lunedì 31 marzo 2008

Chiara e Francesco


Lo scorso sabato 29 marzo si sono sposati Chiara e Francesco. Auguri. Tanti auguri. Dunque, cominciano a sposarsi anche i figli dei miei amici, quindi si apre un nuovo passaggio epocale, comincia un nuovo ciclo, che se è roseo per chi si sposa, lo è un po' meno per gli amici dei genitori degli sposi. Che devono mettere su un piatto della bilancia la gioia per una nuova coppia che nasce, ma sull'altro la loro età che avanza. Inesorabilmente. Al mio matrimonio, primo maggio 1981, Chiara aveva pochi mesi. Era in culla, dormiente in quel tiepido pomeriggio di primavera. Oggi si sposa lei. Francesco non lo conosco, so che è imparentato con Roberto Formigoni, il che non guasta. Ma non sarà essenziale per il loro amore.

Nella foto Marco Zanzi, Chiara con il padre Bruno al rifugio Pian delle Creste.

domenica 30 marzo 2008

Emozioni alpine


Sabato sera 29 marzo, a Cassano Magnago, si è esibito il Coro dell'Orobica, la mia brigata. Questo coro eccezionale è nato proprio nel 1978, ero a Merano ma sono partito per Malles e non ho potuto far parte del gruppo, fondato dal mitico don Bruno Pontalto, cappellano militare con la musica nel cuore. Il Coro ha fatto 10 anni con militari in servizio di leva, e altri 20 con gli ex alpini che hanno continuato a trovarsi e ancora fanno concerti. Io c'ero, cappello in testa, nappina rossa del btg Tirano, Malles, incarico: mortaista. Sono passati trent'anni ma un alpino resta alpino, e quando un alpino canta, col cappello in testa, si crea in lui una miscela potente di partecipazione emotiva verso chi è morto in guerra, di nostalgia per la gioventù e quegli anni, di amore per i monti e la musica. Una bella serata davvero.

giovedì 27 marzo 2008

Vasco ci ripensa


Ho sentito l'ultima canzone di Vasco Rossi. Dice fra l'altro: "Non si può fare quello che ci pare, non si può sempre schiacciare sull'acceleratore, bisogna sapersi accontentare..." Non credevo alle mie orecchie. Vasco sta proprio invecchiando. Poi pensavo a me: io fondo, anche quando avevo vent'anni e anche meno, credevo vere le tre affermazioni attuali del cantante della gioventù arrabbiata. Ero già vecchio allora? Già saggio? Non so, so che mentre Vasco scopre la moderazione io, che l'ho sempre praticata, forse ho nostalgia di una vita spericolata!

Nella foto, il lago di Varese preso dal S.Monte, con un forte zoom. Acque mosse, ad indicare una vita che non vorrebbe essere piatta.


carlo.zanzi@tele2.it

lunedì 24 marzo 2008

Il mio primo libro


Oggi mi faccio gli auguri. Era infatti il 24 marzo del 1988 quando, verso le 8.30, transitavo per corso Matteotti. Da tempo aspettavo l'uscita del mio primo libro. Ma non arrivava mai. Quel mattino passo davanti alla libreria S.Vittore (oggi non c'è più) e vedo 'Papà a tempo pieno' in vetrina. Una grande emozione. Ma la libreria apriva alle 9 e io alle 9 iniziavo al lavoro. Dovevo attendere ancora. Ma si sa, le cose che si gustano di più sono quelle lungamente sospirate. Vent'anni sono corsi in avanti in un amen. Altri libri ho scritto. Forse troppi. Forse inutili. Ma il primo non si scorda. Come il primo amore. Resta lì ad indicare una partenza, come i blocchi in una gara di atletica: fa da punto d'appoggio, e poi si va...

Peccato


Ci sono mattine, ore che sono particolarmente luminose e felici. Credo che la foto (fiori di magnolia nel sole primaverile) possa ben raffigurare questo stato d'animo, che ha un solo limite: dura poco. Peccato.

domenica 23 marzo 2008

Mio Dio, che mattino!


"My God, what a morning" canta un noto spiritual. "Mio Dio, che mattino!" alludendo alla straordinarietà del mattino di Pasqua. Stamani, Pasqua 2008, doppia straordinarietà: speranza di Resurrezione e neve. In verità ho visto la neve a Varese anche a metà aprile (Fabrizia e Paolo ne sanno qualcosa) però fa sempre un certo effetto notare le camelie (vedi foto) imbiancate dai fiocchi. Sarà poi vera questa storia della resurrezione? Abbiamo una gran fortuna: la verifica definitiva sarà post mortem, quindi non abbiamo nessun motivo per non sperarla possibile, questa benedetta resurrezione. Che ci regalerà una gran bella vita, dopo, e già oggi un po' di sollievo.

"My God, what a morning!"

"I hope, my God!"

Io ci spero.

Auguri.

sabato 22 marzo 2008

Profumo


La gardenia è forse il mio fiore preferito. Per la forma, il colore ma soprattutto per il profumo. Piace molto anche a Carla. Per questo le regalo la gardenia, al suo compleanno. Abbiamo la gioia di un sabato santo col sole. In fondo il sabato santo già profuma di resurrezione.

Auguri


Nella foto di Antonio Quattrini, la giovane Carla Bambozzi, anno 1978 o giù di lì. Essendo nata il 21 marzo, oggi è il suo compleanno. Auguri. Poiché non mi risulta che Carla Bambozzi, cioè mia moglie, legga il mio blog, non saprà mai di questi auguri in rete. E perché glieli ho fatti? Perché in realtà mi piaceva la foto, e anche la protagonista, oggi come allora. Che sviolinata...Voi però, se incontrate Carla Bambozzi, non ditele della foto e del blog. Essendo imprevedibile come il mese che l'ha accolta, non si sa mai.

venerdì 21 marzo 2008

Venerdì santo


La mia vita è marchiata da una croce./L'errore, il caso, il nulla o la scommessa/di andarmene con Te, appeso a un legno/fissano questa croce di montagna/sempre disposta a spiegarmi ciò che muore.

giovedì 20 marzo 2008

Eccellenza


Nella foto siamo al Palù di Chiesa Valmalenco. Stanno preparando il canalone dell'half-pipe, specialità dello snowbord. Su questa pista si sono svolte, domenica 16 marzo, le finali della Coppa del Mondo. E fra gli azzurri dell'half-pipe (pazzi che volano qua e là, piroettando come farfalle) c'era anche Giorgio Ciancaleoni, mio ex alunno alla Vidoletti. Lo conosco bene. Poca voglia di studiare, mentalità un po' sopra le righe (tipica di chi fa snowboard), ma con un'eccellenza. Una cosa che gli riesce davvero bene. Che lo ha portato ad essere fra i migliori al mondo. Tutti siamo alla ricerca della nostra eccellenza. E se penso al mio ruolo di educatore (padre, docente...) capisco che è molto importante convincere il giovane che anche lui ha la sua eccellenza, convincerlo ma anche aiutarlo a trovarla, questa cosa che gli riesce particolarmente bene. Che lo rende unico. E se penso al nostro destino, l'eccellenza somma è la resurrezione. La Pasqua.

domenica 16 marzo 2008

Non ci è permesso


Ieri è morta Chiara Lubich. Aveva 88 anni. Quando ne aveva 23 visse la traumatica esperienza dei bombardamenti bellici. Per lei furono illuminanti. Capì quale doveva essere il senso della sua vita. Fondò il movimento dei Focolarini, oggi ramificato in tutto il mondo. Di fronte a queste vite che prendono una direzione sicura e radicale sin dall'inizio, uno resta affascinato ma è anche portato a considerare di poco peso la sua di esperienza. Quindi anziché da tali vite guadagnarci in slancio e generosità, rischia di incupirsi. Ciò mi stava succedendo, quando ho pensato: "Bhè, in fondo anch'io a 23 anni avevo fatto le mie scelte definitive: lavoro, donna della vita, la prospettiva di un matrimonio fedele e aperto alla vita, una fede religiosa che dà senso e direzione di marcia a tutto il resto. Persino un cammino comunitario, con alcuni amici privilegiati, che avrebbe potuto avere sviluppi diversi ma che comunque permane. Il progetto c'era e tale è rimasto, pur nelle turbolenze, nelle stanchezze e nelle mediocrità degli anni." Così mi sono ripreso.

Non a tutti è chiesta la scelta vocazionale di Chiara Lubich, maestra di spiritualità e di dialogo, punto di riferimento per molti. A nessuno è però permesso di piangersi addosso.


ps. la foto non c'entra, semplicemente mi piaceva

sabato 15 marzo 2008

Memento mori


Ho di recente scoperto che S.Agostino aveva questa idea sulla morte: la morte in principio non era prevista, poi la caduta dell'uomo ha introdotto l'infelicità e la sofferenza nel mondo e allora Dio trova la via della morte, come strumento per liberare l'uomo dal dolore e aprirgli la porta della vita eterna. Io la penso diversamente. Secondo me (ma anche secondo San Paolo che parla della morte come ultimo nemico, comunque sconfitto) la morte non è nelle mani di Dio, come non è nelle Sue mani la nostra libertà. Sua è stata la scelta di crearci così, liberi, ma una volta fatta la scelta Lui è stato coerente. So che per molti questa può apparire una sottigliezza, perché ciò che conta e che dà fastidio è che, comunque, si muore. Dio o non Dio. Per me, invece, questa differenza ha il suo peso. E per voi?

giovedì 13 marzo 2008

Foto


La foto si riferisce al post sottostante

Vittorie e sconfitte

Altra delusione dell'Inter (fuori dalla Champions) e altra gioia, regalatami dai miei alunni della Vidoletti. Vittoria nel 1° Memorial 'Mentasti' di basket, superando gli storici rivali della Dante. In foto, alcuni componenti del team con la coppa, insieme a Gregor Hafnar, professionista della palla a spicchi. Eppure sto invecchiando. Forse è un bene, non lo so. Un tempo una vittoria sulla Dante di tali proporzioni mi avrebbe oltremodo galvanizzato, oggi è solo motivo di un sorriso stiracchiato. E così la sconfitta dell'Inter: nessuno scoramento. Nè rabbia, per i comprensibili sfottò dei milanisti. Del resto mi sto distaccando sempre più dallo sport professionistico, ne vedo più i limiti che i pregi, non mi appassiona più. Sono per il dilettantismo di professione. Infatti ora sospendo di battere sui tasti, metto la tuta e vado a fare una corsetta, nel sole di questa primavera che avanza.
ps non riesco a pubblicare la foto, lo farò in seguito

lunedì 10 marzo 2008

Salvifici doloris


Ieri mattina, domenica, sotto una leggera pioggia, salivo di corsa lungo la rizzada delle Cappelle. Non posso più permettermi di correre come voglio. Devo centellinare i passi. Il dolore al ginocchio destro incombe. Appena esagero un po', comincia a ronzarmi dentro. E pensavo che questo dolore in fondo è un bene. E' un dolore salvifico. Mi avverte. Mi rende vigilante su ciò che veramente conta. Intanto mi permette di rispettare di più il mio corpo, che altrimenti, senza questi segnali, sottoporrei a ben altre fatiche, dimentico della mia età. Ma -cosa ancor più importante- mi ricorda che ciò che davvero conta non è l'impresa sportiva. Ciò che conta è amare. Non credo che il Signore mandi il dolore per ammonirci e farci ricordare l'essenziale. Ma credo che attraverso il dolore (frutto del mistero del limite che ci pervade) sia possibile risalire al bene. 'Salvifici doloris', appunto.

Un tempo me la prendevo col dolore, che mi impediva di arrivare dove volevo. Piegavo il corpo alla mi volontà. Oggi lo accetto e lo interpreto anche come segnale positivo. Come invito ad essere più saggio.


per il dialogo: carlo.zanzi@tele2.it

sabato 8 marzo 2008

Festa dei poeti bosini


"Butèga da barbèe, saran stai i des/d'un dì d'inverno, gerà me'n toch da giazz....": questo è l'incipit della mia bosinata dialettale Dal barbèe, che leggerò (o farò leggere da Natale Gorini) domenica 9 marzo, ore 15, Caffè Zamberletti di corso Matteotti, nell'ambito della Festa dei poeti della Famiglia Bosina. Nella stessa occasione canterò, con gli amici Lidia e Antonio, la mia canzone 'Valzer par Varès'. So che molti miei amici non è che vadano matti per il dialetto, considerandosi troppo giovani per tale parlata. Ma a parte il fatto che la giovinezza è una categoria dello spirito, è inutile considerarsi dei 'bamboccioni' a 50 anni o giù di lì. Non siamo vecchi, però non è che la parlata dialettale stoni così tanto, se pronunciata da noi cinquantenni. In foto, una precedente Festa dei poeti nella sede della Famiglia Bosina.

giovedì 6 marzo 2008

Felicità


"Felicità..." cantavano Romina Power e il suo consorte canterino. Una ricerca anglosassone ha di recente sentenziato: per la metà si è felici grazie a geni favorevoli, per l'altra metà dipende da fattori esterni. Per parte mia, credo che i geni non mi abbiano molto favorito, perché sono un tipo che tende un po' alla depressione. Ma credo di aver avuto fortuna circa i fattori esterni, e faccio il possibile perché tale 50 per cento resti vivace e mi aiuti a tirare sera con soddisfazione.

In foto, la felicità di alcuni miei colleghi, docenti alla 'Vidoletti', in gita a Torgnon.

Entusiasmo


Tutti noi incontriamo personaggi minori, che ci rallegrano la giornata. Soprattutto perché hanno una carattreirstica: sono degli entusiasti. Uno di questi, per me, è il mitico maestro Maurizio Capitanio. Siamo al Palù di Chiesa Val Malenco, una settimana fa. Nella foto Novario, lo sto riprendendo, perché è un mito. E' di Schilpario, ai piedi della Presolana. E' un bergamasco dal fisico granitico. Infatti, come si potrà notare, è in maglietta, e io l'ho visto a maniche corte, sopra i duemila, anche a molti gradi sotto zero. Ama alla follia lo sci nordico ma soprattutto la vita all'aria aperta. Ama far praticare sport ai ragazzi. Urla al microfono: "Più sport e meno matematica..." Non teme il freddo ("Fa comunque meno male del caldo" sostiene) e si butta nella vita, cercando di tenerne ben saldo il timone. Avercene, di maestri Maurizio!

I due tempi


Osservando questa foto, m'è venuto da pensare che l'uomo spesso volta le spalle a Dio. Il suo tempo non coincide con quello, eterno, del Padre. Poi ho pensato che quando prego sintonizzo il mio orologio con il Suo che, naturalmente, è molto più grande. Chi ha pensato di edificare i campanile sapeva bene che noi siamo distratti, e che abbiamo bisogno di richiami fissi alla trascendeza, visivi e sonori. Noi varesini, che possiamo disporre del campanile del Bernascone, settanta metri di pietra, abbiamo meno scusanti di altri: lassù la croce si vede bene, le campane annunciano...e poi c'è l'orologio, c'è il tempo, peccato, un altro secondo se n'è andato, ecco...un altro e un altro e un altro....saltellano i secondi verso la meta. E' tremendamente prezioso ogni secondo che ci è dato. Rendersene conto è una delle più grandi soddisfazioni della mia età.


Fiori sacri


Sta tornando, nel vento freddo e nel sole di questa serata di marzo, il miracolo della primavera. Fiori sacri perché sacro è il bello. La città si sta preparando a scoppiare di salute dai tanti colori. Anzi, le prime scintille già si avvertono. Si vedono. Dovremmo essere riconoscenti per il regalo di un'altra primavera. Prendiamo fiato, soffiamo sui fiori e lasciamo che i petali galleggino insieme alle farfalle. E per chi non ama la poesia, e dirà che la primavera è anche allergia da pollini, aggiungo: "Hai perfettamente ragione. Pregherò perché il tuo malanno ti condizioni il meno possibile, e ti faccia comunque dire - Primavera d'intorno brilla nell'aria...-"

martedì 4 marzo 2008

Meglio il basket


Mentre l'Inter mi deluce (perso contro il Napoli!), il basket no, e le mie ragazze alla Vidoletti mi hanno fatto sentire importante. Sono campionesse provinciali (vedi foto), anche se la loro avventura nei Giochi Sportivi Studenteschi finirà al Campus: non ci sono soldi e si taglia sulle fasi regionali. Ci si ferma alle provinciali. Vi è poi un'altra notizia, diciamo minore, ma non secondaria. Dopo 27 anni (9838 giorni, per la precisione), cioè da quando mi sono sposato sino ad oggi, non lavo più i piatti. Da ieri è entrata in funzione a casa mia la lavastoviglie. Ho resistito a lungo, poi ho dovuto cedere. 9838 giorni significa circa 20.000 lavaggi di piatti. Calcolando una media di 8 piatti per lavaggio, fa 160.000 piatti, senza contare pentole, bicchieri, posate eccetera. Non è poco.

sabato 1 marzo 2008

Son salito sul monte


"Son salito sul monte ad incontrarTi/lassù sei più vicino/ritrovo con certezza i Tuoi contorni...": questo è l'incipit di una mia poesia giovanile. La foto invece è di due giorni fa, cime innevate del gruppo del Bernina. Sì, vorrei salire spesso in cima, sulle vette, non tanto per l'impresa sportiva o per il vento o per il sole e l'abbronzatura, o per il panorama o per la piacevole fatica che ti regala lo sport. Vorrei salire per incontrarLo, per ritrovare con maggior certezza i Suoi contorni che qui, a ridosso della piana, più facilmente sbiadiscono.

Una discesa in salita


Eccomi al Palù di Chiesa Valmalenco, giovedì 28 febbraio, 2000 metri, tanta neve e sole. Sono alle Regionali di sci alpino, nordico e snow-board. Qui sono con i miei alunni e con la mia nuova amante (scherzo), la collega Betta Faroni. E' bello riuscire a tornare tutti gli anni, alla fine di febbraio, a Chiesa. Lì ho fatto anche un corso di sci nordico, qualche anno fa, sulla pista del lago ghiacciato di Pian Palù. E amo tornarci soprattutto da quando, due anni fa, febbraio 2006, proprio risalendo con gli sci dal lago, quindi in salita ripida, e cominciata la mia discesa verso la guarigione, dopo un periodo piuttosto aspro ma quanto mai educativo. Una salita che, paradossalmente, si è trasformata in discesa. Lì, nella neve e nel sole, con i miei ragazzi, mi sono detto: "Devo rialzarmi!" Ho piantato i bastoncini nella neve, ho tirato su la testa pesante cercando il Pizzo Bernina e via, verso casa.