mercoledì 28 gennaio 2009

Ferita

Ieri era il giorno della memoria. Ho visto il film IL PIANISTA e si è riaperta la ferita. Il mio amico giornalista di Varesenews, Michele Mancino, parla del dramma dei lager come di una ferita fra la storia e l'uomo. Io, che dietro la storia vedo Dio, sento la ferita, la distanza, l'incomprensione fra Dio e l'uomo. 'Non possono coesistere Dio e i lager' mi sono detto, emotivamente coinvolto dal film. Ma il film è finito, la domanda resta. E allora posso assolvere Dio (sì, mi permetto di relazionarmi con Lui così, 'sfrontatamente') solo se lo immagino del tutto estraneo a quell'orrore, incapace, impossibilitato ad intervenire per porre rimedio a fatti destinati a negare la spiritualità nell'uomo, ridotto a bestia.
Sono un cultore della memoria. Ricordare perché è facile dimenticare, e nella dimenticanza il singolo e quindi un popolo possono commettere nuovamente errori atroci, imperdonabili perché già visti.

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