran bel lavoro!

venerdì 20 luglio 2012

Scelta di campo

Raramente parlo qui di grandi temi (che so, la crisi economica) perché mi sento molto ignorante e soprattutto so di poter fare ben poco, oltre ad esercitare il diritto di voto. Mi sento in mano d'altri. Sempre ignorante sono, ma forse un po' meno, quando parlo di temi più privati, che attengono alla persona, ai suoi sentimenti. Credo che lì si possa lavorare di più, e soprattutto credo che siano buoni uomini a fare buone leggi. Per buono non intendo chi fa la buona azione, ma chi ha il coraggio e la pazienza e la voglia e l'umiltà di leggersi dentro, di capirsi un po', di riconoscere la propria eclatante debolezza senza falsare, immaginando un paradiso che qui non c'è. Per buono intendo chi cerca di essere, giorno dopo giorno, leggermente più uomo, cioè attento al respiro degli altri.

L'abbronzatura

Forse sbaglio e generalizzo un mio vissuto (errore comune) ma mi permetto questa considerazione. E' il tempo dell'abbronzatura. Una persona perché si abbronza? Anche per sentirsi dire: "Ma come sei abbronzato!" Un'abbronzatura senza il coronamento di un punto esclamativo è poca cosa. Così la penso, ma soprattutto penso che molti di coloro che esclamano con viso sorridente, in realtà nascondono sentimenti non pienamente positivi. Non esternano convinta gioia per la bellezza e la salute altrui, per la vacanza goduta da altri, insomma, sono complimenti forzati, di circostanza, quasi obbligati, un po' malandrini. E chi li riceve, in fondo, sa che corre questo rischio. Meglio il silenzio.

Scoppia il sughero



Scoppia il sughero
alla mia voglia di vita,
l'eco del volo
e bolle che soffriggono,
polluzione di vino
oltre il collo di bottiglia.


Urla il respiro
dove la morte frigna.