sabato 26 aprile 2008

Il Mahatma


C'è stato un periodo, anni fa, durante il quale il mio amico Gianni Argese (che mi accusa d'avergli trasmesso il vizio del fumo) mi chiamava Gandhi. Non so perché. Forse perché ero magro, o perché andavo in giro con un certo andazzo da asceta. Il paragone mi lusinga ma è del tutto immeritato. Anche perché il Mahatma (la grande anima) predicava fra l'altro il distacco dalle pesantezze della 'carne', distacco che io ignoro. Però Gandhi è un personaggio che mi ha sempre affascinato. E ora soprattutto per la sua visione della religione, considerata un grande albero dai molti rami (le diverse religioni) protesi verso il cielo. Tanti rami e un solo tronco: Dio? Il desiderio prepotente dell'uomo di un Dio, verità infinita? Credo che la scelta del ramo dipenda essenzialmente dal luogo di nascita. Non credo al primato di un ramo sull'altro. In questo sono come Gandhi, il Mahatma.

1 commento:

Anonimo ha detto...

anch'io credo che la religione che ognuno ha è quella che gli viene dalle sue radici: altrimenti la pianta morirebbe e sarebbe portata via al rpimo soffio di vento. Allo stesso modo credo che lapianta debba essere nutrita dall'acqua vera che nel Battesimo ci ha fatto nascere a vita nuova e che il ns. desiderio di felicità, cioè Dio, lo raggiungeremo in paradiso. Nel frattempo sulla terra ci è dato il compito di vviere tuto quello che ci viene dato facendo memoria di ciò che un giorno Dio ha suscitato in noi, quando per un solo momento "ci è sembrato di capire" ed a questo dobbiamo stare attaccati (come i rami al tronco, dice mia moglie) ciao marco e grazie per gli auguri... ero convinto di incontrarti sul san martino