mercoledì 28 gennaio 2009

Ricordi

Il ricordo può essere quello, necessario, di fatti tragici (vedi post sotto) ma anche quello che accompagna, colorandoli, i minuti del mio amico poeta Arnaldo Bianchi. Questo il suo ultimo regalo:
I giorni della mia noia
si vestono di grazia
nell'affondare dei ricordi:
il ticchettio di un orologio,
la luna d'inverno
dentro la cornice
di una finestra
che si spegne,
minuti dolci e amari
che non ho vissuto, vivendo.

foto Silvia D'Ambrosio


Ferita

Ieri era il giorno della memoria. Ho visto il film IL PIANISTA e si è riaperta la ferita. Il mio amico giornalista di Varesenews, Michele Mancino, parla del dramma dei lager come di una ferita fra la storia e l'uomo. Io, che dietro la storia vedo Dio, sento la ferita, la distanza, l'incomprensione fra Dio e l'uomo. 'Non possono coesistere Dio e i lager' mi sono detto, emotivamente coinvolto dal film. Ma il film è finito, la domanda resta. E allora posso assolvere Dio (sì, mi permetto di relazionarmi con Lui così, 'sfrontatamente') solo se lo immagino del tutto estraneo a quell'orrore, incapace, impossibilitato ad intervenire per porre rimedio a fatti destinati a negare la spiritualità nell'uomo, ridotto a bestia.
Sono un cultore della memoria. Ricordare perché è facile dimenticare, e nella dimenticanza il singolo e quindi un popolo possono commettere nuovamente errori atroci, imperdonabili perché già visti.