martedì 10 novembre 2009

Ci guardano dei vecchi amaramente

Scendendo di corsa o a piedi con gli skiroll in spalla dalla rizzàda del Sacro Monte, spesso incrocio persone anziane, diciamo over settanta. Mi sbaglierò, forse sono totalmente immerse nella preghiera, ma noto spesso un atteggiamento rancoroso: non salutano, girano la testa dall'altra parte, presi nella loro serietà. Credo che taluni (soprattutto uomini) mal digeriscano il fatto che a loro non sia più concesso poter fare sport. La vecchiaia è peso, e l'invidia ha il sopravvento sull'accettazione dei limiti fisiologici. E' piacevole invece quando qualche anziano ti saluta, sorride e magari chiede notizie sul tipo di sport praticato: partecipa della tua soddisfazione. E pensare che un anziano che comunque si fa a piedi la rizzàda è comunque un privilegiato. E allora non posso non pensare alla bella poesia del mio amico-scrittore Roberto Piumini, contenuta nel suo 'Canzoniere'. L'ho persino imparata a memoria:
Ci guardano dei vecchi amaramente/chissà se per invidia o per ricordo/ o per l'invidia che il ricordo sente/ o qualche altro sentimento sordo./ Ci spiace la violenza che portiamo/negli occhi di chi vede il nostro amore./ Con lena innocente noi ci amiamo/ esente d'arroganza è questo fiore./ E tuttavia ci sembra colpa loro,/ sia che senza amore siano stati/ deluse pietre fredde in tanto mare,/ o sia che avendo conosciuto l'oro/ tanto miseri siano diventati/ da non saperlo altro che invidiare.