lunedì 28 aprile 2008

Il glicine


Cascate di glicine stanno scrosciando sopra Varese. A me il glicine ricorda il bersò dei cari zii Maria e Carletto. Ancora li vedo, seduti all'ombra nelle giornate estive, accogliermi la zia con sorrisi e parole, lo zio soprattutto con sorrisi. Non potrò mai dimenticarli, sono mosaici indispensabili nel quadro della mia giovinezza. Poi penso: perché utilizzare del tempo per ricordi nostalgici sugli zii, e poetici sul glicine; datti piuttosto da fare affinché il disastro ambientale che incombe venga sanato e il profumo di questa pianta possa permanere sulla terra. Giusto. Mi pare una buona idea. Però un posticino se lo meritano anche i miei zii e la poesia di un fiore, che annuncia ormai l'estate.

domenica 27 aprile 2008

L'ultimo capitolo


Stamani sono salito al Cuvignone, una ascesa che affronto una, massimo due volte all'anno. Ci sono andato grazie alla bici 'Romeo' prestata dall'amico e collega Enrico Piazza (la mia Decathlon è rotta), bici che ha un rapporto agile (sarà un 28) e che quindi mi ha permesso di non morire, dato il mio scarso allenamento. Ci ho messo lo scandaloso tempo di un'ora e 15 secondi (il mio personale è sotto i 50'). Vi è da dire che sono salito in scioltezza, perché dovevo studiare il paesaggio, visto che probabilmente ambienterò qui l'ultimo capitolo del mio romanzo breve sul ciclismo. Titolo provvisorio: 'L'ultima fatica'.

sabato 26 aprile 2008

Il Mahatma


C'è stato un periodo, anni fa, durante il quale il mio amico Gianni Argese (che mi accusa d'avergli trasmesso il vizio del fumo) mi chiamava Gandhi. Non so perché. Forse perché ero magro, o perché andavo in giro con un certo andazzo da asceta. Il paragone mi lusinga ma è del tutto immeritato. Anche perché il Mahatma (la grande anima) predicava fra l'altro il distacco dalle pesantezze della 'carne', distacco che io ignoro. Però Gandhi è un personaggio che mi ha sempre affascinato. E ora soprattutto per la sua visione della religione, considerata un grande albero dai molti rami (le diverse religioni) protesi verso il cielo. Tanti rami e un solo tronco: Dio? Il desiderio prepotente dell'uomo di un Dio, verità infinita? Credo che la scelta del ramo dipenda essenzialmente dal luogo di nascita. Non credo al primato di un ramo sull'altro. In questo sono come Gandhi, il Mahatma.

Ginestre


'Qui su l'arida schiena/del formidabil monte/sterminator Vesevo/la qual null'altro allegra arbor né fiore/tuoi cespi solitari intorno spargi/odorata ginestra....' (Giacomo Leopardi)


Questa è una delle poche piante di ginestra che sono riuscito a trovare a Varese, vicino al camposanto di Casbeno. Perché amo la ginestra? Perché mi ricorda una bella vacanza a Sirolo, nelle Marche, in occasione del 25° di matrimonio. Il monte non era il Vesuvio (come per Leopardi) ma il Conero; il fiore lo stesso, giallo, forte, capace di resistere ai venti del mare.

giovedì 24 aprile 2008

Fortuna


'Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'etterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti sì che il suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura...' (Dante Alighieri)

Chi, come me, abita ai piedi del Sacro Monte, non può non pregare spesso questa misteriosa Vergine Madre. Non farlo sarebbe una mancanza grave, un po' come chi abita al mare e non sa nuotare.

mercoledì 23 aprile 2008

Vent'anni


Vent'anni di matrimonio sono un bel traguardo. Auguri dunque agli amici Paola e Gigetto, sposi dal 23 aprile 1988. Non avendo loro foto, vado coi fiori, primaverile omaggio a questa bella coppia. Molte volte sono stato padrino di battesimo, solo due testimone di nozze, e una proprio con loro. Essendo decisamente più giovani di me, per me loro sono soprattutto i fratelli e le sorelle di qualcun altro: Paola la sorella più piccola del mio caro amico Gigi, e Gigetto il fratello del mio coetaneo Carlo, con il quale abbiamo condiviso ore e ore di calcio in oratorio. Sul mio album di foto, sotto la fotografia di quel matrimonio, avevo scritto: 'Paola e Gigetto, matrimonio perfetto'. Credo di poter confermare la mia intuizione.

lunedì 21 aprile 2008

Foto (vedi sotto)


Ul menagràmm

Sabato sera mi sono divertito, assistendo alla recita della commedia dialettale Ul menagràmm (il porta-sfiga), dell'autore milanese Guido Bertini, messa in scena dalla Compagnia di Teatro della 'Famiglia Bosina'. In gran spolvero Natale Gorini, Gianni Davì, Enrico Bodini, Giovanna Belletti. Bravi anche i miei amici del tempo della Shalom, Antonio Borgato e Lidia Munaretti. Assente ingiustificato Carlo Pilati, altro amico dei tempi di Biumo. Se avete una sera libera e sentite parlare di questa Compagnia varesina, andate a vederla. Merita il vostro tempo, senz'altro prezioso.
Foto di repertorio, gentilmente concessa da Antonio Borgato.
Niente, la foto non è partita, provo dopo.

Ammesso che ci riesca


Domenica mattina con salita classica al Campo dei Fiori. Lo scorso anno, alla fine di aprile, ero già salito in bici una trentina di volte, in questo 2008 solo 4 o 5. Del resto il mio obiettivo sportivo 2008 è il nuoto: 100 chilometri in un anno più una traversata, possibilmente la Stresa-Reno di Leggiuno, oltre tre chilometri dentro il lago Maggiore, traversata che ho clamorosamente fallito nel 2005. Come ho già scritto qui, ho diminuito molto i miei allenamenti, sono ritmi ormai da pensionato, senza ambizioni di grandi prestazioni. Il fisico ammonisce e io lo ascolto. Spero di utilizzare il mio tempo in occupazioni più utili all'umanità: ammesso che ci riesca.

giovedì 17 aprile 2008

No comment


Come ho già scritto, qui non parlerò di politica. Almeno per ora. Ne faccio cenno solo perché mi è parsa interessante la foto. Il voto è passato, i cartelloni si sfaldano alla pioggia e al sole di questo aprile giustamente instabile. Così è venuta fuori una Sinistra Arcobaleno che pare strappata dal pugno di Umberto Bossi, capo di un partito che boccheggia e poi ogni volta rinasce. Questa volta in modo esagerato. Per il resto: no comment.


carlo.zanzi@tele2.it

Niente sconti


Niente sconti alla morte. Che non si faccia viva, prima del tempo pattuito. Gli sconti sono quelli che noi facciamo a 'colei' che S.Francesco chiamava addirittura sorella morte, ogni volta che ci pensiamo troppo, o caliamo troppo in profondità nel suo mistero di nullità. La morte è il nulla, idea che noi non possiamo sopportare, perché è l'opposto della nostra essenza. Molta gente (per fortuna) scantona in fretta dal pensiero della morte, ma altri fanno più fatica, regalandole sconti e vittorie parziali che non si merita affatto. E più si scende e ci si accosta, più la paura diventa insostenibile. E ci avvelena. Ho scelto la foto (centro Varese, un cielo che si specchia nelle vetrate di un palazzo) per questo concetto: quel nero non ci appartiene, e se proprio dobbiamo riflettere sull'epilogo, pensiamo allora alla resurrezione, cioè alla luce che sopravanzerà il buio.

martedì 15 aprile 2008

Neve d'aprile


Non è una novità questa neve d'aprile. Dopo i fiocchi a Pasqua, ecco il Campo dei Fiori innevato. Il 12 aprile del 1986 vennero giù a S.Ambrogio venti centimetri, neve nel temporale. Il giorno dopo, al matrimonio degli amici Fabrizia e Paolo (Auguri!) un gran vento gelido e sole, un po' come oggi. Neve d'aprile, a dire che nella vita ben poco è prevedibile, mai mettere via la sciarpa. E se si prende il mal di gola, non facciamone un dramma. Ce n'è di peggio. Di molto peggio.

lunedì 14 aprile 2008

Il ritorno delle rondini


Finalmente ieri sera, domenica di voto 13 aprile, alle 19.45, dopo aver messo l'auto in garage ho guardato fra le nuvole e ho visto le prime rondini della stagione. Quattro o cinque, piccole, ma rondini senza alcun dubbio. Da sempre il ritorno delle rondini è considerato di buon auspicio. In questo 2008 è successo durante il voto. Che sia di buon auspicio. Mi auguro politici seri, preparati, idealisti, capaci di volare alto pur occupandosi di scelte assai pratiche. Volare alto come le rondini di ieri sera, alle quali dò il mio 'bentornate in città'.

domenica 13 aprile 2008

E' tutto sotto controllo


Utilizzo molto del mio tempo per tenere tutto sotto controllo. E mi illudo di riuscirci. La mente, il corpo, gli affetti, il lavoro...tutto procede bene....e per ciò che non posso controllare (vedi il sole o la pioggia) prevengo, mi informo e cerco di difendermi....E' giusto cercare di tenere a bada la vita, ma con l'atteggiamento non di chi si sorprende e se la prende se qualcosa non quadra, ma chi di ringrazia se qualcosa va bene. Vorremmo essere roccia, ma siamo un bel petalo, che il vento accarezza ma che può anche strappare.


carlo.zanzi@tele2.it

sabato 12 aprile 2008

Don Pino e la Shalom


Facendo riferimento al post sottostante, cambio foto e metto quella che mi ha inviato l'amico Marco: febbraio 1984, don Angelo, la Shalom e don Pino che 'annega' nell'entusiasmo dei giovani di Biumo, oggi padri e madri di famiglia, un po' diversi all'apparenza, ma non nella sostanza.

venerdì 11 aprile 2008

Don Pino

Mi è stato chiesto di realizzare una pagina per La Prealpina (in uscita sabato 12 aprile) per don Pino Tagliaferri e i suoi 25 anni a Biumo Inferiore, da parroco. Ho accettato perché sapevo che molto era già scritto dentro di me. Biumo è stata la mia parrocchia dal 1961 al 1981, e anche un po' dopo. Una pagina anche di ricordi: la fetta di pizza da Quinto (50 lire), il cono di panna montata con cannella da Brenna (50 lire), il ghiacciolo Crippa raddoppia (25 lire). Ma il mio grazie più grande a don Pino è datato fine di agosto 1984: arrivato da poco più di un anno in parrocchia, sospese le vacanze in Sardegna per celebrare i funerali di mia mamma. Come si possono dimenticare simili attenzioni?
In foto, il campanile della chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo.
ps Niente, non si riesce ad allegare la foto, proverò dopo.

martedì 8 aprile 2008

Auguri


Non posso che salutarla così, mia mamma Ines: un saluto regalato all'aria e alla speranza che, da qualche parte, ci sia ancora. Oggi, 7 aprile 2008, avrebbe compiuto ottant'anni. Il 7 aprile 1928, quando è nata, era Venerdì Santo. Secondo il mio parroco, don Giuseppe Cattaneo, il giorno della crocifissione di Gesù sarebbe il 7 aprile del 30. Nella foto, mia mamma in viaggio di nozze, all'Alpe di Siusi. Aveva 25 anni. Ci ha lasciati il 19 agosto del 1984, 56 anni (poco più della mia età), tante gioie ma anche troppa sofferenza. E una morte prematura. La sua morte ha segnato e ancora segna la mia vita. E non potrebbe essere altrimenti: più il legame è forte, più la ferita è profonda. E cerca di rimarginarsi, ma non ci riesce.

lunedì 7 aprile 2008

Il ritorno delle rondini


Non ho foto di rondini, quindi ho messo un aliante, che può in qualche modo ricordarle. Secondo me questa è la settimana buona per il ritorno delle rondini a Varese. Mi baso sulle mie statistiche pluriennali. Vi consiglio di guardare il cielo verso sera, anche se non sono previsti bei tramonti sereni. E se qualcuno avvista una rondine, me lo segnali. Ma sarà ben difficile che qualcuno riesca a vederle prima di me. Altri diranno: "Non abbiamo certo il tempo di guardare il cielo." Rispondo: "Bene, continuate pure a guardarvi la punta dei piedi."


Errata corrige

'Un unico tema' si scrive senza apostrofo, scusate per l'errore sottostante.

La penultima battaglia


Pensavo, in clima preelettorale, a Giuliano Ferrara e al suo 'Aborto, no grazie'. Non l'ha fatto per soldi (che non gli mancano) né per fama. Credo sia andata così. Superati i 50 si dice: "Manca poco." Poi le soluzioni sono diverse. C'è chi vive alla giornata, succhiando da ogni dì il meglio possibile. Alcuni invece sentono il desiderio di utilizzare le ultime energie per una giusta causa, una battaglia, che definirei la penultima, perché l'ultima tutti sappiamo qual è. Una battaglia su un'unico tema, per il quale vale la pena giocare tutto. Credo che per Ferrara sia andata così. La nostalgia della paternità mai giunta (causa tre aborti) e i 50 superati da un po' lo hanno indotto ad una scelta radicale, impegnativa, coraggiosa, su un tema fondamentale. Ha buttato tutto il suo peso nella mischia. Se così è andata (e credo davvero sia andata così) ha la mia ammirazione.

In foto, altri che hanno fatto una scelta radicale, girare il mondo con la fiaccola del World Harmony Run.

domenica 6 aprile 2008

Le due verità


Mi sembra di poter dire che spesso è vera un'affermazione e anche il suo contrario. Così ciò che scrivo oggi (e che ho già scritto altre volte) potrebbe apparire in contrasto con ciò che ho scritto ieri. Prima di partire, sabato mattina, per il tradizionale A SCUOLA IN BICICLETTA (vedi foto) mi dicevo: "Ma chi me lo fa fare?" Poi ho rischiato e alla fine sono stato contento. Il rischio costa ma può ripagare. Certe gioie necessitano del rischio. Anche se è vero pure il contrario: troppo rischio è pazzia. E quando uno rischia e poi si scotta, allora maledice la sua 'imprudenza'. Come per la normalità: c'è una 'santa' normalità che dà gioia e c'è la normalità che deprime. Il problema è che la vita è complessa. per questo diffido dalle definizioni categoriche, dalle generalizzazioni arbitrarie, dai luoghi comuni. Non a caso anche i proverbi paiono smentirsi l'un l'altro, ma non è così.


carlo.zanzi@tele2.it

La santa normalità


Qui in foto vedete il grande (e alto) Andrea Meneghin con quattro mie alunne della Vidoletti. Insieme per uno dei tanti eventi, la World Harmony Run, una corsa che fa il giro dell'Europa per dire che bisogna vivere in pace e armonia. Qui è l'arrivo a Varese, ai Giardini Estensi. Pensavo che per un mondo di pace e armonia questi eventi servono a ben poco (12 atleti che portano una fiaccola in giro per l'Europa), se non ai 12 atleti che corrono. La pace e l'armonia si costruiscono ogni giorno, nel quotidiano. Sono stufo di eventi. Ciò che davvero conta è la 'santa normalità'.