domenica 5 febbraio 2012

Le cose belle....


Mi giunge, assai gradita, questa foto del mio amico Paolo (Russo) detto Paolino, grande estimatore della natura. Sabato, dopo la spesa alla Esselunga, in solitaria ha fatto dal Grand Hotel Campo dei Fiori alla Punta di Mezzo e al ritorno è passato da quello che ha definito 'il mio cannoncino', perché sa bene che ci vado spessissimo in bici durante l'anno. Ha voluto regalarmi il cannoncino in abito invernale, sottolineando giustamente che è assai bello anche così. Uno spettacolo. Ma commovente è stato il finale dello scritto di Paolino, che dopo aver gustato in solitaria, nel silenzio, il piacere di una camminata-ciaspolata nella neve e nel bello che è il Campo dei Fiori, conclude: 'Le cose belle sono solo di chi le sa gustare.' L'arte di gustare il bello: è un dono raro.

Urbino innevata


La mia amica Miriam mi ha fatto avere questa bella foto della 'sua' Urbino innevata. E la ringrazio.

Ombra


Arrivano periodo nei quali ci sentiamo l'ombra di noi stessi. L'ombra è assenza di luce, assorbita altrove. E senza luce, ci appiattiamo a terra.

Te ne fai 'na pèll


Ieri sera ho fotografato il tramonto al Brinzio e stamani, alle 8.40, ero già lì a fotografare l'alba della nuova domenica. Del resto questo per me è il tempo di un po' di sci, e non posso sprecare l'occasione di questa neve stupenda. Potrebbe durare anche tutto febbraio, ma se arriva il caldo la neve se ne andrà presto, lasciando i prati liberi di accogliere la primavera. Stamani ho voluto esagerare, 5 giri, 20 km, e verso la fine ero stanco e ho sentito la voce di mia madre che diceva quando, da bambino, tornavo sudato dai giochi (che per me non erano certo giochi in scatola): "Carlo, te ne fai 'na pèll!" Avevo le ginocchia sbucciate, le mani sporche, una gran sete e fame ed ero soddisfatto di come avevo usato il mio tempo. 'Ne hai fatta una pelle', tipica espressione dialettale: se qualcuno mi sa dare la spiegazione del perché si dica così per indicare che uno ci ha dato dentro, lo ringrazio.

L'ultima neve


ORMAI SI DISPERAVA

Ormai non ci credeva più nessuno. Non ci credevo più io, né il mio amico Pippo Gazzotti né il suo socio Alberto Zuffi (senatore della Marcialonga) né gli altri uomini del Centro Fondo Brinzio, né il mio amico Nini Bossi e gli uomini dello Sci Club Cunardo (anche se loro almeno un chilometro di neve artificiale erano riusciti a spararla) né i tanti appassionati dello sci nordico, che attendono la fiocca come la manna dal cielo. Ormai ci si era convinti che quel cielo sempre immancabilmente sereno non avrebbe addensato nubi né pianto le lacrime ghiacciate che, sommate una dopo l’altra, fanno lo scivoloso tappeto, adatto per volarci sopra e tornare bambini. E invece mai disperare né pensare che con la candelòra (2 febbraio) dell’inverno semo fòra. L’inverno ha detto: ‘Ho due mesi ancora a disposizione’ e si è dato da fare. Settanta centimetri di neve a Brinzio e più o meno lo stesso a Cunardo. E poi senza lo sgambetto della pioggia che -vedi lo scorso anno- arriva dopo la neve e scioglie le attese. Neve e freddo nel febbraio 2012: l’ideale. Così questo fine settimana darà il via alle danze sciistiche. Al Brinzio è pronto un anello di cinque chilometri, per la gioia del presidente del CFB Ponzi, con tanto di possibilità di noleggio a prezzi contenuti. Idem dicasi per Cunardo, con un ottimo percorso preparato dai Bossi, padre e figlio. Attenzione solo a non uscire di strada prima di arrivare alle piste (danno strade ghiacciate) poi una volta lì ci si lasci andare. Senza eccessi, con prudenza, ma liberandoci da pigrizie che intontiscono il corpo, e soprattutto l’anima.

La Provincia di Varese domenica 5 febbraio 2012